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REGGIO CALABRIA. Primi effetti giudiziari del “memoriale Lo Giudice”



REGGIO CALABRIA. Primi effetti giudiziari del ''memoriale'' col quale nei giorni scorsi il pentito di 'ndrangheta Nino Lo Giudice, ha ritrattato le sue dichiarazioni d'accusa sostenendo di essere stato ''manovrato'' dai magistrati della Dda reggina. La Corte d'appello (presieduta da Iside Russo) ha disposto il rinnovo dell'istruttoria dibattimentale del processo, che si sarebbe dovuto concludere oggi con le ultime arringhe difensive e nel quale sono imputati sette presunti affiliati alla cosca Lo Giudice, tra cui lo stesso collaboratore di giustizia, accusati di associazione mafiosa e detenzione abusiva di armi e munizioni.

La decisione è stata presa dalla Corte in accoglimento dell'istanza presentata dall'avvocato Giuseppe Nardo, che è uno dei due penalisti ai quali Nino Lo Giudice ha fatto pervenire il suo memoriale. Nardo, che difende l'imputato Paolo Sesto Cortese, ha prodotto il memoriale e i giudici, su richiesta del legale, alla quale si sono associati i difensori degli altri imputati, ne hanno disposto l'acquisizione, come prova sopravvenuta, al fascicolo del dibattimento. Il processo è stato aggiornato al 2 ottobre. Si terrà invece domani il processo che segue la via ordinaria. L'accusa è rappresentata dal pm Beatrice Ronchi, uno dei magistrati di cui Antonino Lo Giudice parla nel memoriale.

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