Scuola – Anief: concorso a cattedra, l'esercitatore del Miur fa acqua
da tutte le parti.
Perché non sono state pubblicate le risposte esatte? Così si
discriminano i partecipanti. Ravvisati anche diversi problemi per i
candidati non in possesso di computer moderni e di connessioni veloci.
Tantissime le proteste. E poi non ci si lamenti dei ricorsi…
"Fa acqua da tutte le parti l'esercitatore predisposto dal Ministero
dell'Istruzione per permettere agli oltre 320 mila candidati al
concorso a cattedra per diventare tra meno di un anno docenti della
scuola pubblica italiana: il Miur deve immediatamente pubblicare le
risposte esatte, altrimenti rischia di disorientare gli aspiranti
docenti anziché permettergli di studiare i contenuti delle prove
preliminari fissate per il 17 e 18 dicembre prossimi". A sostenerlo è
Marcello Pacifico, presidente dell'Anief e delegato Confedir per la
scuola, a poche ore dalla decisione del Ministero dell'Istruzione di
far esercitare i candidati al concorso senza fargli conoscere l'esito
delle 3.500 domande predisposte dalle commissioni di esperti.
Nella giornata di oggi, al nostro sindacato sono pervenute tantissime
denunce e proteste per una scelta di cui non si comprendono i motivi:
"il Miur abbia il coraggio di pubblicare le risposte esatte. Se non lo
fa, discrimina i partecipanti, i quali già hanno avuto
inspiegabilmente dieci giorni in meno, rispetto ai concorsi pubblici
passati, per prepararsi attraverso la lettura di tutti i quesiti".
L'Anief si fa portavoce dei candidati, facendo un appello pubblico al
Miur, anche per dire che già dal primo giorno il sistema informatico
predisposto per rendere pubblici i quesiti è andato in tilt:
permangono infatti forti difficoltà a collegarsi, soprattutto per chi
non ha la banda larga e diversi problemi nel portare a compimento le
sessioni di prova.
Ma soprattutto c'è l'amara sorpresa, qualora non si risponda
correttamente alle 35 risposte, di non conoscere quelle a cui non si è
risposto in modo positivo. "Allora a cosa serve esercitarsi?", si
chiede Pacifico. "Il sistema sembra quasi tarato per evitare
contestazioni immediate contro la formulazione di domande sbagliate.
Se così fosse – continua il presidente – saremmo di fronte ad un grave
errore, perché per evitare di affrontare i problemi si cercherebbe di
aggirarli con un sistema informatico cervellotico e inefficace".
"Ad essere danneggiati sono tutti i candidati che non sono in possesso
di computer e reti di collegamento all'avanguardia. Limitando,
inevitabilmente, le loro opportunità. Il Miur non può fare altro che
pubblicare, da subito, tutte le risposte esatte. In caso contrario si
renderebbe artefice di una clamorosa discriminazione dei partecipanti
al concorso. E poi – conclude Pacifico - non ci si lamenti dei
ricorsi…".
28 novembre 2012

0 Commenti