Non sanno giocare nemmeno a INDOVINA CHI? o forse dagli indizi presenti nel Decreto di Agosto non hanno identificato Reggio perché non la conoscono.
In questi giorni è sembrato molto strano che personaggi di alto rango politico del centro destra reggino dessero del bugiardo al Sindaco e con Lui all’intera amministrazione comunale a seguito della conferenza stampa sui provvedimenti del governo che cancellano il “DEBITO INGIUSTO” di Reggio Calabria.
Qualcuno ha scritto “la calcolatrice del Sindaco non funziona: l’ultima beffa di Falcomatà. Nella conferenza stampa, Falcomatà lascia intendere che dal Governo arriveranno 200 milioni di euro nelle casse di Palazzo San Giorgio. Una cifra enorme, che non basterebbe comunque a risanare tutto il debito pregresso ma che davvero darebbe una grande boccata d’ossigeno alla città. Peccato che è tutto falso. O almeno, non c’è traccia in alcun documento ufficiale.
Ormai sembra svelato il mistero: queste persone non conoscono il gioco INDOVINA CHIi? o forse dagli indizi, molto dettagliati presenti già nella bozza del decreto agosto che circolava giorno 12, non hanno identificato Reggio perché non la conoscono (anche se alcuni di loro gli indici drammatici della povertà della città e soprattutto i debiti li dovrebbero conoscere avendoli determinati).
Il gioco INDOVINA CHI? è un gioco da tavolo per bambini che utilizzando un insieme di indizi (figurine con caricature, domande, ecc.) consente al più pronto di individuare per primo il personaggio incognito posseduto dall'avversario.
Questi personaggi illustri, al contrario dei bambini che, ti sorprendono spesso per l’acume e gli basta un solo indizio per risolvere il quesito, si sono invece confusi. Si hanno notizie che dopo la conferenza stampa dell’amministrazione comunale hanno letto e riletto la bozza del decreto agosto e non trovando scritto “Reggio Calabria” si sfregavano le mani tanto velocemente da provocare quel fumo che ti annuvola la mente e inebriati si sono lasciati andare a dichiarazioni avventate, a giudizi offensivi per la città e le istituzioni.
Che misera figura vedersi smentire subito dopo dai loro colleghi di partito di Crotone e Cosenza che protestano da giorni con il Governo per quanto concesso a Reggio Calabria e negato alle loro città che navigano purtroppo in brutte acque.
Eppure gli indizi riportati nel decreto erano e sono chiari:
Il PRIMO INDIZIO – Partecipano al riparto dei 200 milioni stanziati i comuni che rientrano “tra quelli che hanno deliberato la procedura di riequilibrio finanziario di cui all'articolo 243-bis del decreto legislativo 18 agosto 2000, n. 267, e che alla data di entrata in vigore del presente decreto risultano avere il piano di riequilibrio approvato e in corso di attuazione, anche se in attesa di rimodulazione a seguito di pronunce della Corte dei conti e della Corte costituzionale”.
La procedura di riequilibrio finanziario doveva essere musica nota per chi si interessa della situazione economica del Comune di Reggio Calabria ma loro non ci sentono sull’argomento.
Il SECONDO INDIZIO – Partecipano al riparto dei 200 milioni stanziati i comuni che hanno “l'ultimo indice di vulnerabilità sociale e materiale (IVSM), calcolato dall'ISTAT, superiore a 100”;
Bastava consultare l’Istat per accertare che Reggio Calabria ha un IVSM pari a 101,80 quindi maggiore di 100.
IL TERZO INDIZIO – Partecipano al riparto dei 200 milioni stanziati i comuni che hanno “capacità fiscale pro capite, determinata con decreto del Ministero dell'Economia e delle Finanze del 30 ottobre 2018, pubblicato nella Gazzetta Ufficiale n. 267 del 16 novembre 2018, inferiore a 395”.
Bastava consultare il decreto per constatare che Reggio Calabria ha una capacità fiscale pro capite pari a 376 < di 395 (Napoli per esempio non partecipa alla ripartizione del fondo in quanto la sua capacità fiscale pro capite è pari a 482 > del limite fissato pari a 395).
IL QUARTO INDIZIO – il riparto delle somme stanziate avverrà tra i comuni che ne hanno diritto con riferimento alla popolazione di “200 mila abitanti al 1° gennaio 2020” e se un comune supera il valore fissato viene considerato alla stregua di uno di 200.000 abitanti.
Bastava consultare i dati ISTAT da cui risulta che la popolazione di Reggio Calabria al 1° gennaio 2020 è pari a 178.760 abitanti (che coincidenza!).
Quinto indizio – il comma 6 dell’art. 53 del decreto agosto recita : “Al comma 3 dell'articolo 194 del decreto legislativo 18 agosto 2000, n. 267, alla fine del primo periodo sono aggiunte le seguenti parole: «nonche', in presenza di piani di rateizzazioni con durata diversa da quelli indicati al comma 2, puo' garantire la copertura finanziaria delle quote annuali previste negli accordi con i creditori in ciascuna annualita' dei corrispondenti bilanci, in termini di competenza e di cassa». Nella delibera di riconoscimento, le coperture sono puntualmente individuate con riferimento a ciascun esercizio del piano di rateizzazione convenuto con i creditori”.
Bastava conoscere l’accordo stipulato dalla città di Reggio Calabria con la Regione Calabria per la restituzione del debito (Ultimo pacco regalo di circa 64 milioni di euro per il servizio idrico mai pagato nel periodo del modello Reggio) per comprendere che il comma 6 dell’art. 53 è scritto per la città di Reggio Calabria che da ora in avanti può pagare in 20 rate annuali il debito pregresso invece che in tre come aveva determinato la Corte dei Conti Regionale (21 milioni l’anno significava dissesto).
Si resta in attesa di conoscere il riparto dei 200 milioni che avverrà, sentita la conferenza Stato –Città, nelle prossime settimane ma, tenuto conto dei comuni in deficit strutturale che possono accedere ai fondi, all’importo pro capite della quota da ripianare e alla popolazione residente, si stima che Reggio Calabria avrà i fondi necessari per ripianare il debito ingiusto che per chi sa leggere le carte ammonta a circa 140 milioni di euro oltre i circa 64 milioni dell’idrico che saranno saldati, come detto prima, in 20 rate annuali certamente sostenibili con il bilancio risanato.
Penso che ai cittadini di Reggio dispiaccia che questi Signori, una parte della classe dirigente, non siano stati pronti a capire la portata delle misure adottate dal governo e soprattutto che stanno tifando e remando contro la salvezza della città.
Si può capire che in un primo momento si può rimanere traumatizzati da un risultato storico, impensabile, ottenuto con una strategia magistrale condotta dall’Amministrazione Comunale, coadiuvata da un eccezionale staff tecnico-amministrativo, che ha saputo trattare con competenza con i più alti burocrati dello Stato e con ministri e politichi, ma dopo un po’ Ti Bevi una Grappa e fai almeno buon viso a cattiva sorte. Sorridi e dici: Bravi Reggio è salva ora misuriamoci in campagna elettorale sui programmi e vinca il migliore.
E invece NO l’obiettivo resta sempre lo stesso lottare contro qualcuno e qualcosa, a costo di distruggere la città. Si sfregano le mani: quando un incivile aggiunge una busta di spazzatura, quando un tubo della condotta idrica che non hanno mai manutenuto si rompe, quando compare una nuova buca o si allarga una esistente dimenticandosi che ai tempi del “modello Reggio” tanti soldi spesi non sono diventati bitume ma mazzette.
Buona domenica
INGEGNERE Santo Monorchio SINDACO DI BAGALADI.
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