La questione dell'ospedale di Melito, appena sfiorata. Nessun accenno specifico alle alternative alla Centrale, o quasi. Il sacco di Saline relegato fra i misteri eleusini di questa regione. Il convegno, scontato e funzionale, utile per fare vetrina e passerella elettoralistica e razzolare quanti voti sarà possibile per i candidati in lista. Negato il diritto di parola all'altra parte (Benedetto, Foti ecc.). Snobbato il cronista, rimasto senza scaletta e senza nomi. Moderatore, il giornalista Tonio Licordari (Gazzetta del Sud) ha condotto alla grande. Gl'interventi del ministro Maria Carmela Lanzetta, che ha indicato le alternative generiche alla Centrale a carbone ed il candidato governatore 2014, Mario Oliverio, che ha messo una pietra tombale sul progetto della SEI
IL CANDIDATO GOVERNATORE MARIO OLIVERIO: "NON SI FARÁ NESSUNA CENTRALE A CARBONE, QUESTO È CERTO, NON CE N'É BISOGNO ALCUNO E NON FIGURA SUL MIO PROGRAMMA; ABBIAMO UN SURPLUS DI ENERGIA ELETTRICA; INOLTRE I GOVERNATORI AGAZIO LOIERO E GIUSEPE SCOPELLITI, HANNO DETTO DI NO ED IL CONSIGLIO REGIONALE DELLA CALABRIA, ANCHE
Domenico Salvatore
La Centrale a carbone ("Non è nel mio programma", ha precisato Oliverio) rimane al palo. I problemi dell'Area Grecanica, la più arretrata d'Europa, anche. Ci dispiace per quei tanti nomi, che non siamo riusciti a ritenere a mente; e che quindi non possiamo nemmeno riportare; se non di rimbalzo e carambola; e ce ne scusiamo con gl'interessati e con i nostri lettori sovrani. Snobbati, come al solito. Scontato ed inevitabile, le scuse non c'interessano. Si fa così con i giornalisti 'scomodi', che raccontano la verità. Ed almeno, ci provano. A parte, che ci siano passati davanti e non ci hanno nemmeno c…Melitoonline, Telemelito? Machissenefregaaaa !!!!!! La stretta di mano, saluti & baci, abbracci, pacche, batticinque ed ammiccamenti, sono riservati a loro, che si autoincensano e si autoreferenziano. Dejà vu! Se cinquant'anni fa, quando abbiamo cominciato a scribacchiare per i giornali quotidiani, avessimo scelto di fare la banderuola e di girare come va il vento, "forse" avremmo avuto una diversa parabola ed una carriera giornalistica 'spianata'. Ma non ce ne dogliamo. Va bene così. Il giornalista schierato, ha dei vantaggi spiccioli, ma viene anche massacrato con cadenza quotidiana, non solo dagli spalatori di fango, sempre pronti a gratificarti con una palata in faccia. Sebbene, rispetto a questa questione, si applichi la proprietà commutativa. "La scaletta? Te la daremo alla fine. Ti faremo una copia. Ma quando mai!!!!!!!!!??????????". Pussa via giornalistucolo! Poco male. Funziona così (male) l'informazione in Calabria; ed in modo particolare anche nella derelitta, super-vessata provincia reggina. Ve lo scriviamo e descriviamo da decenni, amici lettori sovrani, che avete la bontà e la pazienza di seguirci; e vi ringraziamo per questo. Hanno perso un'altra occasione per sorprenderci. Non sono frequenti le occasioni di chiamata. Non siamo: asserviti, sottomessi, assoggettati, piegati, schiavizzati, vessati, tiranneggiati e curvati. I nostri amici (ma ne ha il giornalista?) ci dicono che siamo autorevoli, accreditati e qualificati. Ci dobbiamo fidare? In fondo sono anche i nostri lettori…Sarà per questo, forse, che delle rare volte ci chiamano? Ovviamente la 'scaletta', non è mai pervenuta. Eppure, eravamo in prima fila con fotocamera e telecamera. Paramnesia? Forse! Ma intanto, non abbiamo potuto svolgere il nostro lavoro in maniera compiuta. E fornire la comunicazione in tempo reale. Sai quanto gliene freghi…Erano lì per fare passerella e vetrina? Questo, lo ignoriamo. Conoscevano bene il Lanzetta pensiero od l'Oliverio pensiero. Non solo sul turn-over sanitario, comodo 'cavallo di Troia'. Non abbiamo la sfera magica davanti e non possiamo avanzare pronostici, che potrebbero smentirci in maniera clamorosa, ma riteniamo che vincerà la Sinistra. Abbiamo azzeccato pure con Agazio Loiero e Giuseppe Scopelliti. Forse, sarebbe più appropriato dire che…perderà quel che resta della Destra, frastagliata e frantumata in mille rivoli, da "interessi", che come tutti sanno, non abbiano niente a che spartire con la politica. Intesa al massimo, come paravento, schermo e copertura. I politologi, saggisti, scrittori, sociologi ed antropologi, lo hanno detto e scritto su decine di libri, centinaia di interviste, migliaia di articoli. Tante storie sui poteri forti, poteri occulti e gli altri mille rivoli e meccanismi ben oliati in ogni ingranaggio, annessi e connessi. Stiamo sfondando una porta aperta; anzi spalancata. Casomai, siamo preoccupati della nuova Sinistra, che è lontana mille miglia dal vecchio centrosinistra berlingueriano. Dalla Bolognina in poi è cambiato tutto. In Calabria si assiste ad un mixer di rottamati ancora in sella e conservatori reazionari, che non hanno mai abbandonato le loro catacombe. Ancora, non s'intravede una squadra ben amalgamata con i difensori esterni, i tornanti di fascia, il centrale a far da pendolo e giostrare le diagonali, le punte ecc. La brutta copia del Paese. L'alternanza democratica funziona, ma non è funzionale alla democrazia. I migliori, sono al potere e duellano con il contropotere. A Roma, come a Catanzaro e Reggio. Ma non chiamatelo trasversalismo habitat naturale dei traffichini, maneggioni, faccendieri; regno dei cerchiobottisti, doppiogiochisti e voltagabbana. Lo zoon politikon di Aristotele, oggi, non farebbe cilecca e fiasco. Guarda caso, "improvvisamente" la volta prima, si sfalda il centrosinistra, perde tutto, Comune, Provincia e Regione e va la destra al potere.
Oggi si sfascia il giocattolo del centrodestra e sale la Sinistra. La 'capinera di Cavriago ' Orietta Galimberti, al secolo "Berti" cantava così…"Puo' morire anche l'ultima illusione/l'amore no/mai mai mai mai mai/non ci lasceremo mai mai mai mai mai/e' un girotondo la felicita'/oggi la tocchi domani non si sa/ti svegli un bel mattino con il sole/e il pomeriggio il sole non c'e' piu'/a questo mondo tutto va su e giu'/e nell'amore me lo insegni tu/oggi mi lasci domani sei con me/e' un altalena il nostro amor/…". Va da sé che interi gruppi e sottogruppi, conventicole, congregazioni e confraternite, sempre le stesse, medesime, tali, siffatte e cotali, si spostino da un punto all'altro. Destra e Sinistra, pari son. Vince una, ma non perde l'altra (in attesa di sostituirvisi). Così il potere, in effetti, non lo esercita chi vince, ma 'sempre e comunque' i poteri forti, le stelle fisse dell'economia e della finanza. Interni od esterni al Paese…euro, globalizzazione, privatizzazione, Borsa Valori, banche, spread, Pil, import-export, enti ed associazioni. C'è un motore primo, eterno, immobile, che muove la sfera delle Stelle fisse, imprimendole un movimento uniforme, continuo ed eterno. Ma di che cosa stiamo parlando? Non c'era bisogno del defilè e della pedana, sotto le scariche di flash a go-go. Al tavolo il giornalista Tonio Licordari della Gazzetta del Sud, Vice-caporedattore in pensione; un decano del giornalismo non solo calabrese, monolitico e tetragono. Un duro del pentagono. Sarà anche per questo, che l'hanno chiamato…Ho ricevuto l'incarico di condurre i lavori di questo convegno, sibila, ed intendo assolverlo.
Per gl'interventi assegnerò al massimo tre-quattro minuti a cranio. Chi non è in scaletta, abbia la pazienza di seguire i lavori in religioso silenzio…La scaletta, non l'ha fatta lui ovviamente. Se la cava bene d'impaccio, quando i provocatori lo punzecchiano. Sono quelli, che hanno tentato invano di inserirsi preventivamente. Do ut des. Corre voce che nei loro convegni, sia stata negata la parola all'altra parte. Ci dobbiamo fidare dei sibilatori? Hanno provato pure ad interrompere il candidato governatore, che di rimando li ha avvertiti democraticamente e garbatamente, ma anche in maniera secca e risoluta. Mario Oliverio granitico e solenne avverte:"Chi non abbia voglia e senso civico di ascoltarmi è libero di farlo. La porta è quella, si accomodi fuori dall'aula. Non intendo essere disturbato, né distratto.". I problemi del territorio. Non c'è solamente la Centrale a carbone, che a parere di Mario Oliverio, candidato a governatore, non si farà. Saline e la Calabria, non diventeranno la pattumiera d'Italia. C'è l'ospedale di Melito, per esempio. Il nosocomio "Tiberio Evoli" agonizzante, annaspa disperatamente alla ricerca di un appiglio per sopravvivere, in attesa dei tempi migliori. Senza citare i nosocomi di Gioia Tauro e Locri, smantellati in maniera scientifica. I Riuniti di Reggio Calabria al limite del collasso con episodi anche di cronaca nera. Qualche battuta va bene. E nulla più. La bretelle Reggio-Melito? Ma di che stiamo parlando? I porticcioli di Saline, Bova Marina, Palizzi? Non pervenuti. La bretella di scorrimento veloce Melito-Bagaladi, la pedemontana grecanica, la Sant'Elia-Fossato? Campa cavallo, che l'erba cresce…La statale jonica 106, 'ingiuriata' super-strada? L'eterna incompiuta…Il turismo, comodo alibi, non è solo quello balneare. Esso, cammina sulle grandi strade di comunicazione. Nel convegno si è parlato spesso a vanvera ed a casaccio di miliardi dell'Europa che noi destinatari, non siamo capaci di spendere; e, tornano indietro al mittente. Bene, benissimo. Ma allora, perché non si presentano i progetti per le anzidette opere? I soldi☺ $ ci sono ♫. Mancano i progetti esecutivi ♀☻….Questo, è il solito, comodo alibi della politica, a corto di idee progettuali credibili. La provincia di Reggio Calabria, la più arretrata, aspetta da secoli la modernizzazione. L'Area Grecanica, che fece rizzare i capelli ai commissari di Bruxelles, per il suo stato pietoso di arretratezza, sottosviluppo, analfabetismo strumentale e di ritorno, può attendere. Aspetta e spera…Riuscirà ad esprimere il suo tribuno della plebe? Di solito 'chiude' il più alto in carica, un Ministro della Repubblica, ma stavolta si fa un'eccezione e si delega questo compito al candidato governatore. Mario Oliverio, per quattro legislature consecutive (XI, XII, XIII e XIV Legislatura), dal 1992 al 2006, è stato eletto alla Camera; ex assessore regionale e presidente della Provincia di Cosenza, conosce i problemi della Calabria e delle singole province. Non ha difficoltà alcuna a sciorinare i numeri, date, dati, cifre, leggi, commi e paragrafi. Traccia in sintesi una linea curva dei problemi, guasti e ritardi ed al tempo stesso disegna la diagnosi, prognosi e terapia. Tenendo conto della crisi economica che attanaglia l'Italia e la Calabria. Ed a giudicare dalla salva di scroscianti applausi a scena aperta, riesce nell'impresa di erudire il pupo.
L'intervento di Maria Carmela Lanzetta, ex sindaco di Monasterace, serve per spiegare all'uditorio il suo impegno costante, in senso lato al servizio del Paese; in modo speciale, della Calabria. C'è spazio per le foto e le interviste, ma anche per segnare qualche numero di telefono sullo smart-phone. In aula, tanta gente di ogni estrazione sociale, vecchi gerarchi con gli stivaletti e qualche spit-fire o 'galletto di primo canto' con alucce, artigli, speroni e cresta già sviluppati. Pure il consigliere provinciale Piepaolo Zavettieri, nipote del più gettonato Saverio, ♫ uno dei padri del socialismo calabrese e nazionale; insieme a Saverio Zuccalà ex sindaco e consigliere provinciale. C'erano pure dei parlamentari a bordo pista, sindaci ed ex assessori regionali, il gotha del PD reggino e regionale, che hanno fatto defilè, ma non sono intervenuti nel dibattito. Due ore e mezzo di parole, sono sufficienti, per fiaccare anche la resistenza dell'incredibile Hulk. Si capisce al volo, si respira già il trionfo di Mario Oliverio, lo vedrebbe anche un cieco; ma la prudenza ci suggerisce di aspettare sino al 23-24 novembre del 2014. Ci dispiace ribadirlo, infine, ma gli organizzatori hanno torto nei confronti delle associazioni democraticamente e legalmente costituite, presenti al convegno, a cui è stato negato il diritto di parola, fondamento del contraddittorio. La polemica sic et simpliciter non c'azzecca, ovviamente. Se abbiano commesso lo stesso errore, hanno torto tutt'e due. Questa non è democrazia, ma un'altra cosa. La dialettica, il dialogo ed il confronto delle idee e perfino lo scontro verbale, sono il sale della democrazia; colonne portanti della libertà di stampa e di espressione.
Ben al di là dell'articolo 21 della Costituzione. Tre minuti, potevano e dovevano essere riconosciuti a chi, preventivamente e democraticamente, aveva chiesto di essere inserito in scaletta. Questa è la nostra opinione, alla quale non abbiamo mai rinunciato. Non c'era nessun obbligo di condividere le opinioni. Ma si aveva l'obbligo morale di ascoltarli. Va dato atto al giornalista Tonio Licordari, infine, di aver saputo condurre i lavori, rispetto all'incarico ricevuto. Lo conosciamo bene e non ci sembra "un fascista", com'è stato gratuitamente etichettato. Il moderatore, non si è lasciato sfuggire di mano il bandolo della matassa ed ha chiuso in bellezza. Com'è nel suo stile inconfondibile ed inimitabile.
Domenico Salvatore
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