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Diego Armando Maradona ha vinto battaglia col fisco?

Diego Armando Maradona
FISCO: MARADONA, AGENZIAENTRATE VALUTA AZIONE LEGALE  PER REITERATA DIFFUSIONE DI NOTIZIE INESATTE OBBLIGHI CALCIATORE  - ROMA, 1 FEB - Nell'ambito del 'caso Maradona', le Entrate valuteranno di ''avviare azioni legali, anche in sede civile, a tutela della propria immagine''. Lo afferma l'Agenzia per la ''reiterata diffusione di notizie inesatte'' da parte dei legali dell'ex giocatore ''di fatti che non rispecchiano la posizione dell'Agenzia'' ne' gli obblighi di Maradona.


FISCO: AG.ENTRATE, NON ANNULLATO DEBITO MARADONA
- L'Agenzia delle Entrate smentisce cosi' la lettura del dispositivo della sentenza fatta stamattina dall'avvocato Angelo Pisani. In particolare, entrando nel merito della decisione presa dalla Commissione Tributaria Centrale in un procedimento riguardante il Napoli Calcio e i due giocatori Careca e Alemao, evidenzia che ''al contrario la Commissione ha rigettato la richiesta di intervento adesivo dipendente avanzata dal calciatore Maradona nel giudizio in questione, rispetto al quale lo stesso Maradona era estraneo''. L'Agenzia mette poi in risalto tutte le altre sentenze che, invece, vedono Maradona condannato al rispetto degli obblighi tributari. ''Si ricorda altresi' - prosegue la nota - che il debito tributario del sig. Maradona e' stato ormai confermato da innumerevoli sentenze della giustizia tributaria, a partire dalla sentenza della Ctp (Commissione tributaria provinciale) di Napoli n. 786/2001, confermata in appello dalla sentenza della Ctr (Commissione tributaria regionale) Campana 1091/2002 e quindi dalla sentenza della Corte di Cassazione n. 3231/2005, per arrivare alla sentenza della Ctp di Napoli n. 321/17/2012, con la quale e' stato respinto il recente ricorso del sig. Maradona diretto a rimettere in discussione il giudicato gia' formatosi in riferimento al suo debito con lo Stato italiano. Assai di recente e' poi dovuta tornare sulla questione la stessa Ctp di Napoli con la sentenza 7/21/2013 che ha dichiarato inammissibile un'ultima iniziativa del sig. Maradona, condannandolo alla refusione delle spese di giudizio in favore dell'Agenzia delle Entrate e di Equitalia Sud''. ''In merito alla reiterata diffusione di notizie inesatte e di fatti che non rispecchiano la posizione dell'Agenzia, ne' la situazione in cui versa il sig. Maradona rispetto ai suoi obblighi verso la medesima e verso lo Stato italiano - conclude la nota in riferimento a quanto dichiarato stamattina e nel recente passato da uno dei legali dell'ex calciatore - l'Agenzia valutera' la sussistenza dei presupposti per avviare azioni legali, anche in sede civile, a tutela della propria immagine''.

Maradona ha vinto battaglia col fisco

Maradona ha vinto la battaglia col fisco, può venire in Italia»
Lo dice l'avvocato Angelo Pisani che ha assistito il pibe de oro  
 

ROMA - Diego Armando Maradona ha definitivamente vinto la sua battaglia con il fisco italiano, che pretendeva circa 40 milioni di euro, e «ora può tornare in Italia da uomo libero». Lo ha riferito all'Ansa l'avvocato Angelo Pisani che ha assistito il 'pibe de orò insieme all'avvocato Angelo Scala.

La Commissione Tributaria Centrale, ha riferito il legale, ha confermato la nullità, anche per Maradona, degli accertamenti fiscali eseguiti sul finire degli anni '80 a carico della Società Sportiva Calcio Napoli e di suoi tesserati stranieri - oltre al fuoriclasse argentino, anche i brasiliani Careca e Alemao - per compensi pagati a società estere per lo sfruttamento dei diritti di immagine.

La Commissione Tributaria ha, inoltre, evidenziato l'estinzione per condono dei giudizi fiscali a carico del Napoli e, di conseguenza, a carico di Maradona e dei due brasiliani in maglia azzurra in quegli anni. «Maradona - ha detto l'avvocato Pisani - è finalmente libero dall'incubo del fisco e dalle strumentalizzazioni a suo carico e ha dato mandato di agire in giudizio nei confronti dell'Agenzia delle Entrate e dell'Agente di riscossione per chiedere il risarcimento dei danni personali, all'immagine, patrimoniale e da perdita di chance subiti in questi anni di persecuzione con cartelle pazze: risarcimento per una somma quanto meno equivalente alla stessa pretesa ingiustamente addebitatagli, e cioè 40 milioni di euro».

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