E'
successo dopo il sisma del 1908 con la demolizione a suon di dinamite di parte
del Castello Aragonese nonché dell' Abbazia Normanna di S.Maria di Terreti e
continua oggi senza alcun ritegno!
Allora
forse non esisteva ancora la “cultura” del Restauro e della Conservazione
(qualche luminare potrebbe opporre) ma la Cultura vera non ha alibi ed oggi men
che meno visto che siamo in un'epoca in cui
non solo i Monumenti ma finanche il Paesaggio è divenuto “Bene
Culturale”; esistono Musei pure della Pasta o delle Scarpe.
Invece
abbiamo dovuto assistere inermi allo smantellamento della pavimentazione
storica del Corso senza diritto di replica
per l'assurda decisione del Comune di andare avanti “ad ogni costo” nel
nome di una “nuova” pavimentazione ( insignificante da un punto di vista
artistico-architettonico) balzata alle cronache più volte, d'altronde, per palesi difetti di messa in opera; si
elimina la “Memoria” per sostituirla con il “Nulla”: questa è la solenne
lezione.
A
“Nulla” infatti sono valse infatti le proteste di sensibili soggetti del mondo
culturale cittadino che “ a parità di condizioni” avrebbero assolutamente
preferito la pavimentazione basaltica dello scorso inizio secolo che
,quantomeno, evindenziava una “continuità” estetico-architettonica con altre parti della città che ad oggi
ancora la conservano intatta e gradevolissima alla vista.
Il
Comune decide di andare avanti ed il Corso scompare sotto gli occhi e sotto i
piedi dei reggini.
La
città è un cantiere aperto fintanto da mettere in discussione anche lo
svolgimento regolare delle Feste Patronali che
vedono nella “Processione della Madonna” il loro momento topico con
decine di migliaia di fedeli che si riversano nellarteria principale cittadina.
Non
solo il Corso, tuttavia, ma anche Piazza
Italia, Piazza Camagna, Piazza Garibaldi e la centralissima Piazza del Duomo
risultano del tutto o parzialmente fruibili.
Sul
nuovo progetto del Duomo c'era stata una sollevazione popolare che registrò la
nascita di Comitati che, dalle pagine dei quotidiani a quelle dei
social-networks, animarono a suo tempo un
avvincente dibattito che portò, finalmente, al progetto attuale più o meno
condiviso dalla cittadinanza anche se con
legittime riserve .
Ed
ecco che il “pranzo è servito”! Prima gli Alberi letteralmente “decapitati” con
le radici tranciate in più parti giustificando l'azione come “necessaria
potatura” ; adesso il ritrovamento di Reperti Archeologici di cui non si è
voluto far sapere nulla alla cittadinanza né circa la loro natura né
sull'opportunità o meno di valorizzarli bloccando Lavori di pavimentazione solo
ed esclusivamente nelle aree interessate.
Non
solo tracce di “muri” ma anche “cocci” e molti “frammenti” ben conservati in sacchetti di plastica
dagli “addetti ai lavori” della
Sovrintendenza fotografati da vari
cittadini durante la delicata operazione di recupero.
Si
sollevano legittime domande che sia il
Comune che la Sovrintendenza stessa lasciano senza alcuna risposta.
Cosa
sono quei resti? Perchè non recuperarli come “Memoria” a prescidnere dal loro
valore? Perchè non valorizzarli come in qualsiasi città civile che meriti di
essere definita tale?
Silenzio
assoluto; assordante.
Quel
Comune, che nasceva sulla promessa del recupero della Bellezza e
dell'Armonia proprio in quella piazza
Duomo da cui il neo-sindaco, nel suo primo comizio da primo cittadino, si
rivolse a tutti i reggini annunciando il ritorno della Primavera , sembra ora
sprofondato nella più fredda notte
invernale.
Ad
oggi né il giovane Sindaco della Svolta né il Suo Assessore alla Cultura sembra
si siano prodigati per la scelta di
recupero di questi ritrovamenti nulla opponendo alla prosecuzione della
pavimentazione e della cementificazione dei siti in questione ( già avvenuta
per uno di questi) .
Comune
che dopo un anno non ha attivato, violando il suo stesso Statuto, le dovute
Consulte per la Partecipazione di cittadinanza, associazioni e soggetti della
“società civile” alla vita amminsitrativa schiaffeggiando una già precaria
democrazia .
I
reggini vanno solo interpellati al momento delle Elezioni e della questua dei
Voti?
Vi
siete dimenticati delle promesse di “Palazzo di Vetro” in cui la Trasparenza
doveva essere il primo atto di riconciliazione ad una città mortificata da un
commissariamento per mafia?
Dov'è
il Palazzo “aperto” ai cittadini in cui le istanze e le richieste della
collettività avrebbero dovuto dettare i contenuti e l'agenda del Governo cittadino?
Oggi
a Reggio è di nuovo in lutto la nostra
“memoria storica” uccisa da ignoranza, saccenza e superbia.
Avremmo
voluto esercitare il diritto di scelta per una “Piazza D'Uomo” e non per una colata di cemento con
addosso la maschera del “progresso”.
La
democrazia non va più di moda e la tirannia si veste di “modernità”.
Filippo
Sorognà
Operatore
Culturale
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