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C'era una volta il dissenso russo ed (in parte) c'è ancora

Nadezhda Tolokonnikova, la leader delle Pussy Riot, ha sospeso lo sciopero della fame iniziato il 23 settembre scorso: lo hanno reso noto le autorita' carcerarie russe, citate da Itar-TassIeri il marito Piotr Verzilov, aveva dichiarato che erano state vietate le visite a Nadezhda ricoverata in ospedale per il peggioramento delle sue condizioni dopo uno sciopero della fame per protestare contro le inumane condizioni di vita e di lavoro nel campo di lavoro dove sta scontando una pena di 2 anni per una preghiera anti Putin nella cattedrale ortodossa di Mosca.Niente visite quindi, ne' per lui ne' per l'avvocata della detenuta, e neppure contatti telefonici. ''Ormai non abbiamo alcuna informazione sulle sue condizioni da oltre 90 ore'', ha accusato Verzilov. Il suo avvocato, Irina Khrunova, si e' detta ''terrorizzata'' dalla situazione in una intervista al giornale Novaia Gazeta.
MOSCA LA LEADER DELLA PUSSY RIOT NADEZHDA TOLOKONNIKOVA CONDANNATA A DUE ANNI PER UNA PREGHIERA ANTI PUTIN 
Domenico Salvatore

Dissenso russo nel terzo millennio dell'Era Cristiana. Non c'è niente di nuovo sotto il sole, rispetto al terrorismo di Stalin.  Se non la differenza della pena. Quando vennero affondati i colpi di repressione, il massimo della pena per reati ideologici  fu innalzato da 10 a 25 anni, e la popolazione del Gulag toccò il suo vertice storico. Arrivò la fioritura della stagione delle denunce anonime; delle liste di proscrizione, stilate dal presidente dell'Unione degli scrittori Aleksandr Fadeev; dei linciaggi a mezzo stampa sulle pagine della "Pravda". Alla fine della 2^ Guerra Mondiale, diversi intellettuali cominciavano a riflettere sul generale impianto menzognero del regime comunista sovietico. Vasilij Grossman con "Vita e destino" una delle prime riflessioni sul "totalitarismo", che includeva implacabilmente nazismo e comunismo, aveva intuito, con clamoroso anticipo il rapporto tra Lager e Gulag;tra Stalin ed Hitler; la società trasformata in una forma di schiavitù. Le analogie tra nazismo e comunismo erano evidenti. Scattò, una vera e propria offensiva antisemita. Gli Ebrei erano in posizioni influenti nel mondo della scienza, della letteratura, del teatro, e il regime diffidava di loro, non ritenendoli pienamente cittadini sovietici. Il Rasputin della situazione era Andrei Zdanov, segretario del Comitato Centrale del Partito che orchestrò ogni mossa del regime nei confronti del mondo culturale. Il dottor Zivago, del Premio Nobel per la letteratura, (che non potè mai ritirare, per paura che le autorità gli negassero il visto per il rientro in Patria) Boris Pasternak, perseguitato dai servizi segreti che lo costrinsero negli ultimi anni della sua vita alla povertà e all'isolamento, fu scritto  tra il 1945 ed il 1955, ma vide la luce solo nel 1957 grazie all'editore Feltrinelli. Nemmeno Andrei Sacharov, fisico sovietico, famoso nel mondo, fonte Wikipedia, dapprima per il contributo alla messa a punto della bomba all'idrogeno e successivamente per la sua attività in favore dei diritti civili che gli valse il premio Nobel per la pace, poté ritirarlo. 

Membro dell'Accademia delle Scienze dell'Unione Sovietica, contestò negli anni 1957-1958 gli esperimenti nucleari a scopo bellico e successivamente si mostrò critico negli anni settanta riguardo agli aspetti repressivi del regime sovietico, tanto da fondare nel 1970 il Comitato per i diritti civili e prendere le difese dei dissidenti e dei perseguitati. Fu arrestato e nel 1980 fu confinato nell'odierna Nižnij Novgorod da dove la moglie Elena Bonner costituì il suo unico contatto con il mondo esterno. Lottò contro l'intolleranza, il fanatismo e l'oppressione. Parigi val bene una messa", affermò  l'ugonotto (protestante) Re Enrico di Navarra, quando lo incoronarono Re di Francia; monarchia da sempre  protettrice dello Stato di San Pietro. Per poter governare, il re doveva essere rigorosamente cattolico; poichè il potere gli viene concesso direttamente da Dio.  Enrico IV, marito di Margherita di Valois, figlia di Caterina de' Medici e del re Enrico III, prima di divenire, re di Francia, ha dovuto abiurare la sua fede e convertirsi al cattolicesimo. Tuttavia la guerra di religione, scatenata dai cattolici di Caterina de' Medici e Carlo IX nella notte tra il 23 ed il 24 agosto 1572 contro i protestanti calvinisti (ugonotti) guidati dal capo militare e politico degli ugonotti,  ammiraglio Gaspard de Coligny; pomo della discordia il matrimonio di una principessa cattolica con un re protestante, non c'azzecca. Le preghiere sono state da sempre importanti. Vedi il caso del cardinale Richelieu, nominato dal re...vescovo, deputato, sottosegretario, ministro e primo ministro. Ma a Mosca, una semplice preghiera in chiesa, può costare l'inferno della galera. Ne sa qualcosa, Nadezhda Tolokonnikova (22 anni), accusata di teppismo, attivista del riot grrrl; un sottogenere tematico del punk rock, originatosi dall'indie rock e dall'hardcore punk degli anni novanta. I gruppi appartenenti a questo sottogenere si distinguono soprattutto per le loro posizioni di forte femminismo militante e attivismo politico, e affrontano temi quali stupro, abusi domestici, sessualità (lesbismo incluso), sessismo, predominio maschile e potere alle donne. 

La quasi totalità dei gruppi riot-grrrl era costituita da una formazione completamente al femminile solitamente formata da musiciste dilettanti e senza grande abilità tecnica. Altre influenze dal punto di vista ideologico erano l'etica DIY e Joan Jett, apprezzata per il suo rifiuto del business musicale e per il suo stile musicale tra il punk e l'hard rock. I complessi aderivano anche ad alcuni ideali base dell'alternative rock, fra cui il disprezzo per le major discografiche propagandato da etichette come la Kill Rock Stars. La maggior parte delle band risiedeva nella zona di Washington, anche se esistevano eccezioni come le inglesi Huggy Bear, L7 e Babes in Toyland.Il termine fu applicato anche erroneamente ad alcune artiste di successo, tra cui PJ Harvey e Hole, mentre i veri gruppi Riot grrl non raggiunsero mai una fama significativa. Dato che molte delle band non furono particolarmente prolifiche, l'entusiasmo iniziale per il movimento si spense pochi anni dopo la sua nascita, ma ciononostante continuò a esercitare una certa influenza sulla cultura indie, dove le formazioni originali servirono da ispiratrici e modelli esemplar Pussy Riot è un collettivo riot grrrl e punk rock russo, femminista e politicamente impegnato che agisce sotto rigoroso anonimato. 

È attivo a Mosca, città che fa da palcoscenico ai flash mob e alle performance estemporanee attraverso cui il gruppo dà espressione a provocazioni politiche nei confronti dell'establishment politico e istituzionale, su argomenti come la situazione delle donne in Russia, o, più recentemente, contro la campagna, e i presunti brogli elettorali, con cui, nel 2012, il primo ministro Vladimir Putin si sarebbe assicurato la rielezione per la seconda volta a presidente della Russia.Nel mese di marzo 2012, tre donne del gruppo sono state arrestate con l'accusa di "teppismo e istigazione all'odio religioso" per aver messo in scena, durante una celebrazione religiosa nella Cattedrale di Cristo Salvatore, un'esibizione non autorizzata contro Putin.Il loro caso ha attratto notevole interesse, sia in Russia, sia nella comunità internazionale, a causa dei presunti abusi a cui sarebbero state sottoposte durante la custodia, e per la minaccia incombente di una sentenza severa, fino a sette anni di detenzione, secondo le misure previste dalla leggi varate in Russia in tempi recenti rispetto ai fatti.La loro performance, tuttavia, ha guadagnato loro anche l'ostilità di una parte della società russa, che vi ha percepito un'offesa alla propria sensibilità religiosa e alle proprie tradizioni: sollecitando l'intervento pubblico di condanna della massima autorità religiosa russa, il patriarca Cirillo I, che, durante una liturgia nella Chiesa della Deposizione della Veste, auspicando una risposta severa nei confronti di un gesto considerato blasfemo. 

Il 17 agosto 2012, ha avuto luogo la lettura della sentenza, durante la quale sono state dichiarate colpevoli rispetto ai capi d'accusa di cui erano imputatee condannate a una pena di 2 anni di reclusione, pari al minimo edittale.Performance e influenze. Le Pussy Riot a Lobnoe Mesto, sulla Piazza Rossa.Il loro abbigliamento usuale è costituito da indumenti vivacemente colorati, costituiti da vestiti leggeri su collant, indossati anche quando il freddo è più intenso. Inoltre, per nascondere la propria identità, utilizzano un travestimento ottenuto calandosi sul viso dei balaclava colorati, indossati sia nelle esibizioni, sia nelle interviste, durante le quali dissimulano la loro identità utilizzando sempre degli pseudonimi al fine di tutelare l'anonimato. Il collettivo è composto da circa 10 artiste, oltre a una quindicina di persone che si occupano degli aspetti tecnici della ripresa e dell'editing dei video, ai fini della loro pubblicazione e diffusione attraverso la rete Internet. Tra le principali fonti di ispirazione, il collettivo cita gruppi musicali punk rock e Oi!, come Angelic Upstarts, Cockney Rejects, Sham 69, Era e The 4-Skins.Altre fonti dichiarate di ispirazione sono le band punk rock statunitensi Bikini Kill e il movimento Riot grrrl degli anni novanta. A tale proposito, hanno affermato: "quello che abbiamo in comune è l'impudenza, testi che si nutrono di argomenti politici, l'importanza delle tematiche femministe, e un'immagine femminile non-standard".

Yekaterina Samutsevitch durante il processo. Maria Alyokhina nella gabbia degli imputati.Il 21 febbraio 2012, nell'ambito di una protesta contro la rielezione di Vladimir Putin, tre artiste del gruppo si sono introdotte nella Cattedrale di Cristo Salvatore, tempio della Chiesa ortodossa russa a Mosca e, dopo essersi fatte il segno della croce, hanno cercato di mettere in scena una canzone. In meno di un minuto, sono state scortate fuori dalle guardie. Le riprese della performance sono state poi usate per creare un video clip della performance.La canzone mette in scena una sorta di preghiera punk, con un'invocazione a Theotókos (Madre di Dio, cioè la Beata Vergine Maria; in russo, Bogoroditse), affinché "mandi via Putin". Il ritornello è su musica di Sergej Rachmaninov (Bogoroditse Dievo, radusya, dai Vespri, in russo: Богородице Дево, радуйся. La canzone menziona anche il Patriarca russo Cirillo I, indicandolo come qualcuno che crede più in Putin che in Dio e dandogli esplicitamente della puttana. Arresto e procedimento giudiziario Indagini e arresto.

Il 3 marzo 2012, a seguito di operazioni di indagine che hanno visto in campo reparti della polizia antiterrorismo, le autorità russe hanno arrestato due presunte appartenenti al gruppo, Maria Alyokhina (23 anni) e la siberiana Nadezhda Tolokonnikova (22 anni), accusate di teppismo. Entrambe le donne hanno dapprima negato l'affiliazione del gruppo e hanno iniziato uno sciopero della fame per protesta contro il regime di detenzione. Il 16 marzo, è stata arrestata un'altra donna, Ekaterina Samutsevitch (29 anni), già ascoltata in precedenza come testimone del casoSottoposte a interrogatori, le tre donne non hanno mai rivelato agli inquirenti i nomi delle altre componenti coinvolte nell'azione di protesta.Profilo delle accusate. Maria Alyokhina, nata a Mosca il 6 giugno 1988, è studentessa al quarto anno dell'Istituto di giornalismo e scrittura creativa e ha esperienze di volontariato umanitario e di attivismo ambientalista con Greenpeace Russia. Ha un bambino nato nel 2007, Philip ed ha svolto un ruolo attivo nel processo, contro-interrogando i testimoni e mettendo aggressivamente in dubbio la natura delle accuse e lo stesso procedimento.Yekaterina Samutsevich, nata il 9 agosto 1982, è una programmatrice di computer interessata a tematiche LGBT. Si è diplomata alla Scuola di fotografia e multimedia "Alexander Rodchenko" di Mosca. Ha un passato di attivismo politico nel gruppo di street-art Voina. 

A presenziare alle sessioni del processo vi era anche suo nonno, Stanislav Samutsevich.Nadezhda Tolokonnikova , nata a Noril'sk il 7 novembre 1989, è cresciuta tra Krasnoyarsk, Mosca e nuovamente Noril'sk dove ha conseguito il diploma. Studentessa di filosofia all'Università statale di Mosca, è sposata con Pyotr Verzilov e ha una figlia nata nel 2008. Ha un passato di attivismo politico nel gruppo di street-art Voina (in russo: Война[?], traslitterato: Voyna, Guerra) di cui ha fatto parte dal 2008, partecipando a numerosi eventi, tra cui la protesta del 29 febbraio 2008, contro l'elezione a presidente di Dmitrij Medvedev[senza fonte], organizzata nel "Museo biologico di Timiryazev di Mosca", durante la quale è stata messa in scena un'orgia di circa 20 persone. Nadezhda, allora diciottenne, era al nono mese di gravidanza e partorì 4 giorni dopo la protesta. Nadezhda possiede il permesso di soggiorno canadese (fatto da lei negato, anche se conferma che è stata in Canada). Suo marito Pyotr Verzilov è considerato il produttore ed ispiratore del gruppo Pussy Riot e possiede la cittadinanza canadese.Svolgimento del processo.Dopo quasi tre mesi di detenzione, solo il 4 giugno 2012 è stato depositato un formale atto d'accusa nei loro confronti, composto di 2.800 pagine.Il 4 luglio, le imputate sono state improvvisamente avvisate che avrebbero dovuto concludere e presentare le loro memorie difensive entro il 9 luglio. In risposta, le tre donne hanno annunciato uno sciopero della fame, sostenendo che i pochi giorni assegnati dalla corte non erano sufficienti a elaborare una linea difensiva in grado di far fronte ai ponderosi atti d'accusa. Il 21 luglio, la corte ha prolungato di ulteriori sei mesi la loro carcerazione preventiva. 

Dibattimento. Il processo alle tre donne è iniziato a Mosca il 30 luglio 2012. Accusate di "teppismo premeditato realizzato da un gruppo organizzato di persone motivate da odio o ostilità verso la religione o un gruppo sociale" (ovvero, i cristiani ortodossi. L'accusa così formulata le espone alla possibilità di una condanna fino a sette anni di carcere, con un minimo edittale commisurato a due anni. Richieste dell'accusa. Il 7 agosto 2012, durante la requisitoria avanti al Tribunale distrettuale di Mosca, il procuratore Alexander Nikiforov ha esplicitato le sue richieste, sollecitando la corte a pronunciarsi per una condanna a tre anni di detenzione. Il procuratore ha motivato la sua pretesa di condanna delle presunte ree con considerazioni basate sulla loro condotta, da lui valutata come un'offesa premeditata ai danni della confessione ortodossa, e come lesiva di tradizioni nazionali millenarie. Tale comportamento è stato aspramente stigmatizzato dal magistrato dell'accusa, che lo ha definito come socialmente pericoloso e fomentatore di un clima da guerra civile.

Nonostante la durezza della comminazione, almeno se giudicata secondo gli standard dei paesi giuridicamente avanzati, la pena ventilata dal pubblico ministero è stata giudicata più mite rispetto alle attese e ai timori dei sostenitori delle tre donne. Secondo alcune fonti, dalla misura della pena non verranno scontati i mesi di carcerazione preventiva già inflitti, mentre secondo altri quel periodo verrà detratto come avviene di norma.L'8 agosto 2012, il processo è entrato in una breve pausa, che prelude all'emissione del verdetto finale: infatti, conclusi in pochi giorni le fasi procedurali e dibattimentali riservate all'accusa e alla difesa, il tribunale ha annunciato la pronuncia della sentenza per il successivo 17 agosto. Sentenza. Il 17 agosto 2012, fonte Wikipedia, è iniziata la lettura del lungo dispositivo della sentenza durante la pronuncia della sentenza. Nel clima di attesa, si è creata un assembramento di persone nei pressi del tribunale distrettuale moscovita, con dispiegamento di una decina di autobus carichi di agenti in assetto antisommossa. L'innesco di tensioni e tafferugli ha portato all'arresto di un centinaio di manifestanti, tra cui due esponenti dell'opposizione: Serghei Udaltsov, leader del Fronte della sinistra, e Gary Kasparov, pluricampione del mondo di scacchi, proveniente dalla coalizione L'Altra Russia. Tutti i fermati sono stati successivamente rilasciati ma vi è chi, come Kasparov, secondo l'agenzia giornalistica russa Interfax, rischia un processo e una condanna fino a 5 anni di reclusione.

La giudice Marina Syrova, incaricata della laboriosa lettura del lunghissimo dispositivo, ha dichiarato le tre donne colpevoli dei reati contenuti nei capi d'accusa formulati, con condanna delle ree a due anni di reclusione, in misura pari al minimo edittale. Il magistrato ha negato ogni connotazione politica alla sentenza, affermando che i motivi che stanno alla base del verdetto risiedono interamente nell'offesa ai danni della confessione religiosa ortodossa, perpetrata dalle tre donne in maniera consapevole e premeditata.Gli avvocati della difesa si sono attivati per avocare a sé stessi la custodia legale dei figli di due delle condannate, al fine di scongiurare il rischio concreto che i minori vengano ceduti in adozione dalle autorità russe.Il 10 ottobre 2012, in appello, Yekaterina Samutsevitch è stata scarcerata mediante cauzione, perché non prese parte alla protesta siccome era stata fermata e portata via prima che venisse attuata. Il 19 ottobre è stato rivelato che Yekaterina ha presentato un reclamo presso la Corte europea dei diritti dell'uomo di Strasburgo, affermando che i suoi diritti sono stati violati durante i sei mesi di custodia cautelare. In alcuni casi, secondo la donna, non avrebbe ricevuto i pasti e le sarebbe stato impedito di dormire.È stata invece confermata la pena di due anni per Maria Alyokhina e la siberiana Nadezhda Tolokonnikova. 

Gli avvocati difensori hanno svelato i nuovi luoghi di detenzione delle due Pussy Riot: Nadezhda sconterà la pena nel campo di lavoro 14 di Partsa in Mordovia, 500 km a est di Mosca mentre Maria nel campo 28 della città di Berezniki, nei pressi dei monti Urali, a 1100 km a est della capitale. La difesa ha chiesto la sospensione della pena per Maria e Nadezhda fino a quando i figli non avranno 14 anni.Il 24 luglio 2013 le autorità russe hanno negato la sospensione della pena per Maria ed il 26 luglio l'hanno negata anche a Nadezhda. Nel luglio 2013 Maria Alyokhina viene trasferita da Berezniki ad un'altra colonia penale, il campo 2 di Nižnij Novgorod dove sconterà il resto della pena.Nel settembre 2013 Nadezhda Tolokonnikova incomincia uno sciopero della fame per denunciare le dure condizioni di lavoro e le minacce di morte che afferma di aver ricevuto. In una lettera pubblicata sul blog della band la donna sostiene che le detenute del Campo 14 sono costrette a lavorare fino a 17 ore al giorno in una fabbrica che produce uniformi per la polizia e di essere stata minacciata dal vice direttore del carcere, che da parte sua oltre a rigettare le accuse ribadisce che le giornate di lavoro nel campo sono di sole 8 ore. Per proteggerla dalle presunte intimidazioni, la Tolokonnikova è stata tuttavia trasferita a scopo precauzionale in una cella singola ed esonerata dal lavoro. Successivamente è stata ricoverata in ospedale.  Commenti sulla sentenza. Dopo la diffusione della notizia della sentenza, sono giunte alle tre condannate manifestazioni di solidarietà dal mondo occidentale. 

L'amministrazione statunitense si è espressa negativamente sulla sentenza, definendo "sproporzionata" la condanna rispetto ai fatti contestati; la Russia è stata invitata a una revisione del caso e a garantire la libertà di espressione. Sullo stesso tenore il governo francese, il cui ministro degli esteri, Laurent Fabius, ha diramato una nota ufficiale.Negativo anche il commento dell'OSCE-Organizzazione per la sicurezza e la cooperazione in Europa, con sede a Vienna, che si è fatta sentire attraverso la rappresentante per la libertà di stampa, la bosniaca Dunja Mijatovic. Nel giudizio dell'OSCE, la sentenza da considerarsi come lesiva dei diritti fondamentali dell'uomo: «Le accuse di vandalismo a scopo religioso non possono essere utilizzate per limitare la libertà d'espressione. Le dichiarazioni, anche se provocatorie o satiriche, non dovrebbero essere soppresse e non dovrebbero essere condannate con la prigione». La cancelliera federale tedesca, Angela Merkel, ha definito la condanna "sproporzionatamente severa" e "non conforme ai valori europei di democrazia e stato di diritto, ai quali la Russia è legata in virtù della sua appartenenza al Consiglio d'Europa".Alcuni esponenti in del clero ortodosso hanno assunto posizioni concilianti all'indomani della condanna. 

Due di essi, che pure avevano appoggiato il processo, hanno concesso il perdono alle condannate: si tratta di Tikhon Shevkunov, del Monastero di Sretensky di Mosca, ritenuto il consigliere spirituale di Putin, e dell'arciprete Maxim Kozlov. Piotr Verzilov, il marito di Nadezhda Tolokonnikova e ispiratore delle Pussy Riot, ha definito le colonie penali della Mordovia come l'inferno delle prigioni.Reazioni all'arresto e al processo. Sostegno manifestato al CSD 2012 di Berlino. Numerose sono state le reazioni pubbliche, di vario segno, sia sul piano interno, sia a livello internazionale. Reazioni internazionali.Tutti e tre le esponenti delle Pussy Riot finite sotto processo sono state riconosciute come prigionieri politici dalla Union of Solidarity with Political Prisoners (SPP).Amnesty International le ha nominate prigioniere di coscienza, in ragione della "severità della risposta delle autorità russe". Infatti, si fa notare, la Corte europea dei diritti dell'uomo è ripetutamente intervenuta per affermare che la libertà di espressione si applica non solo alle idee inoffensive, "ma anche a quelle che offendono, scandalizzano o disturbano lo Stato o settori della popolazione".Le accusate hanno ricevuto pubblico sostegno da molti artisti e personalità anglosassoni e di fama internazionale. In Italia si possono annoverare tra coloro che hanno preso posizione in loro difesa Elio e le storie tese e Vasco Rossi. 

L'attore britannico Stephen Fry e Jón Gnarr, sindaco della capitale islandese Reykjavík ed ex stand-up comedian, hanno espresso il loro sostegno al gruppo.Alla schiera dei sostenitori, il 17 agosto 2012, si è aggiunto il movimento ucraino FEMEN, che, al centro di Kiev, ha messo in atto una performance dissacratoria a sostegno delle tre donne, che ha avuto come obiettivo un Crocifisso dedicato alle vittime dello stalinismo. Il 31 luglio 2012, il Financial Times ha pubblicato un editoriale in cui si sostiene che quello delle donne è diventato una "cause célèbre internazionale" a causa del trattamento da loro ricevuto che prevede, tra l'altro, l'isolamento dai parenti a cui si aggiunge per due di esse, che sono madri, il divieto di incontrare i propri bambini. Le dichiarazioni del Financial Times parrebbero tuttavia essere smentite almeno da una visita che la Tolokonnikova ha ricevuto da una giornalista di Radio Svoboda, che l'ha intervistata, e dai suoi familiari, il marito Petr e la figlioletta Gera, che hanno accompagnato la reporter e che hanno potuto incontrare la congiunta. Unione europea. L'Unione europea ha fatto sentire la sua voce tramite l'Alto rappresentante per la politica estera e di difesa, Catherine Ashton, che ha espresso preoccupazione «per le irregolarità segnalate», «per le condizioni di detenzione» e per «la maniera in cui si svolge il processo, tenuto conto delle informazioni su atti di intimidazione contro gli avvocati, i giornalisti e gli eventuali testimoni».

La rappresentante UE ha richiamato il paese al rispetto degli obblighi internazionali in materia di diritti civili e umani, invitando la Russia a garantire alle accusate un giusto processo. Reazioni in Russia.Opinioni sfavorevoli a Pussy Riot.In Russia, alcune opinioni espresse da personalità prominenti sono state molto più severe.La Chiesa ortodossa russa, ad esempio, si è espressa sulla questione ai suoi massimi livelli: il 21 marzo, officiando la liturgia nella Chiesa della Deposizione della Veste di Mosca, il Patriarca di Mosca e di tutte le Russie, Cirillo I, ha condannato severamente l'azione delle Pussy Riot's, bollandola come blasfema e demoniaca:«il Diavolo ci ha irrisi [...] Non abbiamo futuro se permettiamo che ci si prenda gioco di grandi luoghi sacri, e se alcuni vedono queste prese in giro come una sorta di valore, come un'espressione di protesta politica, come un'azione accettabile o uno scherzo innocuo". Il potere non ha mai avuto molti amici. I detentori, devono ricorrere ad ogni forma lecita ed illecita di compromesso per poterlo mantenere il più a lungo possibile se non ad orribile pratiche, che la storia ha condannato da sempre. Ma la democrazia e la libertà nella Russia o nell'URSS, non ha mai avuto vita facile. Da Lenin a Stalin e da  Malenkov a Kruscev, sino a Breznev, Andropovm Černenko, poi   Gorbasciov, Boris Eltsin, Medvedev e Wladimir Putin. Perennemente sotto la dittatura. Benchè l'ex agente del KGB, non ci sembri cinico e spietato come i suoi predecessori. 

Non è uno stinco di santo con il cerchietto e l'aureola O.K. Ma nemmeno possiamo bere in toto la propaganda occidentale, ancora inzuppata di livore ideologico e di furore contro l'orso russo. Non abbiamo il passo della posterità per poterlo giudicare con sufficiente profondità ed equilibrio storico. Sebbene, non abbiamo mai rinunciato alla nostra opinione, sic et simpliciter. Una cosa è certa: la difesa e la tutela della libertà e della democrazia, in qualsiasi Paese, non può gravare solo e soltanto sulla spalle dei dissidenti; se non della cultura che hanno già le loro belle gatte da pelare; e che comunque sono già una solida base. Domenico Salvatore

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