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Brancaleone. Quelle fiaccolate per rivendicare il diritto alla vita

Un grosso mattone, pesante all'incirca otto chili: è il corpo contundente con il quale è stata uccisa Tatiana Kuropatyk, la donna ucraina violentata e assassinata ed il cui cadavere è stato bruciato da un rom, Gianluca Bevilacqua, di 21 anni che si è autoaccusato del delitto. Il mattone è stato trovato a pochi metri dal luogo in cui era il cadavere. Proseguono le indagini dei carabinieri della locale stazione  coordinata dal capitano Francesco Donvito, comandante della Compagnia di Bianco (sovrintende il p.m. Salvatore Cosentino, coordinato dal procuratore capo della Repubblica di Locri, Luigi D'Alessio) per accertare se Bevilacqua abbia agito con eventuali complici. 
FEMMINICIDIO A BRANCALEONE, UNA FIACCOLATA SILENZIOSA PER PROTESTARE CONTRO IL MACABRO STILLICIDIO
Domenico Salvatore

Uccisa, perché aveva respinto le avances dello spasimante-cascamorto. Tatjana, era venuta dall'Est europeo per cercare lavoro e riscatto sociale; ed invece ha trovato una morte orribile. Ambasciatore e Console sono stati avvertiti dal Questore e dal Sindaco. Risolto il giallo di contrada "Pantano Piccolo" di Brancaleone, centro della Costa jonica reggina. L'assassino, è Gianluca Bevilacqua, di anni 21, del locale campo Rom. Avrebbe confessato tutto dapprima alla sua mamma e poi ai Carabinieri. Dall'Alpi alle Piramidi e dal Manzanarre al Reno, alto e possente si leva  il grido di dolore, per lo sterminio dei figli di Adamo ed Eva. Un femminicidio pazzesco, folle e forsennato. Vittime, le italiane, ma anche le comunitarie e le extra-comunitarie, di diversa età, ceto sociale e mestiere. Il lugubre bollettino, edita h 24 e snocciola dati e cifre impressionanti. La civile e democratica Brancaleone, con uno scatto di orgoglio, ha organizzato una fiaccolata silenziosa per la vie cittadine, fatto successivo alla formazione di uno spontaneo comitato civico per la raccolta di fondi, oggetto il viaggio della salma dal Mare Jonio al Mar Nero. L'omicidio di per sé è sempre un gesto esecrabile, faceva osservare il sindaco Francesco Moio, angosciato per l'incredibile, sanguinoso delitto della badante ucraina Tatiana Kuropatyk, stangolata, stuprata e massacrata a colpi di bastone e di mattone ed infine bruciata, in contrada Pantano Piccolo.

Ha raccontato tutto, il potenziale assassino; un giovane, Gianluca Bevilacqua, 21 anni, arrestato dai Carabinieri della locale stazione, coordinata dal capitano Francesco Donvito, comandante della Compagnia di Bianco, sub-ordinato al maggiore Alessandro Mucci ed al t. colonnello, Giuseppe De Magistris, vicecomandante e comandante del Gruppo di Lcri, tutti agli ordini del colonnello Lorenzo Falferi, comandante provinciale. Sovrintende alle indagini il p.m. di turno, Salvatore Cosentino, che si muove sotto le direttive del procuratore capo della Repubblica di Locri, Luigi D'Alessio. L'accusa per Vevilacqua, se abbia raccontato il vero, è di essere l'autore dell'omicidio di Tatiana Kuropatyk, 41 anni, il cui cadavere era stato trovato carbonizzato lunedì 16 settembre 2013 a Brancaleone (RC). Si era capito subito, che non fosse un delitto di mafia, ma nemmeno poteva essere catalogato come un omicidio passionale, viste le modalità orribili, orride ed orripilanti. Non poteva, che essere allora, un assassinio di altro tipo. Non c'erano stati testimoni al delitto. Almeno così pare. Tuttavia, i Carabinieri (personale del Nucleo Investigativo del Gruppo Carabinieri di Locri, della Compagnia di Bianco e della Stazione Carabinieri di Brancaleone, con il supporto specialistico di militari della Sezione Investigazioni Scientifiche del Reparto Operativo del Comando Provinciale Carabinieri di Reggio Calabria), hanno cavato un ragno dal buco; sono stati davvero bravi e bisognerà pur dirlo, a mettere insieme in fretta e furia le tessere del mosaico. 

Sulla base anche delle indagini tradizionali, fatte anche di "spifferi, delazioni e collaborazioni a qualsiasi titolo. Ma non chiamatela coscienza civile, risveglio della coscienze, collaborazione con le forze di polizia. Il fascicolo sui ROM, comunque, ha dato una mano. 

C'era il precedente di un fratello del Bevilacqua, che fra l'altro, messo alle strette, ha confessato il delitto al termine dell'interrogatorio con il Procuratore di Locri, Luigi D'Alessio. Lo zingaro, rom o nomade che dir si voglia ha vuotato il sacco. Ha detto di aver colpito la donna con un sasso, di dimensioni abnormi, difficilmente manovrabile con una sola mano. Non solo, ma ha dichiarato pure di averla violentata e di avere bruciato il cadavere. Cosa riuscita solo in parte l'erba non era cotta, le foglie erano bagnate. L'accampamento dei Rom, abbastanza vicino al luogo dell'imboscata tragica, è stato setacciato palmo a palmo; il papà dell'omicida, si è pure sentito male ed è stato ricoverato in ospedale a Locri, ma alla fine il risultato è arrivato. I sospetti, hanno preso corpo e si sono trasformati in realtà. Magistrati e Carabinieri, nel pomeriggio hanno effettuato un confronto in località Pantano Piccolo di Brancaleone. 

Nel corso dell'accurata ispezione sono saltati fuori il blocco di cemento di forma cubica irregolare pesante quasi 10 chili, impregnato di tracce di sangue; in attesa degli esami di laboratorio, che dovranno confermare tante cose. Ritrovata pure la camicetta indossata dalla vittima al momento dell'aggressione e lo zainetto con gli effetti personali. Sarebbe stato dunque lo zingaro Gianluca Bevilacqua 21 anni di Brancaleone, a commettere l'orribile, efferato omicidio della badante di origine ucraina, Tatiana Kuropatyk,  domenica 15 settembre 2013? Ed anche a confessarlo con  freddezza? Così è se vi pare. Il giovane ha confessato, di essere l'autore del delitto dopo un lungo interrogatorio. Chi ha segnalato il corpo senza vita della donna straniera? Non un movente passionale dunque alla base del delitto, il Bevilacqua, neppure  conosceva Tatiana, ma un semplice e tragico raptus, sarebbe stata la causa scatenante. I Carabinieri avevano in testa già qualche indizio. L'amica della vittima, aveva ricevuto delle confidenze al telefono. C'erta un uomo, che la terrorizzava.  Cinque nomadi, stati condotti in caserma e sottoposti a stringenti interrogatori Ritrovato anche un bastone sulla scena del delitto, con il quale dopo averla stordita avrebbe abusato sessualmente di lei. Sembra che Tatiana si sia difesa disperatamente ed abbia pure tentato di sfuggire all'orco ma non ce l'ha fatta a mettersi in salvo. Le sue grida di aiuto sono finite nel vento. La donna morirà in pochi minuti fra atroci dolori. 

Il giovane dopo aver bruciato i suoi vestiti avrebbe vagato letteralmente sconvolto del gesto per il litorale. Uno strano destino lo accomuna al fratello Leonardo Bevilacqua, detenuto presso il carcere di Vibo per stupro, compiuto quando era ancora minorenne ai danni di una donna di 54 anni. C'è stata pure la conferenza stampa del Procuratore della Repubblica di Locri, Luigi D'Alessio, per illustrare gli esiti delle indagini che hanno portato al fermo di Gianluca Bevilacqua, accusato dell'omicidio di Tatiana Kuropatyk, di 41 anni di nazionalità ucraina,  vittima di un approccio sessuale finito in tragedia; badante di un'anziana donna, Marina Cafari. Fatalità tragica, la vicinanza della casa con il luogo del delitto. Da verificare se il Bevilacqua si sia spogliato e  disfatto dei vestiti sporchi di sangue sia tornato sul posto dell'omicidio con una tanica di benzina per bruciare i corpo  della donna, oramai senza vita. Le fiamme si sono spente  a causa della pioggia? Domenico Salvatore
 



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