Nello specifico il PUCCIO Salvatore è risultato colpevole di aver cagionato, in concorso con GIUFFRÈ Antonino, PIRRONITTO Girolamo, PROVENZANO Bernardo, VARA Ciro e MADONIA Giuseppe e con premeditazione, mediante condotte ed apporti causali diversi, ancorché finalizzati al medesimo e condiviso evento, in data 23.02.1988 a Valledolmo (PA), la morte violenta di PANEPINTO Gandolfo mediante l'esplosione di colpi d'arma da fuoco.
Il PANEPINTO Gandolfo, che per professione faceva il meccanico, fu ucciso mentre eseguiva lavori di muratura all'interno della propria officina, da un commando formato, oltre che dal PUCCIO Salvatore, anche da RIZZO Rosolino e dallo stesso GIUFFRÉ Antonino, all'epoca dei fatti Capo del Mandamento mafioso di Caccamo (PA), su disposizione di PROVENZANO Bernardo, a quel tempo componente della Commissione Provinciale di Palermo di "Cosa Nostra" delegato, tra l'altro, alla supervisione della zona in cui ricadeva Valledolmo (PA), allo scopo di "riportare l'ordine" nel territorio, atteso che la vittima, considerata un "cane sciolto", avrebbe commesso estorsioni e reati senza l'autorizzazione dei boss, violando il principio d'autorità all'interno di "Cosa Nostra" e soprattutto mettendo i capimafia in difficoltà rispetto alle loro vittime e alle forze dell'ordine, messe in allarme da attentati e intimidazioni ai danni di imprenditori e allevatori.
Fondamentale nella ricostruzione della vicenda è stata la collaborazione di GIUFFRÉ Antonino e le sue rivelazioni in merito alle dinamiche criminali e ai fatti di sangue di quel periodo storico di "Cosa Nostra".
In data 23.10.2012 la Corte d'Appello di Palermo aveva assolto PUCCIO Salvatore dall'accusa di associazione mafiosa, a seguito delle accuse di sei pentiti, che lo descrivevano come facente parte della cosca mafiosa di Caccamo e per cui in primo grado era stato condannato a 10 anni di reclusione.
Nel corso della tarda mattinata di oggi, dopo le formalità di rito, l'uomo è stato associato presso la Casa Circondariale "Cavallacci" di Termini Imerese a disposizione dell'Autorità Giudiziaria mandante.
Palermo, 6 febbraio 2013
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Luigi Palamara
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