Nostra inchiesta sulle rotonde fantasma. Semplice, artistica, monumentale, ma le varianti in corso d’opera e le perizie suppletive, per ‘spillare’ altri soldini, non esistono più
SALINE JONICHE (RC)…UNA ROTONDA SUL MARE…MA NON È QUELLA DI SENIGALLIA O DI TERMOLI
Domenico Salvatore
MONTEBELLO JONICO (Saline)- C’era una volta la strada statale 106, che univa Reggio Calabria con Taranto. E c’è ancora. Ignoriamo se, “per fortuna” o “per disgrazia”. Sono tante, tantissime, oramai, le varianti, per raggiungere il golfo. Poi venne l’Autostrada del Sole. Quindi le super-strade. Infine le pedemontane e le loro varianti. Per arrivare, all’ammodernamento. Una sorta di eterno cantiere, da cui spillare, attingere, ricavare, estrarre, incassare e riscuotere milioni, miliardi di vecchie lire; e successivamente milioni di euri. Dapprima, con le famigerate clausole… variante in corso d’opera, ribasso d’asta, perizia suppletiva…”a) per esigenze derivanti da sopravvenute disposizioni legislative e regolamentari;
b) per cause impreviste e imprevedibili accertate nei modi stabiliti dal regolamento, o per l'intervenuta possibilità di utilizzare materiali, componenti e tecnologie non esistenti al momento della progettazione che possono determinare, senza aumento di costo, significativi miglioramenti nella qualità dell'opera o di sue parti e sempre che non alterino l'impostazione progettuale;
c) per la presenza di eventi inerenti alla natura e alla specificità dei beni sui quali si interviene verificatisi in corso d'opera, o di rinvenimenti imprevisti o non prevedibili nella fase progettuale;
d) nei casi previsti dall'articolo 1664, comma 2, del codice civile;
e) per il manifestarsi di errori o di omissioni del progetto esecutivo che pregiudicano, in tutto o in parte, la realizzazione dell'opera ovvero la sua utilizzazione; in tal caso il responsabile del procedimento ne dà immediatamente comunicazione all'Osservatorio e al progettista…”; revoca gara, collegio arbitrale…Variazioni ed addizioni al progetto approvato - Determinazione e approvazione nuovi prezzi - Autorizzazione spesa per lavori in economia - Conto finale dei lavori, blà, blà, blà…Talora torna comodo scaricare la colpa di tutto, sulla ‘ndrangheta. Benchè le inchieste della DDA avallerebbero questa ipotesi. Non sappiamo se sia, di tecnici genialoidi, che nel redarre il progetto, pensano poco e male agl’interessi del traffico veicolare, della gente, dell’erario, delle strade. E neppure se mirino ad una colata di cemento; di cui, certo il paese o la citta’ non hanno bisogno. Se non a progetti faraonici in stile Dubai. Artistici e monumentali; di cui, si sa, solo quando comincino. Non quando finiscano. Ma quando mai!?!?! Non è solo e tanto il caso della rotonda di Saline. Ricorderete la telenovela di Pellaro e la commedia di Lazzaro.
Qui si gioca alla lippa, ma i commercianti stremati dalla crisi, oberati dai balzelli fiscali e dalle bollette sempre più velenose, non ne possono più. A ridosso dell’estate, la ‘fabbrica del Duomo’, è di là da venire. I negozianti col sangue agli occhi, non sanno più che santo pregare. Si sono rivolti al sindaco ‘sciolto’, ai commissari subentranti, al Prefetto, al Questore e via di sèguito. C’è perfino, chi considera questa variante alla SS 106, un giocattolo inutile e pericoloso, che non risolverà i problemi di sempre. Sebbene, bisognerebbe aspettare che sia finita, prima di emettere giudizi frettolosi. Saline, qualche decennio fa, era un paradise beach. Spiagge tropicali per chilometri e chilometri; clima polinesiano; turisti a vagonate ed il boom economico legato alle colonne portanti dell’economia locale: gelsomino, bergamotto, ulivo e prodotti locali. Poi venne il miraggio del processo industriale, che annientò l’occupazione e creò povertà, miseria, diaspora ed emigrazione; e di converso abbandono delle aree interne e marine. I nuovi livelli occupazionali, (nemmeno ‘sulla carta’) presentarono un tasso prossimo allo zero. Le fabbriche fantasma, non aprirono mai i battenti. Le bugìe colossali, una più gigantesca dell’altra ad uso e consumo degli allocchi, dei gonzi e dei sempliciotti, continuarono a farla da padrone. Ancora oggi, va in onda una nuova fiaba, che farebbe impallidire i fratelli Grimm, Hans Christian Andersen, Fedro, Esopo, Jean de La Fontaine, Herman Melville, Lev Tolstoi, Charles Perrault e così via…una centrale a carbone. gonzo
E che tu ci creda o meno, intorno a questa favola, ci sono utili idioti, ben indottrinati, persuasi e convinti! Illusioni perdute, speranze perdute, come il gelsomino ed il bergamotto…SEI pronto?…VIA! Tempi di vacche magre, di spighe vuote, di austerity. Una fame nera, come quella degli Anni Cinquanta. E non puoi dire nemmeno…Prendo la valigia di cartone e parto all’avventura. Per andare dove, nel Paese della Cuccagna o dei Balocchi? La crisi economica (o presunta tale) è globale. Ma per vederla completata una rotonda da quattro soldi, non si possono di certo attendere anni. Altre aspettative perdute, Ma in questi casi, non ci sono pupari dietro le quinte, sempre pronti a tirare i fili. Ma allora, di chi sarà mai la colpa? Certamente, non degli operai, che sono semplici esecutori di lavori. Poi, toccherà alla rotonda di Melito Porto Salvo. Sai che allegria…Oggi Saline, è diventato una corea, schiacciata fra i due colossi dai piedi d’argilla: ex Liquichimica Biosintesi spa e le OGR delle Ferrovie dello Stato, buon’anima; oppressa da menzogne, più alte del fumaiolo-ciminiera, sprofondato nell’Oasi Naturale del pantano. Chissà, che cosa volesse dire Orazio, con la locuzione…Paupertas impulit audax. Una bella rotonda così, non la immaginerebbe di sicuro Fred Bongusto…sebbene non ci sia accordo fra Termoli e Senigallia; le due cittadine, rivendicano l’ispirazione che gli ha regalato il successo… “Una rotonda sul mare, il nostro disco che suona/ vedo gli amici ballare, ma tu non sei qui con me/ amore mio, dimmi se sei triste così come me/ dimmi se chi ci separò è sempre lì accanto a te/ se tu sei felice con lui/ o rimpiangi qualcosa di me/ io ti penso semre sai, ti penso/ una rotonda sul mare, il nostro disco che suona/ vedo gli amici ballare, ma tu non sei qui con me/ amore mio, dimmi se sei triste così come me.../ “. Domenico Salvatore
SALINE JONICHE (RC)…UNA ROTONDA SUL MARE…MA NON È QUELLA DI SENIGALLIA O DI TERMOLI
Domenico Salvatore
b) per cause impreviste e imprevedibili accertate nei modi stabiliti dal regolamento, o per l'intervenuta possibilità di utilizzare materiali, componenti e tecnologie non esistenti al momento della progettazione che possono determinare, senza aumento di costo, significativi miglioramenti nella qualità dell'opera o di sue parti e sempre che non alterino l'impostazione progettuale;
c) per la presenza di eventi inerenti alla natura e alla specificità dei beni sui quali si interviene verificatisi in corso d'opera, o di rinvenimenti imprevisti o non prevedibili nella fase progettuale;
d) nei casi previsti dall'articolo 1664, comma 2, del codice civile;
e) per il manifestarsi di errori o di omissioni del progetto esecutivo che pregiudicano, in tutto o in parte, la realizzazione dell'opera ovvero la sua utilizzazione; in tal caso il responsabile del procedimento ne dà immediatamente comunicazione all'Osservatorio e al progettista…”; revoca gara, collegio arbitrale…Variazioni ed addizioni al progetto approvato - Determinazione e approvazione nuovi prezzi - Autorizzazione spesa per lavori in economia - Conto finale dei lavori, blà, blà, blà…Talora torna comodo scaricare la colpa di tutto, sulla ‘ndrangheta. Benchè le inchieste della DDA avallerebbero questa ipotesi. Non sappiamo se sia, di tecnici genialoidi, che nel redarre il progetto, pensano poco e male agl’interessi del traffico veicolare, della gente, dell’erario, delle strade. E neppure se mirino ad una colata di cemento; di cui, certo il paese o la citta’ non hanno bisogno. Se non a progetti faraonici in stile Dubai. Artistici e monumentali; di cui, si sa, solo quando comincino. Non quando finiscano. Ma quando mai!?!?! Non è solo e tanto il caso della rotonda di Saline. Ricorderete la telenovela di Pellaro e la commedia di Lazzaro.
Qui si gioca alla lippa, ma i commercianti stremati dalla crisi, oberati dai balzelli fiscali e dalle bollette sempre più velenose, non ne possono più. A ridosso dell’estate, la ‘fabbrica del Duomo’, è di là da venire. I negozianti col sangue agli occhi, non sanno più che santo pregare. Si sono rivolti al sindaco ‘sciolto’, ai commissari subentranti, al Prefetto, al Questore e via di sèguito. C’è perfino, chi considera questa variante alla SS 106, un giocattolo inutile e pericoloso, che non risolverà i problemi di sempre. Sebbene, bisognerebbe aspettare che sia finita, prima di emettere giudizi frettolosi. Saline, qualche decennio fa, era un paradise beach. Spiagge tropicali per chilometri e chilometri; clima polinesiano; turisti a vagonate ed il boom economico legato alle colonne portanti dell’economia locale: gelsomino, bergamotto, ulivo e prodotti locali. Poi venne il miraggio del processo industriale, che annientò l’occupazione e creò povertà, miseria, diaspora ed emigrazione; e di converso abbandono delle aree interne e marine. I nuovi livelli occupazionali, (nemmeno ‘sulla carta’) presentarono un tasso prossimo allo zero. Le fabbriche fantasma, non aprirono mai i battenti. Le bugìe colossali, una più gigantesca dell’altra ad uso e consumo degli allocchi, dei gonzi e dei sempliciotti, continuarono a farla da padrone. Ancora oggi, va in onda una nuova fiaba, che farebbe impallidire i fratelli Grimm, Hans Christian Andersen, Fedro, Esopo, Jean de La Fontaine, Herman Melville, Lev Tolstoi, Charles Perrault e così via…una centrale a carbone. gonzo
E che tu ci creda o meno, intorno a questa favola, ci sono utili idioti, ben indottrinati, persuasi e convinti! Illusioni perdute, speranze perdute, come il gelsomino ed il bergamotto…SEI pronto?…VIA! Tempi di vacche magre, di spighe vuote, di austerity. Una fame nera, come quella degli Anni Cinquanta. E non puoi dire nemmeno…Prendo la valigia di cartone e parto all’avventura. Per andare dove, nel Paese della Cuccagna o dei Balocchi? La crisi economica (o presunta tale) è globale. Ma per vederla completata una rotonda da quattro soldi, non si possono di certo attendere anni. Altre aspettative perdute, Ma in questi casi, non ci sono pupari dietro le quinte, sempre pronti a tirare i fili. Ma allora, di chi sarà mai la colpa? Certamente, non degli operai, che sono semplici esecutori di lavori. Poi, toccherà alla rotonda di Melito Porto Salvo. Sai che allegria…Oggi Saline, è diventato una corea, schiacciata fra i due colossi dai piedi d’argilla: ex Liquichimica Biosintesi spa e le OGR delle Ferrovie dello Stato, buon’anima; oppressa da menzogne, più alte del fumaiolo-ciminiera, sprofondato nell’Oasi Naturale del pantano. Chissà, che cosa volesse dire Orazio, con la locuzione…Paupertas impulit audax. Una bella rotonda così, non la immaginerebbe di sicuro Fred Bongusto…sebbene non ci sia accordo fra Termoli e Senigallia; le due cittadine, rivendicano l’ispirazione che gli ha regalato il successo… “Una rotonda sul mare, il nostro disco che suona/ vedo gli amici ballare, ma tu non sei qui con me/ amore mio, dimmi se sei triste così come me/ dimmi se chi ci separò è sempre lì accanto a te/ se tu sei felice con lui/ o rimpiangi qualcosa di me/ io ti penso semre sai, ti penso/ una rotonda sul mare, il nostro disco che suona/ vedo gli amici ballare, ma tu non sei qui con me/ amore mio, dimmi se sei triste così come me.../ “. Domenico Salvatore

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