Al Consiglio Nazionale Forense
Al Consiglio degli Avvocati di Palmi
Agli
Organi di Stampa
Il
Fatto Quotidiano
La Gazzetta del Sud
Quotidiano
della Calabria
Calabria
Ora
Ai giornali on line Approdo news, Strill, Città Metropolitana
Oggetto: Diritto di replica alle notizie riportate dai Vostri
giornali, su
Notizie
inviate dall’Avv. Antonino Napoli – Difensore della
Famiglia DE SALVO, in data luglio 2012 a gennaio 2013-01-13
Avente come oggetto: PRESUNTO caso di malasanità all’Ospedale
di
Polistena su neonato
Io sottoscritto
INTERDONATO Dr. Pietro, medico presso la Divisione di Ostetricia dell’Ospedale di
Polistena (RC), che da quanto riferisce l’Avv. Antonino Napoli (che tutela gli
interessi della parte civile) è da ritenere, congiuntamente al Dott. Romeo,
responsabile di un episodio di malasanità.
Pur, non essendo responsabile di quanto mi viene contestato, ho,
tuttavia, da sempre manifestato completa fiducia nella Giustizia ed è mia
intenzione continuare a manifestarla questa fiducia anche nel futuro.
Resto convinto però che
i processi vadano celebrati nella loro
sede naturale, e, cioè, nelle aule di giustizia, e non sulle pagine dei
giornali.
Mi rifiuto di pensare
infatti che una eventuale spettacolarizzazione possa sostituire il giudizio
pacato ed equilibrato di un Magistrato, così come mi rifiuto di pensare che si
possa speculare attraverso la pubblicità sulle miserie e sulle amarezze umane.
L’Avv. Napoli ha dato
notizie ai media per ben due volte: una prima volta quando vi è stato il rinvio
a giudizio; ed una seconda volta per comunicare un semplice rinvio del processo
ad altra udienza.
E’, sia la prima volta
che in questa ultima occasione, non è stata la stampa ad avere contezza di
questi due momenti, ma l’Avv. Napoli a comunicare notizie alla stampa. Una cosa gravissima sia, dal
punto di vista deontologico che morale.
A parte la palese
violazione del dovere di riservatezza che deve regolare ogni seria condotta
professionale.
Se tutti gli Avvocati
d’Italia si comportassero come l’Avv. Napoli, informando l’opinione pubblica a
senso unico, solo ed esclusivamente alla ricerca di notorietà si arriverebbe alla rottura del giusto equilibrio
fra le varie categorie.
Poiché mi sento,
abbondantemente nauseato da tale comportamento, a mio avviso scorretto, da
parte del richiamato Avvocato ritengo doveroso inviare la perizia medica,
non di parte, e che, per ciò stesso, potrebbe apparire poco credibile, ma
quella disposta dalla Procura della Repubblica di Palmi.
Questa recita: 1) la
paziente quando è giunta in Ospedale non era in travaglio di parto
2) Il neonato era
ammalato già in utero dai dieci ai venti giorni prima e che il ritardo di
cinque ore abbia causato esclusivamente un prolungamento della malattia
3) Non appaiono
corrispondere con la dovuta alta o elevata probabilità logica e credibilità
razionale singole responsabilità penali casualmente incidente sulle lesioni,
e soprattutto sui postumi permanente del piccolo A.D.S.
E’ evidente che se singoli medici, nel ricoverare una paziente
non violano leggi e soprattutto regolamenti ordini o discipline della struttura
sanitaria ove operano, ne operano negligentemente, imprudentemente ed
imperitamente in caso di tipologie di ricovero ammesse presso la medesima
struttura ospedaliera, non è penalmente punibile a loro carico un fatto derivante
da ritardi per il cui evitamento è necessaria una struttura diversa da quella
di ricovero.
Alla luce delle
conclusioni dei periti del Tribunale quindi, non si capisce a cosa possa
servire lo stillicidio di notizie diffuse dall’Avv. Napoli. Ed è per tale
ragione che ho ritenuto opportuno segnalare il comportamento del professionista
alla Stampa, al Consiglio Nazionale Forense ed al Consiglio dell’Ordine degli
Avvocati di Palmi perché, nell’ambito delle loro competenze, intervengano con
una loro decisione in maniera autorevole allo scopo di porre
fine alla strana consuetudine dell’Avv. Napoli di diffondere notizie giudiziarie
per una sua esigenza pubblicitaria, in quanto tale deve essere ritenuta la Sua condotta non essendo
ancora intervenuta alcuna sentenza.
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