Il sindaco Mario Occhiuto proclama il lutto cittadino per Serafina,
Roberto e Antonio, vittime delle fiamme nella loro abitazione nel Centro
storico
Il sindaco Mario Occhiuto ha proclamato il lutto cittadino lunedì 21 agosto per le tre vittime dell'incendio avvenuto ieri nell'abitazione che occupavano nel Centro storico.
"Cosenza piange, affranta, Serafina, Roberto e Antonio, suoi cittadini sfortunati scomparsi tragicamente. Ci stringiamo tutti nel dolore - afferma il Sindaco - adesso è il momento del silenzio e del rispetto della morte".
"Ho proclamato il lutto cittadino per la grave tragedia in cui sono rimasti coinvolti tre nostri concittadini. Erano concittadini ammalati, e non ci sono parole per descrivere il senso di sgomento e il dolore di una comunità intera quando avviene un episodio così grave. La tragedia nella tragedia è stata quella della perdita di una collezione libraria privata custodita in una stanza adiacente all'immobile occupato dalle vittime. Era una biblioteca con testi non inventariati né dichiarati, per cui non conosciamo con esattezza il valore se non per le dichiarazioni del proprietario Roberto Bilotti. Colgo l'occasione per lanciare un appello a chi detiene in casa, o in altri luoghi privati, testi importanti per la storia e la cultura cittadina, affinché possa farli custodire in siti più sicuri e sorvegliati".
"Riguardo alle critiche di queste ore - ha affermato Occhiuto - posso solo dire che l'atteggiamento più responsabile e dignitoso avrebbe dovuto essere in simili circostanze quello di restare tutti uniti e solidali anziché approfittarne per speculare con accuse rivolte agli altri. Ma purtroppo come al solito anche questa volta la sinistra cosentina, responsabile di tutti i disastri lasciati in eredità dagli ultimi decenni di governo della città, ha perso un'occasione per stare in silenzio. Poteva e doveva farlo, almeno in questa circostanza così dolorosa evitando di strumentalizzare tutto come fanno gli sciacalli. Senza aver mai fatto nulla di concreto e utile per la città e il centro storico. Le immagini che ho trovato sulla rete e che pubblico in questo post, oltre alle preziose testimonianze di chi come il maresciallo Saponangelo ha seguito tutte le vicende cosentine degli ultimi decenni, dimostrano le attenzioni della nostra Amministrazione verso i tre sfortunati cittadini che oggi Cosenza piange. Testimoniano le bonifiche della loro abitazione, il nostro tentativo di garantire loro le migliori condizioni possibili di igiene ambientale. Ma la cura del disagio psichiatrico non è proprio nei nostri mezzi e nelle nostre capacità. Le povere vittime infatti erano ammalati di mente in cura presso il centro di salute mentale dell'Asp, quindi gli assistenti sociali (che pure più volte sono intervenuti) non avrebbero potuto risolvere il problema. Se mai, se proprio si vuole andare alla ricerca di eventuali responsabilità bisognerebbe indagare sulla inadeguatezza del sistema sanitario regionale, perché non possono essere lasciati da soli ammalati gravi in condizione di nuocere anche a loro stessi. Ed è fuori luogo in questo caso anche il riferimento al centro storico (che viene impropriamente sempre strumentalmente richiamato), perché un incendio può svilupparsi in qualunque abitazione in qualsiasi posto della città. Le povere persone coinvolte abitavano da trent'anni in una casa di proprietà nel nostro centro storico e avevano occupato abusivamente una porzione di immobile contigua. Nella casa erano accumulati decine di quintali di rifiuti che sono stati probabilmente la causa dell'incendio. Negli anni del nostro governo (prima non mi risulta sia stato fatto niente di niente) si è intervenuto con bonifiche delle aree esterne di pertinenza, poiché non è possibile intervenire all'interno delle abitazioni private. Un po' di umanità in più quindi non guasterebbe, per chi utilizza ogni pretesto per fare sempre strumentalizzazione politica e personale. Le povere vittime dell'incendio hanno condotto un'esistenza sfortunata e triste, e tutto ciò deve far riflettere sul senso della vita e dei rapporti umani incitandoci a promuovere politiche sempre più attive nei confronti degli altri soprattutto se ammalati, poveri e sofferenti. Adesso non ci resta che dedicare loro una preghiera. Adesso riposino in pace".
Il sindaco Mario Occhiuto ha proclamato il lutto cittadino lunedì 21 agosto per le tre vittime dell'incendio avvenuto ieri nell'abitazione che occupavano nel Centro storico.
"Cosenza piange, affranta, Serafina, Roberto e Antonio, suoi cittadini sfortunati scomparsi tragicamente. Ci stringiamo tutti nel dolore - afferma il Sindaco - adesso è il momento del silenzio e del rispetto della morte".
"Ho proclamato il lutto cittadino per la grave tragedia in cui sono rimasti coinvolti tre nostri concittadini. Erano concittadini ammalati, e non ci sono parole per descrivere il senso di sgomento e il dolore di una comunità intera quando avviene un episodio così grave. La tragedia nella tragedia è stata quella della perdita di una collezione libraria privata custodita in una stanza adiacente all'immobile occupato dalle vittime. Era una biblioteca con testi non inventariati né dichiarati, per cui non conosciamo con esattezza il valore se non per le dichiarazioni del proprietario Roberto Bilotti. Colgo l'occasione per lanciare un appello a chi detiene in casa, o in altri luoghi privati, testi importanti per la storia e la cultura cittadina, affinché possa farli custodire in siti più sicuri e sorvegliati".
Il sindaco Occhiuto interviene sulla tragedia del rogo nel Centro storico
Dolore e profondo rammarico nelle parole del sindaco Mario Occhiuto a elaborazione di una lunga riflessione su quanto accaduto, una riflessione-sfogo diventata doverosa dopo la scelta del silenzio come forma di rispetto verso le tre vittime."Riguardo alle critiche di queste ore - ha affermato Occhiuto - posso solo dire che l'atteggiamento più responsabile e dignitoso avrebbe dovuto essere in simili circostanze quello di restare tutti uniti e solidali anziché approfittarne per speculare con accuse rivolte agli altri. Ma purtroppo come al solito anche questa volta la sinistra cosentina, responsabile di tutti i disastri lasciati in eredità dagli ultimi decenni di governo della città, ha perso un'occasione per stare in silenzio. Poteva e doveva farlo, almeno in questa circostanza così dolorosa evitando di strumentalizzare tutto come fanno gli sciacalli. Senza aver mai fatto nulla di concreto e utile per la città e il centro storico. Le immagini che ho trovato sulla rete e che pubblico in questo post, oltre alle preziose testimonianze di chi come il maresciallo Saponangelo ha seguito tutte le vicende cosentine degli ultimi decenni, dimostrano le attenzioni della nostra Amministrazione verso i tre sfortunati cittadini che oggi Cosenza piange. Testimoniano le bonifiche della loro abitazione, il nostro tentativo di garantire loro le migliori condizioni possibili di igiene ambientale. Ma la cura del disagio psichiatrico non è proprio nei nostri mezzi e nelle nostre capacità. Le povere vittime infatti erano ammalati di mente in cura presso il centro di salute mentale dell'Asp, quindi gli assistenti sociali (che pure più volte sono intervenuti) non avrebbero potuto risolvere il problema. Se mai, se proprio si vuole andare alla ricerca di eventuali responsabilità bisognerebbe indagare sulla inadeguatezza del sistema sanitario regionale, perché non possono essere lasciati da soli ammalati gravi in condizione di nuocere anche a loro stessi. Ed è fuori luogo in questo caso anche il riferimento al centro storico (che viene impropriamente sempre strumentalmente richiamato), perché un incendio può svilupparsi in qualunque abitazione in qualsiasi posto della città. Le povere persone coinvolte abitavano da trent'anni in una casa di proprietà nel nostro centro storico e avevano occupato abusivamente una porzione di immobile contigua. Nella casa erano accumulati decine di quintali di rifiuti che sono stati probabilmente la causa dell'incendio. Negli anni del nostro governo (prima non mi risulta sia stato fatto niente di niente) si è intervenuto con bonifiche delle aree esterne di pertinenza, poiché non è possibile intervenire all'interno delle abitazioni private. Un po' di umanità in più quindi non guasterebbe, per chi utilizza ogni pretesto per fare sempre strumentalizzazione politica e personale. Le povere vittime dell'incendio hanno condotto un'esistenza sfortunata e triste, e tutto ciò deve far riflettere sul senso della vita e dei rapporti umani incitandoci a promuovere politiche sempre più attive nei confronti degli altri soprattutto se ammalati, poveri e sofferenti. Adesso non ci resta che dedicare loro una preghiera. Adesso riposino in pace".

La tragedia nel Centro Storico di Cosenza chiede un forte raccordo fra le Istituzioni per una riqualificazione sociale ed urbana
La
tragedia di ieri nel Centro Storico di Cosenza chiede un forte raccordo fra le
Istituzioni per una riqualificazione sociale ed urbana
Lo dichiara il
Presidente Iacucci, nell’esprimere il proprio cordoglio per le vittime
“La tragedia
che ha colpito ieri il nostro Centro Storico non ci può lasciare indifferenti.
Un dramma umano, legato al disagio psichico e sociale delle vittime, che ci
porta dolore e sgomento. Come Istituzione ci stringiamo intorno alla famiglia,
al quartiere e alla Città, così duramente colpiti da un disastro che era
prevedibile, ma la morte di queste tre persone chiama in causa la necessità di
un forte dialogo fra tutte le Istituzioni, perché per risolvere le emergenze –
anche e soprattutto quella sociale – occorre un forte raccordo fra le stesse”.
A
dichiararlo è il Presidente della Provincia di Cosenza, Franco Iacucci, che
nell’esprimere il proprio cordoglio per la sciagura verificatasi nel Centro
Storico di Cosenza, con tre persone morte in un incendio divampato nel
pomeriggio di ieri forse a causa di una fuga di gas da una bombola, parla di
una tragedia che è anche figlia di un disagio sociale, sanitario e urbano.
“È
assolutamente necessaria una riqualificazione del Centro Storico di Cosenza –
continua Iacucci – e la Provincia è disponibile a continuare ad impegnarsi in
tal senso, posto che siamo già fortemente impegnati su questo. Ne sono esempio
il totale trasferimento degli Uffici provinciali nel Centro Storico,
l’allocazione del Provveditorato agli Studi, il Comando della Polizia
Provinciale, il recupero del Convitto Nazionale, le Canossiane e la
ristrutturazione e l’adeguamento sismico
del Liceo Classico “Telesio”.
Per il Presidente della
Provincia, “occorre però un impegno mirato e forte da parte del Comune di
Cosenza, unitamente a una forte sinergia, oltre a un raccordo strettissimo con
la Regione, che ha già programmato nel POR e nel Patto per la Calabria risorse
importanti per il recupero e la qualificazione delle aree urbane e dei Centri Storici.
La sfida è difficile – conclude Franco Iacucci – ma abbiamo il dovere di
impegnarci per togliere dal degrado uno dei Centri Storici più belli d’Italia
con il suo patrimonio umano, architettonico, culturale. La Provincia è pronta a
fare la propria parte e a continuare in questo impegno”.
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