Cinquefrondi (Reggio Calabria) – E' così a Cinquefrondi chiude (parrebbe - nella forma - solo temporaneamente, ndr) l'A.D.I., l'ufficio di assistenza domiciliare integrata, che svolge la propria attività di assistenza infermieristica e specialistica a favore di degenti con gravi patologie che li costringono a rimanere a letto. Un cartello apposto sul luogo avvisa che l'ufficio dal prossimo martedì 3 giugno si sposterà a Polistena (presumibilmente presso la sede dei poliambulatori) per continuare la prosecuzione del servizio che – sia chiaro – non verrà soppresso. Si starebbe per consumare un altro scippo, dunque, a sfavore della città, dopo il caso più eclatante del tribunale, che gli esponenti di Rinascita per Cinquefrondi, appurata la notizia, hanno voluto prontamente segnalare proponendo di fare sulla questione, fronte comune. «Una funzione egregiamente svolta presso il Centro Polifunzionale sin dal 2002 – chiarisce il consigliere Flavio Loria – che ha goduto della massima disponibilità delle varie amministrazioni e che serve a tutt'oggi circa 300 ammalati spalmati su 13 comuni del viciniore. Non riusciamo a comprendere il perché di un atto simile visto che i locali sono idonei e le utenze, purtroppo, fidelizzate, potevano raggiungere con ogni comodità la sede». Ufficialmente infatti la motivazione alla base di questa scelta da parte dell'Asp tirrenica sembrerebbe essere quella della mancanza della rete internet che non ne consentirebbe la piena operatività. «Ma se questo fosse stato il vero problema – incalza Michele Conia – perché non farlo presente all'amministrazione? D'altra parte non credo che ci sarebbero stati problemi in a superare questo piccolo ostacolo ma, anche fosse – aggiunge provocatoriamente il portavoce di Rinascita – avremmo come cittadinanza proposto una sottoscrizione pubblica nella forma dell'autotassazione per garantire all'ufficio la rete internet a costo zero». Un'area, articolata quella di Rione Palmara, che anziché veder sfruttate appieno le strutture esistenti (Tribunale, Centro Polifunzionale, Palazzetto e Teatro "Il Frantoio delle Idee") torna ad essere di fatto svuotata e penalizzata, perdendo dopo il tribunale, un altro simbolo che le intricate tessiture politiche avevano deciso - non senza antiche resistenze - di collocare in città.
Giuseppe Campisi
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