Calcio dilettantistico di terza categoria- Ecce agnus dèi, qui tollis peccata mundi. Aiuto!Il dream team, improvvisamente, nella partita dell’anno, è diventato una squadretta di pastafrolla. Un naufragio grossolano. Dopo un primo tempo assolutamente perfetto. Primum vivere deinde philosophari. Come dire, prima non prenderle, secondo darle. Nella ripresa si chiude a riccio, rinuncia al gioco e crolla sotto i colpi dell’arrembaggio locale
IL FUTSAL MELITO, TROVA NELL’UOVO DI PASQUA UN’AMARA SORPRESA
Nella ripresa, in un clima da corrida, dilettanti allo sbaraglio, i padroni di casa, si risvegliano dal torpore e combinano sfracelli. Ma la barriera ospite nei calci piazzati che hanno deciso il match, non è esente da colpe. Chapeau, di fronte alla migliore formazione del campionato. La strigliata del mister negli spogliatoi ha sortito effetti splendidi e meravigliosi. Ma l’arbitro, “suonato” come Kim Soo Ki a San Siro, è andato a caccia di farfalle sotto l’arco di tito
Domenico Salvatore
Reggio Calabria- Da più 4, a meno due. Il sogno ‘bello ed impossibile’ di chiudere la partita e la pratica torneo, ha fatto ploff! Dopo un’ora di gioco, gl’imperi centrali, sono crollati. Ha vinto il Ravagnese, apparso più squadra e meglio disposto sul rettangolo verde. Con più grinta e più carattere; ha trionfato sul campo e con pieno merito. Questo, va detto subito, chiaro, forte e tondo. Senza ‘se’ e senza ‘ma’. Questa è la nostra opinione. Il resto, non conta. Il resto è filosofia, letteratura, poesia. Ma ve lo racconteremo, per come l’abbiamo visto noi. Se non per diritto-dovere di cronaca. Scripta manent, verba volant. Va precisato pure che abbiamo assistito ad una gara, che sul piano dello spettacolo, non poteva di certo, fregiarsi del logo della 20th Century Fox, della Metro-Goldwyn-Mayer o della Paramount. Il Melito, continua ad imbarcare vagonate di goal in trasferta. Sei nelle ultime due. Troppe, per chi voglia vincere il campionato; altre tre “papagne” sul groppone, come a Casignana. Tuttavia, non ce la sentiamo di infierire più di tanto sulle disgrazie altrui. Ci ha pensato l’arbitro con una condotta di gara molto discutibile, censurabile se non opinabile. Il Melito, ha disputato una grossa partita sul piano agonistico. Fuori casa.
Nella partita dell’anno. Il Ravagnese però, in quella manciata di minuti di gioco effettivo o reale, lo ha sovrastato sul piano tattico e tecnico. Ininfluente il pubblico, sebbene numeroso muto come un pesce (c’era pire il general manager dell’Hinterreggio Carmelo Rappoccio, tornato con nostalgìa…” sul luogo del delitto”, ed una vecchia conoscenza, Pasquale Zema). Ci sono tuttavia, delle cose, che non ci hanno convinto affatto. E le diremo certamente. Non saremo reticenti questo è sicuro. Non vanno sottaciute o sottovalutate. Innanzitutto l’arbitro. Una direzione molto lacunosa. Non ha tirato fuori il cartellino rosso, quando doveva; in almeno due o tre occasioni. Il che ha fatto imbufalire la panchina ospite. A giusta ragione, secondo la nostra angolazione. Ha annullato una rete e non ha concesso un paio di rigori, al Melito. Abbiamo pure qualche dubbio sui calci piazzati generosamente concessi al Ravagnese, per mezzo dei quali, ha ribaltato il risultato. Non aveva bisogno di questi regali pasquali. Il Ravagnese è più squadra. E diciamolo pure la più forte del campionato. Anche questa, è la nostra opinione. L’arbitro, ci è sembrato molto lontano dall’azione. Se non assente. Ma, non aveva succhiato alcun “pupillo” al loto; non si è fatto cullare da Morfeo, né dallo “Zi’Ninniro”. Nonostante la statura fisica ci è sembrato lento, impacciato e ben lontano dall’azione. Ma soprattutto, non ha applicato il regolamento.
L’AIA lo ha selezionato a suo insindacabile giudizio. Per carità. Può andare bene, può andare male. Non tutte le ciambelle escono col buco. Sebbene, si sia sbagliata stavolta; e di grosso anche. Benchè, non ne faremo una colpa di ciò. Ma c’è di più. Il cronista, ha fatto nuove, imperdibili ed utili esperienze. Non aveva mai visto prima d’ora, la polizia entrare in campo per quindici volte in una gara. Visto l’andazzo, diciamo, meno male. Poteva finire molto peggio, se non ci fosse stata. In questo, ha avuto occhio il dirigente della Questura a disporre un servizio di prevenzione. Abbiamo visto pure qualche “pantera” roteare in zona. Ed il rumore in lontananza di un elicottero. Non si sa mai. Almeno, ha fatto da deterrente; e, grazie a Dio, non è successo niente di grave. Ad un certo punto, tuttavia, perfino il mite Tripodi, ha perso le staffe ed è andato a protestare. Nel secondo tempo si saranno giocati sì e no dieci-dodici minuti effettivi. Peggio del primo tempo, quando almeno per venti minuti si è giocato al pallone. Il che significa che su cento minuti disponibili (con il recupero), si sono persi ben 70. Inammissibile, incredibile, inaccettabile, intollerabile. Altra nota, il comportamento assolutamente sportivo del pubblico locale, che si è visto la sua partita, perfino, senza protestare più di tanto. Sebbene non abbia assistito ad una gara spettacolare, come il match di cartellino imponeva.
L’incontro di calcio, ha avuto luogo nel campo di patate infame in quel di Ravagnese…buon’anima, rispetto al biliardo, su cui giocava l’Hinterreggio di Franco Pellicanò. Rimbalzi fasulli del pallone, che mettevano a repentaglio muscoli, tendini e nervi, caviglie e ginocchi degli atleti, controllo del pallone molto approssimativo. I Melitesi, gonzi, allocchi e sempliciotti, sono cascati ingenuamente, spesso e volentieri, nella trappola della provocazione e dell’istigazione. Anche in questo, il Ravagnese, ci è parso più saldo e volitivo. La partita, per lunghi tratti è stata una vera e propria corrida. Manate, spinte e spintoni, calci e calcioni, insulti e sputi, scazzottate. Ganci sinistri e montanti, calci e pugni e botte da orbi. Un invito a nozze per i giovani mustan g che nitrando e scalpitano si sono lanciati nelle mischie furibonde, che si accendevano qui e là, nelle coree de e sulle dune. Con quello che si vede ogni domenica sui campi di gioco, la cosa non ci sorprende, né ci scandalizza più di tanto. Ma non era un match di wrestling. Non c’erano lì John Cena, Rey Mysterio, Big Show, Undertaker, Eddie Guerrero, Batista, Chris Benoit. Un “vaffa” se l’è preso in faccia, pure l’arbitro. Si è sentito bene dalla tribunetta, ma la giacchetta fucsia, non ha tirato fuori i c…, ha fatto finta di non sentire. Così il monello, nemico del galateo e del bon ton, se l’è cavata con un cartellino giallo. Buonanotte e buonasera!
Giornata storta per l’arbitro? Sarà, ma il Melito, ci ha rimesso il campionato. I ragazzini della Riviera della Zagara, non l’hanno presa bene. Ed è umano. C’hanno messo il cuore e l’anima. Ci tenevano in maniera epidermica a questo confronto. Sapevano di potercela fare. Ma per vincere le partite fuori casa, bisogna giocare col sangue agli occhi, strabuzzati fuori dalle orbite. Il sogno è durato più di un’ora. Poi il crollo. Prima fisico ed atletico e dopo mentale. Gli allenamenti approssimativi si sono rivelati il vero tallone di achille della squadra jonica. Nel finale Minicuci e Gullì, avevano a disposizione due o tre palle buone, da spedire in fondo al sacco, ma è mancata pure, la giusta lucidità e fortuna. Ci vorrebbe l’energia prodotta da unblanium in Avatar. C’era tanta rabbia, mista a collera, sdegno ed indignazione, se non impotenza amarezza e delusionetra gli ospiti. Ma ora basta con le chiacchiere. Parliamo della partita. Oddio, ma di quale partita parleremo? Le immagini in nostro possesso, dicono che si sia vista una partita virtuale, un cyber-incontro. Potremmo scrivere ben poche righe;solamente un banner. Le quattro reti, tuttavia ci sono sembrate assolutamente regolari. Il Ravagnese, ha colpito pure un palo ed una traversa. Candito ha fatto almeno tre interventi decisivi. Questo, legittima ampiamente, il successo dei padroni di casa. Giochi fatti? La speranza, ultima a morire, dura ancora 270 minuti, poi, la parola, passerà ai play-off . Ed alle chiacchiere da bizolo.
Domenico Salvatore
Il tabellino di Dosa
Asd Ravagnese Gbi:Martino 7, Lia 10, Bonarrigo 8, Pavone 8, Pirrello 8, De Maria 8, Lombardo 9, Morabito 9, Simone 8, Bentivoglio 9, Falcomatà 9
In panchina, Mafrici, Suraci, Comito, Fascì, Foti, Martino, Alati ,
Allenatore Giuseppe Scevola 10.
Presidente, Annunziato Vadalà 10
Melito Futsal:Candito 5, Orlando 5, Ielo 5, Laganà 5, Baccellieri 5, Errigo 5, Latella 7, Pulitanò 5, Gullì 5, Tripodi 5, Minicuci 5,5
In panchina, Barilla, Pansera, Russo Toscano, Focà, Iamonte, Scrivo.
Allenatore, Domenico Tripodi 5
Presidente, Rocco De Pietro 5.
Arbitro, Giuseppe Nucera di Reggio Calabria
Marcatori 34 p.t. Tripodi (F. Melito), 15 s.t. Lia, 23 s.t. Lombardo, 35 s.t. Bentivoglio
Note, terreno in pessime condizioni di gioco, prossimo al famigerato “campo di patate” angoli 6-5, punizioni 18-15, rimesse laterali 16-14
IL FUTSAL MELITO, TROVA NELL’UOVO DI PASQUA UN’AMARA SORPRESA
Nella ripresa, in un clima da corrida, dilettanti allo sbaraglio, i padroni di casa, si risvegliano dal torpore e combinano sfracelli. Ma la barriera ospite nei calci piazzati che hanno deciso il match, non è esente da colpe. Chapeau, di fronte alla migliore formazione del campionato. La strigliata del mister negli spogliatoi ha sortito effetti splendidi e meravigliosi. Ma l’arbitro, “suonato” come Kim Soo Ki a San Siro, è andato a caccia di farfalle sotto l’arco di tito
Domenico Salvatore
Reggio Calabria- Da più 4, a meno due. Il sogno ‘bello ed impossibile’ di chiudere la partita e la pratica torneo, ha fatto ploff! Dopo un’ora di gioco, gl’imperi centrali, sono crollati. Ha vinto il Ravagnese, apparso più squadra e meglio disposto sul rettangolo verde. Con più grinta e più carattere; ha trionfato sul campo e con pieno merito. Questo, va detto subito, chiaro, forte e tondo. Senza ‘se’ e senza ‘ma’. Questa è la nostra opinione. Il resto, non conta. Il resto è filosofia, letteratura, poesia. Ma ve lo racconteremo, per come l’abbiamo visto noi. Se non per diritto-dovere di cronaca. Scripta manent, verba volant. Va precisato pure che abbiamo assistito ad una gara, che sul piano dello spettacolo, non poteva di certo, fregiarsi del logo della 20th Century Fox, della Metro-Goldwyn-Mayer o della Paramount. Il Melito, continua ad imbarcare vagonate di goal in trasferta. Sei nelle ultime due. Troppe, per chi voglia vincere il campionato; altre tre “papagne” sul groppone, come a Casignana. Tuttavia, non ce la sentiamo di infierire più di tanto sulle disgrazie altrui. Ci ha pensato l’arbitro con una condotta di gara molto discutibile, censurabile se non opinabile. Il Melito, ha disputato una grossa partita sul piano agonistico. Fuori casa.
Nella partita dell’anno. Il Ravagnese però, in quella manciata di minuti di gioco effettivo o reale, lo ha sovrastato sul piano tattico e tecnico. Ininfluente il pubblico, sebbene numeroso muto come un pesce (c’era pire il general manager dell’Hinterreggio Carmelo Rappoccio, tornato con nostalgìa…” sul luogo del delitto”, ed una vecchia conoscenza, Pasquale Zema). Ci sono tuttavia, delle cose, che non ci hanno convinto affatto. E le diremo certamente. Non saremo reticenti questo è sicuro. Non vanno sottaciute o sottovalutate. Innanzitutto l’arbitro. Una direzione molto lacunosa. Non ha tirato fuori il cartellino rosso, quando doveva; in almeno due o tre occasioni. Il che ha fatto imbufalire la panchina ospite. A giusta ragione, secondo la nostra angolazione. Ha annullato una rete e non ha concesso un paio di rigori, al Melito. Abbiamo pure qualche dubbio sui calci piazzati generosamente concessi al Ravagnese, per mezzo dei quali, ha ribaltato il risultato. Non aveva bisogno di questi regali pasquali. Il Ravagnese è più squadra. E diciamolo pure la più forte del campionato. Anche questa, è la nostra opinione. L’arbitro, ci è sembrato molto lontano dall’azione. Se non assente. Ma, non aveva succhiato alcun “pupillo” al loto; non si è fatto cullare da Morfeo, né dallo “Zi’Ninniro”. Nonostante la statura fisica ci è sembrato lento, impacciato e ben lontano dall’azione. Ma soprattutto, non ha applicato il regolamento.
L’AIA lo ha selezionato a suo insindacabile giudizio. Per carità. Può andare bene, può andare male. Non tutte le ciambelle escono col buco. Sebbene, si sia sbagliata stavolta; e di grosso anche. Benchè, non ne faremo una colpa di ciò. Ma c’è di più. Il cronista, ha fatto nuove, imperdibili ed utili esperienze. Non aveva mai visto prima d’ora, la polizia entrare in campo per quindici volte in una gara. Visto l’andazzo, diciamo, meno male. Poteva finire molto peggio, se non ci fosse stata. In questo, ha avuto occhio il dirigente della Questura a disporre un servizio di prevenzione. Abbiamo visto pure qualche “pantera” roteare in zona. Ed il rumore in lontananza di un elicottero. Non si sa mai. Almeno, ha fatto da deterrente; e, grazie a Dio, non è successo niente di grave. Ad un certo punto, tuttavia, perfino il mite Tripodi, ha perso le staffe ed è andato a protestare. Nel secondo tempo si saranno giocati sì e no dieci-dodici minuti effettivi. Peggio del primo tempo, quando almeno per venti minuti si è giocato al pallone. Il che significa che su cento minuti disponibili (con il recupero), si sono persi ben 70. Inammissibile, incredibile, inaccettabile, intollerabile. Altra nota, il comportamento assolutamente sportivo del pubblico locale, che si è visto la sua partita, perfino, senza protestare più di tanto. Sebbene non abbia assistito ad una gara spettacolare, come il match di cartellino imponeva.
L’incontro di calcio, ha avuto luogo nel campo di patate infame in quel di Ravagnese…buon’anima, rispetto al biliardo, su cui giocava l’Hinterreggio di Franco Pellicanò. Rimbalzi fasulli del pallone, che mettevano a repentaglio muscoli, tendini e nervi, caviglie e ginocchi degli atleti, controllo del pallone molto approssimativo. I Melitesi, gonzi, allocchi e sempliciotti, sono cascati ingenuamente, spesso e volentieri, nella trappola della provocazione e dell’istigazione. Anche in questo, il Ravagnese, ci è parso più saldo e volitivo. La partita, per lunghi tratti è stata una vera e propria corrida. Manate, spinte e spintoni, calci e calcioni, insulti e sputi, scazzottate. Ganci sinistri e montanti, calci e pugni e botte da orbi. Un invito a nozze per i giovani mustan g che nitrando e scalpitano si sono lanciati nelle mischie furibonde, che si accendevano qui e là, nelle coree de e sulle dune. Con quello che si vede ogni domenica sui campi di gioco, la cosa non ci sorprende, né ci scandalizza più di tanto. Ma non era un match di wrestling. Non c’erano lì John Cena, Rey Mysterio, Big Show, Undertaker, Eddie Guerrero, Batista, Chris Benoit. Un “vaffa” se l’è preso in faccia, pure l’arbitro. Si è sentito bene dalla tribunetta, ma la giacchetta fucsia, non ha tirato fuori i c…, ha fatto finta di non sentire. Così il monello, nemico del galateo e del bon ton, se l’è cavata con un cartellino giallo. Buonanotte e buonasera!
Giornata storta per l’arbitro? Sarà, ma il Melito, ci ha rimesso il campionato. I ragazzini della Riviera della Zagara, non l’hanno presa bene. Ed è umano. C’hanno messo il cuore e l’anima. Ci tenevano in maniera epidermica a questo confronto. Sapevano di potercela fare. Ma per vincere le partite fuori casa, bisogna giocare col sangue agli occhi, strabuzzati fuori dalle orbite. Il sogno è durato più di un’ora. Poi il crollo. Prima fisico ed atletico e dopo mentale. Gli allenamenti approssimativi si sono rivelati il vero tallone di achille della squadra jonica. Nel finale Minicuci e Gullì, avevano a disposizione due o tre palle buone, da spedire in fondo al sacco, ma è mancata pure, la giusta lucidità e fortuna. Ci vorrebbe l’energia prodotta da unblanium in Avatar. C’era tanta rabbia, mista a collera, sdegno ed indignazione, se non impotenza amarezza e delusionetra gli ospiti. Ma ora basta con le chiacchiere. Parliamo della partita. Oddio, ma di quale partita parleremo? Le immagini in nostro possesso, dicono che si sia vista una partita virtuale, un cyber-incontro. Potremmo scrivere ben poche righe;solamente un banner. Le quattro reti, tuttavia ci sono sembrate assolutamente regolari. Il Ravagnese, ha colpito pure un palo ed una traversa. Candito ha fatto almeno tre interventi decisivi. Questo, legittima ampiamente, il successo dei padroni di casa. Giochi fatti? La speranza, ultima a morire, dura ancora 270 minuti, poi, la parola, passerà ai play-off . Ed alle chiacchiere da bizolo.
Domenico Salvatore
Il tabellino di Dosa
Asd Ravagnese Gbi:Martino 7, Lia 10, Bonarrigo 8, Pavone 8, Pirrello 8, De Maria 8, Lombardo 9, Morabito 9, Simone 8, Bentivoglio 9, Falcomatà 9
In panchina, Mafrici, Suraci, Comito, Fascì, Foti, Martino, Alati ,
Allenatore Giuseppe Scevola 10.
Presidente, Annunziato Vadalà 10
Melito Futsal:Candito 5, Orlando 5, Ielo 5, Laganà 5, Baccellieri 5, Errigo 5, Latella 7, Pulitanò 5, Gullì 5, Tripodi 5, Minicuci 5,5
In panchina, Barilla, Pansera, Russo Toscano, Focà, Iamonte, Scrivo.
Allenatore, Domenico Tripodi 5
Presidente, Rocco De Pietro 5.
Arbitro, Giuseppe Nucera di Reggio Calabria
Marcatori 34 p.t. Tripodi (F. Melito), 15 s.t. Lia, 23 s.t. Lombardo, 35 s.t. Bentivoglio
Note, terreno in pessime condizioni di gioco, prossimo al famigerato “campo di patate” angoli 6-5, punizioni 18-15, rimesse laterali 16-14
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