ndrangheta: arrestato Rocco Morabito, boss latitante da 23 anni. Catturato in Uruguay, era stato il re milanese della cocaina
La notizia è stata diffusa dai media locali di Montevideo. Per anni è stato considerato il «re milanese della cocaina», Rocco Morabito deve scontare una condanna a 30 anni di carcere per associazione mafiosa e traffico di droga. Era ricercato dal 1994
di Redazione Online
Rocco Morabito in una foto d’archivio (Ansa) Rocco Morabito in una foto d’archivio (Ansa) shadow
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È stato catturato in Uruguay il boss della `ndrangheta Rocco Morabito, latitante dal 1994, per molti anni considerato «il re milanese della cocaina». Lo hanno reso noto fonti locali, riprese dai media di Montevideo.
La carriera criminale
Rocco Morabito in una vecchia foto
Rocco Morabito in una vecchia foto
Nato a Africo, in provincia di Reggio Calabria il 13 ottobre del 1966, è soprannominato ‘u Tamunga, forse dal nome di un fuoristrada. A Milano si era fatto notare già all’inizio degli anni Novanta tra i giovani rampanti al mitico Biffi di piazzale Baracca, nei locali della Galleria, in quelli di piazza Diaz e perfino all’Ortomercato, piazza importanti dello spaccio della cocaina.
La cattura
Morabito è stato arrestato in un hotel a Montevideo, ma viveva nella località di Punta del Este e aveva un documento falso brasiliano (si faceva chiamare Francisco Capeleto) con il quale aveva poi ottenuto la carta d’identità uruguaiana. Morabito viveva in Uruguay da una decina d’anni, ricorda la stampa locale, ed «era uno dei dieci mafiosi più ricercati in Italia». Il `boss´ della `ndrangheta sarà estradato in Italia. Insieme a lui è stata arrestata una donna angolana con passaporto portoghese che sarebbe la moglie di Morabito. Nell’operazione che ha portato all’arresto la polizia uruguaiana ha confiscato tra l’altro 13 cellulari, una pistola, 12 carte di credito, assegni in dollari e 150 foto carnet con il viso del detenuto.
I complimenti di Minniti
Il ministro dell’Interno, Marco Minniti, si è complimentato con il Capo della Polizia, Franco Gabrielli, e il Comandante Generale dell’Arma dei Carabinieri, Tullio Del Sette: «L’azione dello Stato contro la criminalità organizzata ha conseguito un altro importante risultato con l’arresto avvenuto a Punta dell’Este, in Uruguay, di Rocco Morabito, ricercato dal 1994 in ambito internazionale e inserito nell’elenco dei latitanti più pericolosi, perché già condannato per associazione di tipo mafioso, traffico di sostanze stupefacenti e altri gravi reati». Secondo Minniti, ò’arresto di Morabito, «elemento di spicco dell’omonima cosca di Africo Nuovo e ritenuto il numero uno dei ricercati appartenenti alla `ndrangheta», è il risultato «dell’ottima attività di cooperazione investigativa internazionale tra la Polizia uruguaiana e il Dipartimento della Pubblica Sicurezza italiano, attraverso i rispettivi ufficiali di collegamento, che hanno consentito l’accertamento della vera identità del latitante, con il coordinamento della Procura della Repubblica di Reggio Calabria».
‘Ndrangheta, tutti i dettagli sullo storico arresto del boss Rocco Morabito: era latitante dal 1994, viveva da pascià in Uruguay [FOTO e VIDEO]
Arrestato il boss Rocco Morabito ritenuto elemento di vertice della omonima articolazione territoriale della ‘ndrangheta operante prevalentemente nell’area jonica reggina e con ramificazioni in ambito nazionale ed internazionale, latitante di massima pericolosità inserito nel programma speciale di iicerca, irreperibile dall’ottobre 1994
3 settembre 2017, nelle prime ore della mattinata in Punta del Este (Uruguay), personale della locale polizia individuava e traeva in arresto Morabito Rocco, di 51 anni da Africo (RC), pluripregiudicato, ritenuto elemento di vertice della omonima articolazione territoriale della ‘ndrangheta operante prevalentemente nell’area jonica reggina e con ramificazioni in ambito nazionale ed internazionale, latitante di massima pericolosità inserito nel programma speciale di ricerca, irreperibile dall’ottobre 1994 allorquando si sottraeva ad un ordinanza di custodia cautelare in carcere e destinatario di un ordine di carerazione di unificazione di pene concorrenti emesso il 13.08.2008 dalla Procura Generale della Repubblica di Reggio Calabria – Ufficio Esecuzioni Penali poichè condannato alla pena della reclusione di anni 30 per i reati di associazione a delinquere di tipo mafioso e traffico internazionale di sostanze stupefacenti.
Nell’immediatezza il Morabito, nel tentativo di sfuggire all’arresto, dichiarava di essere cittadino brasiliano ed esibiva un documento d’identità con falsa identità di Francisco Antonino Capeletto Souza. Le immediate verifiche, esperite nell’ambito di collaborazione internazionale tra quella polizia ed il Comando Provinciale Carabinieri di Reggio Calabria attraverso il contributo del III Servizio della DCSA e l’Interpol, hanno permesso di identificare con certezza il fermato nel Morabito. L’individuazione si è resa possibile a seguito dell’attività di ricerca che la locale polizia aveva avviato su indicazione dell’esperto per la sicurezza della DCSA in Argentina, e per la stretta collaborazione info-investigativa intrapresa da Carabinieri reggini con il III Servizio della DCSA.
Le ricerche, svolte in Italia, sotto la costante direzione della Procura Distrettuale di Reggio Calabria, estese in campo internazionale, sono state progressivamente ristrette al sud America ed in particolare all’Uruguay, alla cui polizia sono state fornite dai Carabinieri, attraverso il III Servizio della DCSA, gli elementi into-investigativi utili all’identificazione. Nella notte si arrivava all’individuazione del Morabinito in un noto albergo della zona, pertanto, alle prime luci dell’alba, si faceva irruzione nella camera ove veniva trovato il prevenuto, con falsi documenti, numerosi telefoni cellulari ed una pistola, insieme alla compagna, una donna angolana con passaporto portoghese. Nella circostanza il prevenuto, che non accennava alcuna reazione nè opponeva alcuna resistenza, ha continuato a professarsi quale la persona di cui ai documenti in possesso, ma le approfondite verifiche effettuate anche attraverso la comparazione dei rilievi dattiloscopici, hanno consentito la sua definitva identificazione, ponendo così fine a ventitrè anni di latitanza, grand parte dei quali trascorsi, è stato già accertato, in sud America. Sono state avviate dalla locale Procura le procedure per la successiva estradizione dell’arrestato in Italia.
La notizia è stata diffusa dai media locali di Montevideo. Per anni è stato considerato il «re milanese della cocaina», Rocco Morabito deve scontare una condanna a 30 anni di carcere per associazione mafiosa e traffico di droga. Era ricercato dal 1994
di Redazione Online
Rocco Morabito in una foto d’archivio (Ansa) Rocco Morabito in una foto d’archivio (Ansa) shadow
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È stato catturato in Uruguay il boss della `ndrangheta Rocco Morabito, latitante dal 1994, per molti anni considerato «il re milanese della cocaina». Lo hanno reso noto fonti locali, riprese dai media di Montevideo.
La carriera criminale
Rocco Morabito in una vecchia foto
Rocco Morabito in una vecchia foto
Nato a Africo, in provincia di Reggio Calabria il 13 ottobre del 1966, è soprannominato ‘u Tamunga, forse dal nome di un fuoristrada. A Milano si era fatto notare già all’inizio degli anni Novanta tra i giovani rampanti al mitico Biffi di piazzale Baracca, nei locali della Galleria, in quelli di piazza Diaz e perfino all’Ortomercato, piazza importanti dello spaccio della cocaina.
La cattura
Morabito è stato arrestato in un hotel a Montevideo, ma viveva nella località di Punta del Este e aveva un documento falso brasiliano (si faceva chiamare Francisco Capeleto) con il quale aveva poi ottenuto la carta d’identità uruguaiana. Morabito viveva in Uruguay da una decina d’anni, ricorda la stampa locale, ed «era uno dei dieci mafiosi più ricercati in Italia». Il `boss´ della `ndrangheta sarà estradato in Italia. Insieme a lui è stata arrestata una donna angolana con passaporto portoghese che sarebbe la moglie di Morabito. Nell’operazione che ha portato all’arresto la polizia uruguaiana ha confiscato tra l’altro 13 cellulari, una pistola, 12 carte di credito, assegni in dollari e 150 foto carnet con il viso del detenuto.
I complimenti di Minniti
Il ministro dell’Interno, Marco Minniti, si è complimentato con il Capo della Polizia, Franco Gabrielli, e il Comandante Generale dell’Arma dei Carabinieri, Tullio Del Sette: «L’azione dello Stato contro la criminalità organizzata ha conseguito un altro importante risultato con l’arresto avvenuto a Punta dell’Este, in Uruguay, di Rocco Morabito, ricercato dal 1994 in ambito internazionale e inserito nell’elenco dei latitanti più pericolosi, perché già condannato per associazione di tipo mafioso, traffico di sostanze stupefacenti e altri gravi reati». Secondo Minniti, ò’arresto di Morabito, «elemento di spicco dell’omonima cosca di Africo Nuovo e ritenuto il numero uno dei ricercati appartenenti alla `ndrangheta», è il risultato «dell’ottima attività di cooperazione investigativa internazionale tra la Polizia uruguaiana e il Dipartimento della Pubblica Sicurezza italiano, attraverso i rispettivi ufficiali di collegamento, che hanno consentito l’accertamento della vera identità del latitante, con il coordinamento della Procura della Repubblica di Reggio Calabria».
‘Ndrangheta, tutti i dettagli sullo storico arresto del boss Rocco Morabito: era latitante dal 1994, viveva da pascià in Uruguay [FOTO e VIDEO]
Arrestato il boss Rocco Morabito ritenuto elemento di vertice della omonima articolazione territoriale della ‘ndrangheta operante prevalentemente nell’area jonica reggina e con ramificazioni in ambito nazionale ed internazionale, latitante di massima pericolosità inserito nel programma speciale di iicerca, irreperibile dall’ottobre 1994
3 settembre 2017, nelle prime ore della mattinata in Punta del Este (Uruguay), personale della locale polizia individuava e traeva in arresto Morabito Rocco, di 51 anni da Africo (RC), pluripregiudicato, ritenuto elemento di vertice della omonima articolazione territoriale della ‘ndrangheta operante prevalentemente nell’area jonica reggina e con ramificazioni in ambito nazionale ed internazionale, latitante di massima pericolosità inserito nel programma speciale di ricerca, irreperibile dall’ottobre 1994 allorquando si sottraeva ad un ordinanza di custodia cautelare in carcere e destinatario di un ordine di carerazione di unificazione di pene concorrenti emesso il 13.08.2008 dalla Procura Generale della Repubblica di Reggio Calabria – Ufficio Esecuzioni Penali poichè condannato alla pena della reclusione di anni 30 per i reati di associazione a delinquere di tipo mafioso e traffico internazionale di sostanze stupefacenti.
Nell’immediatezza il Morabito, nel tentativo di sfuggire all’arresto, dichiarava di essere cittadino brasiliano ed esibiva un documento d’identità con falsa identità di Francisco Antonino Capeletto Souza. Le immediate verifiche, esperite nell’ambito di collaborazione internazionale tra quella polizia ed il Comando Provinciale Carabinieri di Reggio Calabria attraverso il contributo del III Servizio della DCSA e l’Interpol, hanno permesso di identificare con certezza il fermato nel Morabito. L’individuazione si è resa possibile a seguito dell’attività di ricerca che la locale polizia aveva avviato su indicazione dell’esperto per la sicurezza della DCSA in Argentina, e per la stretta collaborazione info-investigativa intrapresa da Carabinieri reggini con il III Servizio della DCSA.
Le ricerche, svolte in Italia, sotto la costante direzione della Procura Distrettuale di Reggio Calabria, estese in campo internazionale, sono state progressivamente ristrette al sud America ed in particolare all’Uruguay, alla cui polizia sono state fornite dai Carabinieri, attraverso il III Servizio della DCSA, gli elementi into-investigativi utili all’identificazione. Nella notte si arrivava all’individuazione del Morabinito in un noto albergo della zona, pertanto, alle prime luci dell’alba, si faceva irruzione nella camera ove veniva trovato il prevenuto, con falsi documenti, numerosi telefoni cellulari ed una pistola, insieme alla compagna, una donna angolana con passaporto portoghese. Nella circostanza il prevenuto, che non accennava alcuna reazione nè opponeva alcuna resistenza, ha continuato a professarsi quale la persona di cui ai documenti in possesso, ma le approfondite verifiche effettuate anche attraverso la comparazione dei rilievi dattiloscopici, hanno consentito la sua definitva identificazione, ponendo così fine a ventitrè anni di latitanza, grand parte dei quali trascorsi, è stato già accertato, in sud America. Sono state avviate dalla locale Procura le procedure per la successiva estradizione dell’arrestato in Italia.
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