Pesce si è presentato ai carabinieri di Rosarno accompagnato dai suoi legali, gli avvocati Gregorio Cacciola e Benito Infantino. "Basta, sono stanco di scappare, meglio finirla qui", ha detto Pesce ai suoi difensori, chiedendo loro di accompagnarlo dai carabinieri che lo hanno subito portato nel carcere di massima sicurezza di Palmi. Cade così, un altro importante tassello del potere criminale della cosca Pesce, già decimata dagli arresti e dalle sentenze dei processi portati avanti con estrema determinazione dalla Dda di Reggio Calabria e, in particolare, dalla pm Alessandra Cerreti, che dei Pesce conosce, in ogni particolare, storia ed organigrammi. Proprio il 3 maggio scorso si è era concluso a Palmi il processo contro la cosca Pesce con la condanna di 42 imputati a pene da 28 anni a sei mesi di reclusione. La decisione del capoclan di porre fine alla sua latitanza trae origine, soprattutto, dall'arresto della moglie, Ilenia Bellocco, di 24 anni, bloccata dai carabinieri il 5 maggio scorso con l'accusa di aiutare il marito a tenere i contatti con gli altri affiliati alla cosca. In più, il 16 aprile scorso, i carabinieri avevano arrestato il luogotenente di Giuseppe Pesce, Domenico Sibio, di 35 anni, che avrebbe avuto un ruolo strategico per la latitanza del boss
ROSARNO (RC), LA RESA DEL CAPOBASTONE GIUSEPPE PESCE DEL CLAN DEI "TESTUNI", COGNATO DEI BELLOCCO, DIRETTAMENTE NELLE MANI DEI CARABINIERI DELLA LOCALE TENENZA. SOTTO LE MENTITE SPOGLIE DEL MAFIOSO, C'Ể L'UOMO SOCIALE CHE ARISTOTELE CHIAMA ZOON POLITIKON. IL VERO NEMICO Ể LA SOLITUDINE
Domenico Salvatore
Si e' costituito ai carabinieri a Rosarno, coordinati dal capitano Francesco Cinnirella, comandante della Compagnia di Gioia Tauro, tutti agli odi del colonnello Lorenzo Falfèri, comandante provinciale, il latitante Giuseppe Pesce, reggente della cosca Pesce della 'ndrangheta. E' accusato di associazione mafiosa. Giuseppe Pesce era latitante da tre anni, perche' ricercato nell'ambito dell'operazione "All Inside" fatta dai carabinieri contro la cosca Pesce. Il processo è scaturito da quell'indagine, nata dopo le rivelazioni di Giuseppina Pesce, che con le sue dichiarazioni ha consentito di decimare una delle più importanti, ricche e numerose cosche calabresi, operanti nella Piana di Gioia Tauro. Nel processo, conclusosi il 3 maggio scorso, Giuseppe Pesce e' stato condannato a 16 anni di reclusione per associazione mafiosa. Il latitante si e' presentato stasera ai carabinieri della caserma di Rosarno ed e' stato subito trasferito nel carcere di Palmi. Lo Stato, ha deciso, anche su input dell'Europa, di riconquistare i territori sottratti con la violenza fisica e morale dai boss della 'ndrangheta. Ma al tempo stesso, pure per garantire la libertà e la democrazia che; come hanno più volte affermato in conferenza stampa, i procuratori di Reggio Calabria (Giuseppe Pignatone), di Catanzaro (Antonio Vincenzo Lombardo) ed il procuratore nazionale (Piero Grasso). Tra i primi ad intuire il pericolo furono i fratelli Carlo e Vincenzo Macrì.
Il primo, oggi, Procuratore Capo del Tribunale dei minori di Reggio Calabria, diresse negli Anni Settanta il pool antimafia di Locri, primo in Italia; il secondo, procuratore generale ad Ancona; in passato ha ricoperto la carica di procuratore aggiunto della Direzione Nazionale Antimafia. Vincenzo Macrì disse, e scrisse anche al CSM, che la 'ndrangheta avrebbe invaso e conquistato la Pianura Padana. Ma non venne creduto, come Cassandra, la mitica figlia di Priamo ed Ecuba, sacerdotessa di Apollo.La criminalità organizzata è, insieme alla crisi economica, uno dei temi che preoccupano di più i giovani europei, che manifestano una forte sfiducia nei confronti della capacità della politica di contrastarla E' quanto emerge dal sondaggio, fonte Adnkronos, nell'ambito del progetto 'Waves of legality, waves of citizenship', promosso dalla Fondazione Giovanni e Francesca Falcone effettuato tra ragazzi di età compresa tra i 17 e i 25 anni. I gruppi criminali, si caratterizzano in primo luogo per l'esercizio del controllo del territorio e la ricerca del potere. I giovani, in particolare gli italiani, oltre ad essere consapevoli della gravità del fenomeno, hanno anche le idee chiare sulle priorità da intraprendere per contrastarla. Pensano, infatti, che deve essere colpita nei suoi interessi economici e nelle relazioni collusive con l'area grigia.
Le pressioni, esercitate sul territorio dalle forze di polizia (Carabinieri, Polizia di Stato, Guardia di Finanza, Polizia Penitenziaria, CFS, Polizia Provinciale, Polizia Urbana ecc.), coordinate dalla magistratura, mostrano di essere efficienti, funzionali ed efficaci. La tattica del 'mordi e fuggi', finisce con lo spezzare le maglie della rete di protezione. I contatti con i sodali, non possono essere più fluidi, razionali, lucidi e pratici. Ma al di là di questo, c'è l'isolamento e l'anonimato, che il mafioso non può sopportare in eterno. Inoltre la mancanza del consenso e della popolarità, creano un tourbillon di vuoto, amarezza, delusione, sofferenza, tristezza e rimpianto. Una miscela esplosiva che travolge anche i più incalliti avanzi delle patrie galere. 'Morbi', paragonabili solo al logorio quotidiano e notturno di una 'malafemmena', moglie o compagna bisbetica, perniciosa, lunatica, intrattabile, litigiosa e levantina …"Si avisse fatto a n'ato, chello ch'e fatto amme /st'ommo t'avesse acciso, tu vuò sapé pecché?/ Pecché 'ncopp'a sta terra,/ femmene comme a te non ce hanna sta/ pé n'ommo onesto comme a me!.../ Femmena, tu si na malafemmena!/ Chist'uocchie 'e fatto chiagnere.../ Lacreme e 'nfamità./ Femmena, si tu peggio 'e na vipera,/ m'e 'ntussecata l'anema,/ nun pozzo cchiù campà./ Femmena, ssi ddoce comme 'o zucchero,/ però sta faccia d'angelo/ te serve pe 'ngannà.../ Femmena, tu si 'a cchiù bella femmena,/ te voglio bene e t'odio, nun te pozzo scurdà.../ Te voglio ancora bene, ma tu nun saie pecchè.../ pecchè l'unico amore si stata tu pe me../. E tu pe nu capriccio, tutto 'e distrutto, ojnè,/ Ma Dio nun t'o perdone chello ch'e fatto a mme!/ ".
Un uomo sottoposto agli arresti domiciliari aveva abbandonato il proprio domicilio domestico per chiedere alle forze dell'ordine di poter tornare in carcere e "fuggire", in tal modo, dalla donna con la quale conviveva, ma le sue ragioni di 'stato di necessità', non sono state riconosciute ed è stato, nuovamente arrestato, processato e condannato in 1°, 2° e 3° appello.L'uomo in continua competizione per l'onore e la dignità per natura sua è chiacchierone, ma il mafioso lo supera. Uno zoon politikon 'animale politico' per dirla con Aristotele…Api e formiche, società perfetta: il bene comune non differisce da quello privato; egli, sente un bisogno incontrollabile di vivere a stretto contatto col suo simile, non può in nessun modo sorreggere l'opprimente idea di restare in balìa di se stesso; amministra la sua comunità, gli dà un ordine, una forma, discute, argomenta e decide. Ruolo, che il suo status, gli per permette di esercitare, anche dal chiuso di una cella; dalle tetre muraglie di una galera fatiscente " ...Ciccio, tu la devi smettere...tu pensa che io ho la possibilità di fare venire la fine del mondo. Io - aggiunge Pesce - in ogni paese ho fatto un favore, in ogni paese...uno in ogni paese ce l'ho...sai che faccio venire la fine del mondo...non c'è niente per nessuno" (Antonino Pesce dal carcere a suo figlio Francesco, in merito ai rapporti interni con la cosca). I Pesce, fonte wikipedia, sono una delle più potenti cosche della ' ndrangheta, con un esercito di affiliati inquadrati in 30 «locali» e in una miriade di ' ndrine, con interessi che si estendono da Reggio Calabria a Milano.
La potente 'ndrina ha la propria base operativa nella Piana di Rosarno, in provincia di Reggio Calabria. Il clan gestisce tutti i traffici dell'area di Gioia Tauro. Dal porto alla droga, dalle estorsioni al controllo dei mercati agricoli." Insieme alla cosca dei Bellocco costituiscono il "locale" di 'ndrangheta cittadino. Hanno sancito un'alleanza per il controllo del territorio della piana di Gioia Tauro insieme ai Piromalli, i Mancuso e ai Molè. Al nord sono attivi a Milano, specialmente nel quartiere di Quarto Oggiaro. All'estero, insieme ai Bellocco hanno collegamenti con la criminalità, austriaca, greca, libanese, tedesca e francese. Hanno partecipato, dettando legge, alla guerra di mafia avvenuta nella provincia di Catanzaro, Crotone e nella Sibaritide Cosentina[5]. Sono i fondatori dei Basilischi, la quinta mafia nata a Potenza.Nel 2011 grazie alla collaborazione di Giuseppina Pesce, nipote del boss Antonino si è riusciti a portare a termine l'operazione All Clean con arresti nella cosca e sequestro di beni per un valore di oltre 270 milioni di euro.Secondo l'operazione Crimine, Rosarno risulta essere il comune con la più alta densità criminale d'Italia, una sorta di Mecca 'ndranghetista.
«A Rosarno ci sono 15 mila abitanti e da alcune intercettazioni ambientali abbiamo scoperto che ci sono almeno 250 affiliati e se ne affacciano non meno di 7 ogni settimana. Se a questi aggiungiamo parenti, amici o conoscenti, significa che la 'ndrangheta controlla la vita dei cittadini con un 'metodo quasi democratico', senza usare la violenza, perché ha la maggioranza. Mentre Cosa nostra è solo siciliana, la 'ndrangheta è mondiale e in un paesino come Rosarno vanno a presentarsi gli affiliati per chiedere consigli e il rispetto delle regole. Parlo di 'ndranghetisti che arrivano dal resto dell'Italia ma anche dalla Germania e dalla Svizzera che vogliono dirimere delle divergenze o controversie.» (Giuseppe Pignatone, procuratore capo di Roma già procuratore di Reggio Calabria). Esponenti di spicco:Giuseppe Pesce (1923), (zio di Antonino detto "Testuni"), ex capobastone storico, detto "unghia", (deceduto). Antonino Pesce (1953), mammasantissima della Piana di Gioia Tauro, detto "Testuni", attuale capobastone della 'ndrina rosarnese, detenuto nel carcere di Secondigliano. Francesco Pesce (1978), (figlio di Antonino) detto "Ciccio Testuni", (arrestato il 9 agosto 2011). Rocco Pesce (1955), (fratello di Antonino), detto "u pirata", detenuto nel carcere di Opera. Giuseppe Pesce (1954-2010), (fratello di Antonino), detto "Pecora". Vincenzo Pesce (1959), (fratello di Antonino), detto "u pacciu", detenuto.Salvatore Pesce (1961), (fratello di Antonino), detto "u babbu", detenuto.
Marcello Pesce (1964), (cugino di Antonino), detto "ballerinu", latitante. Giuseppe Pesce (1980) (fratello di Francesco e figlio di Antonino) detto testuni, presunto capobastone, costituitosi il 15 maggio 2013 dopo 3 anni di latitanza. Scioglimento del consiglio comunale di Rosarno. Nel 1992 viene sciolto per la prima volta il civico consesso rosarnese per infiltrazioni mafiose, dalle indagini compiute dalla commissione d'accesso agli atti (inviata dal Prefetto di Reggio Calabria) presso il comune di Rosarno emergono diversi elementi di criticità, in particolare si acclara che la 'ndrina dei Pesce ha inquinato la Pubblica Amministrazione, grazie ai collegamenti(parentali, amicali) con amministratori locali e dipendenti comunali, al fine di gestire appalti pubblici, finanziamenti pubblici, autorizzazioni, concessioni e quindi predominio sul territorio.Delitto Valarioti. La 'ndrina dei Pesce è stata accusata di aver ucciso nel 1980 il dirigente comunista Giuseppe Valarioti perché questi si opponeva allo strapotere della 'ndrangheta e ai suoi collegamenti politico-istituzionali-imprenditoriali, per tali accuse ci fu un primo processo indiziario a carico di Giuseppe Pesce(1923) che si concluse con un'assoluzione sia in primo che in secondo grado, successivamente il pentito Pino Scriva con le sue dichiarazioni fece luce sul delitto chiamando in causa la 'ndrina dei Pesce e quella dei Piromalli ma le sue parole non vennero credute e il tutto si concluse con un'Archiviazione.
Fatti recenti. Il 19 gennaio 2006 vengono arrestate 54 persone affiliate ai Pesce e ai Bellocco dalla squadra mobile di Milano e dal Servizio centrale operativo (Sco) della Direzione centrale anticrimine per narcotraffico in tutta Italia, specialmente a Milano, Treviso, Sondrio, Como, Brescia, Bergamo, Reggio Calabria e Napoli per traffico di droga. L'indagine era cominciata nel 2002, la cocaina veniva importata da Colombia, Brasile, Spagna e Olanda, l'eroina dai Balcani e l'LSD dall'Olanda. Il 30 novembre 2006 viene arrestato in bunker dai carabinieri Salvatore Pesce, capobastone. Il 2 febbraio 2008 viene trovato un bunker nell'abitazione di un affiliato dei Pesce, durante un'operazione della squadra mobile di Reggio Calabria e del commissariato di Gioia Tauro. Il 22 dicembre 2009 i carabinieri di Reggio Calabria arrestano 26 persone per un traffico di merci contraffatte ad opera delle famiglie Pesce e Molè che agevolavano ditte cinesi tramite il pagamento di una tangente per fare arrivare la merce al porto di Gioia Tauro. Il 28 aprile 2010, durante l'operazione All inside vengono eseguite dai carabinieri 40 fermi nei confronti di esponenti dei Pesce per associazione a delinquere mafiosa, estorsione e narcotraffico. Sono stati sequestrati beni del valore di 10 milioni di euro.
Il 23 novembre 2010 si conclude l'operazione All Inside II che porta all'arresto di 24 persone, anche grazie alla pentita Giuseppina Pesce figlia del Boss Salvatore Pesce, grazie a lei si è venuti a conoscenza dell'assetto criminale della città di Rosarno. Il 21 aprile 2011 nell'operazione All Clean i finanzieri del Nucleo di Polizia Tributaria, del GICO e del SCICO, in collaborazione con i Carabinieri reggini e su provvedimenti emessi dal Tribunale di Reggio Calabria, sequestrano beni per oltre 190 milioni di euro (comprese due squadre di calcio del campionato dilettanti serie D calabrese), azione che secondo la nota emessa dalla GdF "ha completamente annientato la potenza economica della pericolosa consorteria 'ndranghetistica dei Pesce di Rosarno (RC)". Il 5 maggio 2011 vengono sequestrati beni immobili tra Milano, Como e Vibo Valentia del valore di 12 milioni di euro alla cosca Pesce come prosecuzione dell'operazione All Clean. Il 14 luglio 2011 vengono arrestate oltre 40 persone nell'ambito dell'operazione internazionale dei carabinieri Crimine 3. Le persone sono accusate di traffico di droga internazionale e associazione mafiosa e sono state arrestate per lo più in Italia, alcune in Spagna, Olanda e negli Stati Uniti. Il traffico veniva gestito insieme al Cartello del Golfo e ai cartelli colombiani, per la 'Ndrangheta c'erano presunti affiliati agli Ierinò, Commisso, Coluccio, Aquino e Pesce.
Il 9 Agosto 2011 viene arrestato Francesco Pesce. Il 9 febbraio 2012 la dda di Reggio Calabria porta a termine l'operazione califfo contro presunti capi e gregari del clan Pesce di Rosarno con l'accusa di Associazione di tipo mafioso inoltre si fa luce anche sul suicidio della collaboratrice di giustizia Maria concetta Cacciola. Il primo marzo 2012 Rocco Pesce, già in carcere per ergastolo al carcere di Opera viene condannato a 5 anni di carcere per le minacce tramite una lettera al sindaco di Rosarno Elisabetta Tripodi. Il 17 aprile 2012 vengono arrestati Salvatore Francesco Prenestì e il nipote Giuseppe, accusati di favoreggiamento. Assieme a loro altre cinque persone, considerate affiliati e prestanome del clan. Incastrati dalle registrazioni delle telecamere di sorveglianza dello stesso Francesco Pesce. Il 23 luglio 2012 Rosa Stagnitti, concorrente della Grande Fratello (quinta edizione), è indagata per favoreggiamento aggravato 'dalle modalità mafiose' nei confronti di presunti affiliati alla cosca Pesce. Il 24 novembre 2012 si viene a conoscenza di un principio di faida tra i Bellocco e i Pesce per il predominio sul locale di Rosarno. Il 2 febbraio 2013 viene arrestato a Catanzaro Domenico Leotta, braccio destro del capo cosca Francesco Pesce, latitante da tre anni.
È imputato nel processo All inside ed anche accusato da Giuseppina Pesce di aver partecipato all'omicidio di tre donne avvenuto a Genova il 18 marzo del 1994. Il 15 Maggio 2013 Giuseppe Pesce si costituisce ai Carabinieri di Rosarno. Tantissime le operazioni contro il clan dei Pesce, coordinate dalla DDA… Nasca e Timpano (5 marzo 2004), Arca (14 luglio 2007), All Inside I (28 aprile 2010), All Inside 2 (23 novembre 2010), All Inside 3 (16 aprile 2011, R,edux-Caposaldo (14 marzo 2011), All Clean 1 ( 21 aprile 2011), All Clean 2 (13 ottobre 2011), Cosa Mia I (8 giugno 2010, Cosa Mia 2 (22 dicembre 2010),Cosa Mia 3 ( 18 luglio 2012), Crimine I (14 luglio 2010),Crimine 2 ( 22 febbraio 2011), Crimine 3 ( 14 luglio 2011), Imelda (10 marzo 2011), Rosarno è nostro (22 luglio 2009), Pettirosso (27 luglio 2010), Arca (9 luglio 2007), Onda blu (19 gennaio 2006),Califfo 1" (9 febbraio 2012), Califfo 2 (18 aprile 2012), Cent'anni di storia (23 luglio 2008), Tirreno (2 giugno 1993), Porto 1995, Tallone d'Achille ( 26 gennaio 2002) , Piano Verde, Doppia Sponda, ( 25 gennaio 2011), Conchiglia 2001), Cartagine, (18 giugno 1994), Nduja), (2001) , "Maestro (22 dicembre 2009, Rosarno è nostra 1 (22 luglio 2009), Rosarno è nostra 2 (12 gennaio 2010). Nessuno, fra i magistrati e le forze di polizia grida "vittoria". La battaglia è lunga e piena di insidie. Il braccio di ferro secolare fra "Guardie & Ladri" è ben lunga e piena di insidie. Domenico Salvatore
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ROSARNO (RC), LA RESA DEL CAPOBASTONE GIUSEPPE PESCE DEL CLAN DEI "TESTUNI", COGNATO DEI BELLOCCO, DIRETTAMENTE NELLE MANI DEI CARABINIERI DELLA LOCALE TENENZA. SOTTO LE MENTITE SPOGLIE DEL MAFIOSO, C'Ể L'UOMO SOCIALE CHE ARISTOTELE CHIAMA ZOON POLITIKON. IL VERO NEMICO Ể LA SOLITUDINE
Domenico Salvatore
Si e' costituito ai carabinieri a Rosarno, coordinati dal capitano Francesco Cinnirella, comandante della Compagnia di Gioia Tauro, tutti agli odi del colonnello Lorenzo Falfèri, comandante provinciale, il latitante Giuseppe Pesce, reggente della cosca Pesce della 'ndrangheta. E' accusato di associazione mafiosa. Giuseppe Pesce era latitante da tre anni, perche' ricercato nell'ambito dell'operazione "All Inside" fatta dai carabinieri contro la cosca Pesce. Il processo è scaturito da quell'indagine, nata dopo le rivelazioni di Giuseppina Pesce, che con le sue dichiarazioni ha consentito di decimare una delle più importanti, ricche e numerose cosche calabresi, operanti nella Piana di Gioia Tauro. Nel processo, conclusosi il 3 maggio scorso, Giuseppe Pesce e' stato condannato a 16 anni di reclusione per associazione mafiosa. Il latitante si e' presentato stasera ai carabinieri della caserma di Rosarno ed e' stato subito trasferito nel carcere di Palmi. Lo Stato, ha deciso, anche su input dell'Europa, di riconquistare i territori sottratti con la violenza fisica e morale dai boss della 'ndrangheta. Ma al tempo stesso, pure per garantire la libertà e la democrazia che; come hanno più volte affermato in conferenza stampa, i procuratori di Reggio Calabria (Giuseppe Pignatone), di Catanzaro (Antonio Vincenzo Lombardo) ed il procuratore nazionale (Piero Grasso). Tra i primi ad intuire il pericolo furono i fratelli Carlo e Vincenzo Macrì.
Il primo, oggi, Procuratore Capo del Tribunale dei minori di Reggio Calabria, diresse negli Anni Settanta il pool antimafia di Locri, primo in Italia; il secondo, procuratore generale ad Ancona; in passato ha ricoperto la carica di procuratore aggiunto della Direzione Nazionale Antimafia. Vincenzo Macrì disse, e scrisse anche al CSM, che la 'ndrangheta avrebbe invaso e conquistato la Pianura Padana. Ma non venne creduto, come Cassandra, la mitica figlia di Priamo ed Ecuba, sacerdotessa di Apollo.La criminalità organizzata è, insieme alla crisi economica, uno dei temi che preoccupano di più i giovani europei, che manifestano una forte sfiducia nei confronti della capacità della politica di contrastarla E' quanto emerge dal sondaggio, fonte Adnkronos, nell'ambito del progetto 'Waves of legality, waves of citizenship', promosso dalla Fondazione Giovanni e Francesca Falcone effettuato tra ragazzi di età compresa tra i 17 e i 25 anni. I gruppi criminali, si caratterizzano in primo luogo per l'esercizio del controllo del territorio e la ricerca del potere. I giovani, in particolare gli italiani, oltre ad essere consapevoli della gravità del fenomeno, hanno anche le idee chiare sulle priorità da intraprendere per contrastarla. Pensano, infatti, che deve essere colpita nei suoi interessi economici e nelle relazioni collusive con l'area grigia.
Le pressioni, esercitate sul territorio dalle forze di polizia (Carabinieri, Polizia di Stato, Guardia di Finanza, Polizia Penitenziaria, CFS, Polizia Provinciale, Polizia Urbana ecc.), coordinate dalla magistratura, mostrano di essere efficienti, funzionali ed efficaci. La tattica del 'mordi e fuggi', finisce con lo spezzare le maglie della rete di protezione. I contatti con i sodali, non possono essere più fluidi, razionali, lucidi e pratici. Ma al di là di questo, c'è l'isolamento e l'anonimato, che il mafioso non può sopportare in eterno. Inoltre la mancanza del consenso e della popolarità, creano un tourbillon di vuoto, amarezza, delusione, sofferenza, tristezza e rimpianto. Una miscela esplosiva che travolge anche i più incalliti avanzi delle patrie galere. 'Morbi', paragonabili solo al logorio quotidiano e notturno di una 'malafemmena', moglie o compagna bisbetica, perniciosa, lunatica, intrattabile, litigiosa e levantina …"Si avisse fatto a n'ato, chello ch'e fatto amme /st'ommo t'avesse acciso, tu vuò sapé pecché?/ Pecché 'ncopp'a sta terra,/ femmene comme a te non ce hanna sta/ pé n'ommo onesto comme a me!.../ Femmena, tu si na malafemmena!/ Chist'uocchie 'e fatto chiagnere.../ Lacreme e 'nfamità./ Femmena, si tu peggio 'e na vipera,/ m'e 'ntussecata l'anema,/ nun pozzo cchiù campà./ Femmena, ssi ddoce comme 'o zucchero,/ però sta faccia d'angelo/ te serve pe 'ngannà.../ Femmena, tu si 'a cchiù bella femmena,/ te voglio bene e t'odio, nun te pozzo scurdà.../ Te voglio ancora bene, ma tu nun saie pecchè.../ pecchè l'unico amore si stata tu pe me../. E tu pe nu capriccio, tutto 'e distrutto, ojnè,/ Ma Dio nun t'o perdone chello ch'e fatto a mme!/ ".
Un uomo sottoposto agli arresti domiciliari aveva abbandonato il proprio domicilio domestico per chiedere alle forze dell'ordine di poter tornare in carcere e "fuggire", in tal modo, dalla donna con la quale conviveva, ma le sue ragioni di 'stato di necessità', non sono state riconosciute ed è stato, nuovamente arrestato, processato e condannato in 1°, 2° e 3° appello.L'uomo in continua competizione per l'onore e la dignità per natura sua è chiacchierone, ma il mafioso lo supera. Uno zoon politikon 'animale politico' per dirla con Aristotele…Api e formiche, società perfetta: il bene comune non differisce da quello privato; egli, sente un bisogno incontrollabile di vivere a stretto contatto col suo simile, non può in nessun modo sorreggere l'opprimente idea di restare in balìa di se stesso; amministra la sua comunità, gli dà un ordine, una forma, discute, argomenta e decide. Ruolo, che il suo status, gli per permette di esercitare, anche dal chiuso di una cella; dalle tetre muraglie di una galera fatiscente " ...Ciccio, tu la devi smettere...tu pensa che io ho la possibilità di fare venire la fine del mondo. Io - aggiunge Pesce - in ogni paese ho fatto un favore, in ogni paese...uno in ogni paese ce l'ho...sai che faccio venire la fine del mondo...non c'è niente per nessuno" (Antonino Pesce dal carcere a suo figlio Francesco, in merito ai rapporti interni con la cosca). I Pesce, fonte wikipedia, sono una delle più potenti cosche della ' ndrangheta, con un esercito di affiliati inquadrati in 30 «locali» e in una miriade di ' ndrine, con interessi che si estendono da Reggio Calabria a Milano.
La potente 'ndrina ha la propria base operativa nella Piana di Rosarno, in provincia di Reggio Calabria. Il clan gestisce tutti i traffici dell'area di Gioia Tauro. Dal porto alla droga, dalle estorsioni al controllo dei mercati agricoli." Insieme alla cosca dei Bellocco costituiscono il "locale" di 'ndrangheta cittadino. Hanno sancito un'alleanza per il controllo del territorio della piana di Gioia Tauro insieme ai Piromalli, i Mancuso e ai Molè. Al nord sono attivi a Milano, specialmente nel quartiere di Quarto Oggiaro. All'estero, insieme ai Bellocco hanno collegamenti con la criminalità, austriaca, greca, libanese, tedesca e francese. Hanno partecipato, dettando legge, alla guerra di mafia avvenuta nella provincia di Catanzaro, Crotone e nella Sibaritide Cosentina[5]. Sono i fondatori dei Basilischi, la quinta mafia nata a Potenza.Nel 2011 grazie alla collaborazione di Giuseppina Pesce, nipote del boss Antonino si è riusciti a portare a termine l'operazione All Clean con arresti nella cosca e sequestro di beni per un valore di oltre 270 milioni di euro.Secondo l'operazione Crimine, Rosarno risulta essere il comune con la più alta densità criminale d'Italia, una sorta di Mecca 'ndranghetista.
«A Rosarno ci sono 15 mila abitanti e da alcune intercettazioni ambientali abbiamo scoperto che ci sono almeno 250 affiliati e se ne affacciano non meno di 7 ogni settimana. Se a questi aggiungiamo parenti, amici o conoscenti, significa che la 'ndrangheta controlla la vita dei cittadini con un 'metodo quasi democratico', senza usare la violenza, perché ha la maggioranza. Mentre Cosa nostra è solo siciliana, la 'ndrangheta è mondiale e in un paesino come Rosarno vanno a presentarsi gli affiliati per chiedere consigli e il rispetto delle regole. Parlo di 'ndranghetisti che arrivano dal resto dell'Italia ma anche dalla Germania e dalla Svizzera che vogliono dirimere delle divergenze o controversie.» (Giuseppe Pignatone, procuratore capo di Roma già procuratore di Reggio Calabria). Esponenti di spicco:Giuseppe Pesce (1923), (zio di Antonino detto "Testuni"), ex capobastone storico, detto "unghia", (deceduto). Antonino Pesce (1953), mammasantissima della Piana di Gioia Tauro, detto "Testuni", attuale capobastone della 'ndrina rosarnese, detenuto nel carcere di Secondigliano. Francesco Pesce (1978), (figlio di Antonino) detto "Ciccio Testuni", (arrestato il 9 agosto 2011). Rocco Pesce (1955), (fratello di Antonino), detto "u pirata", detenuto nel carcere di Opera. Giuseppe Pesce (1954-2010), (fratello di Antonino), detto "Pecora". Vincenzo Pesce (1959), (fratello di Antonino), detto "u pacciu", detenuto.Salvatore Pesce (1961), (fratello di Antonino), detto "u babbu", detenuto.
Marcello Pesce (1964), (cugino di Antonino), detto "ballerinu", latitante. Giuseppe Pesce (1980) (fratello di Francesco e figlio di Antonino) detto testuni, presunto capobastone, costituitosi il 15 maggio 2013 dopo 3 anni di latitanza. Scioglimento del consiglio comunale di Rosarno. Nel 1992 viene sciolto per la prima volta il civico consesso rosarnese per infiltrazioni mafiose, dalle indagini compiute dalla commissione d'accesso agli atti (inviata dal Prefetto di Reggio Calabria) presso il comune di Rosarno emergono diversi elementi di criticità, in particolare si acclara che la 'ndrina dei Pesce ha inquinato la Pubblica Amministrazione, grazie ai collegamenti(parentali, amicali) con amministratori locali e dipendenti comunali, al fine di gestire appalti pubblici, finanziamenti pubblici, autorizzazioni, concessioni e quindi predominio sul territorio.Delitto Valarioti. La 'ndrina dei Pesce è stata accusata di aver ucciso nel 1980 il dirigente comunista Giuseppe Valarioti perché questi si opponeva allo strapotere della 'ndrangheta e ai suoi collegamenti politico-istituzionali-imprenditoriali, per tali accuse ci fu un primo processo indiziario a carico di Giuseppe Pesce(1923) che si concluse con un'assoluzione sia in primo che in secondo grado, successivamente il pentito Pino Scriva con le sue dichiarazioni fece luce sul delitto chiamando in causa la 'ndrina dei Pesce e quella dei Piromalli ma le sue parole non vennero credute e il tutto si concluse con un'Archiviazione.
Fatti recenti. Il 19 gennaio 2006 vengono arrestate 54 persone affiliate ai Pesce e ai Bellocco dalla squadra mobile di Milano e dal Servizio centrale operativo (Sco) della Direzione centrale anticrimine per narcotraffico in tutta Italia, specialmente a Milano, Treviso, Sondrio, Como, Brescia, Bergamo, Reggio Calabria e Napoli per traffico di droga. L'indagine era cominciata nel 2002, la cocaina veniva importata da Colombia, Brasile, Spagna e Olanda, l'eroina dai Balcani e l'LSD dall'Olanda. Il 30 novembre 2006 viene arrestato in bunker dai carabinieri Salvatore Pesce, capobastone. Il 2 febbraio 2008 viene trovato un bunker nell'abitazione di un affiliato dei Pesce, durante un'operazione della squadra mobile di Reggio Calabria e del commissariato di Gioia Tauro. Il 22 dicembre 2009 i carabinieri di Reggio Calabria arrestano 26 persone per un traffico di merci contraffatte ad opera delle famiglie Pesce e Molè che agevolavano ditte cinesi tramite il pagamento di una tangente per fare arrivare la merce al porto di Gioia Tauro. Il 28 aprile 2010, durante l'operazione All inside vengono eseguite dai carabinieri 40 fermi nei confronti di esponenti dei Pesce per associazione a delinquere mafiosa, estorsione e narcotraffico. Sono stati sequestrati beni del valore di 10 milioni di euro.
Il 23 novembre 2010 si conclude l'operazione All Inside II che porta all'arresto di 24 persone, anche grazie alla pentita Giuseppina Pesce figlia del Boss Salvatore Pesce, grazie a lei si è venuti a conoscenza dell'assetto criminale della città di Rosarno. Il 21 aprile 2011 nell'operazione All Clean i finanzieri del Nucleo di Polizia Tributaria, del GICO e del SCICO, in collaborazione con i Carabinieri reggini e su provvedimenti emessi dal Tribunale di Reggio Calabria, sequestrano beni per oltre 190 milioni di euro (comprese due squadre di calcio del campionato dilettanti serie D calabrese), azione che secondo la nota emessa dalla GdF "ha completamente annientato la potenza economica della pericolosa consorteria 'ndranghetistica dei Pesce di Rosarno (RC)". Il 5 maggio 2011 vengono sequestrati beni immobili tra Milano, Como e Vibo Valentia del valore di 12 milioni di euro alla cosca Pesce come prosecuzione dell'operazione All Clean. Il 14 luglio 2011 vengono arrestate oltre 40 persone nell'ambito dell'operazione internazionale dei carabinieri Crimine 3. Le persone sono accusate di traffico di droga internazionale e associazione mafiosa e sono state arrestate per lo più in Italia, alcune in Spagna, Olanda e negli Stati Uniti. Il traffico veniva gestito insieme al Cartello del Golfo e ai cartelli colombiani, per la 'Ndrangheta c'erano presunti affiliati agli Ierinò, Commisso, Coluccio, Aquino e Pesce.
Il 9 Agosto 2011 viene arrestato Francesco Pesce. Il 9 febbraio 2012 la dda di Reggio Calabria porta a termine l'operazione califfo contro presunti capi e gregari del clan Pesce di Rosarno con l'accusa di Associazione di tipo mafioso inoltre si fa luce anche sul suicidio della collaboratrice di giustizia Maria concetta Cacciola. Il primo marzo 2012 Rocco Pesce, già in carcere per ergastolo al carcere di Opera viene condannato a 5 anni di carcere per le minacce tramite una lettera al sindaco di Rosarno Elisabetta Tripodi. Il 17 aprile 2012 vengono arrestati Salvatore Francesco Prenestì e il nipote Giuseppe, accusati di favoreggiamento. Assieme a loro altre cinque persone, considerate affiliati e prestanome del clan. Incastrati dalle registrazioni delle telecamere di sorveglianza dello stesso Francesco Pesce. Il 23 luglio 2012 Rosa Stagnitti, concorrente della Grande Fratello (quinta edizione), è indagata per favoreggiamento aggravato 'dalle modalità mafiose' nei confronti di presunti affiliati alla cosca Pesce. Il 24 novembre 2012 si viene a conoscenza di un principio di faida tra i Bellocco e i Pesce per il predominio sul locale di Rosarno. Il 2 febbraio 2013 viene arrestato a Catanzaro Domenico Leotta, braccio destro del capo cosca Francesco Pesce, latitante da tre anni.
È imputato nel processo All inside ed anche accusato da Giuseppina Pesce di aver partecipato all'omicidio di tre donne avvenuto a Genova il 18 marzo del 1994. Il 15 Maggio 2013 Giuseppe Pesce si costituisce ai Carabinieri di Rosarno. Tantissime le operazioni contro il clan dei Pesce, coordinate dalla DDA… Nasca e Timpano (5 marzo 2004), Arca (14 luglio 2007), All Inside I (28 aprile 2010), All Inside 2 (23 novembre 2010), All Inside 3 (16 aprile 2011, R,edux-Caposaldo (14 marzo 2011), All Clean 1 ( 21 aprile 2011), All Clean 2 (13 ottobre 2011), Cosa Mia I (8 giugno 2010, Cosa Mia 2 (22 dicembre 2010),Cosa Mia 3 ( 18 luglio 2012), Crimine I (14 luglio 2010),Crimine 2 ( 22 febbraio 2011), Crimine 3 ( 14 luglio 2011), Imelda (10 marzo 2011), Rosarno è nostro (22 luglio 2009), Pettirosso (27 luglio 2010), Arca (9 luglio 2007), Onda blu (19 gennaio 2006),Califfo 1" (9 febbraio 2012), Califfo 2 (18 aprile 2012), Cent'anni di storia (23 luglio 2008), Tirreno (2 giugno 1993), Porto 1995, Tallone d'Achille ( 26 gennaio 2002) , Piano Verde, Doppia Sponda, ( 25 gennaio 2011), Conchiglia 2001), Cartagine, (18 giugno 1994), Nduja), (2001) , "Maestro (22 dicembre 2009, Rosarno è nostra 1 (22 luglio 2009), Rosarno è nostra 2 (12 gennaio 2010). Nessuno, fra i magistrati e le forze di polizia grida "vittoria". La battaglia è lunga e piena di insidie. Il braccio di ferro secolare fra "Guardie & Ladri" è ben lunga e piena di insidie. Domenico Salvatore
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