Cinquefrondi (Reggio Calabria) - «È sconcertante che la mobilitazione di un numero così alto di cittadini e rappresentanti della società civile non trovi ascolto presso le torri d'avorio della Regione e dell'Asp, ed è altrettanto sconfortante il silenzio di molti dei primi cittadini della Piana, primi rappresentanti della popolazione servita dalla struttura gioiese. L'interesse alla tutela di questo importante nosocomio, tra i pochi baluardi rimasti a difendere il sacro diritto alla salute, non è infatti una questione campanilistica ma un'ampia istanza collettiva espressa dai cittadini di tutta la provincia». Questa la significativa fotografia scattata dalla nota del consigliere provinciale Giuseppe Longo che critica apertamente la mancata presa di posizione di molti sindaci pianigiani sferzati per non essersi espressi in merito alla chiusura del reparto cardiologia dell'ospedale "Giovanni XXIII" di Gioia Tauro. Nel comunicato vengono sottolineate le condizioni di precarietà della sanità calabrese che costringono i cittadini a servirsi di strutture extraregionali, con evidente aggravi di costi, per soddisfare il diritto alla salute peraltro contrappesato dagli imminenti rincari di Irpef ed Irap per far fronte al mancato raggiungimento degli obiettivi posti nel piano di rientro sanitario in mano al governatore Giuseppe Scopelliti il quale paradossalmente nel 2010 - riferisce Longo - addirittura tranquillizzava circa il potenziamento dello stesso nosocomio. Nell'esprimere solidarietà al personale medico e paramedico del presidio, il consigliere provinciale di Prc annuncia la sua presenza martedì 1 ottobre a fianco del comitato di protesta per manifestare dissenso verso una decisione che penalizza il territorio, per partecipare al successivo consiglio comunale aperto che discuterà la questione nonché per proseguire la raccolta firme spontanea a tutela delle prerogative del nosocomio garantendo così il suo avallo istituzionale.
Giuseppe Campisi
Giuseppe Campisi

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