Alle prime
ore della mattinata odierna, la Squadra Mobile della Questura ed il Nucleo
Investigativo del Reparto Operativo dei Carabinieri di Reggio Calabria hanno
dato esecuzione ad un Decreto di Fermo di Indiziato di Delitto emesso dalla Direzione
Distrettuale Antimafia della Procura della Repubblica di Reggio Calabria, nei
confronti dei seguenti soggetti, accusati, a vario titolo, di associazione
mafiosa, estorsione ed intestazione fittizia di beni, aggravati dalle finalità
mafiose:
1) DE STEFANO Giovanni
Maria, alias “Il Principe”, nato a
Reggio Calabria il 30.10.1976;
2) ARECCHI Fabio Salvatore,
nato a Reggio Calabria il 17.06.1977;
3) VOTANO Francesco, detto
“Ciccio”, nato a Reggio Calabria il
16.11.1988;
4) MORABITO Vincenzo, detto
“Dino”, nato a Reggio Calabria il
11.08.1968;
5) ASSUMMA Arturo, nato a
Reggio Calabria l’01.09.1985.
L’operazione è il frutto di due
distinte ed originariamente autonome attività investigative condotte dalla Squadra
Mobile e dal R.O.N.I. dei Carabinieri di Reggio Calabria: le prime incentrate
sulla figura e sulle attività criminali di DE STEFANO Giovanni Maria, rampollo della
famiglia rimasto in libertà, che esercitava il governo territoriale della
cosca; le seconde sulle dichiarazioni del collaboratore di giustizia Enrico DE ROSA
con riferimento alle attività estorsive poste in essere ai danni della CO. BAR
S.p.a., esecutrice dei lavori di ristrutturazione del Museo Archeologico della
Magna Grecia di Reggio Calabria.
Il coordinamento delle attività
investigative e la fusione degli esiti autonomamente raggiunti in ciascun
procedimento, ha consentito all’Autorità Giudiziaria di fotografare, con
straordinaria chiarezza, i contorni della struttura dirigenziale territoriale
della cosca DE STEFANO, da anni
egemone nel territorio di Reggio Calabria, le modalità operative funzionali
alla fluida gestione dell’organizzazione di ‘ndrangheta, nonché di accertare dettagliatamente l’esecuzione di
un’estorsione protratta nel tempo ed esercitata con svariate modalità esecutive
ai danni dei rappresentanti della suddetta società CO.BAR.
Le indagini hanno consentito di
dimostrare come la cosca DE STEFANO agisca con speciale autorevolezza criminale
nella zona di centro della città di
Reggio Calabria, attraverso l’esercizio dell’intimidazione. Peraltro, recentemente
sono stati scarcerati DE STEFANO Orazio cl. 1959 (scarcerato in data
19.09.2014) e DE STEFANO Paolo Rosario cl. 1976 (scarcerato in data
19.08.2015). Entrambi erano stati tratti in arresto dopo lunghi periodi di latitanza,
al pari del più grande dei figli del defunto “don Paolo”, ovvero il DE STEFANO Carmine cl. 68, che aveva
pienamente condiviso col più noto fratello Giuseppe cl. 1969, gran parte delle
vicende giudiziarie afferenti il clan mafioso, ereditando unitamente a
quest’ultimo, la reggenza e la gestione criminale della cosca.
Nel
periodo antecedente a dette scarcerazioni, un ruolo speciale era ricoperto da
DE STEFANO Giovanni Maria, figlio del defunto Giorgio DE STEFANO, quale unico
rampollo della storica famiglia che - all’indomani della sua liberazione,
avvenuta nel mese di settembre 2009 - l’aveva rappresentata sul territorio,
assumendone la reggenza.
A DE
STEFANO Giovanni (unitamente a ZAPPIA Vincenzino, già detenuto poiché arrestato
dalla Polizia di Stato, nell’ambito dell’Operazione “Il Padrino”, nel mese di dicembre dello scorso anno), viene
contestato il ruolo di capo e promotore con compiti di direzione, decisione,
pianificazione e individuazione delle azioni e delle strategie del sodalizio
criminoso. Nello specifico, egli assumeva le scelte più rilevanti in ordine alle
concrete modalità di controllo e gestione delle molteplici attività economiche
e degli esercizi commerciali esistenti e/o di nuova apertura nel territorio di
Reggio Calabria. Coordinava e pianificava le attività delittuose, anche di
natura estorsiva, ai danni di ditte o imprese operanti nel territorio,
reinvestendo i proventi illecitamente ottenuti e destinando una parte degli
stessi a garanzia di un adeguato sostegno economico dei sodali detenuti e dei
loro familiari. Dirimeva le varie problematiche ed i contrasti, interni ed
esterni al sodalizio, anche in ordine alla suddivisione tra gli associati degli
ingenti ricavi illecitamente prodotti ed accumulati. Cooperava costantemente anche
con gli altri soggetti al vertice della medesima articolazione territoriale
della ‘ndrangheta ai fini della
realizzazione del programma criminoso.
Un
ruolo di primo piano è attribuito a SONSOGNO Demetrio (già detenuto, poiché
tratto in arresto nell’ambito dell’operazione Tatoo condotta dalla Squadra Mobile nel mese di novembre 2013), quale
dirigente organizzatore, con compiti di diretto controllo e gestione delle
attività estorsive - poste in essere direttamente e per il tramite di altri
sodali - e d’infiltrazione degli interessi patrimoniali della cosca
nell’economia lecita, nonché di controllo delle attività economiche avviate e
da avviare, anche al fine di garantire il necessario sostegno ai massimi
dirigenti della cosca detenuti ed ai loro familiari.
Nell’ambito
della cosca DE STEFANO, ARECCHI Fabio Salvatore e VOTANO Francesco (unitamente,
anche con compiti e condotte diverse, ad Enrico DE ROSA) hanno il ruolo di
partecipi, con lo stabile compito di fungere da continuativi intermediari tra i
sodali e, in particolare, tra DE STEFANO Giovanni e gli altri associati,
ricevendo e riportando svariati messaggi funzionali alla migliore operatività
della cosca e collaborando fattivamente alle attività economiche intestate
fittiziamente all’ARECCHI, le cui sedi operative divenivano anche punto
logistico per lo scambio di messaggi tra i sodali e strumento di riciclaggio
delle attività delittuose perpetrate dalla cosca.
DE STEFANO Giovanni Maria,
ZAPPIA Vincenzino, SONSOGNO Demetrio, MORABITO Vincenzo, ASSUMMA Arturo (e DE
ROSA Enrico, per cui si procede separatamente) rispondono anche dell’accusa di estorsione
aggravata posta in essere ai danni CO.BAR. spa. Che ha eseguito i lavori di
ristrutturazione del Museo della Magna Grecia di Reggio Calabria.
Invero,
costoro, in tempi diversi e con più azioni esecutive di un medesimo disegno
criminoso, con minacce e violente intimidazioni, costringevano BAROZZI Vito
Matteo e la società CO.BAR spa (di cui il medesimo BAROZZI è il titolare del
95% delle quote sociali ed amministratore) a corrispondere - tramite il
geometra Domenico TREZZA ed in quattro distinte occasioni – somme di denaro di
differente importo ed in particolare:
·
in una prima occasione, a consegnare a MORABITO Vincenzo,
detto Dino, una somma di denaro pari a 15/20.000,00 euro circa (somma
successivamente prelevata dal DE ROSA Enrico e dal SONSOGNO);
·
in una seconda occasione, a consegnare al SONSOGNO ed al DE
ROSA nei pressi di un ingresso laterale del Museo della Magna Grecia di Reggio
Calabria una somma di denaro pari a 45/50.000,00 euro circa;
·
in una terza occasione, a consegnare al DE ROSA Enrico una
somma di denaro pari a 50.000,00 euro circa (somma successivamente da
quest’ultimo corrisposta al SONSOGNO);
·
in una quarta occasione, a consegnare ad ASSUMMA Arturo una
somma di denaro pari a 50/60.000,00 euro circa (somma successivamente prelevata
dal DE ROSA e corrisposta al SONSOGNO).
DE
STEFANO Giovanni Maria e ARECCHI Fabio Salvatore sono anche indagati per il delitto di
intestazione fittizia di beni, perché, in concorso fra loro, al fine di eludere
le disposizioni in materia di misure di prevenzione patrimoniale, DE STEFANO
Giovanni attribuiva fittiziamente ad ARECCHI Fabio Salvatore la formale
titolarità dell’impresa individuale G.D.C. Distribuzione di ARECCHI Fabio,
avente ad oggetto il “commercio
all’ingrosso di caffè, zucchero, bevande ed alimenti vari”, con unità
locale dislocata dapprima a Reggio Calabria in via del Salvatore n. 28/30 ed
infine, dal maggio 2013, soltanto in via Vecchia Provinciale n. 101 (luogo ove
la predetta impresa ha anche la sede legale).
Contestualmente verrà data esecuzione al sequestro
preventivo dei beni costituenti il patrimonio aziendale dell’impresa
individuale “G.D.C. Distribuzione di
ARECCHI Fabio”, avente ad oggetto il “commercio
all’ingrosso di caffè, zucchero, bevande ed alimenti vari”, con unità
locale dislocata dapprima a Reggio Calabria in via del Salvatore n. 28/30) ed
infine dal maggio 2013 in via Vecchia Provinciale n. 101.
Il quadro complessivo delle
risultanze investigative ha consentito di ritenere sussistente il pericolo di
fuga in capo a DE STEFANO Giovanni Maria, MORABITO Vincenzo, ASSUMMA Arturo,
VOTANO Francesco e ARECCHI Fabio Salvatore, sicché, nei confronti degli stessi,
è stato emesso dalla Direzione Distrettuale Antimafia di Reggio Calabria il provvedimento
di fermo di indiziato di delitto eseguito dai Carabinieri e dalla Polizia di
Stato nella mattinata odierna.
L’operazione
“Il Principe” prende il nome
dall’appellativo con cui i sodali erano soliti chiamare DE STEFANO Giovanni
Maria, il quale, da diversi anni, svolge funzioni di reggente della omonima cosca
di ‘ndrangheta, segnatamente nel
settore delle estorsioni.
Reggio
Calabria 22 dicembre 2015.
0 Commenti