RAUTI: SCONTRO TRA EX A FUNERALI, FINI CONTESTATO IN CHIESA/ADNKRONOS
ESEQUIE A SAN MARCO, ALL'ANGOLO DI PIAZZA VENEZIA SI CONSUMA
ULTIMO RITO
Roma, 5 ottobre 2012 - Piazza San Marco e' dietro l'angolo
di piazza Venezia ed e' li', luogo evidentemente fatale, che la destra
e i suoi spezzoni si ritrovano, alle 12.30, a dare l'estremo saluto a
Pino Rauti. Funerali segnati dal dolore dei congiunti e di tanti
militanti e dalla contestazione plateale, diretta, ai limiti del
contatto fisico, a Gianfranco Fini. "Traditore", "Badoglio", gli
epiteti indirizzati al presidente della Camera da una parte della
folla in attesa davanti alla Basilica.
E' la destra piu' 'dura', che si lancia nel saluto romano e
scandisce "Boia chi molla", quella che forse aveva i conti in sospeso
con Fini sin da Fiuggi, anno di grazia 1995, ma anche quella che non
ha perdonato tante scelte e troppe svolte, fino alla rottura con
Silvio Berlusconi. C'e' anche la destra ormai istituzionalizzata nel
Pdl, e in altre formazioni, ci sono tutti i suoi big e c'e' anche una
pattuglia futurista (Perina, Granata, Barbaro).
Ma altro che atmosfera da 'grande freddo' (nel senso del film,
bella musica e rimpatriata di sogni piu' o meno infranti): quando
arriva Fini l'ambiente si scalda e diventa una bolgia. Ombrelli che
volteggiano, spintoni, sputi, pugni chiusi in aria, a segnare ben
altro che lo sfondamento a sinistra vagheggiato dal 'Gramsci nero'.
LA RUSSA, BRUTTA SCENA MA PRESIDENTE CAMERA HA SBAGLIATO TEMPI E MODI - Ci vuole Isabella Rauti a richiamare tutti non all'ordine, ma al rispetto per il feretro del padre la' davanti. Fuori il 'rito' si e' gia' consumato. Pochi danno atto a Fini (di fatto senza scorta di fronte ad un muro umano) di aver avuto coraggio, la folla da' per scontato il gesto 'strumentale', la 'provocazione' bell'e buona, addirittura la 'mossa elettorale'. Lo spettacolo non piace al leader de La Destra, Francesco Storace. Quando arriva e vede la contestazione, decide di fare dietro front. "Sono credente e solo per questo non ho partecipato alla contestazione a Fini. Era un funerale. Ma il presidente della Camera, pur volendo rendere omaggio a Rauti, ha agito a freddo", scrive poi su Facebook. Anche il lamento di Ignazio La Russa, coordinatore Pdl, e' piu' per Rauti che per Fini: "Mi ha fatto male vedere quello che e' successo. Rauti meritava piu' rispetto da parte di tutti, anche da parte di chi ha contestato Fini in Chiesa". Per l'ex ministro della Difesa, Fini "ha sbagliato in maniera clamorosa modi e tempi della sua partecipazione. Non si puo' arrivare a funerale iniziato e fendere la folla davanti all'ingresso principale della chiesa, senza mettere in conto le reazioni'' e cosi' "invece, ha dato ragione a chi ha preso la sua presenza come una sfida o una provocazione''.
SALUTI ROMANI E 'PRESENTE' PER IL VECCHIO LEADER - Difendono il leader Fabio Granata e Potito Salatto, in molti, dopo, si stringono attorno al presidente che ha scelto di affrontare l'appuntamento "a viso aperto". Ne segue un'ulteriore polemica con Storace e la 'Destra', con Teodoro Buontempo che richiama a non farsi distrarre dall'accaduto e concentrarsi sull'omaggio all'ideatore della 'Nuova destra'. Grande freddo, questa volta in senso letterale, tra finiani e pidiellini. ''Fini e' l'uomo (con la minuscola) piu' squallido del mondo. Ma sarebbe stato meglio non salutarlo nemmeno; trattarlo come il nulla che e'...'', attacca Massimo Corsaro. ''Squallido e' chi ha avuto tanto e non ha dato nulla, chi ha preferito rimanere al sicuro e tradire i propri ideali'', replica duro Aldo Di Biagio. Che poi denuncia: ''La messa in scena di oggi da parte di gentaglia che ha poco a che fare con la politica e' vergognosa, strumentale e scellerata''. In chiesa, il figlio di Isabella Rauti e Gianni Alemanno, Manfredi, aveva citato i 'Canti pisani' di Ezra Pound. Il poeta del "se un uomo non e' disposto a rischiare nulla per le proprie idee, o non vale niente lui o non valgono niente le sue idee". Citazione cara a tutti, qui, nessuno escluso, ma capace di suggellare i risentimenti piu' estremi. L'addio a Rauti si consuma, infine, all'aperto, tra qualche braccio teso e appelli al camerata "presente". Che rimbombano sui muri di palazzo Venezia.
RAUTI: BUOTEMPO (DESTRA), CONTA L'OMAGGIO AL POLITICO NON FINI CONTESTATO - ''La contestazione a Fini rischia di monopolizzare l'attenzione e di far passare in secondo piano il fatto che migliaia di persone hanno reso omaggio a Pino Rauti, riconoscendo in lui un uomo politico all'avanguardia, che, contrariamente ai politici di oggi, riusciva a intuire prima di altri i bisogni sociali e gli eventi politici''. Lo afferma il presidente de ''La Destra'', Teodoro Buontempo. ''Per anni -continua- la stampa ha identificato in Rauti l'uomo nostalgico, emarginato dagli eventi di una societa' moderna. Invece e' vero esattamente il contrario. Rauti, infatti, aveva capito prima di altri quali sarebbero stati i nuovi bisogni e il rischio di un'esplosione sociale che avrebbe colpito i ceti piu' poveri, in particolare i giovani. E non solo aveva intuito ma era anche riuscito a diffondere una cultura della difesa dell'ambiente, compromesso a causa di mille inquinamenti, a cominciare da un'industria senza regole". Secondo Buontempo, ''a Rauti, tutti, anche coloro che la pensano diversamente, devono dare atto che fu l'unico uomo politico di un certo livello ad avere il coraggio di rivolgere un appello ai giovani di destra e a quelli di sinistra affinche' mettessero fine a una guerra civile strisciante che portava solo vantaggio al regime, al sistema dei partiti e a quelle forze di centro colluse con la malavita organizzata, la mafia e la n'drangheta.
"Intorno a lui -aggiunge- si radunarono giovani intellettuali della 'nuova destra', che in Italia come in Europa rappresentavano la sola alternativa credibile alla deriva del capitalismo e ai regimi comunisti illiberali''. ''Mi auguro -conclude Buontempo- che ognuna delle tante persone che erano presenti al funerale di Pino Rauti, indipendentemente dai loro percorsi politici e di vita, abbiano riflettuto sul fatto che il quadro politico italiano e' attraversato da un grande vuoto, quel vuoto che oggi proprio le idee di Rauti, se attualizzate, potrebbero riempire''.
L'ADDIO A PINO RAUTI, FISCHI A FINI E SALUTI ROMANI 'VAI VIA BADOGLIO',URLANO A PRESIDENTE CAMERA. E POI 'PRESENTE' (di Lorenzo Attianese) - Saluti romani, ''camerati'' e croci celtiche in piazza Venezia a Roma, a circa 70 anni di distanza dalla fine del ventennio fascista. E una dura contestazione al presidente della Camera, Gianfranco Fini, chiamato ''traditore come Badoglio''. I funerali dello storico leader del Movimento sociale italiano, Pino Rauti, celebrati oggi nella Capitale alla Basilica di San Marco, rievocano i fantasmi delle aspre contrapposizioni politiche della destra italiana. La chiesa era gremita e anche all'esterno c'erano centinaia di persone, tra simpatizzanti e militanti della galassia della destra italiana, da CasaPound al Movimento Sociale, dal Blocco Studentesco alla Fiamma Tricolore e altri piccoli movimenti di estrema destra, oltre ad anziani nostalgici del Ventennio. La tensione, con una ressa e spintoni verso le guardie del corpo, e' esplosa all'arrivo del presidente della Camera Gianfranco Fini, fautore della 'svolta' che nel '95 trasformo' il Movimento Sociale in Alleanza Nazionale con il congresso di Fiuggi. E alla quale Rauti si era opposto. Contro Fini cori, fischi e contestazioni al grido di ''vai fuori'', ''traditore'' e ''Badoglio'': grida assordanti che arrivavano fin dentro la basilica dove si stava per celebrare la cerimonia funebre. Per placare gli animi e' stato necessario lo stesso intervento di Isabella Rauti, figlia dell'ex segretario del Msi, che ha riportato alla calma gli animi. Se nella chiesa si celebravano i funerali, all'esterno c'erano giovani e anziani che aspettavano il feretro per il 'Presente'. E cosi' e' stato. ''Camerata Pino Rauti'', ha urlato davanti alla bara appena uscita dalla basilica un suo vecchio amico e fedelissimo Bruno di Luia, e la folla assiepata fuori ha risposto: ''Presente'', per ben sei volte. Al momento del saluto la bara era fuori dalla chiesa. Poi canti e slogan come ''Contro il sistema la gioventu' si scaglia. Boia chi molla, il grido di battaglia''. All'esterno c'era anche un banchetto per ''nostalgici'', dove si vendevano i gadget del Ventennio: bandiere, portachiavi e spille che rappresentavano fasci littori, il volto di Mussolini e croci celtiche. Un funerale 'ad alta tensione' che non ha risparmiato polemiche anche sui social network, per le contestazioni al presidente della Camera e la sua partecipazione. ''Sono credente e solo per questo non ho partecipato alla contestazione a Fini. Era un funerale'' ha scritto su Facebook, Francesco Storace, segretario nazionale de La Destra, per il quale ''il presidente della Camera, pur volendo rendere omaggio a Rauti, ha sbagliato e di grosso'' a partecipare ai funerali. Su Twitter gli hanno fatto eco Daniela Santanche', che ha scritto: ''Fini che vergogna presentarsi al funerale di una sua vittima'', e il vice capogruppo del Pdl alla Camera, Massimo Corsaro, per il quale ''Fini e' l'uomo piu' squallido del mondo''. Ma gli esponenti di Fli hanno fatto quadrato attorno al Presidente della Camera. Primo fra tutti il vicecoordinatore di Fli, Fabio Granata, secondo il quale ''Fini, da cittadino e da leader politico coraggioso, ha reso omaggio a un personaggio che fa parte della nostra storia. Lo ha fatto a viso aperto, senza ricorrere ad alcun cerimoniale e affrontando le contestazioni''. Il prossimo appuntamento per l'ultradestra a Roma potrebbe essere per sabato prossimo, quando e' stata annunciata una manifestazione del Movimento Sociale Europeo. L'iniziativa e' stata preavvisata dai promotori in Questura, dove nei prossimi giorni si decidera' se concedere l'autorizzazione.
LA RUSSA, BRUTTA SCENA MA PRESIDENTE CAMERA HA SBAGLIATO TEMPI E MODI - Ci vuole Isabella Rauti a richiamare tutti non all'ordine, ma al rispetto per il feretro del padre la' davanti. Fuori il 'rito' si e' gia' consumato. Pochi danno atto a Fini (di fatto senza scorta di fronte ad un muro umano) di aver avuto coraggio, la folla da' per scontato il gesto 'strumentale', la 'provocazione' bell'e buona, addirittura la 'mossa elettorale'. Lo spettacolo non piace al leader de La Destra, Francesco Storace. Quando arriva e vede la contestazione, decide di fare dietro front. "Sono credente e solo per questo non ho partecipato alla contestazione a Fini. Era un funerale. Ma il presidente della Camera, pur volendo rendere omaggio a Rauti, ha agito a freddo", scrive poi su Facebook. Anche il lamento di Ignazio La Russa, coordinatore Pdl, e' piu' per Rauti che per Fini: "Mi ha fatto male vedere quello che e' successo. Rauti meritava piu' rispetto da parte di tutti, anche da parte di chi ha contestato Fini in Chiesa". Per l'ex ministro della Difesa, Fini "ha sbagliato in maniera clamorosa modi e tempi della sua partecipazione. Non si puo' arrivare a funerale iniziato e fendere la folla davanti all'ingresso principale della chiesa, senza mettere in conto le reazioni'' e cosi' "invece, ha dato ragione a chi ha preso la sua presenza come una sfida o una provocazione''.
SALUTI ROMANI E 'PRESENTE' PER IL VECCHIO LEADER - Difendono il leader Fabio Granata e Potito Salatto, in molti, dopo, si stringono attorno al presidente che ha scelto di affrontare l'appuntamento "a viso aperto". Ne segue un'ulteriore polemica con Storace e la 'Destra', con Teodoro Buontempo che richiama a non farsi distrarre dall'accaduto e concentrarsi sull'omaggio all'ideatore della 'Nuova destra'. Grande freddo, questa volta in senso letterale, tra finiani e pidiellini. ''Fini e' l'uomo (con la minuscola) piu' squallido del mondo. Ma sarebbe stato meglio non salutarlo nemmeno; trattarlo come il nulla che e'...'', attacca Massimo Corsaro. ''Squallido e' chi ha avuto tanto e non ha dato nulla, chi ha preferito rimanere al sicuro e tradire i propri ideali'', replica duro Aldo Di Biagio. Che poi denuncia: ''La messa in scena di oggi da parte di gentaglia che ha poco a che fare con la politica e' vergognosa, strumentale e scellerata''. In chiesa, il figlio di Isabella Rauti e Gianni Alemanno, Manfredi, aveva citato i 'Canti pisani' di Ezra Pound. Il poeta del "se un uomo non e' disposto a rischiare nulla per le proprie idee, o non vale niente lui o non valgono niente le sue idee". Citazione cara a tutti, qui, nessuno escluso, ma capace di suggellare i risentimenti piu' estremi. L'addio a Rauti si consuma, infine, all'aperto, tra qualche braccio teso e appelli al camerata "presente". Che rimbombano sui muri di palazzo Venezia.
RAUTI: BUOTEMPO (DESTRA), CONTA L'OMAGGIO AL POLITICO NON FINI CONTESTATO - ''La contestazione a Fini rischia di monopolizzare l'attenzione e di far passare in secondo piano il fatto che migliaia di persone hanno reso omaggio a Pino Rauti, riconoscendo in lui un uomo politico all'avanguardia, che, contrariamente ai politici di oggi, riusciva a intuire prima di altri i bisogni sociali e gli eventi politici''. Lo afferma il presidente de ''La Destra'', Teodoro Buontempo. ''Per anni -continua- la stampa ha identificato in Rauti l'uomo nostalgico, emarginato dagli eventi di una societa' moderna. Invece e' vero esattamente il contrario. Rauti, infatti, aveva capito prima di altri quali sarebbero stati i nuovi bisogni e il rischio di un'esplosione sociale che avrebbe colpito i ceti piu' poveri, in particolare i giovani. E non solo aveva intuito ma era anche riuscito a diffondere una cultura della difesa dell'ambiente, compromesso a causa di mille inquinamenti, a cominciare da un'industria senza regole". Secondo Buontempo, ''a Rauti, tutti, anche coloro che la pensano diversamente, devono dare atto che fu l'unico uomo politico di un certo livello ad avere il coraggio di rivolgere un appello ai giovani di destra e a quelli di sinistra affinche' mettessero fine a una guerra civile strisciante che portava solo vantaggio al regime, al sistema dei partiti e a quelle forze di centro colluse con la malavita organizzata, la mafia e la n'drangheta.
"Intorno a lui -aggiunge- si radunarono giovani intellettuali della 'nuova destra', che in Italia come in Europa rappresentavano la sola alternativa credibile alla deriva del capitalismo e ai regimi comunisti illiberali''. ''Mi auguro -conclude Buontempo- che ognuna delle tante persone che erano presenti al funerale di Pino Rauti, indipendentemente dai loro percorsi politici e di vita, abbiano riflettuto sul fatto che il quadro politico italiano e' attraversato da un grande vuoto, quel vuoto che oggi proprio le idee di Rauti, se attualizzate, potrebbero riempire''.
L'ADDIO A PINO RAUTI, FISCHI A FINI E SALUTI ROMANI 'VAI VIA BADOGLIO',URLANO A PRESIDENTE CAMERA. E POI 'PRESENTE' (di Lorenzo Attianese) - Saluti romani, ''camerati'' e croci celtiche in piazza Venezia a Roma, a circa 70 anni di distanza dalla fine del ventennio fascista. E una dura contestazione al presidente della Camera, Gianfranco Fini, chiamato ''traditore come Badoglio''. I funerali dello storico leader del Movimento sociale italiano, Pino Rauti, celebrati oggi nella Capitale alla Basilica di San Marco, rievocano i fantasmi delle aspre contrapposizioni politiche della destra italiana. La chiesa era gremita e anche all'esterno c'erano centinaia di persone, tra simpatizzanti e militanti della galassia della destra italiana, da CasaPound al Movimento Sociale, dal Blocco Studentesco alla Fiamma Tricolore e altri piccoli movimenti di estrema destra, oltre ad anziani nostalgici del Ventennio. La tensione, con una ressa e spintoni verso le guardie del corpo, e' esplosa all'arrivo del presidente della Camera Gianfranco Fini, fautore della 'svolta' che nel '95 trasformo' il Movimento Sociale in Alleanza Nazionale con il congresso di Fiuggi. E alla quale Rauti si era opposto. Contro Fini cori, fischi e contestazioni al grido di ''vai fuori'', ''traditore'' e ''Badoglio'': grida assordanti che arrivavano fin dentro la basilica dove si stava per celebrare la cerimonia funebre. Per placare gli animi e' stato necessario lo stesso intervento di Isabella Rauti, figlia dell'ex segretario del Msi, che ha riportato alla calma gli animi. Se nella chiesa si celebravano i funerali, all'esterno c'erano giovani e anziani che aspettavano il feretro per il 'Presente'. E cosi' e' stato. ''Camerata Pino Rauti'', ha urlato davanti alla bara appena uscita dalla basilica un suo vecchio amico e fedelissimo Bruno di Luia, e la folla assiepata fuori ha risposto: ''Presente'', per ben sei volte. Al momento del saluto la bara era fuori dalla chiesa. Poi canti e slogan come ''Contro il sistema la gioventu' si scaglia. Boia chi molla, il grido di battaglia''. All'esterno c'era anche un banchetto per ''nostalgici'', dove si vendevano i gadget del Ventennio: bandiere, portachiavi e spille che rappresentavano fasci littori, il volto di Mussolini e croci celtiche. Un funerale 'ad alta tensione' che non ha risparmiato polemiche anche sui social network, per le contestazioni al presidente della Camera e la sua partecipazione. ''Sono credente e solo per questo non ho partecipato alla contestazione a Fini. Era un funerale'' ha scritto su Facebook, Francesco Storace, segretario nazionale de La Destra, per il quale ''il presidente della Camera, pur volendo rendere omaggio a Rauti, ha sbagliato e di grosso'' a partecipare ai funerali. Su Twitter gli hanno fatto eco Daniela Santanche', che ha scritto: ''Fini che vergogna presentarsi al funerale di una sua vittima'', e il vice capogruppo del Pdl alla Camera, Massimo Corsaro, per il quale ''Fini e' l'uomo piu' squallido del mondo''. Ma gli esponenti di Fli hanno fatto quadrato attorno al Presidente della Camera. Primo fra tutti il vicecoordinatore di Fli, Fabio Granata, secondo il quale ''Fini, da cittadino e da leader politico coraggioso, ha reso omaggio a un personaggio che fa parte della nostra storia. Lo ha fatto a viso aperto, senza ricorrere ad alcun cerimoniale e affrontando le contestazioni''. Il prossimo appuntamento per l'ultradestra a Roma potrebbe essere per sabato prossimo, quando e' stata annunciata una manifestazione del Movimento Sociale Europeo. L'iniziativa e' stata preavvisata dai promotori in Questura, dove nei prossimi giorni si decidera' se concedere l'autorizzazione.
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