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Motta San Giovanni (RC) Mimmo Ambrogio insignito del Premio Fedeltà.FIGC dal golden boy Gianni Rivera

Un riconoscimento che lo ripaga in parte dei grandi sacrifici economici, fisici, morali e spirituali, sopportati in tanti decenni, su e giù per la Calabria 
MOTTA SAN GIOVANNI (RC), MIMMO AMBROGIO PREMIATO DALLA LEGA CALCIO PER  I SUO VENT'ANNI DI HIGH FIDELITY
Domenico Salvatore
I dirigenti delle società di calcio, si dividono in due categorie. Quelli che fanno la volontà del Padre e quelli che non la fanno. Quelli che costruiscono sulla roccia e quelli che costruiscono sulla sabbia… "Non chiunque mi dice: Signore, Signore, entrerà nel regno dei cieli, ma colui che fa la volontà del Padre mio che è nei cieli. Perciò chiunque ascolta queste mie parole e le mette in pratica, è simile a un uomo saggio che ha costruito la sua casa sulla roccia. Cadde la pioggia, strariparono i fiumi, soffiarono i venti e si abbatterono su quella casa, ed essa non cadde, perché era fondata sopra la roccia. Chiunque ascolta queste mie parole e non le mette in pratica, è simile a un uomo stolto che ha costruito la sua casa sulla sabbia. Cadde la pioggia, strariparono i fiumi, soffiarono i venti e si abbatterono su quella casa, ed essa cadde, e la sua rovina fu grande". Nella vigna del Signore, ci sono tanti operai, che hanno sale in zucca, senso del 'gioco di squadra', senso di appartenenza, attaccamento ai colori sociali; se non al paese, alla tradizione. Homines bonae voluntatis. Ma anche operai "scottati"dal sole e dall'andazzo, nel quale non riescono più a ritrovarsi. Ogni domenica, specialmente fuori casa, devono combattere "cuntr'e cosi storti", gl'ignoranti, prepotenti ed arroganti, energumeni, facinorosi, pachidermi e plantigradi. Ambienti ostili, dove "si deve perdere e non basta", perché talvolta, bisogna rimediare pure, calci e pugni e botte da orbi. Negli spogliatoi, recinto consacrato per giocatori, allenatori e presidenti, purtroppo arrivano anche "personaggi" di ogni tipo, stazza e foggia, peraltro non autorizzati. Dalla scazzottata tout court, alla rissa furibonda, sino all'invasione di campo, ne abbiamo viste di tutti i colori in questi decenni. Tempeste, bufere, turbini e cicloni che hanno travolto tanti appassionati, che il pallone ce l'avevano nel sangue, se non nel dna. E non c'è stata moina, coccola, smanceria e lusinga, che potesse convincerli e persuaderli a tornare; nemmeno da spettatori. Proprio nauseati, disgustati e schifati. Una dicotomia se non dualismo classico. Quando gli estremi, amore ed odio si toccano. Per fortuna del calcio in particolare, dello sport in generale, ci sono ancora i fanti del Piave…"Il Piave mormorava calmo e placido al passaggio/dei primi fanti il ventiquattro maggio;/l'esercito marciava per raggiunger la frontiera/per far contro il nemico una barriera!/Muti passaron quella notte i fanti,/tacere bisognava e andare avanti./S'udiva intanto dalle amate sponde/sommesso e lieve il tripudiar de l'onde./Era un presagio dolce e lusinghiero./il Piave mormorò: "Non passa lo straniero!/… Indietreggiò il nemico fino a Trieste fino a Trento/e la Vittoria sciolse l'ali al vento!...". C'è un portatore di borracce, ma non sappiamo dire se sia Bartali o Coppi, che lavora in silenzio. Senza squilli di tromba, né rulli di tamburo. Mai in primo piano. Mimmo Ambrogio, un colosso di Rodi, eterno ed immutabile. Un uomo senza tempo, che ha visto "nascere, crescere e morire" i campioni, calcisticamente parlando; che ha allevato le generazioni; che ha saputo tenere alta sul pennone, la bandiera dello sport e del calcio; del Motta calcio. Un dirigente benemerito, che ha speso il suo tempo libero a beneficio di un ideale di amicizia, fratellanza, legalità e trasparenza. In un ambiente sano, immerso nel verde, nell'ossigeno e nella natura, dove s'insegna il rispetto delle regole e si pratica il dialogo ed il confronto delle idee. Il Motta calcio, partendo dalla terza categoria è arrivato in Promozione. In mezzo, le retrocessioni ed i salti di categoria. Mimmo Ambrogio c'era. E c'è ancora. A lui, che lavora per gli altri e non chiede di essere incensato, non interessano le cariche. Il Motta, ha bisogno di personaggi come Ambrogio per risalire la china. Ma senza spiccare voli pindarici. Ripescaggi? Non servono. Ci arriveremo piano piano, partendo dalle retrovie,; secondo una tradizione consolidata, che affonda nel tempo. Occorre trovare nuova linfa, sensibilizzare nuovi soci, coinvolgere nuovi appassionati della disciplina agonistica, più amata dagl'Italiani. Ripartire daccapo con una piccola solida base, per poi allargare la piattaforma. Sembra capitan  Achab, il protagonista di 'Moby Dick', granitico e tetragono sulla tolda del Pequod, in attesa del "mostro". Al Genio della Lampada di Aladino, ha espresso tre desideri: risvegliare l'orgoglio di un tempo; trovare una società forte economicamente e motivata; costruire una squadra da primato. Nonostante la moltiplicazione dei pani e dei pesci di nuovi sport e le induzioni dell'era tecnologica, se non telematica. Ma Ambrogio è fiducioso. Memore, del vangelo secondo Matteo (Mt 7,21-29)…"In quel tempo, Gesù disse ai suoi discepoli: "Non chiunque mi dice: Signore, Signore, entrerà nel regno dei cieli, ma colui che fa la volontà del Padre mio che è nei cieli.  Molti mi diranno in quel giorno: Signore, Signore, non abbiamo noi profetato nel tuo nome e cacciato demòni nel tuo nome e compiuto molti miracoli nel tuo nome?  Io però dichiarerò loro: Non vi ho mai conosciuti; allontanatevi da me, voi operatori di iniquità. Perciò chiunque ascolta queste mie parole e le mette in pratica, è simile a un uomo saggio che ha costruito la sua casa sulla roccia.  Cadde la pioggia, strariparono i fiumi, soffiarono i venti e si abbatterono su quella casa, ed essa non cadde, perché era fondata sopra la roccia.  Chiunque ascolta queste mie parole e non le mette in pratica, è simile a un uomo stolto che ha costruito la sua casa sulla sabbia.  Cadde la pioggia, strariparono i fiumi, soffiarono i venti e si abbatterono su quella casa, ed essa cadde, e la sua rovina fu grande ". I brutti anatroccoli, un giorno diventeranno cigni reali. Cenerentola, diventerà principessa. Ambrogio è sereno, sul raggiungimento del traguardo;  sebbene non calzi gli stivali delle sette leghe; né gli stivaloni che Pollicino sottrasse all'orco. É stato bellissimo ricevere quest'onorificenza dall'organo federale. Nientemeno che dalle illustre mani, del "golden boy" del calcio italiano, Gianni Rivera. Siamo davvero contenti e soddisfatti, che un tale personaggio, fra l'altro anche nostro 'compagno di viaggio', sia stato insignito dalla FIGC. Auguri e complimenti! Uno stimolo in più, se ce ne fosse bisogno, per continuare a lavorare. Diversamente dai "lotofagi", che hanno perso la…memoria storica. I cicli, sono fatti per chiudersi. E…per aprirsi. Domenico Salvatore


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Luigi Palamara
Giornalista, Direttore Editoriale e Fondatore di MNews.IT
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