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L'Esercito Italiano , quelle forze di terra, di mare e di cielo in difesa della Patria, della libertà e della democrazia

L'Operazione "Strade Sicure" prende il via ufficialmente il 4 agosto 2008, quando circa 3000 militari delle quattro Forze Armate, di cui 2600 dell'Esercito, affiancano le forze di Polizia nel controllo del territorio nelle principali città italiane, grazie al "Piano d'impiego del personale delle Forze Armate nel controllo del territorio", piano varato il 29 luglio 2008 con un decreto a firma dei Ministri dell'Interno e della Difesa.

L’Esercito garanzia di difesa, democrazia e libertà

Domenico Salvatore




Nell’immaginario collettivo l’esercito, che ha festeggiato i suoi centocinquant’anni di vita, stava sempre dentro le mura delle caserme; ed usciva per le esercitazioni militari o per essere impiegato in operazioni di ordine pubblico e sicurezza interna. Salvo le uscite con la NATO, ai tempi della “Guerra Fredda”. Ma anche dopo. Negli ultimi anni, tuttavia, come le altre forze di polizia, ha subito una metamorfosi. Un’evoluzione. Viene cioè impiegato in missioni estere.  A favore della democrazia e della libertà. Ma anche sul territorio per combattere la mafia. Le missioni in Italia…Operazione "DOMINO" Italia, 12 ottobre 2001-31 luglio 2006: sorveglianza antiterrorismo degli obiettivi sensibili, fonte xoomer.virgilio.it. Operazione "PARTENOPE 2" Napoli, 14 luglio 1997-30 giugno 1998: controllo del territorio (500 militari). Operazione "SALENTO" Costa pugliese, 10 maggio 1995-3 novembre 1995: lotta alla criminalità organizzata e controllo delle frontiere marittime (500 militari). Operazione "PARTENOPE"Napoli, 18 febbraio 1994-15 dicembre 1995: controllo del territorio (500 militari).


Operazione "RIACE"Calabria, 2 febbraio 1994-15 dicembre 1995: controllo del territorio (1.350 militari).Operazione "TESTUGGINE"Frontiera italo-slovena, 16 agosto 1993-28 febbraio 1995: sorveglianza della frontiera (400 militari).Operazione "VESPRI SICILIANI"Sicilia, 25 luglio 1992-8 luglio 1998: ordine pubblico. Operazione "FORZA PARIS"Sardegna, luglio 1992: ordine pubblico….Le missioni all'estero (Nazionali)Operazione "ALBANIA"Albania, 28 agosto 1997-in corso: delegazione di esperti militari. Operazione "PELLICANO"Albania, 16 settembre 1991-3 dicembre 1993: soccorso umanitario Operazione "MALTA"Malta, 1973-in corso: delegazione di assistenza tecnica militare (26 militari). Le missioni all'estero (Multinazionali) Operazione "ALTHEA - EUFOR" Bosnia Erzegovina, 2 dicembre 2004-in corso: seconda missione militare di sorveglianza condotta dall'Unione Europea.

Operazione "ANTICA BABILONIA"Iraq, 15 luglio 2003-in corso: lotta al terrorismo internazionale e soccorso umanitario (1.900 militari, caduti: 28 militari, 2 civili).Operazione "ENDURING FREEDOM"Afghanistan, 15 marzo 2003-15 settembre 2003: lotta al terrorismo internazionale. Operazione "ISAF-Afghanistan" Afghanistan, 22 dicembre 2001-in corso: sicurezza e bonifica del territorio (400 militari, caduti: 47 militari).


 Operazione "STABILISE"Timor Est, Indonesia, 22 settembre 1999-17 febbraio 2000: monitoraggio internazionale (250 militari).Operazione "ALBA"Albania, 1997: soccorso umanitario. Operazione "IPPOCAMPO" Ruanda, 10 marzo 1994-10 giugno 1994: monitoraggio internazionale (112 militari). Operazione "AIRONE" Kurdistan, Turchia, 3 maggio 1991-1° agosto 1991: monitoraggio internazionale (1.490 militari). Operazione "LIBANO 2"Libano 24 settembre 1982-6 marzo 1984: monitoraggio internazionale (2.300 militari; caduti: 1 militare).Operazione "LIBANO"Libano, 23 agosto 1982-11 settembre 1982: monitoraggio internazionale (519 militari).Le missioni all'estero (N.A.T.O.) Operazione "NTM-I"Iraq, 14 agosto 2004-in corso: supporto all'addestramento (24 militari). Operazione "ALLIED ARMONY" Macedonia, 16 dicembre 2002-in corso: monitoraggio internazionale (40 militari). Operazione "AMBER FOX"Macedonia, 4 ottobre 2001-15 dicembre 2002: monitoraggio internazionale (210 militari).Operazione "ESSENTIAL HARVEST" Macedonia, 22 agosto 2001-16 ottobre 2001: sostegno all'ordine interno (700 militari). Operazione "KFOR-Kosovo"Kosovo, 12 giugno 1999-in corso: sostegno all'ordine interno (caduti: 5 militari). 


Operazione "ALLIED HARBOUR"Albania, aprile 1999-31 agosto 1999: soccorso umanitario ai profughi (2.300 militari). Operazione "JOINT GUARANTOR"Macedonia, 1998-1999: sostegno all'ordine interno.Operazione "IFOR/SFOR"Bosnia Erzegovina, dicembre 1995-in corso: sostegno all'ordine interno (2.000 militari).Le missioni all'estero (O.N.U.)Operazione "NICOLE" Ciad, 25 settembre 2007-in corso: sorveglianza del confine col Darfur (93 militari). Operazione "LEONTE"Libano, 1° novembre 2006-in corso: sorveglianza del territorio (2.500 militari). Operazione "UNOWA"Senegal, 2004-in corso: osservazione. Operazione "JMM/JMC"Sudan, 1° marzo 2002-in corso: osservazione. Operazione "UNMEE" Etiopia e Eritrea, settembre 2000-in corso: osservazione (15 militari). Operazione "UNMIK" Kosovo, 1999-in corso: osservazione. Operazione "MONUC"Congo, 30 novembre 1999-2003: osservazione (2 ufficiali).Operazione "OSCE/KVM"Kosovo, 23 settembre 1998-29 marzo 1999: osservazione. Operazione "ALBATROS/ONUMOZ" Mozambico, marzo 1993-aprile 1994: monitoraggio internazionale (1.030 militari).


Operazione "IBIS/UNOSOM"Somalia, 13 dicembre 1992-21 marzo 1994: soccorso umanitario (caduti: 11 militari, 1 crocerossina, 2 giornalisti).Operazione "EUMM"Ex Jugoslavia, 7 luglio 1991-in corso: prima missione di osservazione dell'Unione Europea (19 ufficiali). Operazione "UNOCA 2"Afghanistan, 1° maggio 1990-14 ottobre 1990: bonifica del territorio (6 artificieri militari). Operazione "MINURSO"Sahara Occidentale, 27 settembre 1991-in corso: osservazione (4 ufficiali). Operazione "UNOCA" Afghanistan, 30 marzo 1989-15 ottobre 1989: bonifica del territorio (8 artificieri militari). Operazione "UNTAG" Namibia, 1989-1990: monitoraggio internazionale. Operazione "UNIFIL" Libano, luglio 1979-in corso: monitoraggio internazionale (34 militari, 4 elicotteri).Operazione "UNMOGIP"India e Pakistan, 1961-in corso: osservazione (7 ufficiali).Operazione "UNTSO"Egitto, Israele, Libano Siria: 1958-in corso: osservazione.Negli Anni Venti con il prefetto di ferro Cesare Mori, per combattere Cosa Nostra a Palermo. Negli Anni Cinquanta in Calabria con il questore Carmelo Marzano, per combattere l’Onorata Società (progenitore della ‘drangheta L'Operazione "Strade Sicure", prende il via ufficialmente il 4 agosto 2008, quando circa 3000 militari delle quattro Forze Armate, di cui 2600 dell'Esercito, affiancano le forze di Polizia nel controllo del territorio nelle principali città italiane, grazie al "Piano d'impiego del personale delle Forze Armate nel controllo del territorio", piano varato il 29 luglio 2008 con un decreto a firma dei Ministri dell'Interno e della Difesa. Con il Decreto di proroga del 3 agosto 2009, si è passati alla fase 2 dell'Operazione "Strade Sicure". 


Quest'ultima, ha visto l'incremento del numero dei militari impegnati di 1250 unità e l'aumento delle città in cui vengono svolti servizi di perlustrazione e pattuglia. L'Art. 1 comma 28 della Legge n. 220 del 13 dicembre 2010 "Disposizioni per la formazione del bilancio annuale e pluriennale dello Stato (legge di stabilità 2011)" ha sancito l'ingresso nella fase 3 dell'Operazione, che a partire dal 7 febbraio 2011 ha subito una rimodulazione del dispositivo che prevede anche la sorveglianza di alcuni cantieri sull'autostrada Salerno-Reggio Calabria senza alterare il numero complessivo di militari partecipanti. Un report sull’operazione “Strade Sicure” è stato tenuto oggi giovedì 23 maggio 2013, dall’Esercito Italiano. Inizia con una conferenza stampa, tenuta, (presso la Scuola Allievi carabinieri di Reggio Calabria-Modena, diretta dal tenente colonnello Fabio Coppolino), dal colonnello Francesco Cardone e dal tenente colonnello Angelo Vesto, capo ufficio stampa della Brigata meccanizzata Aosta di Messina, alla presenza di alcuni rappresentanti della stampa reggina e messinese. Oggetto della visita guidata dei giornalisti sono stati, alcuni obiettivi sensibili presidiati dai soldati. La prima tappa è stata il Cedir dove l’Esercito, è anche affiancato dalle forze di polizia, presso gli uffici giudiziari. 


Sono stati poi raggiunti due cantieri dell’autostrada A3, ubicati nel territorio del Comune di Campo Calabro e a Barritteri di Seminara. La visita si è conclusa nella Prima zona industriale di Gioia Tauro, dove il presidio del 10° Reggimento di Manovra sorveglia le aziende del Gruppo De Masi, che recentemente hanno subito un grave attentato portato a termine a colpi di kalashnikov. Il 13 aprile 2013,  44 colpi di Kalashnikov, sono stati sparati contro il capannone della Global Repairs, un'azienda del gruppo De Masi che si occupa di lavori di riparazione di manutenzione di mezzi portuali compresi container.L'Esercito Italiano (EI) è la componente principale e più antica delle tre Forze Armate italiane, assieme alla Marina Militare, all'Aeronautica Militare ed all'Arma dei Carabinieri elevata a rango di Forza Armata, tutte dipendenti dal Capo di Stato Maggiore della Difesa ed inserite nel Ministero della Difesa. Nel 1861, fonte Wikipedia, anno dell'Unità d'Italia, nacque il Regio Esercito Italiano, il nome che assunse per decreto l'Armata Sarda unificata con molti altri eserciti operativi prima dell'Unità d'Italia; questo avvenne il 4 maggio 1861, con decreto (nota n. 76 del 4 maggio 1861) firmato dal ministro Manfredo Fanti. Il neonato esercito assumerà però tale nome effettivamente solo a partire dal 1884. Da allora il Regio Esercito ha partecipato alla terza guerra di indipendenza, alle campagne coloniali, alla prima e alla seconda guerra mondiale, prima dalla parte dell'Asse e dopo l'8 settembre 1943 dalla parte degli Alleati. L'esercito repubblicano nasce dopo la proclamazione della Repubblica il 2 giugno 1946


La sua base consiste nel Corpo Italiano di Liberazione, che aveva partecipato alla campagna d'Italia al fianco della forze alleate contribuendo alla liberazione del territorio nazionale. Dopo la cessazione delle ostilità la Missione Militare Alleata il 14 novembre 1945 stabilì le norme alle quali il nuovo esercito, detto di transizione, doveva attenersi. La struttura doveva rimanere quella stabilita fino alla firma del trattato di pace. I cinque gruppi di combattimento che erano stati costituiti via via che le forze alleate avanzavano divennero altrettante divisioni binarie, cioè formate da due reggimenti (solo di fanteria):Divisione di fanteria "Friuli"; Divisione di fanteria "Cremona"; Divisione di fanteria "Legnano"; Divisione di fanteria "Folgore"; Divisione di fanteria "Mantova". 


A queste si aggiungevano 3 divisioni di sicurezza interna, la Aosta, la Reggio (originariamente Sabauda ) e la Calabria cui si aggiungevano altri 10 reggimenti di cui 3 alpini, portando la forza complessiva di quelle che venivano denominate forze mobili e locali a 90.000 uomini.Altre componenti dell'esercito di transizione erano l'Organizzazione Centrale e 11 comandi militari territoriali che dovevano sostituire le funzioni dei preesistenti comandi di corpo d'armata in tempo di pace, per complessivi 9.000 uomini; l'Amministrazione, comprendente le unità dei servizi con altri 31.000 uomini; la componente detta Addestramento e Complementi che raggruppava il Centro Addestramento Complementi di Cesano e le Scuole Militari, per complessivi 10.000 uomini, che portavano il totale a 140.000 uomini. Alcuni reparti, consistenti in una divisione, 6 raggruppamenti e due gruppi di battaglioni (equivalenti a reggimenti) rimanevano ancora sotto il comando alleato. 


L'organizzazione addestrativa di base era affidata ai comandi militari territoriali, attraverso i Centri Addestramento Reclute (CAR), con un organico a livello di reggimento, mentre l'addestramento avanzato veniva svolto dalle scuole militari. Inoltre ai comandi territoriali veniva assegnato un reggimento operativo in modo da garantire una presenza diffusa sul territorio, tranne in Sicilia nella quale i compiti di vigilanza vennero assegnati a due divisioni di sicurezza, visti i problemi legati alle tendenze separatiste dell'isola. Nel 1946 le tre divisioni per la sicurezza interna vennero trasformate in unità operative, con l'aggiunta di un gruppo di artiglieria ed un gruppo squadroni di cavalleria blindata (con cingolette CV35) della ricostituita arma di Cavalleria, e questa fu la struttura definitiva dell'Esercito di Transizione alla firma del trattato di Parigi nel 1947. L'evoluzione. 


Gli anni cinquanta. Bandiera della NATO. Un carro M47 Patton esposto al museo dei carristi situato in Roma-Cecchignola. Dopo la fase di transizione, con l'accettazione dell'Italia nella NATO, le forze armate vengono rinforzate e riarmate, con un consistente concorso degli Stati Uniti in termini di mezzi; la dottrina di impiego e l'addestramento vengono uniformati agli standard dell'alleanza, e vengono tenute regolarmente esercitazioni congiunte. La consistenza dei reparti operativi cresce fino a raggiungere dieci divisioni di fanteria e tre corazzate (Ariete, Centauro e Pozzuolo del Friuli) cui si aggiungevano cinque brigate alpine. Nel 1954 la struttura di comando viene organizzata su due armate e cinque corpi d'armata, cui si aggiungeva il Corpo per la sicurezza della Somalia, paese affidato all'Italia per mandato fiduciario dalle Nazioni Unite fino al 1956; di conseguenza, il corpo viene sciolto nello stesso anno. Con il concretizzarsi della minaccia di invasione da parte del Patto di Varsavia viene definita dalla NATO la dottrina di difesa avanzata, che in Italia porta alla denominazione della soglia di Gorizia come linea di difesa alla quale doveva essere idealmente fermata l'eventuale invasione e al miglioramento ed estensione del Vallo Alpino, sistema di fortificazioni inizialmente concepito sotto il fascismo per contrastare una minaccia proveniente dalla Germania e successivamente ripristinato dall'inizio degli anni 1950 fino al 1992, sotto il presidio di reparti appositamente dedicati allo scopo: Alpini d'Arresto e Fanti d'Arresto. 


Viene creata la III Brigata missili che, dotata di missili Honest John prima (32 lanciatori) e Lance poi, acquisisce la capacità di lancio di testate tattiche nucleari.L'esercito (lat. exercitus, "esercizio", in seguito "esercizio militare") è una forza armata creata da uno Stato, o come espressione spontanea di un popolo, per fare fronte ad una guerra. L'esercito è un complesso delle forze armate di uno stato. Il superamento delle prime organizzazioni tribali, nelle quali l'uso individuale e collettivo della forza spettava a tutti i membri del gruppo, portò alla formazione di eserciti come organizzazioni autonome, con caratteristiche differenti da popolo a popolo. Gli eserciti delle monarchie e degli imperi dell'antico Oriente (IV millennio - sec. VI a.C.) in genere erano costituiti da una parte scelta, permanente, legata da vincoli di razza e di nazione, e da una parte raccogliticcia, composta dalle masse dei popoli vinti e assoggettati. Nell'età micenea (secc. XV-XII a.C.) gli eserciti della Grecia avevano carattere gentilizio. Solo i sovrani e i loro compagni disponevano dei carri e delle costose armature in metallo, e il loro combattimento spesso risolveva la battaglia; la massa degli altri soldati, armata alla meglio, aveva un ruolo marginale.Nei secoli e successivi, lo sviluppo delle condizioni economiche e il perfezionamento della metallurgia consentirono a un numero sempre maggiore di cittadini di disporre delle armi pesanti; gli eserciti nobiliari vennero sostituiti da nuovi ordinamenti, nei quali gli opliti (fanti con armatura pesante) costituivano la forza principale. 


Raggruppati a massa, essi componevano la falange, tipica formazione dell'età greca classica, la cui comparsa segnò la decadenza della cavalleria. A Sparta l'esercito era costituito da un nucleo permanente, formato dagli spartiati o eguali (cittadini con pieni diritti civili), i quali, sottoposti a una rigida disciplina fin dall'infanzia, erano obbligati al servizio militare dai 20 ai 60 anni; prestavano servizio nell'esercito anche i perieci (cittadini liberi senza diritti civili) e, in caso di bisogno, gli iloti (schiavi). L'esercito degli opliti spartani era suddiviso in 5 mórai (letteralmente, «divisioni» ), che comprendevano da 400 a 900 uomini, a loro volta suddivise in lóchoi, pentecostie, enomotie (queste ultime composte da 15 o 32 o 36 uomini).Ad Atene, dopo le riforme di Solone, tutti i cittadini, suddivisi in quattro classi a seconda del censo, avevano l'obbligo del servizio alle armi; le prime tre classi fornivano gli uomini per la cavalleria e la fanteria pesante, la quarta, a spese dello stato, quelli per la fanteria leggera. Dopo le riforme di Clistene, ognuna delle 10 tribù territoriali era tenuta a fornire una schiera contingentale di cavalieri. Ogni cittadino era obbligato al servizio militare dai 18 ai 60 anni di età. L'esercito era comandato dapprima da un arconte polemarco e, in epoca classica, dagli strateghi. 


I corpi forniti dalle tribù territoriali erano agli ordini di un tassiarco, che veniva eletto e che a sua volta nominava i lochagoí, capitani di singole compagnie di 100 uomini. La cavalleria era raggruppata in 2 contingenti, ciascuno fornito da 5 tribù e comandato da un ipparco; il suo impiego si ebbe soprattutto dopo la guerra del Peloponneso (431-404 a.C.); si diffuse inoltre l'impiego di mercenari, che integravano le unità permanenti «nazionali». Al tempo di Filippo II di Macedonia e di Alessandro Magno (sec. IV a.C.), l'esercito comprendeva la cavalleria pesante dei nobili «compagni del re» (eteri), la cavalleria leggera (peoni), la fanteria pesante (pezeteri) ordinata in compatte falangi armate di lunghe lance (sarisse), la fanteria leggera e altri corpi tra loro organicamente integrati (come gli arcieri). Nonché macchine da guerra. L'esercito macedone fu la più complessa macchina militare fino ad allora costituita. I reparti erano inquadrati da un vero e proprio corpo di ufficiali, istruiti e preparati da apposite scuole (somatofilachie). Sul piano tattico, Alessandro riuscì a sfruttare appieno questo complesso strumento militare, puntando sulla forza d'urto della cavalleria pesante, attaccando con la fanteria in ordine obliquo (tattica peraltro già impiegata da Epaminonda) e sfruttando poi a fondo ogni successo con inseguimento senza respiro. Esercito professionale. 


Gli eserciti professionali si diffusero rapidamente, e in breve segnarono la differenza fra protagonisti e comprimari della politica dell'antichità. A seconda del tipo di società e di civiltà, il servizio militare era svolto o soltanto da alcuni cittadini (caste guerriere) o da tutti i cittadini, che prestavano servizio militare per un tempo ben definito. A seconda del censo e/o delle possibilità economiche, e quindi delle armi che potevano procurarsi, i soldati venivano suddivisi nelle varie armi, fanti leggeri o pesanti, arcieri, frombolieri o cavalieri: quest'ultima arma era destinata ai più ricchi, che potevano permettersi di comprare e mantenere un cavallo. L'esercito per eccellenza considerato ancora oggi il più potente è la legione romana, seguito dalla falange macedone.Esercito nobiliare. Durante il periodo feudale, l'esercito si trasforma di nuovo: chi presta servizio militare sono i nobili e i loro figli, che in genere combattono a cavallo (essendo gli unici a poterselo permettere), accompagnati da fanteria reclutata fra i servi della gleba del feudo, truppe raccogliticce e poco motivate. La cavalleria assume ora un ruolo di primo piano, componendosi di cavalieri con armature in ferro, indossate spesso anche dai cavalli. Le nuove formazioni di cavalleria pesante si dimostrano di una potenza devastante, molto superiori alle formazioni di fanteria dell'epoca: per tutto il medioevo e ancora per buona parte dell'evo moderno fin quasi alla rivoluzione francese, l'esito delle battaglie fu deciso dalle cariche delle unità di cavalleria. 

Esercito di leva. Il principale punto debole dell'esercito nobiliare era, come scoprirono a loro spese le monarchie europee che combatterono contro Napoleone, la difficoltà di reintegrare le perdite subite. Davanti ad un esercito di popolo non professionale, male addestrato, male equipaggiato ma estremamente numeroso e continuamente rinforzato da nuovi effettivi come quello francese rivoluzionario, gli eserciti nobiliari europei dovettero ricorrere anche loro all'adozione delle chiamate di leva, ristrutturando l'esercito basandolo principalmente su unità di fanteria e di artiglieria e creando un esercito di popolo come quello francese.”. Onore al merito, dunque all’Esercito Italiano, nel quale abbiamo pure militato (A Maniago, Pionieri del Genio nella Divisione Ariete), quando  esisteva il servizio militare obbligatorio. Come pure, il tenente dei Bersaglieri, Luigi Palamara. Domenico Salvatore


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