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Melito Porto Salvo, rientreranno in patria i resti mortali dell'indiano K.K. vittima di un incidente stradale sulla statale 183 Melito-Gambarie

Non corrono alcun pericolo per fortuna la moglie K.A. ed il figlioletto, che viaggiavano a bordo dello scooter, guidato dal capo famiglia, travolto da un’automobile in fase di sorpasso, direzione mare-monti. Avvisati, il Consolato e l’Ambasciata. Procedono, i Carabinieri della Compagnia di Melito (tenente Francesco Conigliaro, dirigente del NORM), diretta dal capitano Gennaro Cascone. I mezzi coinvolti nell’incidente sequestrati, sono a disposizione dell’Autorità Giudiziaria
MELITO PORTO SALVO(RC), I RESTI MORTALI DELL’INDIANO  K.K. DECEDUTO IN SEGUITO ALL’INCIDENTE STRADALE DI CONTRADA LACCO DI MERCOLEDÍ 6 NOVEMBRE 2013, VERRANNO SEPOLTI IN INDIA
Domenico Salvatore


MELITO PORTO SALVO (Reggio Calabria)- Va in onda il dramma di una famiglia spezzata. Stavolta la “sinistra” 106, meglio conosciuta come la “statale della morte” non c’entra. C’azzecca, un’altra statale tuttavia; la 183, in partenza da Melito Porto Salvo, che dopo aver doppiato Bagaladi, serpeggia verso Gambarie d’Aspromonte e Delianuova, dove converge nella statale 111. Sembrava, un banale incidente di poco conto. Invece, purtroppo, ha avuto un epilogo letale per un utente della strada di nazionalità indiana. Per cause in corso di accertamento, una Seat grigia che viaggiava in direzione mare-monti, all’altezza delle famigerate curve della borgata Lacco, già teatro di ben altri rocamboleschi incidenti e di sparatorie, entrava in rotta di collusione con uno scooter guidato da un indiano K.K.  classe 1973.

Sul posto i Carabinieri del Nucleo Radiomobile della Compagnia di Melito al comando del tenente Francesco Conigliaro ( e non Domenico, come abbiamo erroneamente scritto in precedenza e ce ne scusiamo con l’interessato e l’Arma Benemerita dei Carabinieri), coordinato dal comandante della Compagnia di Melito Porto Salvo, capitano Gennaro Cascone, per i rilievi e l’accertamento delle responsabilità, parte integrante del verbale redatto. Saranno le Fiamme d’Argento, a stabilire le cause, con apposito “papello”. In particolare, i militari dovranno rilevare le infrazioni al Codice della strada, che hanno determinato il sinistro. In mezzo, pare, anche un terzo mezzo in fase di parcheggio. Soccorso dal 118, l’indiano è stato ricoverato al Pronto Soccorso degli Ospedali Riuniti di Reggio Calabria in stato di trauma e con escoriazioni multiple e sospette lesioni al bacino. Nel pomeriggio le complicanze “interne”, che hanno determinato il decesso. Ferita anche la moglie K.S. anch’essa di origini indiane, rovinosamente  sbattuta sull’asfalto, assieme al figlioletto, rimasto incolume. Per lei solamente la prognosi di qualche giorno. I funzionari addetti, nel frattempo hanno già avvisato il Consolato e l’Ambasciata. Tutto questo, mentre si stanno perfezionando le “carte”, per il rientro in patria della salma.

Chi pagherà i funerali e la cassa? L’extra-comunitario era un emigrante con regolare permesso di soggiorno. In tempi di vacche magre, spighe vuote, austerity e depauperismo, non s’intravedono Comitati civici spontanei, in grado di organizzare od effettuare una colletta; come a Brancaleone invece è successo; per una cittadina russa assassinata sulla spiaggia. L’indiano, felice e contento, stava rientrando a casa con la sua famiglia, ma il destino crudele, lo ha falciato, in una “curva della morte”, alle porte di casa. La tragedia dell’emigrante. I sogni infranti di un onesto lavoratore, che ha affrontato e viaggiato per ventimila leghe sopra i mari, pur di sfuggire alla fame, alla miseria e cercare un riscatto sociale e morale, se non economico, nel (quasi) “Belpaese”. La comunità indiana, si è stretta intorno alla vedova ed all’orfanello. E la solidarietà degl’Italiani, della Chiesa, del volontariato e dell’associazionismo, c’è pure, o è un valore morale oramai desueto? Memento homo quia pulvis es et in polverem reverteris! Inutile chiedersi, in questa sede, perché il ferito non sia stato ricoverato nel vicino Pronto Soccorso di Melito.

A parte le chiacchiere di bizolo sul nosocomio della discordia, manca di fatto, il famigerato reparto di Rianimazione o traumatologia, che sebbene progettato e finanziato con diversi miliardi del vecchio conio ed appaltato, realizzato e collaudato, non entrò mai in funzione. Gli strumenti obsoleti negli scantinati e nella stanza degli orrori; il personale medico e paramedico assunto con regolare concorso e contrattualizzato, dirottato di qua e di là. La successiva proposta del governatore Giuseppe Scopelliti, in epoca recente, di istituirne uno nuovo, che non era una pproposta provocatoria, aleatoria, nient’affatto strumentale, non venne nemmeno presa in considerazione dalla classe politica e medica; completamente snobbata e boicottata nella riunione famosa nella Sala Azzurra dell’ex Carcere Mandamentale. Si difendeva, l’indifendibile “Punto nascite”. Come abbiamo più volte detto e scritto e qui ci ripetiamo. Un’altra vita umana, un’altra persona si sarebbe salvata, se avesse potuto usufruire di quella struttura, oramai sottodimensionata e squalificata. E perfino, la moglie di un vigile urbano montebellese, morta a qualche metro dai Riuniti di Reggio Calabria. Un altro ospedale, che sta scoppiando per il sovraccarico. Accorpamento? Per ora bastano le “chiacchiere” e ne avanza, con cui non si prendono nemmeno le “costardelle”. Un rimedio peggiore del male ‘necessario’, ma le illusioni perdute, vanno recuperate? . Sebbene questo, sia un altro paio di maniche. Domenico Salvatore









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3 Commenti

  1. prima di scrive cazzate il giornalista almeno si doveva accertare di quello che tutta la Comunita sta facendo per la povera famiglia colpita da questa disgrazia. Invece di copiare da altri giornali alza il culo dalla sedia e vieni a vedere come stanno le cose.Riguado all' odpedale di melito p.s. vi fate sentire solo quando succedono queste disgrazie sapendo stanno per chiuderlo. (vieni a musoponiti che te spiego io come stanno le cose così eviti di scrivere solo minchiate. chidi di peppe bertone.)

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  2. Gentile (si fa per dire), peppe bertone. in questi giorni vengo a trovarti. vedremo cosa hai da dire. Così evitiamo di dire minchiate come le tue.

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