SBLOCCATI DA CANTONE TUTTI GLI APPALTI DEI PADIGLIONI SU CARDO
Milano, 12 agosto 2014- È Diana Bracco la lady di ferro di Expo 2015, una donna concreta e volitiva, la rappresentazione del saper fare al femminile italiano nel mondo. Un'imprenditrice alla guida del gruppo farmaceutico Bracco, in qualità di presidente e amministratore delegato (oltre un miliardo di euro il fatturato annuo e più di 3200 dipendenti). Nella veste di Commissario Generale di Sezione per il Padiglione Italia lavora alacremente a che i progetti dello spazio vengano realizzati nel rispetto del cronoprogramma. E in vista dell'appuntamento di domani con il presidente del Consiglio, Matteo Renzi, che ha in agenda una visita lampo ai cantieri di Rho-Pero, potrà mostrare come procedono i lavori. Sarà proprio lei ad accogliere a Palazzo Italia il premier, il ministro delle Politiche Agricole Maurizio Martina e il Commissario generale di Expo Giuseppe Sala. Con Bracco ci sarà anche Antonio Acerbo, il direttore costruzioni del Padiglione Italia. Del resto Bracco vanta un cursus honorum di tutto rispetto che le è valso l'incarico per l'esposizione universale (presidente di Expo 2015 spa e commissario generale di sezione). È, tra l'altro, vicepresidente di Confindustria con delega alla Ricerca e Innovazione. È stata la prima donna chiamata a dirigere prima Federchimica e poi Assolombarda. Proprio all'interno dell'associazione degli industriali milanesi ha speso tutto l'impegno per convincere gli imprenditori della bontà dell'Expo per Milano, credendo fortemente che per il Paese potesse essere un'opportunità, in termini di ritorno occupazionale e di indotto. Fu proprio con l'ex sindaco Letizia Moratti e Bracco presidente di Assolombarda che Milano conquistò l'Expo.
La determinazione è la cifra con la quale sta ricoprendo il suo ruolo all'interno di Expo. «Abbiamo poco tempo, ma ce la faremo» ha detto recentemente, ad esempio, in relazione alla costruzione dell'Albero della Vita, che sorgerà davanti al Padiglione Italia, alla fine del Cardo e nel mezzo della Lake Arena. Si tratta di una installazione interattiva di luci e suoni che dovrebbe diventare il simbolo dell'esposizione universale, ma rispetto alla quale c'è ancora qualche incertezza circa la fattibilità in funzione della tempistica. Secondo quanto apprende l'Adnkronos, il nodo non verrà sciolto se non alla fine del mese di agosto. Il presidente dell'Autorità nazionale anticorruzione, Raffaele Cantone, ha chiesto di verificare alcune specifiche legate all'opera, un progetto di Marco Balich. «I tempi ci sono. Con Cantone abbiamo un ottimo rapporto» e anche nell'evadere i dossier precedenti sui quali ha voluto fare chiarezza «è stato velocissimo» spiegano da Padiglione Italia. Bracco crede fortemente nel progetto del padiglione: «gli obiettivi che vogliamo raggiungere sono numerosi: vogliamo rafforzare la nostra vocazione turistica, avendo come obiettivo la valorizzazione dell'intero sistema Paese, vogliamo potenziare gli strumenti al servizio dell'internazionalizzazione dei prodotti agroalimentari valorizzando e tutelando i marchi e le qualità italiane, vogliamo collegare sempre meglio le start-up ai circuiti internazionali di scienza, ricerca e tecnologia, vogliamo integrare l'Italia-museo con l'Italia-laboratorio, vogliamo offrire al mondo una visione forte della qualità italiana per la salute e lo stile di vita e vogliamo, infine, riaffermare il contributo straordinario che l'Italia darà a questa Esposizione Universale restituendo fiducia e orgoglio ai cittadini a iniziare dai più giovani».
Chiarezza di obiettivi che facilita la traduzione in opera dei progetti, con un fine altrettanto cristallino, raggiungere «la fiducia in noi stessi». Come Bracco ha avuto modo di spiegare in un' intervista rilasciata qualche tempo fa «abbiamo riflettuto molte volte sull'importanza economica e occupazionale dell'Expo, che rappresenta una leva straordinaria per rilanciare turismo, export e immagine dell'Italia. Gli investimenti esteri che si aggirano sul miliardo e trecento milioni di euro sono una cifra straordinaria in un periodo di recessione. Ma c'è un' altra eredità, altrettanto decisiva, che ci potrebbe regalare questo evento straordinario: la fiducia in noi stessi, a iniziare dai più giovani. È questa, forse, l'eredità più importante». Del Padiglione Italia, intanto sono già state completate le fondamenta e si possono riconoscere l'auditorium e il primo piano degli edifici. Quel che è certo, è che «il cronoprogramma verrà rispettato»: entro la fine di settembre la struttura di Palazzo Italia sarà completata e si procederà con l'installazione delle grandi vele, le coperture e le facciate realizzate con uno speciale cemento bianco e morbido messo a punto da Italcementi.
Milano, 12 agosto 2014- È Diana Bracco la lady di ferro di Expo 2015, una donna concreta e volitiva, la rappresentazione del saper fare al femminile italiano nel mondo. Un'imprenditrice alla guida del gruppo farmaceutico Bracco, in qualità di presidente e amministratore delegato (oltre un miliardo di euro il fatturato annuo e più di 3200 dipendenti). Nella veste di Commissario Generale di Sezione per il Padiglione Italia lavora alacremente a che i progetti dello spazio vengano realizzati nel rispetto del cronoprogramma. E in vista dell'appuntamento di domani con il presidente del Consiglio, Matteo Renzi, che ha in agenda una visita lampo ai cantieri di Rho-Pero, potrà mostrare come procedono i lavori. Sarà proprio lei ad accogliere a Palazzo Italia il premier, il ministro delle Politiche Agricole Maurizio Martina e il Commissario generale di Expo Giuseppe Sala. Con Bracco ci sarà anche Antonio Acerbo, il direttore costruzioni del Padiglione Italia. Del resto Bracco vanta un cursus honorum di tutto rispetto che le è valso l'incarico per l'esposizione universale (presidente di Expo 2015 spa e commissario generale di sezione). È, tra l'altro, vicepresidente di Confindustria con delega alla Ricerca e Innovazione. È stata la prima donna chiamata a dirigere prima Federchimica e poi Assolombarda. Proprio all'interno dell'associazione degli industriali milanesi ha speso tutto l'impegno per convincere gli imprenditori della bontà dell'Expo per Milano, credendo fortemente che per il Paese potesse essere un'opportunità, in termini di ritorno occupazionale e di indotto. Fu proprio con l'ex sindaco Letizia Moratti e Bracco presidente di Assolombarda che Milano conquistò l'Expo.
La determinazione è la cifra con la quale sta ricoprendo il suo ruolo all'interno di Expo. «Abbiamo poco tempo, ma ce la faremo» ha detto recentemente, ad esempio, in relazione alla costruzione dell'Albero della Vita, che sorgerà davanti al Padiglione Italia, alla fine del Cardo e nel mezzo della Lake Arena. Si tratta di una installazione interattiva di luci e suoni che dovrebbe diventare il simbolo dell'esposizione universale, ma rispetto alla quale c'è ancora qualche incertezza circa la fattibilità in funzione della tempistica. Secondo quanto apprende l'Adnkronos, il nodo non verrà sciolto se non alla fine del mese di agosto. Il presidente dell'Autorità nazionale anticorruzione, Raffaele Cantone, ha chiesto di verificare alcune specifiche legate all'opera, un progetto di Marco Balich. «I tempi ci sono. Con Cantone abbiamo un ottimo rapporto» e anche nell'evadere i dossier precedenti sui quali ha voluto fare chiarezza «è stato velocissimo» spiegano da Padiglione Italia. Bracco crede fortemente nel progetto del padiglione: «gli obiettivi che vogliamo raggiungere sono numerosi: vogliamo rafforzare la nostra vocazione turistica, avendo come obiettivo la valorizzazione dell'intero sistema Paese, vogliamo potenziare gli strumenti al servizio dell'internazionalizzazione dei prodotti agroalimentari valorizzando e tutelando i marchi e le qualità italiane, vogliamo collegare sempre meglio le start-up ai circuiti internazionali di scienza, ricerca e tecnologia, vogliamo integrare l'Italia-museo con l'Italia-laboratorio, vogliamo offrire al mondo una visione forte della qualità italiana per la salute e lo stile di vita e vogliamo, infine, riaffermare il contributo straordinario che l'Italia darà a questa Esposizione Universale restituendo fiducia e orgoglio ai cittadini a iniziare dai più giovani».
Chiarezza di obiettivi che facilita la traduzione in opera dei progetti, con un fine altrettanto cristallino, raggiungere «la fiducia in noi stessi». Come Bracco ha avuto modo di spiegare in un' intervista rilasciata qualche tempo fa «abbiamo riflettuto molte volte sull'importanza economica e occupazionale dell'Expo, che rappresenta una leva straordinaria per rilanciare turismo, export e immagine dell'Italia. Gli investimenti esteri che si aggirano sul miliardo e trecento milioni di euro sono una cifra straordinaria in un periodo di recessione. Ma c'è un' altra eredità, altrettanto decisiva, che ci potrebbe regalare questo evento straordinario: la fiducia in noi stessi, a iniziare dai più giovani. È questa, forse, l'eredità più importante». Del Padiglione Italia, intanto sono già state completate le fondamenta e si possono riconoscere l'auditorium e il primo piano degli edifici. Quel che è certo, è che «il cronoprogramma verrà rispettato»: entro la fine di settembre la struttura di Palazzo Italia sarà completata e si procederà con l'installazione delle grandi vele, le coperture e le facciate realizzate con uno speciale cemento bianco e morbido messo a punto da Italcementi.
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