ROCCAFORTE DEL GRECO, MA IL COMUNE, NON PUÓ PERMETTERSI IL LUSSO, DI GIRARE LE SPALLE ALLA STAMPA
Domenico Salvatore
Caro “signor Giornalista” Luigi, qualcheduno ha detto e scritto, che non si possa vivere, senza pane, senza lavoro, sanità, trasporti, istruzione. Ma neanche senza informazione. Questo, è lapalissiano. Ciò, vale anche per il tuo paese; per i tuoi concittadini; per gli amministratori. Con i dovuti ‘distinguo’.
A Roccaforte del Greco, isola ellenofona, della costa jonica reggina, ci sono fior di professionisti, personaggi della cultura, dell’ala intellettuale, gente per bene insomma, che ha jhica, parmu e misura; che ha il senso della civiltà, della patria, del rispetto, della trasparenza, del bene comune; ma come, in tutti gli altri paesi, ahimè, ci sono anche emeriti ignoranti, che con leggi e decreti, non vanno per niente d’accordo; analfabeti strumentali e di ritorno, statistiche alla mano. Un fatto scontato, in percentuale, si dirà. Abbiamo scoperto l’acqua calda! Lo scioglimento per tre volte, record nazionale per infiltrazioni mafiose, non c’azzecca. Questo è un altro paio di maniche. Ma Roccaforte del Greco, ha espresso partigiani di spessore, professori, medici e paramedici, avvocati, ingegneri, maestri, giornalisti, architetti ed una serie di laureati e diplomati, che non finisce più. Alcuni, anche oriundi sindaci ed assessori regionali e provinciali, segretari regionali della partitocrazia e del sindacato, se la memoria non c’inganni. Non tutti, hanno studiato; ma, sono validi quanto i primi; se non di più.
Abbiamo seguito da sempre le vicende del Comune aspromontano per i giornali e le televisioni, con cui abbiamo collaborato, a partire dagli Anni Sessanta e Settanta; in pratica da mezzo secolo. Scripta manent, verba volant. I galantuomini, gente amata, stimata e benvoluta, c’erano e ci sono anche oggi, per carità. Non vogliamo mettere difetti. Stiamo sfondando una porta spalancata! Questa è la nostra opinione, sic et simpliciter. Non pretendiamo, che venga spacciata per pura e sacrosanta verità. Ancora, è presto per valutare obiettivamente, il lavoro amministrativo e politico dell’attuale consiliatura o Consiglio Comunale. Serve, altro tempo ancora. A nostro avviso, ci sono delle risorse, se non figure di spessore culturale, che andrebbero meglio valorizzate e valutate.
Una di queste, è senza dubbio, senza ‘se e senza ma’, il giornalista Luigi Palamara, che in questi otto anni di prima linea, in una zona di frontiera, avamposto dello Stato, ha scritto centinaia e centinaia di articoli, editoriali, servizi; e quanti attori protagonisti, persone, personaggi e personalità di peso e di statura, ha intervistato…presidenti del Consiglio, ministri e sottosegretari, procuratori della repubblica, anche nazionali, Prefetti, Questori, Generali e Colonnelli, Comandanti Provinciali dei carabinieri e della Guardia di Finanza, calciatori di serie A, B e C, attori, attrici, cantanti, registi, Presidenti del Consiglio Regionale, Governatori, Presidenti della Provincia ed Assessori e Consiglieri regionali e provinciali.
Ha scattato decine di migliaia di fotografie, e video a perdere; anche telecronista; per difetto. Palamara, è una bandiera del paese, un onore per Roccaforte del Greco. Ed ha maturato, da co-editore e giornalista, una bella esperienza, al servizio della comunità.
Ha dialogato con La Stampa, Il Corriere della Sera, La Repubblica, la RAI, Canale 5, l’Agenzia ANSA ecc. Uno, che porta sul pennone più alto, il buon nome del suo borgo natio. Guai, se qualcheduno si permette il lusso di offendere Roccaforte. Diventa una tigre del Bengala. Ci risulta che nel suo paese, sia amato, stimato e benvoluto, ma non sempre e non comunque. Nemmeno Gesù Cristo, figlio del Padreterno lo era. Fu messo in Croce. Il terzo giorno è resuscitato secondo le scritture, salì al Cielo e siede alla destra del Padre. Di nuovo verrà per giudicare i vivi ed i morti ed il suo regno, non avrà fine. Lo scrivente, da Reggio Calabria, tutta la costa jonica sino a Brancaleone, Bruzzano, Staiti, Africo (pure qualche consiglio comunale di San Luca, Locri, Siderno, Gioia Tauro, Palmi, Villa San Giovanni, Polistena) ha avuto meno fortuna, in quegli anni bui ed oscuri, allorquando l’oscurantismo pre-illuminista regnava sovrano ed i lumi della ragione non riuscivano a penetrare le tenebre dell’ignoranza. Caro Luigi, consolati.
Il sottoscritto, ha sentito il peso tutto della discriminazione, dell’astio, dell’odio, del rancore e del livore. Cosa, che si è attenuata ma non è mai del tutto scomparsa. A parte, le noie giudiziarie. Le Leggi c’erano, ma (quasi) nessuno le rispettava. Oddio, la differenza fra oggi ed ieri, purtroppo, non è poi così abissale. In Consiglio Comunale, sedevano autentici avanzi della patrie galere, pendagli da forca e picciotti e boss riconosciuti dell’Onorata Società, poi ‘ndrangheta…ma che cosa vuole sto scribacchino, pennivendolo, imbrattacarte, intruso, impiccione, pettegolo e ficcanaso…qui comandiamo noi e non abbiamo bisogno di giornalistucoli.
Caro Luigi, noi abbiamo subìto per decenni l’isolamento del giornalista, l’anonimato, la persecuzione, l’aggressione fisica, morale, spirituale e culturale. Nessuno ci dava la solidarietà. Durante i consigli comunali, abbastanza affollati, arrivavano “strani” calcetti sulle caviglie e sugli stinchi e misteriosi pugni sui fianchi e pesanti pacche sulla spalla, che ti assicuro, non erano affatto ‘amichevoli’. Ho denunziato alla Polizia il furto delle armi. Ho denunziato ai Carabinieri ed alla Guardia di Finanza, il furto dell’automobile, della chitarra e della macchina fotografica ed i danneggiamenti dei motorini (fanali e fanalini frantumati, fiancata ammaccata, ruote bucate). …”La prossima volta che scrivi la parola ‘ndrangheta’ sul giornale ‘mbuschi ‘na mangiata i corpa…la mafia non esiste, questo devi scrivere, giornalistonzolo.”. Ti risparmio gli epiteti, insulti ed ingiurie…b…c…figlio di…non viniri cchiu ‘o consigliu chi ti rumpimu ‘u c….e ‘i corna. Quando ci vedevano passare andavano in…Olanda o agitavano un pendaglio di colore rosso. Fu veramente duro collaborare con ‘La Tribuna del Mezzogiorno, Il Tempo pagine della Calabria e Il Giornale di Calabria’, versione Mancini-Ardenti, ma anche con La Gazzetta del Sud. Oggi che per ogni Comune ci sono da dieci a quindici canali d’informazione fra carta stampata, radio, televisione ed on line, a parte i blog ed i siti internet, nessuno più ci fa caso. Chiunque, può “tranquillamente”, parlare e scrivere di ‘ndrangheta, Cosa Nostra, Camorra, Sacra Corona Unita, Quinta mafia; nei convegni, nelle tavole rotonde, in assemblea; e perfino, al bar degli amici, sul Corso e sul Lungomare. Nemo propheta acceptus est in patria sua.
E Luigi Palamara, evidentemente, non fa eccezione. Fanno male a nostro avviso i ‘roccaforticiani’ che gli hanno girato le spalle. Il tesserino di giornalista, se l’è sudato sette camicie. Chi ha seguito la pratica, vi assicura, che non sia stato affatto semplice e facile, come bere un bicchier d’acqua. Con l’iscrizione all’Albo Nazionale dei Giornalisti, elenco della Calabria, Luigi può anche fare il direttore di una testata giornalistica. Per ora, fra Palamara ed il Comune, c’è un dialogo fra sordi e muti; ma, non si esclude, che se a prevalere sarà il buon senso ed il giusto confronto delle idee, le cose possano migliorare. Nell’interesse del Comune di Roccaforte, del paese, della politica e della cultura.
Luigi esercita il mestiere del giornalista; e, si sa, che non possa essere accomodante, arrendevole, compiacente e remissivo. Per legge, svolge il lavoro di verifica e controllo; come la minoranza del resto. Chi amministra, sa bene di non essere a casa sua. Una responsabilità enorme; un rischio grosso, grossissimo. Deve dar conto al Consiglio Comunale, ai partiti, alla collettività, allo Stato, eccetera eccetera Non conosciamo bene il Sindaco, però lo abbiamo ascoltato con piacere e per diverse volte. Eletto per la prima volta, di sicuro, non può aver maturato molta esperienza in campo politico-amministrativo. Ci sembra animato da buona volontà. Gli serve del tempo per prendere le contromisure. Occorre pazienza e tolleranza. Caro Luigi, infine, ti esorto a continuare nel tuo prezioso ed insostituibile lavoro al servizio della società, della comunicazione e della cultura.
Non è agevole la professione del giornalista. Anzi. Ma senza giornalisti, non si fa un telegiornale, un radiogiornale, un giornale, una rivista, una trasmissione d’intrattenimento, uno straccio di dibattito politico, elettorale, di cronaca ecc.. Ricordati, quante volte, per lavoro, siamo andati sul luogo-teatro degli omicidi. Ci ‘squadravano’ con xenofobia, avversione ed intolleranza; le minacce, le occhiatacce, le intimidazioni, la gesticolazione eloquente. Come se fossimo degli appestati o monatti di manzoniana memoria. E non agenti dell’informazione, garantita per legge. A cominciare dall’articolo 21 della Costituzione e Leggi seguenti, modifiche ed integrazioni. Luigi, tu devi affrontare tante battaglie per il tuo paese, con lo strumento che possiedi. Per la parte di tua competenza. A cominciare dalla strada di penetrazione lungo l’Amendolea. Finanziamenti in àmbito europeo, ovviamente. Alternativa alla così detta pedemontana grecanica. Comunque, interventi di manutenzione lungo l’attuale provinciale ‘fantasma’.
Battaglie di civiltà per evitare che Roccaforte diventi una ghost town. Occupazione o lotta alla disoccupazione; valorizzazione del territorio e dei prodotti locali. Ci sono margini per il recupero e rilancio, ma ciascuno deve fare la sua parte. A partire dall’informazione. La comunicazione bipartisan, ben lo sappiamo, può fare miracoli.
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