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MAFIA: MAXI SEQUESTRO DI BENI A NOTO IMPRENDITORE PALERMITANO.

MAFIA :    LA DIREZIONE INVESTIGATIVA ANTIMAFIA SEQUESTRA BENI PER OLTRE 450 MILIONI DI EURO AD UN NOTO IMPRENDITORE PALERMITANO.

            La Direzione Investigativa Antimafia di Trapani ha effettuato un maxi sequestro di beni nei confronti dell’imprenditore palermitano DI GIOVANNI Calcedonio, cl ‘39, del valore stimato in oltre 450 milioni di euro.
            La proposta di applicazione della misura di prevenzione patrimoniale avanzata dal Direttore della D.I.A. è stata accolta dal Tribunale di Trapani-Sez. MP, Presidente Dr Piero GRILLO, che ha emesso il relativo provvedimento ablativo, condividendo le investigazioni condotte dalla DIA trapanese, d’intesa con il Proc. Agg. Dr. Bernardo PETRALIA, coordinatore del “Gruppo Misure di Prevenzione” della locale D.D.A.
La figura di DI GIOVANNI Calcedonio emerge da acquisizioni processuali dalle quali si rileva che, pur non essendo un affiliato a cosa nostra, è certamente un imprenditore  che non disdegna di entrare in rapporti di affari con le imprese mafiose, di assicurare alle cosche l’ottenimento di lauti guadagni e di fungere da anello di collegamento con il mondo economico per l’investimento dei profitti e per l’intestazione dei beni. Si può definire un imprenditore spregiudicato la cui parabola  imprenditoriale, esplosa negli anni settanta del secolo scorso, si è indissolubilmente intrecciata con i destini delle “famiglie” mafiose del “mandamento” di Mazara del Vallo (TP), uno dei più attivi dell’intera organizzazione criminale, bisognosa di reinvestire in attività lecite  i proventi derivanti dalle sue lucrose attività illecite.
Una attenta ricostruzione della storia meno recente della mafia mazarese, dei suoi legami con i vertici di cosa nostra e della camorra napoletana, dopo avere messo in luce l’enorme redditività dei traffici internazionali di stupefacenti e di TLE, ha messo in collegamento la figura del DI GIOVANNI Calcedonio con uno dei principali artefici del riciclaggio internazionale, ossia PALAZZOLO Vito Roberto.
Nei primissimi anni settanta, infatti, DI GIOVANNI Calcedonio, originario di Monreale (PA), giovane ed insospettabile parente di BRUNO Calcedonio, spietato killer a servizio del capo mafia mazarese AGATE Mariano, rilevava da parte del PALAZZOLO, con un notevole esborso finanziario, un enorme complesso edilizio, a destinazione turistica, in fase di realizzazione sul litorale di Campobello di Mazara (TP), nel quale erano stati investiti notevoli capitali provento del traffico di droga e contrabbando di T.L.E. gestiti da “cosa nostra” trapanese e palermitana.
Più collaboratori di giustizia hanno dichiarato che il DI GIOVANNI era portatore degli interessi delle cosche mafiose siciliane, evidenziando anche i suoi collegamenti con il noto commercialista MANDALARI Giuseppe e la massoneria non ortodossa.L’immenso ed incontrollabile patrimonio immobiliare realizzato dallo stesso, con risorse di ignota provenienza, ha ospitato in diverse occasioni pregiudicati mafiosi latitanti.
Negli anni più recenti, attraverso artificiosi meccanismi fraudolenti, DI GIOVANNI Calcedonio ha avuto accesso a rilevantissimi finanziamenti pubblici, coinvolgendo nei propri progetti anche interessi della mafia di Castelvetrano (TP), ed in particolare quelli di GUTTADAURO Filippo, fratello del capo mafia palermitano GUTTADAURO Giuseppe e cognato del boss latitante MESSINA DENARO Matteo.
Il patrimonio sequestrato al DI GIOVANNI comprende 20 società operanti nel settore immobiliare ed  i relativi compendi aziendali; nr. 547 unità immobiliari; nr.12 veicoli; nr.8 rapporti e depositi bancari, per un valore complessivamente stimato in oltre 450 milioni di euro.

Palermo , 28 ottobre 2014.  

Beni per oltre 450 milioni di euro sono stati posti sotto sequestro dalla Direzione Investigativa Antimafia nella Sicilia occidentale.
La misura di prevenzione proposta dal Direttore della DIA è stata applicata dal Tribunale di Trapani nei confronti del noto imprenditore palermitano  DI GIOVANNI Calcedonio, cl ‘39,  legato in affari con le famiglie mafiose del mandamento di Mazara del Vallo (TP). Gli stretti legami con i vertici di cosa nostra ed il collegamento con noti esponenti dediti al riciclaggio internazionale, hanno  “permesso” all’imprenditore di “realizzare” il suo ingente patrimonio immobiliare, oggi sequestrato.
Maggiori dettagli saranno forniti nel corso della conferenza stampa prevista per ore 10,00 presso la Sede del Centro Operativo della DIA di Palermo  -  Via Stazione San Lorenzo nr. 1- alla quale parteciperanno Magistrati della Direzione Distrettuale Antimafia di Palermo.

Palermo, 28 ottobre 2014.

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