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Roccella Jonica risolto il giallo dei due casi di lupara bianca, i due corpi sono di Francesco Coluccio e Maurizio Femia

I cadaveri carbonizzati di due uomini sono stati trovati all' interno di un'automobile Alfa Romeo 147 bruciata in contrada Salice, nella periferia di Roccella Ionica, nel reggino. Erano “stipati” nel cofano della berlina. La vettura, era parcheggiata su una strada sterrata. Al momento sulla zona imperversava un forte temporale, che rendeva ancora difficile le operazioni delle forze dell'ordine. Per la polizia, che conduce le indagini, i due uomini potrebbero essere stati uccisi e poi bruciati. Le indagini. c.d. sono condotte dal dirigente della Polizia di Stato di Siderno, Carmine Soriente, coordinato (oltre che dal Capo della Squadra Mobile di Reggio Calabria, Gennaro Semeraro e dal questore Guido Longo) dal p.m. di Locri, Rosanna Sgueglia, che si muove sotto le direttive del procuratore capo della Repubblica, Luigi D’Alessio
ROCCELLA JONICA, SCOPERTI A DOMOLÁ DI CAULONIA DUE CASI DI “LUPARA BIANCA”, IDENTIFICATI I CADAVERI? POTREBBERO ESSERE DI FRANCESCO COLUCCIO 41 ANNI, INTESO ‘U NZURRU E MAURIZIO FEMIA 40 ANNI, INTESO “TITTA”, ASSENTI DA CASA DA GIOVEDÍ MATTINA 21 FEBBRAIO 2013
Almeno un paio le segnalazioni giunte al 113, che hanno attivato le “pantere” della Polizia di Stato. L’automobile un’ Alfa Romeo 147, in uso a un pregiudicato di Roccella Jonica, Francesco Coluccio, 41 anni, inteso “U ‘Nzurru”, residente nella parta alta della cittadina costiera. Al malavitoso vengono contestati numerosi precedenti penali; a parte i tanti anni trascorsi in  carcere. Personaggio noto alle forze  di polizia per: tentato omicidio  nei confronti di un carabiniere, minacce, furto, rapina, porto e detenzione illegale di arma da fuoco.
Domenico Salvatore
ROCCELLA JONICA (RC) Francesco Coluccio 41 anni e Maurizio Femia 40 ( se trattasi di loro), sarebbero stati attirati in trappola con un tranello ingegnoso, uccisi, legati insieme e bruciati. Così sono stati trovati dentro una macchina Alfa Romeo 147. Le indagini. c.d. sono condotte dal dirigente della Polizia di Stato di Siderno, Carmine Soriente, coordinato (oltre che dal Capo della Squadra Mobile di Reggio Calabria, Gennaro Semeraro e dal questore Guido Longo)dal p.m. di Locri, Rosanna Sgueglia, che si muove sotto le direttive del procuratore capo della Repubblica, Luigi D’Alessio. L’ispezione cadaverico esterna è stata effettuata dal medico legale dottor Aldo Barbaro. La ditta del caro estinto ha prelevato i cadaveri e li ha trasportati all’obitorio, dove verranno effettuate le autopsie, a cura del perito settore, nominato dal Tribunale. Ricostruita sommariamente anche la dinamica del delitto. I due personaggi del sottobosco malavitoso, impelagati in operazioni di polizia (Maurizio Femia farebbe parte integrante dell’ordinanza della DDA di Torino, diretta dal procuratore capo Giancarlo Caselli, “Minotauro”, scatenata contro le cosche della ‘ndrangheta piemontesi). Il duplice afferato delitto, sarebbe stato consumato in una  contrada di collina isolata e frequentata solo dai proprietari dei terreni agricoli a Roccella Jonica, nella parte alta della cittadina costiera della Locride; a metà strada tra le contrade Salice e Domolà.

Una zona impervia irraggiungibile anche a piedi. Sulla zona oltre al buio, imperversava un temporale. Alle operazioni partecipano anche i Carabinieri della Compagnia di Roccella Jonica, diretta dal capitano Marco Comparato Comando, assieme al ten. Diego Ruocco ed al maresciallo capo Franco Nanni, con la supervisione del Comando Provinciale, diretto dal colonnello Lorenzo Falferi. Partendo dall'autovettura, un’Alfa Romeo 147, gli investigatori del primo dirigente Carmine Soriente, con l'ausilio della Squadra Mobile del capoluogo diretta dal primo dirigente Gennaro Semeraro, sono risaliti all'ultimo proprietario del mezzo, Francesco Coluccio, 41enne di Roccella Jonica, nullafacente già noto alle forze dell'ordine. Ed attraverso altri elementi utili alle indagini, sono giunti all’altro soggetto, che potrebbe essere Maurizio Femia. Solo supposizioni, ipotesi, idee, teoria. Di Certo ancora non c’è nulla. In attesa dell’esame del DNA, per cui sta procedendo separatamente la dottoressa Anna Barbaro. I due corpi senza vita,  probabilmente sono di sesso maschile; il che escluderebbe che di mezzo ci fosse una donna. I cadaveri, sono stati trovati completamente carbonizzati. Perciò non è, e non sarà facile risalire alla loro identità.

Per lo meno, fino al momento in cui andiamo in macchina, non è stato possibile accertarlo. La macchina investigativa è in piena azione. Si valutano tutti gli elementi utili e possibili. A partire dalla posizione giudiziaria del  Coluccio; pare che a suo carico vi siano diversi reati inerenti le minacce, furto, rapina, porto e detenzione illegale di arma da fuoco; a parte i diversi anni trascorsi in prigione; un pregiudicato particolarmente noto alle forze dell’ordine. Sparò contro un carabinieri, senza colpirlo. A memoria d’uomo, non si era mai visto un orrore simile a Roccella Jonica & dintorni. In tutto il comprensorio, ma anche nel resto della provincia, se non della Calabria intera, ha destato enorme scalpore. L’orribile duplice omicidio con incendio e devastazione dei cadaveri e dell’Alfa Romeo 147, è stato variamente commentato da Punta Melito a Castrovillari. Gl’inquirenti mantengono il massimo riserbo, circa il movente e gli esecutori materiali del lugubre gravissimo fatto di sangue, fiamme e fuoco. L’autopsia dovrà chiarire se i due soggetti, siano stati uccisi a colpi d’arma da fuoco o corpo contundente, prima di essere messi sul rogo. Le indagini dovranno chiarire, altresì, se la duplice macabra esecuzione, sia collegabile con fatti di ‘ndrangheta, oppure sia un episodio completamente scollegato.

Cosa assai improbabile, vista l’efferatezza del delitto e le modalità d’esecuzione. Ma perché ucciderli a Roccella e portarli a Caulonia, in una zona impervia? Ề un segnale per chi? C’è di mezzo la droga? Due persone, una di Roccella, l’altra di Marina di Gioiosa, mancano da casa da giovedì 21 febbraio 2013. Una delle due è il proprietario dell’Alfa Romeo 147. I due si conoscevano, erano amici, se non affiliati a qualche cosca di ‘ndrangheta. In questa zona operano le cosche della Piovra facenti capo ai Mazzaferro, Macrì, Belfiore, Gallizzi, Sainato, Ursino, Aquino, Coluccio, Femia, Jerinò ecc. Elementi importanti per le indagini. Eppure, nessuno si sbilancia. Non è escluso, qualora dovessero emergere altri particolari ed elementi di un certo tipo, che le indagini passino nelle mani di un p.m. della DDA di Reggio Calabria, diretta dal procuratore capo della Repubblica, pro tempore, Ottavio Sferlazza. Intanto procedono a ritmo frenetico le indagini per identificare i due corpi, gli esecutori del raccapricciante omicidio e gli eventuali mandanti, promosse in sinergia di Polizia di Stato e Carabinieri; per redigere e preparare un primo rapporto per la Procura della Repubblica di Locri.
Domenico Salvatore











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