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Catanzaro operazione Libra, la SSA ha annichilito la cosca dei Tripodi di Porto Salvo

Un'indagine, coordinata dalla Dda di Catanzaro, che, secondo l'accusa, ha permesso di accertare l'operativita' della presunta cosca Tripodi (non ancora riconosciuta giudizialmente), definita una vera e propria ''holding'' di 'ndrangheta, ricostruendone le attivita' illecite nell'arco temporale dal 2006 al 2012, le dinamiche interne ed esterne. Dalle prime ore di giovedì 23 maggio 2013, in diverse località della provincia di Vibo Valentia, nonché in Roma, Milano, Bologna, Brescia, Padova e Verona, i militari del Comando Provinciale dei Carabinieri e del Nucleo di Polizia Tributaria della Guardia di Finanza di Vibo Valentia, supportati dai Reparti locali e dal Gruppo Operativo Calabria Carabinieri, nonché dai Finanzieri della Compagnia di Vibo Valentia e dei Nuclei PT di Roma, Milano, Brescia, Padova, Verona e Bologna,  hanno eseguito un provvedimento di custodia cautelare personale emesso dal G.I.P. presso il Tribunale di Catanzaro (20 ordinanze di custodia cautelare emesse dal gip su richiesta della Dda di Catanzaro). su richiesta della locale Procura della Repubblica - D.D.A. diretta dal procuratore capo Antonio Vincenzo Lombardo. Sequestrati beni per un valore complessivo di 40 milioni di euro; 19 aziende;   45 immobili (terreni, fabbricati e appartamenti), tra cui 2 bar in pieno centro a Roma e conti correnti.  L’accusa è di:associazione mafiosa, trasferimento fraudolento di valori, usura, estorsione, illecita detenzione di arma comune da sparo e frode nelle pubbliche forniture aggravati dalle modalità mafiose. Grazie alla forza di intimidazione derivante dal vincolo associativo e della conseguente condizione di assoggettamento e di omertà che ne deriva. Gli indagati sono anche accusati di usura nei confronti di un commerciante di auto, divenuto testimone di giustizia ed attualmente sottoposto al piano di protezione

CATANZARO, OPERAZIONE “LIBRA”, AZZERATA DA CARABINIERI E GUARDIA DI FINANZA, LA COSCA DEI TRIPODI DI PORTO SALVO (VIBO VALENTIA), ALA ECONOMICO-FINANZIARIA DEL CLAN DEI MANCUSO EGEMONI NEL VIBONESE


La tattica della cosca vecchia come il mondo si articolava in due fasi.  In un primo tempo riusciva a pilotare l'aggiudicazione delle gare d'appalto;successivamente riusciva ad indirizzare i subappalti verso imprese "amiche". L’alternativa, ai subappalti, secondo l’accusa, era il pagamento di una mazzetta del 5% sull'ammontare dell'intero appalto. I colpiti da OCC, nell'ambito dell'operazione "Libra" sono: Nicola Tripodi, 65 anni; Sante Mario Tripodi, 40 anni; Antonio Tripodi, 49 anni; Orlando Tripodi, 27 anni, tutti di Porto Salvo, frazione di Vibo Valentia; Salvatore Vita, 38 anni, di Vibo Valentia; Francesco Comerci, 38 anni, dei Messina; Massimo Murano, 40 anni, di Busto Arsizio (Va); Cristian Sicari, 28 anni, di Tropea; Giovanni Aracri, 43 anni, di Vibo Valentia; Maria Alfonsa Farfaglia, 44 anni, di Vibo Valentia; Gregorio De Luca, 35 anni, di Vibo Valentia; Raffaele Acanfora, 45 anni, di Scafati (Sa); Daniele Marturano, 40 anni, di Vibo Valentia; Orazio Mantino, 41 anni, di Vibo Marina. Il nubifragio che si è abbattuto  il 3 luglio del 2006 nel Vibonese, aveva provocato  quattro morti  ( due guardie giurate, Ulisse Galioti, di 40 anni, e Nicola De Pascali, di 44 un pastore, Antonio Arcella, di 56 anni, colpito da un fulmine in località Crocicelle di Sant'Onofrio mentre pascolava il suo gregge) tra cui un bambino di appena 15 mesi,  e decine di feriti. La mamma scesa  dall'auto, ha tentato di consegnare il figlio a un altro automobilista. Il bambino è stato però trascinato dalla pioggia insieme al soccorritore. I soccorritori lo hanno trovato senza vita.
Domenico Salvatore

Vibo Valentia –Tutto parte dall’alluvione del 3 luglio 2006, (in due ore - secondo quanto ha riferito il prefetto Guido Bertolaso, direttore del Dipartimento della Protezione Civile  - sono caduti più 190 millimetri di acqua) che travolse le campagne del Vibonese e provocò quattro morti ( due guardie giurate, Ulisse Galioti, di 40 anni, e Nicola De Pascali, di 44 un pastore, Antonio Arcella, di 56 anni, colpito da un fulmine in località Crocicelle di Sant'Onofrio mentre pascolava il suo gregge) tra cui un bambino di appena 15 mesi,  e decine di feriti. La mamma scesa  dall'auto, ha tentato di consegnare il figlio a un altro automobilista. Il bambino è stato però trascinato dalla pioggia insieme al soccorritore. I soccorritori lo hanno trovato senza vita. Lo Stato, sensibile, come sempre, intervenne subito con sostanziosi  finanziamenti, in favore delle popolazioni colpite. Manna dal cielo per la ‘famiglie di ‘ndrangheta. Satelliti del clan dei Mancuso egemoni nel Vibonese ( e non solo). Una tattica vecchia come il mondo, ben nota alle forze di polizia, coordinate dalla Magistratura, che si articolava in due fasi. In un primo tempo riusciva a pilotare l'aggiudicazione delle gare d'appalto; successivamente riusciva ad indirizzare i subappalti verso imprese "amiche". L’alternativa, ai subappalti, secondo l’accusa, era il pagamento di una mazzetta del 5% sull'ammontare dell'intero appalto.

L’azione dei Carabinieri del Comando Provinciale di Vibo diretto dal colonnello Daniele Scardocchia e Catanzaro, diretto dal colonnello Salvatore Sgroj e del Comando Provinciale della Guardia di Finanza di Catanzaro, generale Antonio De Nisi, la sinergia del GOC diretto dal colonnello Patrizio La Scala e la Compagnia Carabinieri di Vibo diretta dal capitano Diego Berlingeri, era diretta a colpire esponenti e sodali della cosca di ‘ndrangheta “Tripodi” di Vibo Valentia fraz. Marina e loc. Porto Salvo; ritenuti responsabili dei reati di associazione di tipo mafioso, trasferimento fraudolento di valori, usura, estorsione, illecita detenzione di arma comune da sparo e frode nelle pubbliche forniture (reati aggravati dalle modalità di cui all’art. 7 L. 203/91). Agli arresti domiciliari si trovano: Roberto La Gamba, 27 anni, di Soriano Calabro (Vv); Francesco La Tesse, 28 anni, di Vibo Valentia; Simon Schito, 31 anni, di Milano; Francesco Lo Bianco, 39 anni, di Vibo Valentia. Misura cautelare rigettata per: Antonio Chirico, 26 anni, di Vibo Marina; Luciano Franzoni, 35 anni, di Vibo Valentia; Daniele Prestanicola, 31 anni, di Vibo Valentia; Gaetano Staropoli, 46 anni, di Vibo Valentia; Giuseppe Vita, 47 anni, di Vibo Valentia.

Contestualmente, si legge nel comunicato stampa, i militari della Guardia di Finanza e dei Carabinieri eseguono anche un decreto di sequestro preventivo emesso dalla D.D.A. di Catanzaro nei confronti di 19 aziende e nr. 25 persone fisiche, con conseguente sequestro di nr. 45 immobili (terreni, fabbricati, appartamenti e pertinenze) e conti corrente riconducibili ai destinatari del provvedimento per un valore complessivo di circa 40 milioni di Euro. Tra i beni sottoposti a sequestro spiccano nr. 2 bar ubicati in pieno centro a Roma, un altro ubicato in provincia di Milano e immobili di pregio ubicati in Roma e Milano. L’operazione conclude una complessa e prolungata attività investigativa, che ha permesso di accertare l’operatività della citata cosca “Tripodi”, non ancora riconosciuta giudizialmente, ricostruendone le attività illecite nell’arco temporale 2006 - 2012, le dinamiche interne ed esterne, nonché i variegati interessi economici in diverse Regioni.

L’organizzazione criminale in tratto, ritenuta subordinata alla nota famiglia “Mancuso” di Limbadi (VV) e Nicotera (VV), “si avvale della forza di intimidazione derivante dal vincolo associativo e della conseguente condizione di assoggettamento e di omertà che ne deriva, per commettere delitti, quali quelli di estorsione, usura, detenzione e porto illegale di armi, ovvero per acquisire, direttamente ovvero attraverso ditte intestate a prestanome, il controllo dell’attività edilizia nel settore dei lavori pubblici e degli appalti di opere pubbliche, ovvero ancora al fine di procurare voti a sé o ad altri, e segnatamente a candidati compiacenti che si sono presentati alle elezioni del 2010 per il rinnovo del Consiglio Regionale del Lazio, regione in cui l'associazione intendeva espandere la propria attività imprenditoriale, e comunque per realizzare in favore dei propri affiliati profitti ingiusti”.

Quanto precede mediante:a.   l’infiltrazione, attraverso società direttamente riconducibili ad alcuni esponenti della cosca od intestate a prestanome, perlopiù operanti nel settore dell’edilizia: nei lavori pubblici lungo la costa vibonese, dove il sodalizio esercita il proprio predominio;in opere pubbliche realizzate in altre località del territorio nazionale;b.    l’utilizzo di numerose società riconducibili alla cosca, che costituiscono lo strumento per la commissione dei reati e in particolare per l’accaparramento degli appalti, tanto da poter far ritenere la cosca una vera e propria Holding di ‘ndrangheta;c.   l’usura, accertata in particolare nei confronti di un commerciante di autovetture vibonese, divenuto testimone di giustizia ed attualmente sottoposto al piano di protezione d.   e estorsioni ai danni di altri operatori economici, attuate anche attraverso l’imposizione:del pagamento di fatture per prestazioni in realtà mai eseguite;dell’acquisto di beni e prestazioni d’opera dalle ditte riconducibili al sodalizio;e.   il tentativo di acquisire appalti pubblici nel Lazio anche attraverso il promesso sostegno elettorale ad un candidato (non indagato) alle elezioni del Consiglio Regionale del 2010, in seguito eletto.I particolari dell’attività saranno illustrati nel corso di una conferenza stampa che avrà luogo alle ore 11 del 23 maggio 2013 presso il Gruppo Operativo Calabria dei Carabinieri di Vibo Valentia. E’ prevista la partecipazione di rappresentanti della Direzione Nazionale Antimafia. Lo Stato è passato al contrattacco e per il clan dei Mancuso egemone nel Vibonese, sono grattacapi, noie  e rogne. La cosca dei Mancuso, è stato detto in tutte le salse, è la più ricca dell’interno comparto, grazie al traffico di droga. Avrebbe importato dall’America, decine, centinaia di tonnellate di cocaina. A parte tutti gli altri settori di lucro come traffico di armi, sigarette, oro e preziosi, rifiuti, rakett delle estorsioni e della prostituzione, appalti e sub-appalti, infiltrazioni nella politica ecc.
Domenico Salvatore

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