Reggio Calabria 13 agosto 2014 - Vuol vederci chiaro l’Unione Nazionale Consumatori Calabria in un
campo in cui la confusione regna sovrana,
per tale motivo afferma l’avv.Saverio Cuoco presidente regionale
dell’associazione, nei prossimi giorni inoltreremo un esposto-denuncia alla
Procura della Repubblica per le ipotesi di reato che potrebbero concretizzarsi
in estorsione e/o truffa ai danni dei cittadini che puntualmente ed annualmente
si vedono recapitare richieste di pagamenti di contributi consortili che non
hanno alcun fondamento.
Occorre un riordino dei Consorzi di Bonifica ed eliminare un tributo che
si è trasformato negli anni in una "tassa iniqua",
"una gabella", "una ingiustificata e incomprensibile azione “vessatoria" nei
confronti dei cittadini che, dai più, è paragonata ad una estorsione “legalizzata”.
Non si può
assolutamente tollerare che esistano enti che negli anni continuano a chiedere
tributi e balzelli non legittimi ai cittadini che, invece, vanno tutelati
soprattutto in una fase di recessione economica dove sono tantissimi a non
arrivare a fine mese, da anni la questione del tributo dovuto ai Consorzi di
Bonifica è oggetto di molti contenziosi, innumerevoli ricorsi vengono
presentati dai contribuenti e non solo in Calabria, ma in tutta Italia e da più
parti arrivano proposte di legge che ne chiedono l’abolizione o la
rivisitazione di questi enti.
I caratteri che il beneficio di bonifica deve possedere consistono
in una utilità diretta, specifica, non
potenziale, può essere generale ma non generica, il beneficio deve inoltre
essere incrementativo del valore dell’immobile e non può consistere in un danno
evitato, infatti vale la pena di ricordare che il “contributo” consiste in un “un prelevamento obbligatorio di
ricchezza, al quale vengono assoggettate determinate persone, che si
avvantaggiano in modo particolare di un’opera o di un servizio di pubblica
utilità e che in base a tale definizione è necessario che le opere del
consorzio creino un beneficio diretto al contribuente”.
Su questa
tassa “fuori tempo e fuori luogo” che
ha origini nel secolo passato in cui in Italia c’erano molte paludi che
si pensò di bonificare per trasformarle in terre coltivabili, sono sorte innumerevoli liti giudiziarie a
causa del groviglio di antiche norme che la circondano e tutt’ora continuano a
ricevere l’avviso di pagamento, cittadini che abitano in centri urbani dove
prima sorgevano terreni e che non hanno la più pallida idea di cosa si tratti e
perché la stessa debba essere pagata.
L’art
23 della legge regionale della Calabria 11 del 2003 alla quale si sono
aggrappati per anni i vari Consorzi di Bonifica della regione per giustificare
la pretesa di pagamento anche in mancanza di opere di utilità e che prevede che
il contributo consortile sia dovuto per
le spese afferenti il conseguimento dei fini istituzionali dell’Ente
indipendentemente dal beneficio fondiario”, è stato superato anche dalla
recentissima sentenza “epocale” di aprile 2014 emessa dalla Commissione
Tributaria Provinciale di Reggio Calabria (su ricorso dell’avv. Giuseppe
Cotroneo dell’Unione Nazionale Consumatori) che ha disposto che “il
contributo consortile non spetti sempre e in ogni caso al Consorzio
richiedente, poichè la norma di cui all'art. 23 è direttamente collegata a
quella di cui all'art. 24 della stessa legge regionale che attiene invece alla
effettiva fruizione del beneficio”.
Infatti
ribadiscono i Giudici Tributari, “al
primo comma dell'art. 23 si legge: il contributo consortile di bonifica è costituito
dalle quote dovute da ciascun consorziato per il funzionamento dei Consorzi ed
è applicato secondo i seguenti criteri: a) per le spese afferenti il
conseguimento dei fini istituzionali, indipendentemente dal beneficio
fondiario; b) per le spese riferibili al successivo articolo 24, comma 1,
lettera b), sulla base del beneficio. Le due quote sono parte di un unico
contributo che presuppone sempre il beneficio, sicché la prima quota non ha
alcun senso senza quella riferita al beneficio, che altrimenti si risolverebbe
in una tassa sulla proprietà volta a finanziare - anzi a mantenere - un ente
(il Consorzio di Bonifica) che non compie alcuna opera di bonifica”.
Purtroppo
accade, afferma l’Avv. Saverio Cuoco, che il mancato accoglimento della
Commissione Tributaria Provinciale di Reggio Calabria di azioni collettive su
tale argomento, analogamente a quanto invece avvenuto in altre regioni d’Italia
e l’importo esiguo della maggior parte di tali tributi consortili paria euro18,00
– 36,00 – ecc. non consente ai cittadini di poter accedere singolarmente alla
giustizia per gli elevati costi da sostenere che superano il tributo stesso,
con la naturale conseguenza che, si preferisce pagare in considerazione delle
spese da corrispondere e del tempo da attendere, per ottenere una decisione
favorevole.
Ma
poichè non e’ possibile assistere alle continue e periodiche pretese
pretestuose ed infondate dei Consorzi di Bonifica, l’Unione Nazionale
Consumatori Calabria, intende denunciare tale pratica scorretta alla Procura della
Repubblica ed invita coloro che volessero reperire ulteriori informazioni o
aderire a tale azione ad inviare una mail all’associazione al seguente
indirizzo di posta elettronica www.consigli@uniconsum.it
Il Presidente Regionale
Avv.
Saverio Cuoco
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