Dalle prime ore di questa mattina, gli investigatori
del Centro Operativo D.I.A. di Roma
stanno procedendo nelle province di Latina, Frosinone, Napoli, Isernia e
Caserta al sequestro, disposto dal Tribunale Penale di Latina, di un ingente
patrimonio riconducibile all’imprenditore formiano Vincenzo ZANGRILLO, proprietario di cave di marmo e di società
operanti nel trasporto merci su strada, nello smaltimento rifiuti e nel
commercio di autovetture e autoveicoli.
I beni sottoposti a sequestro riguardano oltre 200
camion, 2 cave di marmo, società, terreni e immobili per un valore di oltre 20 milioni di euro.
AGGREDITO
PATRIMONIO AD IMPRENDITORE VICINO AL CLAN DEI CASALESI
Nella mattinata di oggi, il Centro Operativo D.I.A.
di Roma, in esecuzione di un provvedimento emesso dal Tribunale penale di
Latina - Sezione misure di prevenzione, su proposta del Direttore della D.I.A.,
Nunzio Antonio Ferla, ha sottoposto al sequestro il patrimonio riconducibile all’imprenditore
ZANGRILLO Vincenzo, ritenuto vicino al clan
dei casalesi.
Con un passato di fabbro-carrozziere, nel corso
degli anni ZANGRILLO ha fatto registrare una improvvisa e quanto mai
ingiustificata espansione economica affermandosi come imprenditore, in svariati
settori commerciali, diventando titolare, direttamente e/o indirettamente, di
numerose società operanti nella gestione di cave di marmo (con
commercializzazione del “Coreno Ausonio” uno dei marmi più pregiati utilizzati
per la costruzione dei porti), nel trasporto di merci su strada, nel commercio
all’ingrosso di altri materiali da costruzione, nello smaltimento di rifiuti, nella
locazione immobiliare di beni propri e nel commercio di autovetture ed
autoveicoli.
Le investigazioni degli uomini della D.I.A. di
Roma hanno permesso di dimostrare il nesso tra l’espansione del suo patrimonio
individuale e imprenditoriale e le attività illecite da lui commesse nel corso
degli anni.
Infatti, lo ZANGRILLO, oltre a frequentare ed
avere rapporti d’affari con imprese controllate dal clan dei casalesi, risulta essere gravato da numerosi precedenti
penali, tra cui associazione a delinquere, riciclaggio e traffico
internazionale di autoveicoli, nonché denunciato per traffico internazionale di
sostanze stupefacenti, di rifiuti illeciti ed insolvenza fraudolenta, avendo
accumulato nel corso degli anni con i suoi camion mancati pagamenti dei pedaggi
autostradali.
Le verifiche degli investigatori hanno
evidenziato come il suo patrimonio fosse cresciuto parallelamente alle attività
criminali a lui contestate, sino a raggiungere le rilevanti dimensioni attuali,
ciò a fronte di redditi dichiarati al fisco nettamente inferiori alle capacità
economiche dimostrate. Per tali ragioni è stata inoltrata proposta di misura di
prevenzione personale e patrimoniale nei suoi confronti, quale soggetto dedito
ad attività delinquenziale, da cui è scaturito l’odierno provvedimento di
sequestro, in ragione della pericolosità sociale e della conseguente origine
illecita del suo patrimonio.
L’attività ha portato al sequestro di oltre 200
autoarticolati, di 2 cave di marmo, di 19 immobili tra abitazioni, uffici,
opifici e magazzini, di 21
ettari di terreni ubicati nelle province di Latina e
Frosinone, di quote relative a 6 società, di 16 conti correnti e rapporti
bancari di varia natura, il cui valore complessivo è stato stimato in oltre 20 milioni di euro.
Roma,
12 novembre 2015
Roma,
12 novembre 2015
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