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Italiani nel mondo, Sangregorio (USEI): con Papa Francesco, Italia e Argentina più vicine.

“Desidero esprimere la mia più grande gioia per l’elezione di un Papa che viene dal Sudamerica, e che già nella scelta del nome, Francesco, ha voluto dare al mondo il messaggio più autentico di rinnovamento per la Chiesa.

Il fatto che Papa Francesco sia un argentino di origini italiane, mi riempie il cuore di felicità. Oggi più che mai Italia e Argentina sono due Paesi vicinissimi. Anche attraverso il nuovo Pontefice l’Italia e l’Argentina, ma in realtà tutto il Sud America, saranno più a stretto contatto fra loro. L’Argentina risorgerà anche grazie a Papa Francesco. Sono davvero orgoglioso che a dirigere la Chiesa di Roma sia un italo-argentino, un uomo semplice, un uomo buono”.

Così Eugenio Sangregorio, presidente dell’USEI (Unione Sudamericana Emigrati Italiani) che prosegue: “Ho conosciuto personalmente Padre Bergoglio qui in Argentina: era sempre molto attento e sensibile all’associazionismo italiano. Restando accanto ai più deboli e ai meno fortunati, questo pontefice rappresenta davvero lo spirito della Chiesa, quello più puro e vicino a nostro Signore. La scelta di Padre Bergoglio come nuovo Papa è qualcosa di davvero molto importante per tutta l’America latina”.

“Da sempre, scrivo e ripeto che Argentina e Italia devono collaborare in misura maggiore fra loro. Chi mi segue, conosce molto bene la mia visione politica”, continua Sangregorio, “che vede l’Argentina come una grande opportunità per l’Italia, per le sue piccole e medie imprese. Da anni lavoro per costruire un ponte immaginario, fra il BelPaese e il Paese sudamericano, fatto di scambi commerciali, culturali, politici, economici. Adesso, con Papa Francesco saremo uniti anche da un legame di fede a cui tutti noi teniamo moltissimo”.

“Sarò a Roma nei prossimi giorni – annuncia in conclusione il presidente USEI - per impegni politici e istituzionali. Fin da subito, mi opererò per incontrare Papa Francesco con una delegazione di amici italo argentini. Sarà un onore e un privilegio potermi inchinare davanti al Sommo Pontefice”.

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