Lo ha annunciato a Bruxelles il ministro dell’Interno Annamaria Cancellieri nel suo intervento alla conferenza sul ‘Contrasto dell’estremismo violento e sulle strategie per prevenire il diffondersi di messaggi estremisti, anche attraverso le nuove forme di comunicazione telematiche’
«Il
tema della comunicazione è da sempre connesso a quello della nascita e
dell'evolversi delle diverse forme di radicalismo e di violenza eversiva
nelle democrazie moderne. Un rapporto così stretto da far parlare di
una vera e propria relazione simbiotica tra terrorismo e pubblicità,
condizione indispensabile di affermazione e di permanenza in vita del
fenomeno e dei suoi protagonisti. La persistenza di questo legame è
stata rafforzata ma anche profondamente ridisegnata dall'avvento di
Internet». Lo ha dichiarato oggi il ministro dell’Interno Annamaria Cancellieri
nel suo intervento alla tavola rotonda ‘Comunicazione sull’estremismo
violento e contro la comunicazione via internet’ che si è svolto a
Bruxelles, presso il Palais d’Egmomt, nell’ambito della Conferenza
ministeriale sul ‘Contrasto dell’estremismo violento e sulle strategie
per prevenire il diffondersi di messaggi estremisti, anche attraverso le
nuove forme di comunicazione telematiche’.
Nell’occasione il ministro Cancellieri ha annunciato formalmente l’adesione dell’Italia al progetto CleanIt,
lanciato due anni fa dal governo dei Paesi Bassi, al quale avevano
finora aderito dieci stati membri dell’Ue (oltre al paese promotore,
Germania, Gran Bretagna, Belgio, Spagna, Ungheria, Romania, Austria,
Danimarca e Grecia). Si tratta di un sistema di scambio delle
informazioni sugli attacchi di hacker e condivisione dei metodi di
difesa dal cyber-crime, con l’obiettivo specifico di trovare le migliori
risposte all'uso del web da parte delle organizzazioni terroristiche
che, grazie alla rete, trovano finanziamenti, fanno propaganda e
proselitismo.
Le varie componenti istituzionali
italiane, con l’avvento della Rete, hanno dovuto reimpostare le proprie
strategie sul fronte investigativo, di prevenzione ed in termini di
policy comunicative, ha affermato Cancellieri, «muovendosi nelle tre
direttrici della iper specializzazione degli operatori di polizia, del
rafforzamento della partnership tra pubblico e privato nelle strategie
di diffusione di contenuti informativi legalitari, di sensibilizzazione
ed educazione, specie delle generazioni più giovani, ad una uso
‘intelligente’ della rete».
Particolare impegno è stato riservato
all’attività di formazione specialistica delle forze di Polizia che
operano nel settore delle telecomunicazioni e della prevenzione. «La
professionalità del personale destinato a tali funzioni – ha proseguito
il ministro - si è potuta arricchire in termini di conoscenza di
atteggiamenti devianti, discriminatori o tendenti a forme di
radicalizzazione grazie ad appositi corsi di preparazione organizzati in
collaborazione con istituzioni universitarie ed enti di ricerca.
Particolarmente proficua, inoltre, si è rilevata l’interazione con
rappresentanti delle comunità islamiche integrate che possono
costituire un formidabile alleato nell’opera di individuazione e
neutralizzazione dei processi di radicalizzazione ma anche nella
costruzione di una 'contropropaganda' interna allo stesso mondo
islamico. La preparazione di tali expertise nei corpi delle Forze di
polizia ottiene il duplice effetto di garantire sia l’immediata reazione
in termini contenutistici all’eventuale offensiva mediatica via web sia
di approntare adeguate policies di controinformazione che viaggiano
direttamente su rete».
In questa direzione è di imminente
attivazione un nuovo portale web del Commissariato di polizia online
che, accanto al tradizionale servizio pubblico connesso a situazioni di
emergenza e pericolo, realizzerà una finestra di dialogo, collegata con i
più diffusi social network, aperta alle minoranze e ai gruppi
abitualmente oggetto di discriminazioni di tipo razziale, ideologico,
religioso e sessuale.
«Una specifica attenzione inoltre è
stata dedicata all’obiettivo di orientare le giovani generazioni ad un
uso della rete critico e intelligente, ha concluso Cancellieri, tenuto
conto che, non di rado, un certo genere di messaggistica on line ha una
carica di violenza e di contenuto discriminatorio 'occulti', di non
immediata decifrabilità».

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