MAFIA: GRASSO, BORSELLINO CON FALCONE FECE RIVOLUZIONE CULTURALE = RISVEGLIÒ LE COSCIENZE - MINUTO DI SILENZIO IN RICORDO STRAGE VIA D'AMELIO Roma, 19 luglio 2013 - «Siamo insieme in quest'aula a ricordare e onorare, nel suo 21° anniversario, il tragico attentato di via d'Amelio nel quale furono uccisi il giudice Paolo Borsellino e gli uomini di scorta della polizia di stato Agostino Catalano, Emanuela Loi, Eddie Walter Cosina, Claudio Traina, Vincenzo Li Muli. Il mio pensiero, e sono certo il pensiero di tutti i presenti, va alle famiglie degli uomini e delle donne uccisi da quell'esplosione». Lo ha detto il presidente del Senato Pietro Grasso, aprendo i lavori di palazzo Madama, che al termine dell'intervento di Grasso ha osservato un minuto di silenzio. «Un pensiero particolare -ha detto- voglio rivolgere ai familiari tutti ma soprattutto ai figli di Paolo Borsellino, che poche settimane fa hanno perso la madre Agnese: una donna che per venti anni ha messo ogni sua forza nel cercare e nel difendere la verità sulla vita e sulla morte del marito Paolo». Grasso ha rievocato quei giorni tragici dell'attentato: «Erano trascorsi poco meno di due mesi dalla morte di Falcone e l'Italia perdeva nuovamente un valoroso magistrato, un fedele servitore dello Stato. Paolo Borsellino ha sacrificato la sua vita perchè la nostra fosse migliore; ha vissuto e lavorato per la giustizia, considerandola non solo una professione, ma prima di tutto una missione». La seconda carica dello Stato ha voluto quindi ricordare «l'uomo che ho avuto il privilegio di conoscere e di apprezzare nelle sue qualità più intime e personali. Ricordo benissimo l'anno in cui conobbi Giovanni Falcone e Paolo Borsellino: era il 1979. Ero stato chiamato a collaborare al maxiprocesso e mi sentii onorato e emozionato, perchè sapevo che da loro avrei imparato tanto». Grasso ha sottolineato che «il lavoro di Falcone e Borsellino ebbe il grande merito di creare una rivoluzione culturale, di smuovere gli animi e le coscienze di tutti coloro che non erano più disposti ad accettare passivamente la presenza della mafia. I cittadini iniziarono a capire che era necessario andare avanti nella lotta alla mafia, senza fermarsi di fronte alle intimidazioni e alle paure».
«A tutti noi, come membri di questa istituzione rappresentativa -ha proseguito- spetta il compito di promuovere le riforme necessarie per dare al Paese concrete alternative all'illegalità e alla sopraffazione». «La lotta alla mafia -ha aggiunto- non può essere solo una battaglia di ideali: dobbiamo intervenire sulle condizioni di sviluppo, sulla capacità dei territori di attrarre investimenti e risorse professionali, dobbiamo dare ai magistrati gli strumenti tecnico giuridici e le risorse per combattere la mafia anche attraverso la repressione dei reati correlati, a partire da quelli di corruzione, falso in bilancio, riciclaggio e autoriciclaggio. Dobbiamo sottrarre un'intera generazione di ragazzi che non studiano e non lavorano alle lusinghe del crimine e del potere». «Ieri, alla vigilia di questo anniversario -ha ricordato Grasso- il Senato ha approvato all'unanimità la legge istitutiva della Commissione Parlamentare Antimafia, riconoscendo l'urgenza di dare subito al Parlamento un'importante strumento di indagine e di intervento. È un segnale che accende la speranza che il Parlamento possa fare la sua parte nella ricerca della verità e un, seppur piccolo, significativo contributo alla memoria di Paolo».
0 Commenti