Operazione
“BIANCANEVE”
Messina: DISARTICOLATA DAI CARABINIERI ASSOCIAZIONE
DEDITA AL TRAFFICO DI SOSTANZE STUPEFACENTI NELLA ZONA SUD DELLA CITTA’.
Nelle prime ore di lunedì 23 giugno 2014, nei comuni
di MESSINA, ROMETTA (ME), SPADAFORA (ME), ROMA e MILANO, i Carabinieri della
Compagnia di Messina Sud, coadiuvati dalle Compagnie di Messina
Centro, Milazzo, Roma Montesacro e Milano Porta Monforte, hanno dato esecuzione
a 20 misure cautelari personali (di cui 18 in carcere e 2 agli
arresti domiciliari) nei confronti di soggetti a vario titolo indagati per associazione
finalizzata al traffico illecito di cocaina e marijuana, spaccio di sostanze
stupefacenti in concorso, usura ed estorsione. In particolare, l’attività era
promossa e gestita dal Messinese Antonino TAVILLA, classe 1989, era rivolta ad
un pubblico di consumatori giovanissimi e si sviluppava prevalentemente nei villaggi
della zona sud della città. Per uno dei destinatari della misura, resosi
irreperibile, sono tutt’ora in corso le ricerche.
Le indagini, svolte dai militari della Stazione
Carabinieri di Giampilieri e coordinate dalla Procura della Repubblica di Messina,
hanno consentito di verificare l’esistenza di una struttura dedita allo spaccio
di stupefacenti, delineando gli aspetti caratterizzanti dell’organizzazione illecita
ed i rispettivi ruoli di tutti i partecipanti, come emerge chiaramente dall’ordinanza
di applicazione delle misure cautelari, a firma del GIP del Tribunale di
Messina (Dott. Salvatore Mastroeni).
Tutto ha avuto inizio nel gennaio del 2011, a seguito della
denuncia presentata ai carabinieri da parte dei genitori di uno dei ragazzi
coinvolti nelle attività di spaccio, preoccupati per il fatto che il figlio
stesse diventando sempre più ribelle, quasi violento nel chiedere continuamente
soldi, fino ad arrivare a far sparire da casa alcuni oggetti preziosi. Visto un
tale comportamento, l’ombra del brutto mondo degli stupefacenti appariva
evidente già alla famiglia del giovane, ma la prima cosa saltata subito agli
occhi degli investigatori è stata, in particolare, una “cattiva
frequentazione”, indicata da frequenti contatti telefonici proprio con Antonio
TAVILLA, che all’epoca era già ben noto alle Forze dell’Ordine. E’ nata da qui,
la rete di intercettazioni telefoniche che, in pochi mesi, si è via via
ampliata ed ha portato a monitorare circa 40 utenze, in uso ad altrettanti
soggetti coinvolti nelle attività di spaccio, chi con un ruolo cardine, chi in
modo meramente esecutivo e chi come semplice favoreggiatore.
Una svolta decisiva, grazie alla quale si è quasi
subito palesata l’intera composizione dell’associazione, si è verificata alla
fine del mese di gennaio 2011 quando, all’arresto in flagranza di un messinese
classe 1982, operato dal Nucleo
Operativo della Compagnia di Messina Sud per detenzione ai
fini di spaccio di sostanze stupefacenti, è seguito un periodo di grande
agitazione del TAVILLA, che in quei giorni si trovava a Milano, il quale ha
ripetutamente ed insistentemente chiamato tutti i “complici” per cercare di
capire la quantità di marijuana sequestrata dai carabinieri, probabilmente
preoccupandosi per l’impatto che tale incidente avrebbe avuto sul suo volume di
affari. Durante queste telefonate, il giovane ha inoltre più volte manifestato
il timore di poter venire coinvolto in prima persona nella vicenda.
Da questo momento i giovani trafficanti hanno
iniziato a sentire addosso una crescente pressione, diventando con il tempo
sempre più sospettosi ed attenti nelle modalità di approvvigionamento e
distribuzione di cocaina e marijuana. Nella convinzione che questo consentisse
loro di mantenere una sorta di anonimato, tutti gli associati hanno iniziato ad
appellarsi tra di loro, per telefono, utilizzando dei nomignoli, tra cui anche
i nomi di alcuni dei Sette Nani della favola di Biancaneve (da qui, oltre al riferimento alle sostanze
trafficate, il nome in codice dell’operazione).
Rientrato da Milano, avvertendo probabilmente la
necessità di una base strategica che funzionasse da punto di riferimento per i
clienti, il TAVILLA ha preso in gestione una sala-giochi della costiera ionica,
che si è subito rivelata un’attività di copertura per i veri interessi del
trafficante ed attorno alla quale, durante le indagini, sono state documentate
numerose attività illecite.
La caratura criminale di Antonino TAVILLA e la leadership da lui esercitata nel
contesto associativo delineato nell’ordinanza, si possono desumere da
molteplici fattori chiaramente emersi nella fase delle indagini preliminari. Ad
esempio, il giovane era in grado di rivolgersi a più fornitori per
approvvigionarsi delle sostanze da smerciare e, proprio il cambio frequente di
questi ultimi, era una delle strategie utilizzate per rendere più difficile il
lavoro di eventuali investigatori sulle sue tracce. Inoltre, il TAVILLA, “capo”
dell’organizzazione, era solito prendere contatti ed accordi per i vari scambi,
che poi raramente effettuava di persona, preferendo ordinare ai tanti associati
di minor peso il materiale prelevamento (dai
fornitori) o la consegna (ai
consumatori) dei quantitativi di stupefacenti di volta in volta concordati.
In questo modo, il personaggio che in realtà aveva un ruolo centrale in tutte
le cessioni, non si muoveva mai con grossi quantitativi di droga. Altra
accortezza utilizzata, consisteva nel fatto di cambiare spesso scheda
telefonica e di spostarsi frequentemente da Messina, continuando a controllare a
mezzo telefono la distribuzione di stupefacenti, con specifici e perentori
ordini impartiti agli altri componenti dell’associazione. Infine – e questo è forse il dato più allarmante che
emerge dall’intero fenomeno – il TAVILLA aveva scelto i suoi affiliati
secondo caratteristiche ben precise: erano quasi tutti ragazzi molto giovani,
incensurati e di buona famiglia. Insomma, insospettabili. Ed ingenui, al punto
di prendersi al posto suo dei rischi delle quali conseguenze, forse, non si
rendevano conto fino in fondo.
Le indagini hanno inoltre consentito di portare alla
luce diverse attività criminose di usura ed estorsione, condotte in più
occasioni da Antonio e Nicola TAVILLA e Giuseppe MAZZU’, nei confronti di
soggetti che venivano costretti, anche con pesanti minacce, a restituire le
somme ottenute in prestito con interessi che potevano arrivare anche al 300%.
E’ stato stimato che i proventi dell’associazione
disarticolata con questa operazione, ammontassero ad una cifra media di 500
euro al giorno, per un volume di circa 100.000 euro nell’arco temporale preso
in esame.
L’indagine, nell’ambito della quale sono state
emanate le 20 misure cautelari, vede coinvolti ed iscritti sul registro degli
indagati 38 soggetti.
Le persone colpite
dalla misura cautelare sono:
Custodia cautelare in carcere
1.
TAVILLA
Antonino, nato a Messina il 10.04.1989;
2.
MANGANO
Tommaso, nato a Messina il 08,12,1978;
3.
VIOLA
Giuseppe, nato a Messina il 12.05.1976;
4.
ABATE
Fabio, nato a Messina il 27.04.1987;
5.
ALOISIO
OTERI Andrea, nato a Messina il 19.09.1982;
6.
SPURIA
Ludovico, nato a Messina il 22.08.1990;
7.
LO PARO
Danilo, nato a Messina il 21.06.1990;
8.
BARNA’
Angelo, nato a Messina il 26.03.1989;
9.
CANNAO’
Nicolas, nato a Messina il 30.09.1984;
10.
DE
STEFANO Christian, nato a Messina il 30.06.1990;
11.
BITTO
Giampiero, nato a Messina il 20.07.1988;
12.
MICALI
Antonio, nato a Messina il 04.07.1987;
13.
UTANO
Giuseppe Antonio, nato a Messina il 02.01.1983;
14.
QUATTROCCHI
Vincenzo, nato a Messina il 28.10.1990;
15.
TRIMARCHI
Pietro Giuseppe, nato a Messina il 08.11.1964;
16.
BONAFFINI
Antonino, nato a Messina il 05.06.1974;
17.
TAVILLA
Nicola, nato a Messina il 21.10.1965;
18.
MAZZU’
Giuseppe, nato a Saponara (ME) il 06.11.1958.
Arresti domiciliari
1.
BARBERA
Maria Letizia, nata a Messina il 12.12.1990;
2.
BILLE’
Melania Francesca, nata a Polla (SA) il 04.10.1991.
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