Il paese nell'arengo per abbracciare il 'suo' sindaco, che dopo la 'bicchiriata', pacche, batticinque, saluti e baci, ha fatto un breve discorso, circondato dai 'suoi' consiglieri
BAGALADI, IL SINDACO NEO ELETTO SANTO MONORCHIO, HA RINGRAZIATO I CITTADINI IN PIAZZA
Domenico Salvatore
BAGALADI (Reggio Calabria)-Una festa in piazza, non si nega a nessuno. Specialmente dopo una vittoria. Un nuovo bagno di folla. Tutti accorrono per riabbracciare il nuovo Sindaco, ingegnere Santo Monorchio. Comunque un beniamino del pubblico locale, visto e considerato che lo eleggono spesso e volentieri. Votato per la quarta volta. Tre direttamente dal popolo sovrano ed una dal Consiglio Comunale, quando il dottor Carmelo Anghelone, si è tirato da parte. Nel dopo guerra…Iacopino Giuseppe, uno dei padri del socialismo nazionale, sindaco per quasi quarant'anni; poi, Carmelo Angheleone, Santo Monorchio, Santo Monorchio, Santo Monorchio, Curatola Angelo, Curatola Angelo, Curatola Federico e Santo Monorchio. L'usato sicuro. Ma la sfidante Caterina Rossi, professoressa dell'Istituto Magistrale di Reggio Calabria, ex assessore, proprio con Santo Monorchio, sotto Curatola padre, segretario del PD in carica, ha sfiorato l'impresa. Per una ventina di schede, non è riuscita a coronare il sogno della sua vita politica. Così, la prima volta di un sindaco donna a Bagaladi, è un discorso rinviato. Una delusione cocente. L'amarezza le ha impedito fin'ora di scendere in piazza. Non è facile smaltire la sbornia in quattro e quatt'otto. I Commissari l'altra sera affermarono di aver svolto un lavoro efficiente, funzionale ed efficace. Di aver evitato il dissesto. Di aver lasciato i conti a posto. L'ingegnere Santo Monorchio, storce il naso sulla magica scalinata dove si è svolta la manifestazione di Miss Italia. Non è d'accordo. Per esempio "quei quattrocento milioni " di debiti fuori bilanci, spalmati nel tempo lo preoccupano:"Comunque avrò bisogno di un mese o due per capire bene la situazione reale.
Solo allora, potrò pronunciarmi". In poco tempo, la piazza si è riempita. Anche perché la temperatura ha preso a salire. I cappotti, impermeabili, soprabiti, paltò pastrani e tabarri, montgomery, giacconi e maglioni, sciarpe e cappellini sono finiti in lavanderia o nelle scansie degli armadi. Resiste la giacca, ancora per qualche settimana. Sebbene, ci sia già chi si sbracci. Tutti vogliono stringere la mano del sindaco, abbracciarlo, baciarlo, toccarlo. E lui non si tira indietro. Anzi. Ci sono state campagne elettorali dure e severe, ma non si ricorda una così tirata e sofferta, sino all'ultima scheda. Davvero emozionante come una telenovela. Sicuramente resterà nella Storia di questo Comune. Il paese di Nunzio Bava, considerato il più importante pittore verista del Novecento calabrese ( sue opere immortali campeggiano anche dentro la Basilica-Cattedrale di Reggio Calabria. Altre opere della stessa tematica sono presenti nel Santuario di San Paolo, nella Chiesa del Carmine e nella Cattolica dei Greci)si è riversato nell'agorà. Abbiamo riconosciuto anche gli avversari politici. Ma l'ingegnere Monorchio, ha dichiarato urbi et orbi, che sarà il sindaco di tutti:dialogo, confronto delle idee, dialettica e popolarità. Non ha voluto sbilanciarsi sulla formazione della nuova Giunta, ma appare lapalissiano, che un assessore sarà donna. Forse anche vicesindaco. Il popolo voleva notizie, che peraltro già conosce, perché sono state rilasciate nei comizi e negl'incontri formali ed informali. Non ci sono sorprese e nemmeno novità che già non si sappiano, ma il sindaco al microfono ha ribadito le linee guida della sua amministrazione per i prossimi cinque anni.
A meno che il TAR sezione di Reggio Calabria, non rimetta sul trono il sindaco Curatola e restituisca al dottor Federico ed alla sua squadra, l'onorabilità frettolosamente intaccata. Un'ipotesi remota, ma pur sempre possibile. Salvo ricorsi al Consiglio di Stato e via di sèguito. La gastronomìa, ieri sera sabato 31 maggio 2014, l'ha fatta da padrona. Crespelle con la sarda o senza e frittelle con i fiori di zucca per stuzzicare l'appetito. Poi, capicollo, soppressata affettati come si deve e vino a perdere, birra o coca-cola. Una tavola olimpica, dove Genimede ed Ebe, hanno distribuito a piene mani con guanti e livrea, nèttare ed àmbrosia. Sardanapalo, Carlo Magno, Martin Lutero, Enrico VIII, Catone, Antonio De Curtis, Cleopatra, Semiramide, Tiberio, Claudio, Pisone, Giulio Cesare, Mecenate, Lucullo, Cavour, si leccherebbero i baffi. Una società sana, quella bagaladese, unita e compatta, che conosciamo da sempre e di cui ci siamo occupati in questo mezzo secolo di stampa. Una popolazione cattolica devota alla Madonna del Carmine ed a San Teodoro il soldato martire.
Nella chiesa madre si conserva miracolosamente pure, un gruppo marmoreo di Antonello Gaggini, scultore e architetto italiano del Rinascimento, che operò soprattutto a Genova, in Sicilia e in Calabria, datato 1504: "Gruppo dell'Annunciazione", statua marmorea, custodita nella Chiesa di San Teodoro. Sciala e fa' festa, bagordi e crapula ci possono pure stare, ma da domani bisognerà rimboccarsi le maniche e cominciare a trottare. Fermare la diàspora o quantomeno rallentare l'esodo è il primo imperativo categorico. Ma servirebbe una bretella di scorrimento veloce. A proposito, che fine hanno fatto i soldini dell'APQ famosa, cinquanta milioni di euri? Perché un'opera attesa da secoli, ideata, pianificata, progettata, finanziata, appaltata, non è diventata realtà? Ma la favola, che i clan di 'ndrangheta non si siano accordati su appalti e sub-appalti,, non ci sembra credibile. Salverebbe dallo spopolamento e da morte certa, almeno quattro-cinque Comuni. Bagaladi, Roccaforte, Condofuri, Roghudi (Ghorio) e fors'anche Montebello (Fossato). Domenico Salvatore
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