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Milano, il giallo del delitto Pietro Mannisi, trovato morto nella notte,in zona Lambrate, per ferite d'arma da fuoco, dentro la sua '500'

Un uomo di 63 anni è stato trovato morto, la scorsa notte, dentro un'auto, a Milano. Secondo le prime informazioni è stato ucciso a colpi d'arma da fuoco. Sul caso indagano i carabinieri del Nucleo investigativo di Milano. L'uomo, Pietro M., risulta avere dei vecchi precedenti. E' stato trovato all'interno di una vettura, una 500, ferma a lato strada in via Caduti di Marcinelle, a Lambrate, nella periferia Est della città, nei pressi di un centro commerciale. Appena i soccorritori del 118 sono giunti sul posto, a seguito di una chiamata al 112, hanno notato il parabrezza dell'auto con evidenti segni di alcuni colpi d'arma da fuoco. Il medico poi ha constatato il decesso dell'uomo.
MILANO, PIETRO MANNISI, 63 ANNI, NOTO ALLE FORZE DI POLIZIA TROVATO MORTO IN ZONA LAMBRATE, DA PASSANTI, POCO DOPO LA MEZZANOTTE, DENTRO UNA CINQUECENTO FIAT, UCCISO A COLPI DI PISTOLA DI GROSSO CALIBRO
Domenico Salvatore
MILANO-I morti ammazzati in Lombardia e nel Milanese c’erano; ci sono sempre stati; ma negli ultimi anni, sta diventando un fatto troppo vistoso e costante per l’aumento del numero delle vittime. Non sempre per vecchi regolamenti di conti in sospeso tra bande urbane o criminalità organizzata. ‘Ndrangheta, Cosa Nostra e Camorra soprattutto. Ci sono i tanti casi, di cui è piena la cronaca; legati e collegati a vicende e fatti personali. Invischiati anche extra-comunitari o comunitari. Anche in proporzione al numero degli abitanti. La Lombardia è popolata da circa dieci milioni di persone. Un sesto della popolazione italiana residente. Stamani i Carabinieri del Comando provinciale diretto dal colonnello, Maurizio Stefanizzi, sono tornati all’opera per identificare l’autore del delitto, l’eventuale mandante ed il movente. La vittima, è stata già identificata (Pietro Mannisi 63 anni) e dopo l’intervento del medico legale per la perizia necroscopica esterna sul cadavere e del 118 (inutile) ma anche della ditta del caro estinto, il cadavere è stato rimosso e trasferimento all’istituto di Medicina Legale per l’autopsia, alla presenza del p. m. di turno che si muove sotto le direttive del procuratore capo della Repubblica Edmondo Bruti Liberati. 

Secondo una prima sommaria ricostruzione del delitto, il Mannisi, sarebbe stato raggiunto da alcuni colpi di pistola alla testa, mentre era in auto con altre persone a bordo della macchina. Oppure sarebbe stato ucciso altrove e trasportato successivamente sul posto dov’è stato ritrovato. Ha avuto un dialogo con il killer, se non un confronto, un battibecco od un alterco? Non avrebbe avuto il tempo materiale per  reagire, né per sottrarsi al suo destino, deciso da chi, quando, dove e perché. È stato ammazzato per un fatto personale non collegato con la criminalità organizzata? Ucciso dalla mafia per uno sgarro o per questioni di droga? Le indagini partono in salita, perché non ci sono testimoni al delitto. I Carabinieri del Nucleo investigativo, partono dal fascicolo giacente presso gli uffici giudiziari. Dagl’interrogatori dei familiari, amici, parenti e conoscenti e dalle indagini tradizionali, integrate con i sistemi e metodi post-moderni. Serve la collaborazione del cittadino, che a Milano è meno vincolato e condizionato. Non ha trovato conferme ufficiali, il ritrovamento di un mezzo usato per allontanarsi dal luogo del delitti; e nemmeno il fermo di una persona, fermata in giornata. La cintura militare intorno al quartiere con Polizia e Guardia di Finanza, se non CFS e Polpenitenziaria, non ha dato esito alcuno. Nemmeno il controllo dei pregiudicati della zona; il posto di blocco volante e la perquisizione domiciliare dei pregiudicati, loro alibi-orario e guanto di paraffina.Un mistero fitto. Un giallo. Dopo l’autopsia, la salma verrà restituita ai familiari, per la celebrazione dei funerali, che si svolgeranno in forma pubblica. Salvo, diversa decisione del questore di Milano, Luigi Savina; che, dovrebbe motivarla con ragioni di ordine pubblico e sicurezza. 

Domenico Salvatore
 

 

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