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Processo Infinito in appello, la mega-condanna a 21 anni di galera del mammasantissima Candeloro Pio

Processo Infinito in Appello con il rito ordinario, nell'aula bunker di San Vittore, regge il castello delle accuse, sia pure con qualche lieve riduzione di pena; inflitte condanne fino a 20 anni di reclusione a una quarantina di imputati già condannati in primo gradoLa corte d'Assise d'Appello di Milano ha confermato, con lievi riduzioni di pena, le condanne fino a 20 anni di reclusione inflitte in primo grado a una quarantina di imputati nel processo con rito ordinario nato dall'inchiesta 'Infinito' sulle infiltrazioni della 'ndrangheta in Lombardia. Lo scorso 6 giugno la Cassazione aveva confermato le condanne di altre 92 persone, coinvolte nella stessa inchiesta, che avevano scelto di essere processate con rito abbreviato.

PROCESSO INFINITO CON IL RITO ORDINARIO IN CORTE D'APPELLO, CONFERMATE LE CONDANNE CON QUALCHE RIDUZIONE E ADDIRITTURA L'AUMENTO DI PENA (21 ANNI) PER IL CAPO DI SOCIETÁ DEL LOCALE DI DESIO IN BRIANZA, CANDELORO PIO
Domenico Salvatore

Galeotti furono quei due summit di mafia e…chi li scrisse, quel giorno più non vi leggemo avante….Al Santuario della Madonna di Polsi il 2 settembre 2009 ed al summit del 31 ottobre 2009 presso il circolo "Falcone e Borsellino" di Paderno Dugnano. Vi sono piste di indagine anche nell'ambito delle inchieste "Tenacia" (Procura di Milano), "Patriarca" (Procura e Squadra Mobile di Reggio Calabria), "Reale" (ROS sezione anticrimine di Reggio Calabria), "Solare" (ROS di Roma), "Circolo formato" della DDA di Reggio e "Minotauro" della procura di Torino. Il 5 luglio 2010 il Giudice per le indagini preliminari di Milano Andrea Ghinetti ha emesso un'ordinanza di arresto per 154 persone, con accuse che variano dall'associazione di stampo mafioso al traffico di armi, all'estorsione nonché intimidazione per l'aggiudicazione di appalti o preferenze elettorali. Di rilevante importanza è la collaborazione con la giustizia di Antonino Belnome, condannato il 14 settembre 2011 dal giudice Claudio Castelli ad 11 anni e 6 mesi di reclusione, essendo stato l'esecutore materiale dell'omicidio di Carmelo Novella (capo della struttura "Lombardia" ed accusato dal "Vertice" calabrese di volersi scindere dalla madrepatria).Tale condanna tiene conto dello sconto di pena dovuto al rito abbreviato e della concessione dell'attenuante speciale della collaborazione con la giustizia. I magistrati della Dda di Milano Ilda Boccassini, Alessandra Dolci e Paolo Storari, in primo grado avevano chiarito in tutte le salse la pericolosità della 'ndrangheta, padrona del territorio. I giudici della prima sezione della Corte d'appello di Milano nelle oltre 1.700 pagine di motivazioni della sentenza con cui lo scorso aprile hanno inflitto 110 condanne, confermando in sostanza la storica sentenza 'Infinito' di primo grado… "La 'ndrangheta, in Lombardia è ben radicata e diffusa.  La 'ndrangheta padana, in parte autonoma dalla casa madre calabrese e che opera nella diffusa omertà, che porta le vittime a subire senza denunciare, a nascondere piuttosto che a rivelare è ormai una vera e propria metastasi, una realtà "conclamata" e "capillare". Ma la politica, per decenni ha negato l'esistenza della mafia in Lombardia e nella Pianura Padana. Un danno peggiore del soggiorno obbligato, dei boss, comminato dai questori, sotto l'Arco Alpino nel XX° Secolo. Comunque, abbiamo la nostra opinione a proposito della mafia… Cosa Nostra, 'Ndrangheta o Camorra. Sono dei contenitori "deviati" questo è lapalissiano. Dentro, c'è di tutto e di più…pezzi di Stato corrotti; massoneria  deviata; pezzi di Chiesa corrotta, traviata, depravata e pervertita; professionisti al soldo dei trafficoni e faccendieri; classe politica doppiogiochista; pezzi della burocrazia venduta al miglior offerente. La psicologìa applicata, suggerisce che la natura dell'uomo, homo homini lupus? c'azzecchi in pieno. L'operazione, (Crimine) 'Infinito', era stata eseguita dai Carabinieri in capo al Gruppo di Monza, allora guidati dal colonnello Giuseppe Spina, nel frattempo promosso comandante provinciale dei Carabinieri di Brescia. I 'figli di Scarcagnosso' hanno riprodotto in Brianza ed in Lombardia, esattamente le stesse strutture organizzative e di controllo presenti in Calabria. L'impianto probatorio, ruota intorno ai tre  mastri generali, se non capomandamento della "Provincia Lombardia" ( La "Lombardia" concedeva agli affiliati "cariche" e "doti", secondo gerarchie prestabilite e mediante cerimonie e rituali tipici dell'associazione mafiosa). Carmi Nuzzo Novella, assassinato a San Vittore Olona, dentro il bar del Circolo 'Combattenti & Reduci'il 13 luglio 2008; Pino Neri, che prese il suo posto e Pasquale Zappia, legato ai Barbaro-Papalia di Buccinasco e Corsico, che venne eletto e nominato a Paderno Dugnano, Circolo Falcone & Borsellino, il 31 ottobre 2009, nel corso del solito scontato, immancabile summit di mafia, stavolta intercettato e videoregistrato dalle forze di polizia.

Tutto finì con l'operazione Crimine-Infinito del 13-14 luglio 2010, nel mirino, appalti, droga e sanità. La condanna per il presunto boss della 'ndrangheta Candeloro Pio, originario di Montebello Jonico, passa da 20 a 21 anni. All'ex dirigente della Asl di Pavia Carlo Chiriaco, accusato di aver favorito gli interessi economici della 'ndrangheta con appalti pubblici e iniziative immobiliari facendo da 'cerniera' tra l'organizzazione criminale e la politica, il collegio presieduto da Rosa Malacarne ha ridotto di un anno, da 13 a 12 anni di reclusione la condanna inflitta in primo grado. Al presunto boss Vincenzo Novella, figlio di Carmelo, compare Nuzzo o Nunzio, Novella, è stata ridotta: da 16 anni a 13 anni e 10 mesi. Nessuno sconto di pena invece; condanna confermata a 13 anni e 6 mesi di carcere), per l'ex carabiniere Michele Berlingieri. E nemmeno per Giuseppe 'Pino' Neri, che per l'accusa ricoprì il ruolo di 'reggente' nelle fasi successive all'omicidio del 'capo dei capi' in Lombardia, Carmelo Novella; pena confermata a 18 anni di reclusione . Neri, che nel 2009, presiedette il summit nel circolo "Falcone e Borsellino" di Paderno Dugnano, che portò alla nomina di Pasquale Zappia ai vertici della Piovra lombarda. Lieve riduzione, di nove mesi, anche della condanna a 13 anni di carcere inflitta all'imprenditore Ivano Perego.  Lo scorso 6 giugno la Cassazione aveva confermato le condanne di altre 92 persone, coinvolte nella stessa inchiesta, che avevano scelto di essere processate con rito abbreviato.L'operazione Crimine-Infinito è una maxi-operazione contro la 'Ndrangheta calabrese e le collegate cosche milanesi, portata a termine dalle Direzioni Distrettuali Antimafia (DDA) dei tribunali di Reggio Calabria e Milano; le indagini sono culminate con l'arresto, e successiva condanna, di più di duecento persone, colpevoli di reati quali omicidio, traffico di sostanze stupefacenti, ostacolo del libero esercizio del voto, riciclaggio di denaro proveniente dalle attività illecite quali corruzione, estorsione ed usura: tutti reati resi possibili in forza dell'associazione per delinquere di stampo mafioso, accusa comune a tutti gli imputati, e su cui si è concentrata l'azione investigativa. Essendo il coordinamento tra le due DDA il punto di forza principale per il successo dell'operazione, è opportuno parlare di operazione Crimine–Infinito come unione dei due filoni d'indagine "Crimine" a Reggio Calabria e "Infinito" a Milano. Indagini. Risalenti fino al 2003, si compongono in gran parte di intercettazioni e filmati da parte di Polizia e Carabinieri: importantissimo quello ripreso al Santuario della Madonna di Polsi il 2 settembre 2009 ed al summit del 31 ottobre 2009 presso il circolo "Falcone e Borsellino" di Paderno Dugnano. Nel filone milanese l'indagine è stata condotta essenzialmente dall'Arma dei Carabinieri, coordinata dal colonnello Roberto Fabiani del Nucleo Investigativo del Gruppo Carabinieri di Monza, con alcuni apporti investigativi di altri servizi di Polizia Giudiziari Sono state messe a disposizione degli inquirenti 25.000 ore di registrazioni telefoniche (con un costo stimato di 3.673.000 euro, largamente coperto dai sequestri, tramutabili in confische, ai beni degli imputati) e 20.000 ore di intercettazioni ambientali: le indagini sono state ripartite tra i vari nuclei investigativi, con un'attenta selezione di personale in grado di comprendere il dialetto calabrese. Ai Carabinieri di Desio è stato affidato il filone della locale di Desio e quella di Seregno. Le indagini effettuate sulle locali di Erba e Canzo, fonte Wikipedia, sono state portate avanti dai ROS di Torino, mentre gli uomini del ROS di Milano si sono concentrati sulle dinamiche che hanno coinvolto la Perego Strade. La Direzione Investigativa Antimafia di Milano si è occupata principalmente del locale di Pavia.

Mentre il processo milanese è stato coordinato dal procuratore aggiunto Ilda Boccassini con la collaborazione dei pubblici ministeri Alessandra Cecchelli, Alessandra Dolci, Paolo Storari (sostituti procuratori presso il tribunale di Milano) e Salvatore Bellomo (sostituto procuratore di Monza), nella procura reggina la direzione è stata affidata al procuratore aggiunto della DDA di Reggio Calabria Nicola Gratteri, al procuratore capo Giuseppe Pignatone e al procuratore aggiunto Michele Prestipino. Gli stessi hanno anche sostenuto gli impianti accusatori nei successivi processi presso i tribunali di Milano e Reggio Calabria. Vi sono piste di indagine anche nell'ambito delle inchieste "Tenacia" (Procura di Milano), "Patriarca" (Procura e Squadra Mobile di Reggio Calabria), "Reale" (ROS sezione anticrimine di Reggio Calabria), "Solare" (ROS di Roma), "Circolo formato" della DDA di Reggio e "Minotauro" della procura di Torino. Comune alle due procure è stata l'indagine indirizzata alla cosiddetta zona grigia, quell'area intermedia tra legale ed illegale che alimenta la mimetizzazione dell'economia mafiosa. Le indagini sono state messe in pericolo da talpe all'interno delle istituzioni: intercettazioni ambientali hanno permesso agli investigatori di scoprire che Giovanni Zumbo, commercialista in rapporti con amministrazioni pubbliche e forze dell'ordine, rivelò parecchi dettagli dell'operazione agli indagati Pelle e Ficara, imputati nel filone milanese; essi sono stati quindi posti in stato di fermo mesi prima del termine delle indagini, come misura cautelare per la salvaguardia dell'esito delle successive operazioni. Teorie scaturenti dall'indagine. Diffusione della 'ndrangheta sul territorio lombardo: in Lombardia almeno 16 locali di 'ndrangheta operativi, con 500 affiliati. Caratteri tradizionali dell'organizzazione. Conformazione: entità unita e strutturata a più livelli collegati gerarchicamente tra loro, con un forte carattere verticistico (in contrasto col rischio di visione frammentaria e localistica della stessa) struttura locale denominata appunto "locale  struttura intermedia denominata "Lombardia", rappresentabile come una "colonizzazione" al di fuori del territorio della casa madre struttura di vertice calabrese denominata "Provincia", da cui provengono, o vengono ratificati, tutti gli ordini ("cordone ombelicale"). Importanza strategica delle occasioni di riunione: summit a livello di "locale" in cui partecipano tutti gli affiliati summit a livello di "Lombardia" in cui la partecipazione è più ristretta matrimoni e funerali. Importanza del "capitale sociale" dei clan sotto forma di contatti nelle forze dell'ordine e nella pubblica amministrazione. Dall' indagine sono emerse anche "una serie di iniziative di carattere elettorale" da parte dei boss dell'ndrangheta per entrare nel mondo politico "sia a livello locale che a livello regionale". Arresti. Il 5 luglio 2010 il Giudice per le indagini preliminari di Milano Andrea Ghinetti ha emesso un'ordinanza di arresto per 154 persone, con accuse che variano dall'associazione di stampo mafioso al traffico di armi, all'estorsione nonché intimidazione per l'aggiudicazione di appalti o preferenze elettorali.

In parallelo, con le stesse motivazioni, è stata emessa dalla DDA di Reggio Calabria un'ordinanza di arresto per altre 156 persone residenti nella regione Calabria. A queste fanno seguito i blitz del 13 luglio 2010, in cui sono stati impiegati circa 2.000 uomini delle forse dell'ordine. Processo "Infinito". Rito abbreviato. Il processo, presieduto dal Giudice dell'udienza preliminare di Milano Roberto Arnaldi e vietato alle telecamere, è cominciato l'11 maggio 2011 nell'aula bunker di via Uccelli di Nemi a Milano.Si sono costituite parti civili: la Regione Calabria (prima volta che l'ente è ammessa parte civile al di fuori del proprio territorio regionale), la Regione Lombardia (solo dal 14 giugno), la Presidenza del Consiglio dei ministri, il Ministero dell'Interno, il Ministero della Difesa, il Commissario straordinario antiracket, la Provincia di Monza e della Brianza, i Comuni di Bollate, Desio, Pavia, Seregno, Paderno Dugnano (dal 17 giugno), la Federazione Nazionale Associazioni Antiracket di Tano Grasso, i curatori fallimentari della Perego Strade, l'imprenditore Agostino Augusto (imputato nel processo Bad Boys a Busto Arsizio ed in seguito collaboratore di giustizia).Una delle linee della difesa è l'accusa di incompetenza territoriale del tribunale di Milano, in quanto sede del vincolo associativo sarebbe la Calabria ("madrepatria" in contrapposizione ai "locali"). Eccezione però respinta dal tribunale in quanto accertato che la struttura denominata "Lombardia", pur mantenendo costanti rapporti e collegamenti con il vertice calabrese, è da considerarsi autonoma e perciò sede del vincolo associativo trattato nel 416bis: è perciò legittima la competenza del tribunale milanese nell'esprimersi su questo reato. Sono state inoltre documentate una quarantina di summit, sempre all'interno della regione Lombardia, di cui alcuni a Legnano e Pioltello, di competenza quindi del tribunale di Milano. Un'altra linea di difesa volge all'impossibilità di dimostrare l'esistenza di una struttura criminale autonoma e coesa. Nell'ordinanza del 5 luglio si fa però continuamente riferimento alla conferma dell'esistenza della struttura denominata "Lombardia", di cui fanno parte calabresi ormai trapiantati stabilmente in Lombardia da decenni. Di rilevante importanza è la collaborazione con la giustizia di Antonino Belnome, condannato il 14 settembre 2011 dal giudice Claudio Castelli ad 11 anni e 6 mesi di reclusione, essendo stato l'esecutore materiale dell'omicidio di Carmelo Novella (capo della struttura "Lombardia" ed accusato dal "Vertice" calabrese di volersi scindere dalla madrepatria).Tale condanna tiene conto dello sconto di pena dovuto al rito abbreviato e della concessione dell'attenuante speciale della collaborazione con la giustizia. Nella sentenza del 20 novembre 2011 il GUP di Milano Roberto Arnaldi ha condannato in primo grado con rito abbreviato 119 persone, 8 assolti ed 1 deceduto (39 imputati ancora a giudizio con rito ordinario, verranno giudicati dal tribunale presieduto da Luisa Balzarotti). Nelle motivazioni della sentenza, depositate il 4 giugno 2012,vengono confermate le tesi accusatorie dei pm Boccassini, Dolci e Storari: la sostanziale autonomia e radicamento della 'ndrangheta al nord, nonostante gli stretti rapporti con la Calabria, derivante dalla presenza sul territorio da almeno due generazioni, e i rapporti con i personaggi politici che compongono il cosiddetto "capitale sociale" dei clan.

Le udienze facenti parte del rito ordinario si sono svolte ogni martedì, giovedì e venerdì nell'aula bunker di Piazza Filangieri, di fronte al carcere di San Vittore. Cruciale la figura di Antonino Belnome, esecutore materiale dell'omicidio di Carmelo Novella ed ora collaboratore di giustizia in videoconferenza da una località segreta. Il 10 gennaio 2013 la Corte di Cassazione ha annullato, senza rinvio, in parte la sentenza del GUP Arnaldi poiché questi ha depositato la motivazione in due momenti, prima incompleta e poi con l'integrazione della parte mancante ma la Cassazione ha annullato l'integrazione su ricorso dei legali di alcuni imputati. Rito ordinario. La sentenza di primo grado, giunta il 6 dicembre 2012 al termine del rito ordinario, ha portato a quarantuno condanne, con pene dai tre ai vent'anni di reclusione, a tre assoluzioni ed al risarcimenti di 6 milioni 600mila euro per le istituzioni coinvolte e costituitesi parti civili. Processo "Crimine". Gli avvisi di garanzia sono stati confermati dalla DDA di Reggio Calabria a 161 indagati il 24 marzo 2011,mentre il processo, presieduto dal GUP Giuseppe Minutoli, si è aperto a Reggio Calabria il 13 giugno 2011. Si sono costituite parti civili la Presidenza del Consiglio dei Ministri, il Ministero dell'Interno, la regione Calabria, la provincia di Reggio Calabria, l'ANAS, le associazioni "Sos Impresa" e "Federazione Antiracket Italiana". La requisitoria è stata aperta dal PM Michele Prestipino il 27 settembre e chiusa dal PM Nicola Gratteri il 24 ottobre 2011, insieme con i colleghi sostituti procuratori Antonio De Bernardo, Giovanni Musarò e Maria Luisa Miranda: richieste di condanna per 118 su 120 imputati con rito abbreviato (2 richieste di assoluzione per non aver commesso il fatto). Altri 40 imputati hanno scelto il rito ordinario, che si celebra al cospetto del tribunale di Locri. L'8 marzo 2012 il gup di Reggio Calabria Giuseppe Minutoli ha condannato 93 persone con rito abbreviato e ne ha assolte altre 34 .È stata identificata l'unitarietà dell'organizzazione e l'esistenza di una struttura di vertice detta "Provincia", la quale non era mai stata riconosciuta con sentenza; pur essendo accolta l'accusa di associazione mafiosa, non è però stata riconosciuta ad essa l'aggravante della transnazionalità. Il procuratore generale della Corte di appello di Ancona Vincenzo Macrì (procuratore alla Direzione Nazionale Antimafia dal 2003 al 2010) ha fortemente criticato il sovrastimare la sentenza (definita "epocale" da alcuni giornali), sostenendo che si è indagato sul reato associativo di tipo mafioso di cui art.416bis, puntando sulle gerarchie locali dei clan e sulle frequentazioni, ma non si è indagato su traffici di stupefacenti ed appalti, veri punti di forza della 'ndrangheta moderna su cui dovrebbe concentrarsi un'indagine che non segua il filone tradizionale che si è visto in Crimine.

Attuale. Sempre derivante dall'indagine "Infinito", questa volta affiancata dall'operazione "Bagliore", è il processo, in corso alla Corte d'assise di via Freguglia a Milano, per gli omicidi di Carmelo Novella, Rocco Stagno e Antonio Tedesco. Il collegio, presieduto da Anna Introini, collega i tre delitti al filone comune della colonizzazione del territorio da parte della criminalità organizzata calabrese. Ancora derivanti dalle indagini "Infinito" sono stati gli arresti del giudice del Tribunale di Palmi Giancarlo Giusti, del presidente della sezione misure di prevenzione del Tribunale di Reggio Calabria Giuseppe Vincenzo Giglio, del consigliere regionale Franco Morelli, del maresciallo capo della Guardia di Finanza Luigi Mongelli". La mafia in Lombardia. Dapprima c'era Cosa Nostra. Poi venne la Camorra ed infine la 'Ndrangheta. Questa è storia, mica chiacchiere di bizolo. Forse anche in Piemonte, Emilia Romagna e Liguria o Valle d'Aosta. Piccole tracce si hanno nel Triveneto. Dove, nessuno potrebbe sorprendersi, se fosse infiltrato da Camorra e Cosa Nostra. Con la 'ndrangheta, a fare da comparsa o giù di lì. Un patto di non belligeranza? Un do ut des? Ipotesi, supposizioni, tesi fantasiose…Abbiamo già detto e scritto di Vincenzo Macrì,(oggi procuratore generale ad Ancora, per sette anni procuratore nazionale aggiunto, pretore d'assalto a Melito Porto Salvo, Giudice Istruttore ecc., insomma un autorevole addetto ai lavori).Un Laocoonte, Tiresia, Cassandra, che diceva e scriveva "fesserie" sulla 'ndrangheta in Val Padana. Mentre prefetti, questori, sindaci, presidenti di Regione e di Provincia ecc. che la negavano, raccontavano la …verità. Sebbene, anche lo scrivente sia stato tacciato di essere…visionario, utopista, allucinato, sognatore, idealista ecc. Guai a lui, se osi, mettere in discussione certi assiomi e…comodati d'uso. Ed i Cisterna, i Mollace, i Neri, i Pennisi? Ostrakon! Ma Parmenide, disse che la verità sia circolare; e bisogna guardarla da tutte le parti. In questi quasi cinquant'anni di stampa, abbiamo seguìto processi, letto ordinanze, ascoltato pentiti, sfogliato libri, riviste e giornali, sentito pareri ed opinioni. E sulla 'ndrangheta ci siamo fatti qualche idea. Ma non ci convince l'articolazione in…'ndrina, cosca, famiglia, locale, corona, collegio, distretto, mandamento e provincia. E nemmeno ci convince il padrino Domenico Oppedisano, capo dei capi di tutta la 'ndrangheta. Dalla slot machine di Polsi è venuto fuori il suo nome, ma solo, quale presidente annuale della seduta; capocrimine di Polsi. Un po' come zi' Peppe Zappia, a Montalto. Né l'uno e né l'altro erano o sono i capi supremi di tutta la 'ndrangheta planetaria. Al massimo, custodi delle regole. Notai, che ratificano le decisioni dei singoli mandamenti e loro articolazioni. Le decisioni grosse, le prendono le grosse famiglie di mafia riunite collegialmente nei summit (anche i matrimoni, prime comunioni, battezzi e funerali, vanno bene)…Piromalli-Molè-Alvaro, Pesce-Bellocco-Ascone, Avignone, Facchineri, Gioffrè, Bruzzise, Gallico, Parrello, Crea, Mammoliti e loro satelliti sulla Piana; De Stefano-Tegano-Libri e Imerti-Condello-Serraino, Labate, Ficara, Latella, Chirico, Rugolino, Franco, Bertuca, Buda, Fontana, Nasone-Gaietti al centro; Barbaro-Marando-Trimboli-Papalia-Sergi e Nirta-Strangio, Vòttari-Pelle, Mammoliti, Giorgi, Romeo, Commisso, Costa, Cordi, Cataldo, Cua, Pipicella, Ruga-Loiero-Metastasio-Gallace-Novella, Aquino, Mazzaferro, Coluccio, Macrì, Ierinò, Ursino, Belfiore, Sainato, Loccisano, Morabito-Bruzzaniti-Palamara, Scriva-Vadalà, Talia, Iamonte, Paviglianiti, Zavettieri, Stelitano-Favasuli-Verno-Pangallo, Casile-Rodà, Bruzzese, Callà sulla Jonica. Una domanda scava come il tarlo nel nostro ipotalamo e la riflettiamo ad alta voce: ma come mai, Carmi Nuzzo Novella…"improvvisamente" si veste di Spartacus. Aveva tutto… denaro, successo, lavoro, donne, salute e si dà alla secessione. Hanno scritto e detto tutti che si tratti di una vera e propria ribellione alla casa-madre. Ma sarà vero?  E dai, crediamoci anche noi! In fin dei conti che ci costa? Qualcosa stride. Non si sentiva più un…"Mythos"? A chi dava fastidio? S'era infilato nella faida dei boschi? Ma la favola della secessione ancora regge. La bufala dell'autonomia rispetto alla casa-madre, resiste. La leggenda metropolitana dell'indipendenza, rispetto alla 'Provincia' ancora tiene. Conviene a tutti, no? Il mulinello ha macinato…Zagari, Spizzica, Mazzaferro, Papalia, Iamonte, Pio, De Stefano, Flachi, Coco Trovato, Onorato, Mancuso, Paviglianiti, Ruga, Morabito, Di Giovine, Valle, Lampada, Barbaro, Gallace, Novella, Neri, Mandalari, Zappia, Cristello, Belnome…Nonni, figli, nipoti e pronipoti. Intere generazioni di mafiosi. Ma non sono bastati eserciti di pentiti a debellare la 'Gramigna'. Lo Stato c'è ed è forte e presente, ma anche lo Stato dev'essere adeguato, idoneo, opportuno, rinnovato, efficiente, funzionale, efficace…incorruttibile. Altrimenti, diventa una bella copertura per l'Anti-Stato, se non per l'altro Stato, che detto per inciso, non ha nessunissima convenienza a distruggere lo Stato. Anzi. Lo Stato invece, ha tutto l'interesse a smantellare la mafia parassita e tiranna, che comunque lo tiene stretto in una morsa asfissiante. Un braccio di ferro secolare. Manlio Minale, Edmondo Bruti Liberati, Francesco Saverio Borrelli, Gerardo D'Ambrosio Bruno Caccia, Marcello Maddalena, Giancarlo Caselli, Giuseppe Quattrocchi, Roberto Alfonso, Michele di Lecce

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