GIUSTIZIA: TAR RIBADISCE, PM CISTERNA PROCURATORE DI ANCONA - ROMA, 17 maggio 2013 - - Nuova battaglia a favore dell'ex
Sostituto procuratore della Dna Alberto Cisterna, nel 'duello'
con l'ex pm di Bologna Elisabetta Melotti, per la nomina a
Procuratore capo di Ancona. Il Tar del Lazio, infatti,
accogliendo il ricorso proposto dagli avvocati Antonio Lirosi ed
Angelo Clarizia, ha confermando gli effetti di una sua
precedente sentenza (ribadita dal Consiglio di Stato),
dichiarando la nullita' del conferimento dell'incarico alla
Melotti. Il Csm entro 60 giorni dovra' affidare l'incarico a
Cisterna.
Tutto inizio' nel gennaio scorso, quando il Gip di Reggio Calabria archivio' il procedimento per corruzione nei confronti del magistrato, nato sulla base di dichiarazioni del boss pentito della 'ndrangheta Antonino Lo Giudice. In seguito all'inchiesta, il Csm avvio' un procedimento disciplinare, conclusosi nel maggio 2012 con il trasferimento del magistrato reggino al Tribunale di Tivoli (sulla vicenda pende un altro ricorso al Tar, e si e' in attesa della la pronuncia della Consulta). Nel frattempo pero', il Tar decise che Cisterna dovesse andare ad Ancona invece di Elisabetta Melotti, ritenendo il giudizio di prevalenza attribuito a quest'ultima non giustificato.
Decisione, questa, non ritenuta valida dal Csm, che, con una nuova delibera, confermo' la sua preferenza per l'ex pm di Bologna alla procura marchigiana. Di li' si e' arrivati a un nuovo ricorso di Cisterna, per chiedere l'esecuzione della sentenza che lo indicava come Procuratore di Ancona. Il Tar adesso, in sede di nuovo giudizio, ha ritenuto che il Csm abbia posto a base della nuova scelta in favore della Melotti ''elementi sostanzialmente coincidenti con quelli gia' impiegati nella precedente decisione, magari enfatizzandoli, o accrescendone i profili di fatto, con elementi talvolta ridondanti'', e che la nuova decisione ''non ha rispettato i vincoli imposti dal giudicato, indicati come essenziali per poter preferire la Melotti contro la superiorita' del Cisterna, in apparenza incontrastabile''.
Tutto inizio' nel gennaio scorso, quando il Gip di Reggio Calabria archivio' il procedimento per corruzione nei confronti del magistrato, nato sulla base di dichiarazioni del boss pentito della 'ndrangheta Antonino Lo Giudice. In seguito all'inchiesta, il Csm avvio' un procedimento disciplinare, conclusosi nel maggio 2012 con il trasferimento del magistrato reggino al Tribunale di Tivoli (sulla vicenda pende un altro ricorso al Tar, e si e' in attesa della la pronuncia della Consulta). Nel frattempo pero', il Tar decise che Cisterna dovesse andare ad Ancona invece di Elisabetta Melotti, ritenendo il giudizio di prevalenza attribuito a quest'ultima non giustificato.
Decisione, questa, non ritenuta valida dal Csm, che, con una nuova delibera, confermo' la sua preferenza per l'ex pm di Bologna alla procura marchigiana. Di li' si e' arrivati a un nuovo ricorso di Cisterna, per chiedere l'esecuzione della sentenza che lo indicava come Procuratore di Ancona. Il Tar adesso, in sede di nuovo giudizio, ha ritenuto che il Csm abbia posto a base della nuova scelta in favore della Melotti ''elementi sostanzialmente coincidenti con quelli gia' impiegati nella precedente decisione, magari enfatizzandoli, o accrescendone i profili di fatto, con elementi talvolta ridondanti'', e che la nuova decisione ''non ha rispettato i vincoli imposti dal giudicato, indicati come essenziali per poter preferire la Melotti contro la superiorita' del Cisterna, in apparenza incontrastabile''.
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