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Nota di aggiornamento al Def, Molinari (M5S): "Inammissibili artifici contabili. Ai cittadini aumentano l’IVA ma loro non mollano le pensioni d’oro."

Giovedì 10 ottobre 2013 – comunicato stampa
Nota di aggiornamento al Def, Molinari (M5S): "Inammissibili artifici contabili.
Ai cittadini aumentano l’IVA ma loro non mollano le pensioni d’oro."
ROMA – Le riforme sono al palo, le tasse schizzano (da ultimo l’aumento dell’Iva), ma certi privilegi (come le pensioni d’oro) non vengono mollati dai potenti : probabilmente il Governo delle mille intese sottobanco, finito il pane, proporrà di mangiare brioche agli italiani alla fame.
Non serve la sfera di cristallo per capire che i dati spacciati nella Nota di aggiornamento al Documento di economia e finanza (Def) 2013 delineino uno scenario economico e sociale del futuro prossimo di questo Paese ben più rassicurante di quello realistico. È evidente che, quella preconfezionata nella Nota, offerta ai cittadini, non sia vera crescita quanto un banale artificio contabile creato "ad hoc" da aspiranti illusionisti che vogliono far apparire i conti pubblici per quello che non sono.
I dati macro-economici ci dicono che, quello da noi preannunciato sin da aprile, si sta avverando. Gli ultimi dati riportati nella Nota raccontano di un PIL stimato in picchiata del -1,7% rispetto al 2012 (nel Def originario era a -1,3%) ; e si tratta di dati che già scontano gli effetti sull'economia reale dei pagamenti dei debiti della P.A. che, ad oggi, su una cifra di 18 miliardi messi a disposizione, vede un pagamento di soli 11 miliardi effettivi su un debito complessivo stimato dalla Banca d'Italia oltre gli 80.
Il deficit, nel frattempo, è salito al 3,1% con una pressione fiscale reale al 53% ed una perdita del potere d'acquisto dei cittadini di oltre il 4,7% (il dato peggiore degli ultimi 23 anni).
Credo, pertanto, che non sia demagogico avanzare seri dubbi sulle nuovi previsioni di crescita riportate nella Nota di aggiornamento ed è per questo che noi del Movimento cinque stelle abbiamo votato contro un documento che spaccia per oro quello che in realtà è un metallo volgare ; ciò, mentre questa maggioranza ha avuto il coraggio di votare contro il nostro emendamento che fissava un tetto massimo alle pensioni d’oro. Ormai non possiamo meravigliarci più di niente.
Abbiamo già visto, infatti, che non si è mantenuto fede agli impegni presi appena un mese fa e stiamo pagando l'aumento dell'IVA ; e la nostra paura di ulteriori manovre correttive si è materializzata nella "Manovrina" diretta ad evitare lo sfondamento della percentuale di deficit imposta dall'Europa, che comporterà l'ulteriore svendita del patrimonio pubblico - formatosi con i sacrifici di tutti gli italiani - ai soliti furbi.
Non serve un premio Nobel per capire che quando si aumentano le tasse in periodi di recessione economica l’effetto è opposto a quello desiderato: l’economia viene depressa ulteriormente e il gettito fiscale diminuisce.
Tutto ciò, mentre nel contempo si rinviano le necessarie riforme di sistema pur di non intaccare gli sprechi nascosti le rendite di posizione acquisite : non stupisce che in questo documento non ci sia nessun accenno che riguardi equità e giustizia sociale. Nessun intervento serio, poi, per quanto riguarda il Mezzogiorno ; tutte le promesse sbandierate in campagna elettorale sono rimaste cantieri sulla carta.
Il popolo italiano meriterebbe, per le sofferenze patite, governanti che s'interroghino seriamente sul futuro degli italiani e non venditori di fumo.
Francesco Molinari (cittadino eletto al Senato) Movimento 5 Stelle

DALLA DISCUSSIONE IN AULA DEL SENATO DEL 9 OTTOBRE 2013, SEDUTA ANTIMERIDIANA, SUGLI EMENDAMENTI ALLA CONVERSIONE IN LEGGE - DDL 1015 - DEL D.L. 101 DEL 31 AGOSTO 2013.

MOLINARI (M5S). Signor Presidente, illustro gli emendamenti 2.63 e 2.73.
Lo so che in quest'Aula e ormai da molto tempo che non si parla più di equità, giustizia sociale e redistribuzione della ricchezza, ma sappiamo benissimo che c'e un 10 per cento della popolazione italiana che, in que­sto periodo di crisi, ha continuato ad arricchirsi mentre c'e tantissima gente che addirittura sta soffrendo la fame.
Peraltro, ho visto che alcuni emendamenti sono stati dichiarati impro­ponibili per estraneità della materia all'oggetto della discussione. Ciò mi sembra strano, perche il provvedimento - lo ricordo a me stesso - parla di obiettivi di razionalizzazione nelle pubbliche amministrazioni, ma è un pot-pourri di qualsiasi cosa, e quindi, come ha già detto il collega della Lega, mi sembra strano riuscire a valutare; ma probabilmente gli Uffici della Presidenza sono più intelligenti e sono riusciti a capire la ratio in base alla quale si dichiara l'estraneità.
Quello che vorrei dire e perché è importante andare colpire certe situazioni. Noi cerchiamo di introdurre quanto è già previsto in tutti i Paesi europei, ossia un limite all'indecenza e allo sconcio di pensioni d'oro di oltre 10.000 euro mensili. (Applausi dal Gruppo M5S). Cerchiamo di porre un limite a questo eccesso, cosi come chiediamo un contributo di redistribuzione e di solidarietà.
Ricordo a me stesso, per chi non l'avesse letto, che la Corte costitu­zionale, quando è intervenuta su uno dei pochi provvedimenti del Governo Monti che si potevano ritenere giusti, aveva colpito quel provvedimento soltanto perche veniva violata l'universalità dell'imposizione. Noi quello adesso stiamo dicendo : vogliamo colpire gli stipendi d'oro che superano abbondantemente i 20.000 euro mensili e che non sono previsti in nessuna parte del mondo e le pensioni d'oro. (Applausi dal Gruppo M5S).

Emendamenti presentati
2.63
MOLINARI, BATTISTA, BERTOROTTA, BULGARELLI, CATALFO, GAETTI, MANGILI, MUSSINI, ORELLANA, PUGLIA, CIOFFI, LEZZI
Improponibile
Dopo il comma 13, aggiungere i seguenti:
«13-bis. Il comma 31-bis dell'articolo 24 del decreto-legge n. 211 del 2011 e sostituito dal seguente:
"31-bis. Il primo periodo del comma 22-bis dell'articolo 18 del de­creto-legge n. 98 del 2011, convertito, con modificazioni, in legge n. 111 del 2011, è sostituito dal seguente: 'In considerazione della ecce­zionalità della situazione economica internazionale e tenuto conto delle esigenze prioritarie di raggiungimento degli obiettivi di finanza pubblica concordati in sede europea, a decorrere dal 1° gennaio 2014, i redditi, qua­lunque sia la loro natura, sono assoggettati ad un contributo di perequa­zione pari:
a)    al 10 per cento della parte eccedente l'importo di 90.000 euro lordi annui fino a 120.000 euro lordi annui;
b)    al 15 per cento della parte eccedente l'importo di 120.000 euro lordi annui fino a 150.000 euro lordi annui;
c)     al 20 per cento della parte eccedente l'importo di 150.000 euro lordi annui fino a 200.000 euro lordi annui;
d)    al 25 per cento della parte eccedente l'importo di 200.000 euro lordi annui fino a 260.000 euro lordi annui;
e)     al 30 per cento della parte eccedente l'importo di 260.000 euro lordi annui fino a 300.000 euro lordi annui;
f)      al 30 per cento della parte eccedente l'importo di 300.000 euro lordi annui fino a 350.000 euro lordi annui;
g)     al 40 per cento della parte eccedente l'importo di 350.000 euro lordi annui fino a 390.000 euro lordi annui;
h)    al 50 per cento della parte eccedente l'importo di 390.000 euro lordi annui'»".


2.73
MOLINARI, BATTISTA, BERTOROTTA, BULGARELLI, CATALFO, GAETTI, MANGILI, MUSSINI, ORELLANA, BLUNDO, PUGLIA, CIOFFI, LEZZI
Improponibile
Dopo it comma 13, aggiungere i seguenti:
«13-bis. Le pensioni ovvero i vitalizi erogati da gestioni previdenziali pubbliche in base al sistema retributivo non possono superare i 5000 euro netti mensili. Sono fatti salvi le pensioni e i vitalizi corrisposti esclusiva­mente in base al sistema contributivo. Qualora il trattamento di cui al comma 11-bis sia cumulato con altri trattamenti pensionistici erogati da gestioni previdenziali pubbliche in base al sistema retributivo, l'ammon­tare onnicomprensivo non può superare i 10.000 euro netti mensili.


DALLA DISCUSSIONE IN AULA DEL SENATO DEL 9 OTTOBRE 2013, SEDUTA POMERIDIANA - DICHIARAZIONE DI VOTO SULLA NOTA DI AGGIORNAMENTO DEL
DOCUMENTO DI ECONOMIA E FINANZA  2013

MOLINARI (M5S). Domando di parlare per dichiarazione di voto.

PRESIDENTE. Ne ha facoltà.

MOLINARI (M5S).
Grazie sig. Presidente,
Sig. Presidente del Consiglio (Ministro o meno)
Sig.re Senatrici,
Sig. ri Senatori,
CITTADINI TUTTI.


A distanza di soli 5 mesi dal licenziamento del Def da quest'Aula, ci ritroviamo un nuovo documento che di quello costituisce aggiornamento delle indicazioni programmatiche e del quadro dei conti pubblici, oltre ad essere strumento per giudicare le politiche economiche che questo Governo ha messo in campo in questi mesi nonché per trarre indicazioni sui futuri interventi in attesa della Legge di Stabilità.

I dati  macro-economici ci dicono che le critiche, da noi sollevate ad aprile, si stanno rilevando fondate : i principali indicatori di finanza pubblica non appaiono incoraggianti e i segnali che arrivano dal paese sono tragici.
Unico dato positivo è stato l'uscita dal procedimento di infrazione europeo.

Gli ultimi dati riportati nella Nota di aggiornamento raccontano di un PIL stimato in picchiata del -1,7% rispetto al 2012 (nel Def era a -1,3%). Dati che già scontano gli effetti sull'economia reale dei pagamenti dei debiti della P.A. e che ad oggi, però, su una cifra di 18 miliardi messi a disposizione, vede un pagamento di soli 11 miliardi effettivi su un debito complessivo stimato dalla Banca d'Italia oltre gli 80.

Il  deficit, nel frattempo, è salito al 3,1% - non molto lontano da quanto paventato ad aprile nella nostra Risoluzione di minoranza - con una pressione fiscale reale al 53% ed una perdita del potere d'acquisto dei cittadini di oltre il 4,7% (il dato peggiore degli ultimi 23 anni).
A questo si somma l'allarmante dato della disoccupazione, superiore al 12%, con quella giovanile che arriva nel meridione al 50%.
Dati impietosi che ci dicono di una società nella quale l'8% vive nella povertà assoluta e con un debito pubblico - a luglio - assestato a circa 2.073 miliardi di euro !

Credo, pertanto, che non sia demagogico avanzare seri dubbi sulle nuovi previsioni di crescita riportate nella Nota di aggiornamento, per ciascun anno fino al 2017, che fanno presagire ulteriori manovre correttive di fine anno o la svendita del patrimonio immobiliare, oltre a quanto già previsto in ordine alla costituita InvImit SGR e  alle operazioni di privatizzazione.

Non vogliamo apparire delle cassandre, ma vorremmo che il popolo italiano avesse dei governanti lungimiranti e non venditori di fumo, che s'interroghino seriamente sul futuro che stanno preparando agli italiani, parlando parole di verità.

I dati riportati nella Nota di aggiornamento al Def, sulla sequenza dei tassi di crescita del PIL, sperano in una dinamica dei tassi di crescita rapida e maggiore di quella degli ultimi 15 anni da ascrivere all'impatto delle manovre economiche che sono state e verranno attuate in questo lasso di tempo.

Il Centro Studi Leone ne ha analizzato gli effetti finanziari ed ha evidenziato che,  rispetto ad una prevista riduzione della pressione fiscale per 2,9 miliardi nel 2013 in ragione di un  rinvio dell'aumento dell'IVA (che, come visto, non è avvenuta) e della cancellazione dell'IMU sulla prima casa, è certamente previsto invece e al netto di quegli interventi, un aumento della tassazione di circa 870 milioni nel 2014 e nel 2015.

Abbiamo già visto che non si è mantenuto fede agli impegni presi appena un mese fa e stiamo pagando l'aumento dell'IVA (e temiamo che la sceneggiata messa in atto dal PDL con dimissioni e pantomime collegate abbia costituito l'ennesimo trucco per far passare in secondo piano un aumento della pressione fiscale che questo Governo dalla compagine intercambiabile non è stato capace di evitare) che comporterà un ulteriore aumento della pressione fiscale e quindi abbiamo fondati motivi di dubitare delle previsioni di crescita che ci vogliono vendere.
Un aumento IVA, peraltro, inutile visto che il suo gettito si è ridotto in otto mesi di ben 3,7 miliardi di euro !
Quando si aumentano le tasse in periodi di recessione economica, l’effetto è opposto a quello desiderato : l’economia viene depressa ulteriormente e il gettito diminuisce e se ne sono accorti persino al FMI ma non al nostro Ministero dell'Economia, che prosegue sulla pseudo austerità tracciata dall'inefficace Governo Monti.

Le misure messe in campo dal'attuale Governo, in realtà, sono delle semplici misure tampone per alleggerire nell'immediato il prelievo fiscale.
E' la solita gestione della cosa pubblica degli ultimi 20 anni: si rinviano le necessarie riforme di sistema sperando in un futuro  migliore a spese dell'incerto futuro dei nostri figli, pur di non intaccare le rendite di posizione acquisite !

E' più che evidente che, quella disegnata nella Nota di aggiornamento al Def, non sia vera crescita quanto un tragico - per le conseguenze che avrà sul nostro popolo - artificio contabile.
Si gonfia di mezzo punto percentuale la crescita così da poter contabilizzare 8 miliardi di Pil aggiuntivi all'anno, per un totale di 32 miliardi nei prossimi 4, facendo apparire i conti pubblici per quello che non saranno mai !

La scuola Tremonti, a quanto pare, ha fatto proseliti !

Siamo più che convinti - proprio in ragione del precedente - che questo artificio contabile, utile - forse - solo a sanare i problemi della coalizione di governo, non sarà sufficiente ad ingannare gli scaltri investitori esteri: è improbabile che quest'ultimi continuino a comprare titoli del debito pubblico al fine di riportare lo spread verso la Germania a quota 100, per come va propagandando il ministro Saccomanni nelle Istituzioni Finanziarie Internazionali, se non si attuano riforme strutturali.

Ma quello che è ancora più grave, è che nemmeno in questa Nota di aggiornamento al Def troviamo una pur minima misura che riguardi l'equità e la giustizia sociale.

Il grande capitale economico-finanziario di natura speculativa, rimane inviolato né vengono minimamente intaccati gli sprechi della politica, venendo lasciati del tutto inalterati i privilegi di classi parassitarie ed improduttive sull'altare dei quali vengono sacrificati costantemente i diritti civili e sociali del popolo.

Non si vede nessun provvedimento che inverta l'ignobile pratica di una redistribuzione della ricchezza in senso inverso.
Quel 10% della popolazione che in questo periodo di crisi ha continuato ad arricchirsi, mentre il ceto medio si è impoverito, deve essere chiamato alla responsabilità di una maggiore partecipazione al futuro di questo Paese.
E ci riferiamo a coloro che percepiscono stipendi o pensioni di oltre 20 mila euro mensili e che si barricano ipocritamente dietro "i diritti quesiti", stranamente dimenticati all'atto del varo della riforma Fornero, e che per quello che riguarda i loro, si tratta - in realtà - di difesa di privilegi ingiustamente carpiti.

Questa necessaria chiamata all'equità dei cittadini deve, obbligatoriamente, passare dalla chiamata in responsabilità dell'Europa che non deve preservare burocrazie o lobby affaristiche e bancarie che si sono arricchite e stanno continuando a farlo, ma preoccuparsi del benessere dei popoli europei che sono alla stremo.
La crisi, in caso contrario, travolgerà tutti e a pagarne le conseguenze saranno i nostri figli ai quali consegneremo un'Europa destinata ad implodere e in cui nubi nere già si profilano all'Orizzonte.

Ed inoltre, in questo asettico quanto irrealistico quadro delineato nella Nota, ahimè e nonostante proclami, è assente ogni concreto intervento per il Mezzogiorno.
Nulla che lo liberi dalla mala politica e dalla criminalità organizzata e che favorisca, a differenza del clientelismo legato alle prebende pubbliche, investimenti stabili nel territorio  trasformandolo (come la Germania Ovest ha fatto con la Germania Est al momento della riunificazione) in fattore di rilancio dell'Italia e punto di snodo di una nuova politica europea che ri-consideri fra i suoi interessi d'intervento anche i popoli del Sud del Mediterraneo e del Mondo.

La solidarietà, quella che ha consentito la ricostruzione dell’Italia nel dopoguerra, dev’essere il valore che accomuna i cittadini italiani ed in ciò la politica ha il compito di dare il buon esempio, tagliando i suoi costi e abbattendo sprechi e privilegi : nulla di tutto questo si dice, in questa Nota di aggiornamento, sul conflitto degli interessi e sulla lotta alla corruzione.
La legge anticorruzione dev’essere rivista, reintroducendo il reato di falso in bilancio e frode fiscale, riportando all’originaria formulazione il reato di concussione, introducendo il reato di auto riciclaggio, prevedendo norme che impediscano alla criminalità organizzata di condizionare la competizione elettorale, aumentando i termini di prescrizione per reati di particolare gravità e, in particolare, per i reati contro la pubblica amministrazione : è necessario dare un nuovo impulso al senso di onestà che deve tornare di moda.
 “La disperazione più grande che possa impadronirsi di una società è il dubbio che vivere onestamente sia inutile” diceva Corrado Alvaro, noi non vogliamo vivere in una società disperata né vogliamo consegnarla ai nostri figli.

Per queste ragioni, Noi del M5S voteremo a favore soltanto della proposta di risoluzione n.3, che mi vede primo firmatario.
-- 
Luigi Palamara
Giornalista, Direttore Editoriale e Fondatore di MNews.IT
Cell.: +39 347 69 11 862
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