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Calcistica Spinella-Taurianovese Allievi, al Marosimone di Melito per la Coppa Provinciale

Domani pomeriggio allo stadio comunale “Saverio Spinella di Melito, una partita “Allievi” importante tra ASD Spinella-Taurianovese, che hanno vinto i loro gironi di zona. Si precisa che le due società, sono ritenute responsabili dell’ordine pubblico e debbono essere dotate di due parure di maglie di colore diverso e di due palloni regolamentari ciascuna. Solo i nominativi segnati nel citato elenco possono prendere parte alla manifestazione.  Presenzieranno i dirigenti federali, presidenti, allenatori, giocatori

DOMANI 29 MAGGIO 2013 ALLE ORE 1600 ANDRÁ IN ONDA AL MAROSIMONE DI MELITO PORTO SALVO (RC), LA SUPER COPPA PROVINCIALE ALLIEVI 

“Per l’assegnazione del titolo “ Campione Provinciale Categoria Allievi”, stagione 2012-2013, questa Delegazione Provinciale organizza la 6ª edizione della Super Coppa Provinciale riservata alle società vincenti i campionati delle rispettive Delegazioni. I Dirigenti delle due società finaliste sono tenuti a consegnare al Dirigente della Delegazione Provinciale di Reggio Calabria, organizzatrice dell’ incontro, l’elenco dei calciatori partecipanti alla gara.
Domenico Salvatore

REGGIO CALABRIA- Il “Saverio Spinella” indosserà l’abito della domenica, frac o smoking; sebbene sarà mercoledì, camicia bianca, papillon, scarpina tirata a lucido. Un appuntamento importante. Per le due città, che hanno espresso società di Eccellenza; per le società impegnate, per le squadre, per le tifoserie. Ci sarà anche il presidente (Gianluca Borruto) e mister Mimmo Franco, reduci della salvezza nel campionato di serie B di calcio a 5, conseguita direttamente, nella regular season. Ci saranno anche, Rocco De Pietro (presidente) e Domenico Tripodi (trainer)reduci della vittoria nella finale dei play-off che spalanca le porte della Seconda Categoria. Il calcio a 11, dopo l’infausta disavventura della serie D, era stato cancellato con un colpo di spugna. Nessuno dei tifosi ne parla. Sembrerebbe quasi che non la ricordino più; o che vorrebbero cancellarla dalla mente. Come se non fosse mai esistita. A noi, sulla breccia da quasi mezzo secolo, ci negarono perfino l’ingresso in campo con modi e maniere, offensive della dignità e dell’intelligenza. A parte le trame oscure dei bastian contrari, dei carneadi e dei ciarlatani di piazza, che non abbiamo mai visto al campo sportivo.  1a giornata: Taurianovese-Serrata (andata 26/11, ritorno 17/02)2a giornata: Cittanovese-Taurianovese (and. 01/12, rit. 23/02)3a giornata: Taurianovese-Palmese (and. 08/12, rit. 04/03)4a giornata: Real Melicucco-Taurianovese (and. 15/12, rit. 09/03)5a giornata: Taurianovese-Galatro (and. 21/12, rit. 18/03)6a giornata: San Nicola Melicucco-Taurianovese (and. 28/12, rit. 23/03)7a giornata: Taurianovese-Mamerto (and. 05/01, rit. 06/04)8a giornata: riposo9a giornata: Taurianovese-Interizziconi (and. 19/01, rit. 22/04)10a giornata: Sangiorgio Morgeto-Taurianovese (and. 28/01, rit. 27/04)11a giornata: Taurianovese-Laureanese (and. 09/02, rit. 06/05).   Taurianova è la patria di tanti illustri personaggi, del mondo della cultura, dell’arte, della politica, dell’economia, della Medicina ecc. Compresi:Gianfrancesco Gemelli-Careri Francesco Sofia-Moretti Francesco Sofia Alessio Vincenzo Romeo; Emilio Argiroffi medico, poeta, sindaco, senatore, scrittore originario del Messinese, ma taurianovese di adozione.

Nel mondo sportivo, Taurianova è sicuramente un pezzo di Storia del calcio calabrese. Una nobile squadra, per chi mastica di queste cose, che ha scritto pagine memorabili di storia calcistica   calabrese. Taurianova è anche una bella cittadina, dentro la sterminata Piana di Gioia Tauro. Luoghi bellissimi, storici, epici, fantastici.Taurianova, fonte Wikipedia, è un comune italiano di 15.265 abitanti della provincia di Reggio Calabria, in Calabria.Il centro è situato ad un'altitudine di 210 m s.l.m., sul margine sud-orientale della Piana di Palmi. La città, nata dalla fusione tra i comuni di Radicena e Iatrìnoli, è collocata sul luogo di una roccaforte medievale più volte contesa. È un importante centro agricolo e commerciale, con sviluppate attività industriali e turistiche. Geografia. Situato su di un terrazzo alluvionale ai piedi della dorsale che salda le serre all'Aspromonte, il comune di Taurianova è uno dei più importanti centri della provincia. La città è situata nella parte più meridionale della piana, a circa 15 chilometri dal mare, a sei dalla montagna, a ottocento metri dal torrente Razzà. Il clima è mediterraneo, con una temperatura media annua superiore ai 17 °C. Venti predominanti sono quelli umidi dell'Occidente; d'estate soffia talora lo scirocco.EtimologiaGerhard Rohlfs nel “Dizionario toponomastico ed Onomastico della Calabria” asserisce che Radicena, in dialetto “Redicina”, deriva dal greco tardo "ρаδικενаς", ovvero "tetto di radici". Mentre Iatrìnoli (il paese che unendosi a Radicena è diventato, negli anni '40, Taurianova), in dialetto "Jatrinuni" o "Iatrinni", sembra nato da "Iatridoni", i discendenti dalla famiglia "Iatridi", dal cognome greco "Iatris".

Emilio Barillaro nel "Dizionario bibliografico" ritiene che Radicena appartenga al periodo bizantino, secolo XI, da "Radikena". G. B. Marzano nel "Dizionario etimologico del dialetto calabrese" sostiene che Radicena e Iatrìnoli derivino dal greco e Iatrìnoli significhi "medicare", "guarire" da "iatros". L'arciprete F. Maria De Luca dice che Iatrinoli derivi dal sostantivo greco "iatreion", "il paese dove il medico esercita la sua arte", per far rammentare la sua fondazione nella tenuta di pertinenza di un medico. A parere dello stesso De Luca, Iatrìnoli potrebbe essere un nome promiscuo dal greco "iatros" e dal latino "nolo", "non volere", e "colo", "esercitare", per dire che non aveva bisogno del medico, dandosi vanto della salubrità del luogo. Storia. Lo sviluppo dei due centri di Radicena e Iatrìnoli, all'origine dell'odierno nucleo urbano, e dell'attuale frazione San Martino, tutti antichi casali di Terranova, che per la loro posizione geografica si trovano al centro di un importante sistema viario, può considerarsi parallelo.Attendibile è l'esperto di storia bizantina italiana André Guillou, il quale, richiamandosi a un documento di donazione, dimostra che Radicena esisteva fin dal 1050 e menziona dello stesso periodo il monastero di Santa Lucia situato ad ovest del suddetto centro. Padre Fiore, storiografo del Settecento, afferma che la loro fondazione è stata opera dei profughi provenienti da Tauriana, importante e fiorente centro della costa tirrenica, distrutto nel 950 dalle incursioni saracene dell'emiro di Palermo, Hasan-Ibn Alì, di casa Kelbita, il quale per il mancato tributo dovutogli dai Bizantini decise di occupare tutta la Calabria.

Padre Fiore così si esprime: «Ond'è da trarre in conseguenza quanto grande e popolata fosse la già distrutta Taureana, mentre le sue reliquie furono bastanti a fondare la nuova città di Seminara, a riabitar Terranova, accrescere San Giorge, e forse ancora a dar principio a tutto dalla maggior parte dei villaggi i quali sono sotto la giurisdizione di Terranova, cioè Rizziconi, San Leo, San Martino, Cristò, Vatone, Radicena, Iatrinole, Bracade, Curtulade, Galatoni, Scroforio e Molochio». Lo storico Giuseppe Romeo Toscano arriva alla conclusione che essendo "piazza Garibaldi" di Radicena tuttora denominata "Chianu 'i San Basili" (Piano di San Basilio), potrebbe darsi che ivi già sorgesse uno dei 137 conventi basiliani che lo storiografo polistenese Girolamo Marafioti afferma esservi stati nella Piana di San Martino, tra Seminara, Rosarno e Galatro, e che un certo numero di profughi di Taureana vi avesse trovato rifugio dando origine all'antico nucleo cittadino. A sostegno di questa tesi il fatto che a Radicena dagli "Atti di visita pastorale" emerge che esisteva una chiesa di San Basilio nel 1586 e che dagli atti notarili di fine Seicento si incontra spesso la definizione "quarterio di San Basilio".

La derivazione di Radicena e Iatrìnoli da San Martino, invece, è dimostrata da Domenico Valensise, storico polistenese, per il quale le genti fuggite da Taureana decisero di stanziarsi nelle zone oltre il fiume Metauros, dove costruirono un casale a cui diedero il nome di San Martino (noto per la Sua divina protezione). Molti vi rimasero, altri proseguirono andando a popolare le zone circostanti, fissandosi in piccoli nuclei abitativi, tra cui Radicena e Iatrinoli, facenti però sempre capo a San Martino che divenne il più importante centro civile e religioso della Piana, sede di chiese e conventi e munito di un Castello. Quest'ultimo mantenne una posizione di grandezza, di progresso e di tranquillità fino la discesa dei Normanni. Nel 1058 Ruggiero d'Altavilla saccheggiò e devastò San Martino e l'anno successivo nel 1059 represse presso la cittadina le ultime resistenze delle fiere genti di questa parte di Calabria, che furono costrette a riconoscere i Normanni come loro feudatari. San Martino perse la sua importanza, in particolare, quando dall'altra parte del torrente Marro sorse un altro borgo che i profughi di Taureana chiamarono con il nome della loro patria, "Tauriana Nova" poi "Terranova". La località, ritenuta dai Normanni più sicura, fu promossa a Contea e successivamente a Ducato. Così Radicena, Iatrinoli e San Martino ne diventarono casali seguendone le sorti. Furono sottoposti a vari feudatari, tra cui il più lungo fu il dominio feudale dei Lauria, venendo poi acquistati dalla famiglia Grimaldi di Gerace nel 1574. Nel corso del Cinquecento risulta dagli atti notarili che a Radicena e Iatrìnoli abbondavano le coltivazioni di grano e di gelseti, quest'ultima era l'unica pianta che producesse una rendita perpetua, e importante era anche l'allevamento dei cavalli e dei bovini.

Nel corso del Seicento, nonostante le difficoltà del banditismo e della carenza delle vie di comunicazione, molte famiglie si spostarono principalmente dal nord e dal centro Italia e andarono ad abitare nei due casali. Si trovano così cognomi nuovi come gli Zerbi, di origine ligure, i Sofia, da Santa Margherita Ligure, i Loschiavo, dalla Campania. S'intrecciarono matrimoni con altre famiglie illustri del luogo e dei paesi vicini: Contestabile residenti a Stilo, De Leonardis di Gerace, Luvarà di Terranova. Alla fine del Seicento si collocarono altre famiglie al centro degli interessi economici della zona: Drago, di origine greca, e Ganini, con questi ultimi che si distinsero in particolare a Iatrìnoli. Nei due casali esistevano notevoli coltivazioni di grano, lino, oliveti e vigne e molti erano i benestanti, tra cui le famiglie già menzionate. Ai proprietari privati si affiancava, da quanto si evince dagli atti notarili, anche il Convento di Santa Maria della Misericordia dei Domenicani di Radicena come il maggiore detentore di beni, infatti faceva compravendita con privati, permutava e dava soldi in prestito. Ai primi del Settecento si verificò una crisi profonda dell'agricoltura, cardine dell'economia, e molti subivano il carcere per non poter pagare le tasse e vendevano tutto quello che possedevano per poter sostenere la propria famiglia. La proprietà ecclesiastica era molto estesa nei due casali e le terre venivano date a censo ai grandi esponenti della nobiltà e della borghesia. Il terremoto del 5 febbraio del 1783 distrusse completamente Terranova e San Martino, mentre a Radicena e Iatrìnoli si provocarono danni non ingenti: venne distrutta la Chiesa di Santa Maria della Misericordia o del Rosario, la torre dei Gemelli annessa alla Chiesa matrice di Radicena.

Le chiese e gli edifici importanti distrutti o danneggiati vennero ricostruiti in forme barocche e neoclassiche. Dalle statistiche emerge che a Radicena ci furono 756 morti e a Iatrìnoli 312. Costituita la Cassa sacra, all'indomani del terremoto, Radicena fece parte del Comprensorio D (assieme ad Anoia, Laureana, Oppido, Polistena, San Giorgio Morgeto, Seminara e Terranova) e il suo distretto comprendeva, oltre alla città, Iatrìnoli, San Martino e Vatoni. Ma la trasformazione sociale, subentrata dopo il terremoto, non mutò la condizione delle plebi rurali che sentivano sempre più il peso del proprietario borghese, col minuscolo pezzo di terra gravato di censo bollare (contratto con cui veniva data in prestito un somma di denaro dietro garanzia, che veniva restituita dal richiedente con gli interessi). Per questo stato di cose dilagava il brigantaggio. Nel periodo dell'istituzione della Repubblica Partenopea, molti sanfedisti, fautori dei Borboni, approfittarono al passaggio del cardinale Ruffo per diffondere disordine. A Radicena seminavano disordine due bande di malfattori: una ad opera di Domenico Moretti e l'altra capeggiata da Domenico Sicari, responsabili di molti delitti compiuti nei paesi vicini.

Nel 1806 ci fu l'abolizione della feudalità. Il breve periodo dell'Amministrazione Francese contribuì non poco a dare a questa parte di Calabria una fisionomia diversa e a lasciarvi fermenti culturali che lieviteranno idee e comportamenti nuovi. Si tratta di pochi provvedimenti amministrativi che da soli non sono sufficienti a cambiare in maniera radicale le sorti della zona, ma che tuttavia sono caratterizzate da una inusuale sintesi politica i cui effetti segneranno profondamente la coscienza civile e il pensiero politico di una collettività fino ad allora relegata nel limbo del vassallaggio più servile. Per la prima volta, forse, si può parlare di storia, intesa nel senso nobile della parola, perché per la prima volta si avverte la presenza attiva di uno Stato che, eliminato il padrone e la sua ingordigia, ridimensionato il censo alla Chiesa e l'egoismo della borghesia, guarda alla collettività e ne riconosce i meriti e le necessità. Radicena e Iatrìnoli con l'ordinamento amministrativo disposto dai Francesi per la legge 19 gennaio 1807, diventarono Università nel cosiddetto Governo di Casalnuovo (oggi Cittanova). Nel 1815 fu istituito il Distretto di Palmi che comprendeva 35 comuni tra cui le due cittadine di Radicena e Iatrìnoli. I comuni erano governati da sindaci, dai decurioni, dal capourbano, dal sottocapourbano, dal conciliatore e dal supplente giudiziario. Durante il ricostituito governo borbonico furono emanate per Radicena diverse ordinanze come l'autorizzazione di un mercato nel sabato di ciascuna settimana e la fiera di Sant'Orsola che si celebrava dal precedente giovedì fino all'ultima domenica di settembre e proseguiva per otto giorni. Era molto rinomata e conosciuta per tutte le province del Regno.

Il primo gennaio 1842 il Circondario di Casalnuovo fu diviso in due circondari distinti: l'uno formato da Casalnuovo, l'altro si compose del comune di Radicena, che fu capoluogo, del comune di Iatrìnoli e dei villaggi di San Martino e Terranova. Molti furono i liberali che lottarono contro il governo borbonico. Tra i più importanti ricordiamo: Girolamo Zerbi e Antonio Fera, medico chirurgo. Il primo partecipò a tutti i movimenti insurrezionali e soprattutto a quello del 2 settembre 1847. Fu arrestato e processato il 23 aprile 1851 e condannato a morte. La condanna venne commutata in 24 anni di carcere; ma solo dopo sette anni di tormentosa prigionia, morì. Antonio Fera cominciò a congiurare insieme agli altri patrioti reggini il 27 agosto del 1847, riunitosi nel palazzo di Casimiro de Lieto, e per questo fu condannato all'ergastolo. Molte sono le testimonianze e lettere autografe del suo coraggio e della sua abnegazione patriottica. Dopo l'unità d'Italia nelle campagne di Radicena e Iatrìnoli abbondavano la raccolta del lino e degli agrumeti. Il 9 settembre 1894 avvenne il miracolo della "Madonna della Montagna", patrona di Radicena. Verso mezzanotte, come riferisce su "Pro Fide" di quell'anno lo scrittore taurianovese Francesco Sofia Moretti: "La luna pallida, spettatrice agli umani eventi, questa volta fu attraversata da due raggi di luce, come il gran segno di Costantino - due enormi fasci luminosi che incrociano sul petto del gran disco; e quasi indescrivibile è questa volta lo spettacolo di una Croce formatasi improvvisamente".

Agli albori del Novecento Radicena era un importante centro agricolo e commerciale, capoluogo di mandamento e quindi sede di uffici governativi, quali la Pretura, l'agenzia delle Imposte, l'Ufficio del Registro, la Caserma dei Carabinieri, oltre che un distaccamento del ventesimo Reggimento Fanteria per la guardia delle Carceri, di una Banca Agricolo-Industriale, di un teatro di prosa; mentre a Iatrinoli veniva inaugurato l'ospedale Principessa di Piemonte, sorto per opera dei lasciti di alcuni esponenti delle famiglie benestanti. Il terremoto del 1908 provocò lievi danni a Radicena e Iatrinoli: il crollo della cupola della Chiesa matrice di Iatrinoli e del campanile di Radicena. Questo, che ha dato adito alle voci di Miracolo operato dalla Patrona di Radicena “Maria Ss.ma della Montagna” che avrebbe concesso la sua protezione ai due comuni. Con regio decreto del 16 febbraio 1928 Radicena, Iatrìnoli e Terranova Sappo Minulio (che dal 1946 ritornò ad essere comune autonomo) formarono il Comune di Taurianova. Durante la seconda guerra mondiale Taurianova ospitava gli uffici provinciali della Rai e l'ufficio zootecnico, sfollati da Reggio, e divenne anche sede del Comando della Divisione "Mantova" e della Divisione "Lupi di Toscana". Nella sua immediata periferia s'installò un deposito per l'approvvigionamento di una intera armata e di una polveriera; nelle vicinanze s'accampò una grossa divisione tedesca Panzergrenadier.

Sul territorio di Taurianova insistono alcune 'ndrine che gestiscono le attività illecite e si sono infiltrate anche nell'economia legale, l'ambito politico-amministrativo non è immune da tali penetrazioni tanto che il consiglio comunale della cittadina è stato sciolto per infiltrazioni mafiose(ex art. 143 d.lgs. 267/2000) due volte: la prima nel 1991(uno dei primi comuni ad essere sciolti per tale motivo in Italia) e la seconda nel 2009. Economia. La fertile zona pianeggiante è prevalentemente coltivata ad agrumi, ortaggi, viti e olivi. La produzione olearia ha per lungo tempo costituito la principale risorsa economica cittadina. Accanto alle aziende agricole sono presenti alcune piccole industrie operanti nei settori meccanico, della lavorazione del legno e di quelle del cemento, mentre in espansione risulta anche il settore turistico. Vi sono numerose aziende manifatturiere e un'imponente produzione di dolciumi, primo fra tutti il torrone. Di Melito Porto Salvo abbiamo più volte parlato. Il leggendario regista Luigi Comencini buon’anima, quando venne sulla Riviera della Zagara, per girare alcune scene del “Ragazzo di Calabria” con Diego Abatantuono, Gian Maria Volontà ed altri disse:” Da Napoli in giù, non ho mai visto niente di più bello”. Purtroppo le vele azzurre le assegnano solo ad altri centri. Anche la Melito di Evoli, Spatolisano e Panuccio, ha una sua storia, legata al Risorgimento Italiano. Qui sbarcarono Cesare Ottaviano Augusto Pompeo, Marco Antonio, Cicerone. Qui sbarcò Giuseppe Garibaldi, diverse volte, ma sui libri di Storia si parla della …’ndrangheta. Calcisticamente parlando, già un secolo fa c’erano le squadre di calcio, sorte intorno all’ospedale, il più antico della Calabria. Un altro pezzo di storia calcistica calabrese. Le squadre che scenderanno in campo saranno in formazione tipo. L’equipe di mister Antonio Cormaci, uno degli allenatori più in vista e giovani dell’intero comparto, gode dei favori del pronostico, ma questo tipo di gare sfugge ad ogni previsione e profezia. Il dream team di Santo Sisinni, è una squadra capace di farsi rispettare anche fuori casa
Domenico Salvatore



FEDERAZIONE ITALIANA GIUOCO CALCIO - LEGA NAZIONALE DILETTANTI
DELEGAZIONE PROVINCIALE DI REGGIO CALABRIA
VIA FRATELLI CAIROLI, 3 – 89127 – REGGIO CALABRIA
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Indirizzo Internet: http://www.lnd.it/home?lid=403
e-mail: cplnd.reggiocalabria@figc.it

 SUPER COPPA PROVINCIALE ALLIEVI 
Per l’assegnazione del titolo “ Campione Provinciale Categoria Allievi”, stagione 2012-2013, questa Delegazione Provinciale organizza la 6ª edizione della Super Coppa Provinciale riservata alle società vincenti i campionati delle rispettive Delegazioni.
Sono, pertanto, ammesse a partecipare alla manifestazione le sotto elencate Società :
 A.S.D. TAURIANOVESE vincente Delegazione Distrettuale GIOIA TAURO-A.S.D. CALC. SPINELLA vincente Delegazione Provinciale REGGIO CAL.
 I Dirigenti delle due società finaliste sono tenuti a consegnare al Dirigente della Delegazione Provinciale di Reggio Calabria, organizzatrice dell’ incontro, l’elenco dei calciatori partecipanti alla gara.
Solo i nominativi segnati nel citato elenco possono prendere parte alla manifestazione.
Qualora al termine della gara dovesse verificarsi una situazione di parità, si procederà all’effettuazione dei calci di rigore.
Si precisa che le due società sono ritenute responsabili dell’ordine pubblico e debbono essere dotate di due parure di maglie di colore diverso e di due palloni regolamentari ciascuna. GIUSTIZIA SPORTIVA
La disciplina della competizione è demandata al G.S.T. della Delegazione Provinciale di Reggio Calabria.
La rinuncia alla gara comporterà l’esclusione dalla manifestazione e la sanzione dell’ammenda di €100,00.
Per quanto non contemplato, valgono le norme vigenti previste dalle N.O.I.F.
La premiazione della squadra vincente avverrà sul campo al termine della manifestazione.
IL SEGRETARIO IL DELEGATO
Rosario Trimboli Arena Domenico
PUBBLICATO ED AFFISSO ALL’ALBO DELLA DELEGAZIONE PROVINCIALE DI REGGIO CALABRIA IL 24 MAGGIO









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