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Il tempo per fare è scaduto. Ricostruire è l'imperativo, mentre veniamo sommersi dalle macerie.

Tutto è diventato un "parlatoio", nessuno progetta, il presente è bruciato, il passato dimenticato, il futuro è quello immediato. Un mix temporale che porta al fallimento della cosiddetta società civile, la morte della Democrazia.
E' importante solo ciò che accade, l'accaduto è dimenticato, l'accadrà è lontano da tutto e tutti. Tempo vissuto: moderno-medioevo.

Sembra un gioco di parole ma è la sintesi di ciò che ci capita tutti i giorni.

Non esiste più il tempo per pensare, per dialogare, attendere. L'attesa riempiva i nostri sogni. La licenza elementare, la licenza media, poi il liceo l'università, il servizio militare, il lavoro, il matrimonio, i figli. Tutto era chiaro, metodico e per certi versi entusiasmante. Pur conoscendo le tappe della vita che ti attendevano ti emozionavi nel viverle.

L'Italia sembrava essere un grande paese, una nave che faceva viaggiare i suoi viaggiatori con ogni comfort. Tutto organizzato. Tra amici si progettava il futuro, diverso per ognuno e per certi versi uguale per tutti. La certezza era di vivere in un contesto e con delle opportunità.
Oggi si continua a comunicare senza parlare. Un tweet quà e là. A cosa stai pensando ... su facebook. Ma che minchia devo pensare?!! Non ho con chi confrontarmi, con chi dialogare. Ogni singolo respinge l'altro. Non esiste la collettività. Questo penso!!

Il mondo è una polveriera e noi giochiamo col fuoco. Non esiste più l'identità nazionale, al suo posto un'individualità che schiaccia ogni forma di sviluppo collettivo. E di questo nessuno se ne occupa. Sprazzi di genialità di sicuro non trascinano il vero sviluppo.

C'è bisogno di regolarità, di normalità, di piccole cose. Non abbiamo più necessità del macchinone, vogliamo poter camminare per le strade, liberi, sereni e certi di tornare a casa e trovare l'affetto, il sorriso.

Invece è guerra. Anche i bambini in piazza per avere la scuola. Questo è davvero troppo. manca pure il punto di partenza e si pensa solo ad arrivare. Arrivare dove? Manca il traguardo. la vita non sono i 10 secondi dei 100 metri. La vita è una maratona. Non è un'esplosione di energia. E' sacrificio, costanza, volontà, riflessione.

Lo Stato dovrebbe tracciare il percorso e noi metterci l'impegno. non è importante come ci si arriva o chi vince. L'importante è esserci. Partecipare.
Basta con l'illusione dei 100 metri, vogliamo un percorso, duro, con ostacoli, difficile faticoso, che ci faccia sudare, ma fatto di certezze, di solidarietà, di soluzioni, giusto, pieno di idee e progetti e con un traguardo.

Partecipare è questo quello che la gente vuole. Non sentirsi esclusa, usata e gettata via e addirittura ignorata. Il moderno-medioevo è il nostro presente e tutti fingiamo sia PASSATO.

Luigi Palamara

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