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ROMA. Gratteri incontra il Guardasigilli: "continuo a fare il magistrato e confermo la piena disponibilità a fornire ogni utile indicazione di lavoro al Ministero"

Nicola Gratteri
ROMA. Per alcuni giorni i rumors di stampa lo davano ministro della Giustizia in pectore. Oggi ha incontrato in via Arenula chi a guidare il ministero ci è andato davvero e non è stato per una stretta di mano. Nicola Gratteri, procuratore aggiunto di Reggio Calabria, e Andrea Orlando, neo Guardasigilli, hanno avuto un faccia a faccia di un'ora e mezza per discutere dei dossier più urgenti del settore giustizia. La mafia, certo, visto l'impegno di Gratteri come pm antimafia. Ma non solo: al centro, anche gli obiettivi dell'azione di governo, l'organizzazione della Giustizia, la razionalizzazione dell'utilizzo delle risorse, ha fatto sapere il ministero e ha confermato lo stesso Orlando, che punta a sviluppare una collaborazione col magistrato. Tempi? Qualche settimana, fanno sapere da via Arenula. In che termini è da vedere, così come è da valutare se incardinarla sotto il ministero o sotto Palazzo Chigi. Ma anche Gratteri deve fare le proprie valutazioni. E in serata fa sapere, con parole ponderate, due cose. La prima: «ho ribadito al ministro la mia convinzione più profonda di volere continuare nel mio impegno di procuratore aggiunto di Reggio Calabria»; la seconda: «come uomo dello Stato confermo piena disponibilità a fornire ogni utile indicazione di lavoro, a titolo gratuito, per contrastare efficacemente la criminalità mafiosa ed i suoi pericolosi condizionamenti». Gratteri, quindi, vuole restare prima di tutto un pm, ferma restando la possibilità di dare un contributo. Del resto proprio oggi il Procuratore nazionale antimafia, Franco Roberti, interpellato da Radio 24 sulle indiscrezioni che, nei giorni della formazione del governo, davano Gratteri ministro, ha sottolineato che «la cosa migliore che può fare un magistrato è continuare a fare il magistrato». Ora, tra l'altro, ulteriori voci che circolano con insistenza nel mondo dell'amministrazione penitenziaria, danno Gratteri come possibile nuovo capo del Dap al posto di Giovanni Tamburino. Interpellato su questo punto, Orlando ha tagliato corto: «Non intendo occuparmi di organigrammi prima di aver affrontato tutti i passaggi necessari coi soggetti interessati». Prima c'è molto da fare e proprio nell'ambito di una serie di incontri sul programma di lavoro, il ministro ha visto oggi un altro magistrato di spicco, Raffaele Cantone, già pm antimafia e oggi in Cassazione, anche lui entrato nel toto-ministri. Poche ore prima Orlando aveva visto anche i sindacati del settore giustizia, a cui ha chiesto massimo impegno sul tema carceri anche in vista della scadenza di fine maggio imposta dalla Corte di Strasburgo all'Italia sul sovraffollamento carcerario. Altro noto, il sotto organico: 9.000 unità nel settore giudiziario, 8.000 in polizia penitenziaria, 1.500 tra assistenti sociali ed educatori, stima la Fp-Cgil. Un ulteriore incontro con le sigle della polizia penitenziaria si terrà la prossima settimana.

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Luigi Palamara
Giornalista, Direttore Editoriale e Fondatore di MNews.IT
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