Il tam-tam mediatico successivo alla decisione del Ministro
Cancellieri di sciogliere l’amministrazione comunale di Reggio, sta assumendo
toni drammaticamente grotteschi , senza alcuna ammissione di
responsabilità da parte di chi ha avuto indiscutibilmente
le maggiori responsabilità politiche su questo eccezionale provvedimento, quasi
come se si trattasse di un evento capitato come una improvvisa disgrazia
naturale nei confronti della quale c’è poco da fare se non imprecare, lanciare
insulti e additare nemici, proporre reclami.
L’ultima goffa decisione di produrre ricorso al Tribunale
Amministrativo, da parte di una destra ormai allo sbando, sempre più alla
ricerca di una sopravvivenza a tutti i costi, ma, soprattutto, incapace
riflettere sulle proprie colpe e sui propri errori che, in massima parte, hanno
condotto la città nella condizione di dissesto etico in cui oggi si trova, non
può essere considerata solo un atto formale senza conseguenze sotto l’aspetto
politico.
Reggio, ha oggi il triste primato di essere il primo capoluogo di provincia ad essere sciolto per “contiguità” (molto più grave di infiltrazione) con le cosche mafiose, eppure tutte le prese di posizione della disciolta maggioranza sembrano collocarsi al di sopra del “problema”, rifiutando ogni valutazione critica per fatti così eclatanti da sembrare, in alcuni casi, neppure passibili di approfondimento.
Sullo sfondo di comportamenti così irresponsabili e
scriteriati, perciò, più che ai commissari, la palla passa in mano ai cittadini
che devono mostrarsi capaci di invertire la rotta, lottare strenuamente contro una
politica fatta di personalismi e clientele, sostenere il merito e la
professionalità, creando i presupposti perché Reggio torni ad essere una città
“normale”, normalmente amministrata, nella quale valgano le normalissime regole
della convivenza civile e democratica.
C’è tutto il tempo per rifondare una classe dirigente degna di tale nome e capace soprattutto di fronteggiare lo tsunami mafioso che da anni “inonda” la pubblica amministrazione; c’è tutto il tempo per schierarsi dalla parte di chi vuole veramente gettare le basi per una profonda rivoluzione culturale e morale che deve riguardare tutti, nessuno escluso; c’è abbastanza tempo perché i cittadini dimostrino la volontà di ritornare ad occuparsi della città senza deleghe a scatola chiusa, rifiutando atteggiamenti di tolleranza, accondiscendenza, omertà, complicità.
Diritti e Libertà ritiene che sia indispensabile avviare un
profondo processo di rinnovamento che può realizzarsi soltanto costruendo,
nell’immediato, un movimento di pensiero positivo che si presenti come elemento
i pressione sulla struttura commissariale e getti le basi per la realizzazione di
una nuova classe dirigente in grado di proporsi con un programma credibile,
che, sostenuto da idee forti e condivise, sia capace di fronteggiare ogni
condizionamento e ogni rischio di “contiguità”, isolando, emarginando e facendo
fronte comune nei confronti delle tensioni che hanno determinato l’attuale
drammatico momento della politica cittadina.
0 Commenti