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Polistena, dietrofront di Giovanni Laruffa: "Non sono interessato alle comunali del 2015"

Polistena (Reggio Calabria) – Tanto tuonò che piovve. Con un lungo ed articolato comunicato diffuso alla stampa il candidato in pectore del centrosinistra cittadino, Giovanni Laruffa, lascia l’agone politico polistenese. E’ lui stesso infatti a dichiarare la resa rispetto alla mancanza d’agibilità politica ravvisata in relazione alla prossima competizione elettorale per il governo della città del 2015 che lo avrebbero visto papabile candidato a sindaco. 

Il rinforzo a questa prospettiva viene da una riflessione pubblica nella quale il capogruppo di PnC non nasconde l’amarezza di constatare che, scrive, “la realtà quotidiana dello scontro politico si compendia nel tentativo becero di “distruggere” l’avversario (qualcuno parla di nemico) che non la pensa come te”. E certo di scontri duri e senza riserve – specie negli ultimi tempi – ce ne sono stati, eccome. E che non si sia trattato di un semplice scambio di battute tra opposte visioni politiche è altrettanto cosa nota. La verità è che dal marzo 2010 gli echi della campagna elettorale non si sono praticamente mai spenti e che l’ascia di guerra politica non è stata mai, di fatto, seppellita. Dunque dopo una serie di fughe in avanti - iniziate già nell’agosto del 2013, con un’apertura dichiarata di campagna elettorale a lunga gittata - che lasciavano intendere la possibilità di respirare, a pieni polmoni, aria di grande coalizione con un predestinato Laruffa a tirare la volata, attraverso il comunicato di oggi s’è avuto, senza l’effetto d’un tromp l’oeil, l’epilogo del ripiegamento. In aggiunta, ad agitare le acque non proprio tranquille della politica polistenese, l’affissione nei giorni scorsi di un manifesto declaratorio da parte del comandante dei vigili, Alfredo Marcone, assai inviso al Pd cittadino ed allo stesso Laruffa – più volte citato e chiamato in causa quale ex amministratore – che l’ex sindaco non ha tardato a bollare come “decisamente contrario al codice deontologico del pubblico dipendente” poiché ipotizzato quasi concepito su commessa e dietro imbeccata. 

Nel timore di ulteriori rappresaglie, il vicepresidente provinciale del Pd, ha perciò preferito tirare i remi in barca e fare spazio. Continua Laruffa: “Se questo continua ad essere il clima e alla normale scadenza elettorale mancano ancora sei mesi, mi domando cosa potrà accadere a ridosso della stessa, probabilmente compariranno dossier artatamente confezionati, si centuplicherà il ricorso alla malafede, l’insulto, l’ingiuria, la diffamazione”. La giustificazione del passo indietro – o chissà, forse a lato – sarebbe in buona sostanza data dal costante avvelenamento dei pozzi della politica polistenese consumato, secondo Laruffa, “nel più assoluto silenzio generale” che non consentirebbe il sereno prosieguo dell’azione politica oggi portata avanti nelle vesti dell’opposizione che comunque proseguirà e terminerà con lo spirare naturale dell’attuale consiliatura. 

Sul piano strettamente personale – prosegue Laruffa - non sono interessato alle elezioni comunali del 2015 e quindi ad essere sottoposto al più becero linciaggio da parte degli avversari” spiegando di rimettersi agli ordini di scuderia del proprio partito in merito ad alleanze e future decisioni in ogni caso assicurando il proprio contributo “per l’affrancamento del nostro paese”. Scelta liberatoria che ha, allo stesso tempo, il sapore amaro della protesta anche verso il fuoco amico che forse è venuto a mancare secondo i desiderata dell’ex sindaco e nella quale si possono cogliere sfumature velatamente piccate contro alleati – vecchi e nuovi - e sodali di partito. Ma, da buon navigato politico, non tarda a benedire – e con buona dose di sagacia - il cantiere politico allargato che si è aperto in vista della prossima tornata elettorale del 2015: “Sulla prospettiva – conclude infatti Laruffa - mi piace l’ipotesi avanzata da alcuni amici, dopo questa mia esternazione, che prevedrebbe un’ampia coalizione cittadina con soggetti giovani, culturalmente preparati all’impegno ed all’attività politica ma che non abbiano interagito in precedenza con esperienze nella gestione amministrativa”. Come lui stesso sa bene, par essere cosa ardita. 

Giunti al punto rimangono sul terreno almeno due dubbi. Il primo è se questa sia la contromossa strategica per placare il malcelato dissenso interno plasmato attorno candidatura della sua figura - ritenuta da più parti piuttosto una levatrice, logora e stantia quotato dai suoi stessi correligionari perdente in partenza - più votata alla rivalsa personale che al riscatto popolare. E il secondo che non sia l’inevitabile pegno pagato al caro prezzo delle lotte intestine per svoltare verso quel rinnovamento dallo stampo marcatamente renziano che, a lunghe falcate, starebbe definitivamente prendendo possesso della sezione cittadina del partito. In ogni caso, e salvi colpi di scena dell’ultim’ora, Giovanni Laruffa ha servito il congedo. E, stavolta, scegliendo da sé come calare il sipario.

Giuseppe Campisi    

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