Operazione “Mauser”
Il 31 luglio 2014, nella provincia di Reggio
Calabria, in Germania ed in Olanda, i Carabinieri del Comando Provinciale di
Reggio Calabria, in collaborazione con i collaterali organismi di polizia
olandesi e tedeschi, hanno dato esecuzione ad un’Ordinanza di Custodia
Cautelare, emessa dal G.I.P. presso il Tribunale di Reggio Calabria, su
richiesta della Direzione Distrettuale Antimafia, nei confronti di 16 soggetti,
responsabili a vario titolo di:
-
associazione
finalizzata al traffico illecito di sostanze stupefacenti (art. 74, commi 1, 2,
3 e 4 del D.P.R. n. 309/190);
-
concorso in più
episodi di produzione e traffico illecito di sostanze stupefacenti anche di
ingenti quantità (art. 110 c.p. e art. 73 del D.P.R. n. 309/190);
-
concorso in riduzione
o mantenimento in schiavitù o in servitù
(artt. 110, 600 e 61 n. 11 c.p.);
-
concorso in sequestro
di persona (artt. 110 e 605 c.p.).
Premessa
L’attività
investigativa in esame - avviata nell’ottobre del 2006 - ha messo in luce, da
un lato la commissione di reati contro la persona nei confronti della collaboratrice
di giustizia MULTARI Giuseppina commessi da appartenenti alla famiglia CACCIOLA
di Rosarno, dall’altra l’esistenza di uno stabile sodalizio criminale dedito
alla commercializzazione di sostanza stupefacente, insediato sul territorio
della provincia di Reggio Calabria, con ramificazioni in nord Europa,
organizzato da membri delle famiglie CACCIOLA e CURMACE.
L’attività investigativa ha preso le mosse dalle
dichiarazioni rese da MULTAR1 Giuseppina - oggi collaboratrice di giustizia destinataria
di misure di protezione - la quale, dopo il suicidio del marito CACCIOLA
Antonio, avvenuto il 13 novembre 2005, fornì informazioni su una serie di
attività criminali riconducibili a soggetti facenti capo alle famiglie
CACCIOLA-CURMACE. In particolare, in data 30 settembre 2006, il padre della collaboratrice
di giustizia, MULTARI Francesco, consegnava una lettera fattagli pervenire
dalla figlia Giuseppina, in cui la stessa rappresentava la difficile situazione
in cui era stata costretta a vivere dopo la morte del marito, CACCIOLA Antonio,
presso l’edificio in cui dimorava la famiglia del marito.
La MULTARI, dal 2 ottobre 2006, rendeva dichiarazioni su
attività illecite commesse dai parenti del marito, consentendo il rinvenimento
di numerose armi e munizioni anche da guerra (sia abilmente occultati, che
nella pronta disponibilità dei CACCIOLA), denaro, sostanza da taglio e di un
bunker destinato alla latitanza di BELLOCCO Gregorio e forniva una serie di
elementi che permettevano di avviare una intensa attività investigativa,
soprattutto estrinsecatasi in attività di intercettazione, su membri della
famiglia CACCIOLA e su soggetti ad essi collegati.
I reati
commessi ai danni della collaboratrice di giustizia MULTARI Giuseppina
Come anticipato in premessa, MULTARI Giuseppina
consegnava una lettera al padre - che lo stesso provvedeva a consegnare ai
Carabinieri in data 30 settembre 2006 - in cui la stessa raccontava delle
difficili condizioni di vita che l’avevano spinta in data 11 febbraio 2006 a tentare il suicidio.
Nella missiva, in particolare, riferiva di continue limitazioni alla propria
libertà di autodeterminarsi e di continue minacce subite ad opera del suocero
CACCIOLA Domenico e del cognato CACCIOLA Gregorio.
In verità la MULTARI Giuseppina
aveva subito costanti maltrattamenti già dal marito e, in seguito al “suicidio”
dello stesso, dal suocero che la costringeva a rispettare le sue imposizioni
vessandola continuamente e attribuendole la colpa del suicidio del marito.
Nelle sue indicazioni
MULTARI Giuseppina aveva anche
espresso la forte preoccupazione, vissuta durante la convivenza con la famiglia
CACCIOLA, per aver intuito la loro volontà di occuparsi in via esclusiva delle
bambine.
Il fattore oggettivo
della privazione della libertà personale, attuata da CACCIOLA Domenico con minacce esplicite e no, si riscontrava
indirettamente anche dalle conversazioni intercettate, poiché si registrava il
timore della famiglia MULTARI per le probabili ritorsioni dei CACCIOLA anche
nei confronti di soggetti a loro vicini. Il timore di una ritorsione anche nei
confronti del fratello della MULTARI, residente in Germania, infatti era così
forte che il padre gli consigliava di tutelarsi con un’arma e di attivarsi per
ostacolare eventuali azioni della famiglia CACCIOLA nei suoi confronti. I
MULTARI temevano anche gli appartenenti alla famiglia CURMACE (residenti in
Germania) e che questi potessero rivelare ai CACCIOLA il luogo dove abitava MULTARI Antonio, poiché alleati dei
CACCIOLA.
L’accanimento di
tutta la famiglia CACCIOLA si raccoglieva, anche, in alcuni messaggi e si
manifestava nel tentativo che questi facevano di prendere contatto con la
MULTARI per scoprire la località dove era stata trasferita, poiché sottoposta a
protezione.
CACCIOLA Michele, padre di Giuseppe (arrestato)
e della defunta collaboratrice di giustizia Maria
Concetta e cugino di CACCIOLA Domenico, era riuscito a
individuare una delle figlie di MULTARI
Giuseppina, che in quel periodo era ricoverata, a causa di una
patologia, presso il nosocomio “GASLINI” di Genova. Dopo avere ricevuto la
notizia dell’individuazione della minore, i membri della famiglia CACCIOLA si
attivavano e CACCIOLA Francesco,
raggiungeva il suddetto ospedale, mentre il resto della famiglia cercava di
averne conferma chiamando l’ospedale e altri nosocomi per individuare altri
appuntamenti eventualmente presi dalla MULTARI.
In sintesi, sono state documentate una serie di circostanze,
quali:
-
la costrizione a casa CACCIOLA imposta alla MULTARI Giuseppina;
-
le difficoltà poste alla MULTARI nei rapporti con la famiglia di
origine;
-
le continue violenze psicologiche;
-
la minaccia di occuparsi delle bambine in via esclusiva, desumibile
dagli atteggiamenti dei CACCIOLA;
-
le mancate cure prestate alla MULTARI;
-
le minacce di morte esplicite rivolte alla collaboratrice;
-
il precario stato di salute generale della MULTARI allorquando veniva
prelevata in data 02.10.2006 dalle FF.PP., che si presentava fortemente
svigorita nel fisico e terrificata nell’animo,
che concorrono nell’affermare che la MULTARI Giuseppina era sottoposta a
pesanti vessazioni e privazioni sia fisiche che di sostegno morale.
All’esito di
un’ulteriore attività istruttoria sviluppata nel 2013, si è provveduto alla
escussione della collaboratrice di giustizia e dei genitori della donna: PIROMALLI
Concetta e MULTARI Francesco. Tale attività ha consentito di
aggravare le responsabilità penali dei CACCIOLA e di
ampliare il numero di coloro che hanno concorso nel reato.
L’attività
di indagine sopravvenuta, infatti, ha consentito di riqualificare le condotte
antigiuridiche contestate ai CACCIOLA nel reato di “riduzione o mantenimento in
schiavitù o in servitù”, perché,
in concorso tra loro, mediante violenza e minacce, esercitavano su MULTARI
Giuseppina, poteri corrispondenti a quelli del diritto di proprietà,
riducendola in uno stato di soggezione continuativa. In particolare:
-
minacciandola di morte
ed attribuendole la responsabilità del suicidio del marito CACCIOLA Antonio;
-
sottoponendola ad una
serie continua di vessazioni morali;
-
impedendole una
normale vita di relazione;
-
impedendole di uscire
liberamente da casa senza la loro presenza;
-
impedendole di
accompagnare a scuola le proprie figlie minori;
-
impedendole di
scegliere il medico curante;
-
impedendole di
trasferirsi presso l’abitazione dei propri genitori dopo il tentativo di
suicidio del 11.02.2006;
-
impedendole di
esercitare poteri gestori sulle figlie minori;
-
prelevando e gestendo le figlie
minori contro la sua volontà.
Le eloquenti dichiarazioni della MULTARI circa
lo stato di prostrazione fisica ed emotiva in cui era stata costretta a vivere
(che l’aveva indotta a tentare il suicidio la notte del 11 febbraio 2006)
risultano graniticamente confermate dalle dichiarazioni rese dai genitori, i
quali, pur non sottacendo il vero e proprio stato di terrore che aveva pervaso
l’intero nucleo familiare in questa fosca vicenda, hanno confermato le
circostanze riferite dalla collaboratrice di
giustizia.
Nel caso di specie, il grave quadro indiziario
raccolto dimostra che gli indagati esercitavano sulla MULTARI Giuseppina poteri
corrispondenti a quelli del diritto di proprietà, limitandone la libertà di
locomozione ed annientandone, con espresse minacce e violente pressioni
psicologiche, la capacità di autodeterminazione.
Dalla
morte del marito, MULTARI Giuseppina era stata, infatti, sottoposta ad una
serie reiterate e crescente di minacce e violenze psicologiche. Tutto aveva avuto
origine dal suicidio del giovane Antonio, CACCIOLA Domenico, ritenendone
responsabile la nuora, aveva aggredito fisicamente la nuora, strattonandola e
minacciandola di morte. Da quell’evento, già di per sé così traumatico, la vita
di MULTARI Giuseppina era stata segnata da un incredibile crescendo di
vessazioni psicologiche, privazioni, divieti, costrizioni.
Alla
giovane donna era stato impedito di uscire da casa, se non accompagnata da uno
dei membri femminili della famiglia, ossia, la suocera D’AGOSTINO Teresa e la
cognata CACCIOLA Maria. Persino a piangere sulla tomba del marito (nei
confronti del quale MULTARI Giuseppina ha ammesso essere stata molto
innamorata) le era stato vietato, se non accompagnata dalle sue solerti
carceriere. Le era stato impedito di accompagnare le figliolette a scuola e di
scegliere il medico da cui farsi curare. Persino i contatti con la madre erano
controllati dalla famiglia CACCIOLA, che ne determinava rigorosamente il “tempo
massimo”, coincidente con la chiusura del portone d’ingresso per la notte.
L’associazione
finalizzata al traffico di sostanze stupefacenti
Le
indagini sono state condotte su un nutrito gruppo di soggetti, via via
individuati nel corso delle indagini, articolatosi ed organizzatosi in forma
associata. Il centro di "interessi" principale del sodalizio
criminale va individuato certamente in Rosarno - luogo di consumazione del
reato associativo - in quanto residenza di CACCIOLA
Giovanbattista, principale protagonista dell’intera vicenda criminale,
promotore ed organizzatore dell’associazione e soprattutto poiché luogo in cui
veniva organizzato il traffico - unitamente a CURMACE Mercurio e CURMACE
Girolama - e smistato lo stupefacente proveniente dal nord Europa per la
successiva distribuzione.
L’attività
investigativa ha portato alla luce importanti elementi a carico di CURMACE
Girolama alias "‘Mommina" residente
in Germania, dove gestiva una pizzeria (la Locanda di Mina) e che viaggiava con
sistematica frequenza tra la Calabria e la Germania avvalendosi, per il
traffico di stupefacenti, oltre che del fratello Mercurio, anche di altri
membri facenti parte dell’organizzazione, tutti residenti in Germania, che
collaboravano con la stessa anche nella gestione delle attività commerciali a
Dusseldorf.
L’attività
di indagine ha consentito di dimostrare come i promotori dell’associazione, i
CACCIOLA, hanno gestito l’importazione di ingenti quantità di cocaina dall’estero
attraverso basi logistiche in Germania ed in Francia grazie ad una efficace
rete criminale, armata e ben organizzata. Le attività di intercettazioni e l’avvio
della cooperazione con la polizia giudiziaria tedesca hanno permesso di
comprendere che lo stupefacente veniva trasportato a Rosarno attraverso un
consolidato sistema che veniva ripetuto con cadenza mensile e che prevedeva l’acquisto
di sostanza stupefacente dall’Olanda, il successivo trasporto attraverso auto
prese a noleggio, prima presso la base logistica in Germania e poi a Rosarno.
Una volta capito il modus operandi è
stato possibile effettuare attività di riscontro che hanno avuto esito positivo.
Il 13.08.2008, infatti, in Rosarno venivano sottoposti a
perquisizione CURMACE Mercurio e la sorella Girolama, alla giuda di una Seat
Leon noleggiata in Germania, al cui interno venivano rinvenuti, ben occultati
all’interno di una cavità sottostante il paraurti posteriore, nr. 14 panetti
dal peso complessivo di circa 15,7 kg., confezionati con cellophane e nastro
isolante di colore nero, con all’interno cocaina.
Il 17.09.2008, ancora, veniva rinvenuto e sequestrato in
Francia un nuovo carico di cocaina (circa 5 kg), ad opera della Polizia
Francese nei confronti di due indagati.
Riassumendo,
l’attività di indagine ha fatto emergere che la famiglia CACCIOLA gestisce in
qualità di organizzatori e finanziatori il traffico di cocaina, che attraverso
membri dei CURMACE - DE MARIA (base logistica) in Germania, acquistano
mediante auto prese a noleggio lo stupefacente dal fornitore olandese BIART
Marc Feren Claude, lo importano a Rosarno, che passa attraverso l’azienda
denominata "Rosarnese" riconducibile ai CACCIOLA, per poi finire nel
circuito della distribuzione.
Gli indagati,
per le loro comunicazioni, si avvalevano anche di impianti di telefonia
pubblica sempre diversi o di schede GSM intestate a soggetti terzi non
direttamente riferibili agli utilizzatori. Si è rilevato, inoltre, come le
comunicazioni telefoniche avvenissero sempre in modo criptico ed utilizzando
metafore difficilmente interpretabili se non attraverso alcuni riscontri
oggettivi. Il contatto tra gli indagati, e comunque con i soggetti d’interesse
coinvolti in qualche modo nei loro traffici, avveniva attraverso l’utilizzo di
nomi di comodo e noti ad ognuno di loro, sia per indicarsi vicendevolmente, o
per indicare terzi soggetti non partecipanti alla conversazione, o anche per
segnalare all’interlocutore località prefissate per gli incontri, o tragitti da
compiere.
Nonostante le precauzioni adottate, segno evidente della
necessità di celare l’illiceità di condotte programmate ovvero in atto, i
Carabinieri, attraverso un meticoloso e certosino lavoro di analisi, hanno
puntualmente colto e verificato il reale contenuto delle conversazioni,
risalendo esattamente ai diretti protagonisti dei fatti in esame, sì che ogni
dubbio in proposito risulta fugato alla radice
Reggio Calabria, 31 luglio 2014.
ELENCO ARRESTATI
1.
BIART Marc Feren Claude, nato a Roma il 05.08.1967, localizzato in Olanda:
-
associazione finalizzata al traffico illecito di
sostanze stupefacenti (art. 74, commi 1, 2, 3 e 4 del D.P.R. n. 309/190)
-
concorso in più episodi di produzione e traffico
illecito di sostanze stupefacenti (art. 110 c.p. e art. 73 del D.P.R. n.
309/190)
2.
CACCIOLA Domenico, nato a Rosarno (RC) il
22.05.1954, scomparso dal 18.08.2013:
-
concorso in riduzione o mantenimento in schiavitù o in
servitù (artt. 110, 600 e 61 n. 11 c.p.)
-
concorso in sequestro di persona (artt. 110 e 605
c.p.)
3.
CACCIOLA Francesco, nato a Rosarno (RC) in
data 08.10.1968:
-
associazione finalizzata al traffico illecito di
sostanze stupefacenti (art. 74, commi 1, 2, 3 e 4 del D.P.R. n. 309/190)
-
concorso in produzione e traffico illecito di
sostanze stupefacenti (art. 110 c.p. e art. 73 del D.P.R. n. 309/190)
4.
CACCIOLA Giovanni Battista, nato Rosarno il 31.08.1964:
-
associazione finalizzata al traffico illecito di
sostanze stupefacenti (art. 74, commi 1, 2, 3 e 4 del D.P.R. n. 309/190)
-
concorso in più episodi di produzione e traffico
illecito di sostanze stupefacenti (art. 110 c.p. e art. 73 del D.P.R. n.
309/190)
5.
CACCIOLA Gregorio, nato a Rosarno (RC) il
07.05.1980:
-
concorso in riduzione o mantenimento in schiavitù o in
servitù (artt. 110, 600 e 61 n. 11 c.p.)
-
concorso in sequestro di persona (artt. 110 e 605
c.p.)
6.
CACCIOLA Maria, nata a Gioia Tauro
(RC) il 19.04.1975:
-
concorso in riduzione o mantenimento in schiavitù o in
servitù (artt. 110, 600 e 61 n. 11 c.p.)
-
concorso in sequestro di persona (artt. 110 e 605
c.p.)
7.
CACCIOLA Vincenzo, nato a Rosarno (RC) il
25.10.1977:
-
concorso in riduzione o mantenimento in schiavitù o in
servitù (artt. 110, 600 e 61 n. 11 c.p.)
-
concorso in sequestro di persona (artt. 110 e 605
c.p.)
8.
CINQUEGRANI Concetta, nata a Hilden (Germania)
il 20.07.1978, localizzata in
Germania:
-
associazione finalizzata al traffico illecito di
sostanze stupefacenti (art. 74, commi 1, 2, 3 e 4 del D.P.R. n. 309/190)
9.
CURMACE Cinzia, nata a Polistena il 25.04.1983:
-
associazione finalizzata al traffico illecito di
sostanze stupefacenti (art. 74, commi 1, 2, 3 e 4 del D.P.R. n. 309/190)
-
concorso in produzione e traffico illecito di
sostanze stupefacenti (art. 110 c.p. e art. 73 del D.P.R. n. 309/190)
10.
CURMACE Girolama, nata a Rosarno (RC) il 09.03.1973:
-
associazione finalizzata al traffico illecito di
sostanze stupefacenti (art. 74, commi 1, 2, 3 e 4 del D.P.R. n. 309/190)
-
concorso in più episodi di produzione e traffico
illecito di sostanze stupefacenti (art. 110 c.p. e art. 73 del D.P.R. n.
309/190)
11.
CURMACE Mercurio, nato a Rosarno il 07.03.1969:
-
associazione finalizzata al traffico illecito di
sostanze stupefacenti (art. 74, commi 1, 2, 3 e 4 del D.P.R. n. 309/190)
-
concorso in più episodi di produzione e traffico
illecito di sostanze stupefacenti (art. 110 c.p. e art. 73 del D.P.R. n.
309/190)
12.D’AGOSTINO Teresa, nata a Rosarno (RC) il 18.07.1956:
-
concorso in riduzione o mantenimento in schiavitù o in
servitù (artt. 110, 600 e 61 n. 11 c.p.)
-
concorso in sequestro di persona (artt. 110 e 605
c.p.)
13.DE MARIA Carmelo, nato
a Rosarno il 17.04.1974, localizzato
in Germania:
-
associazione finalizzata al traffico illecito di sostanze
stupefacenti (art. 74, commi 1, 2, 3 e 4 del D.P.R. n. 309/190)
-
concorso in produzione e traffico illecito di
sostanze stupefacenti (art. 110 c.p. e art. 73 del D.P.R. n. 309/190)
14.OPPEDISANO Jessica, nata in Lussemburgo il 16.06.1982:
-
concorso in riduzione o mantenimento in schiavitù o in
servitù (artt. 110, 600 e 61 n. 11 c.p.)
-
concorso in sequestro di persona (artt. 110 e 605
c.p.)
ARRESTI DOMICILIARI
15.
CACCIOLA Giuseppe, nato a Cinquefrondi (RC)
il 12.03.1981, in atto detenuto:
-
concorso in produzione e traffico illecito di
sostanze stupefacenti (art. 110 c.p. e art. 73 del D.P.R. n. 309/190)
16.GALLO Raffaele, nato
a Taurianova il 16.04.1974:




















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