MILANO, 02 settembre 2014 - Identificato, dai ricercatori dell'Istituto nazionale tumori di Milano, un nuovo meccanismo responsabile delle metastasi nel tumore del seno.
Lo studio è pubblicato sulla rivista scientifica Cancer Research e, per gli esperti, aggiunge un tassello «di vitale importanza» per la comprensione dei meccanismi con il quale il cancro si diffonde nell'organismo, e quindi potrà aiutare a migliorare la ricerca di una cura più efficace. Alla base di tutto c'è una proteina chiamata osteopontina, che normalmente è presente al di fuori delle cellule ed è coinvolta nel regolare diversi processi fisiologici, tra cui la stessa sopravvivenza cellulare.
Il ruolo di questa molecola, nel tumore, è però duplice: «L'osteopontina prodotta dalla cellula tumorale ne assicura la sopravvivenza in un ambiente ostile - spiegano i ricercatori - mentre quella trattenuta all'interno dei globuli bianchi contribuisce a proteggere le cellule tumorali che stanno formando la metastasi dall'attacco del sistema immunitario».
Lo studio, condotto prima in laboratorio su animali, è stato poi esteso all'analisi delle metastasi polmonari di pazienti con carcinoma al seno. In queste metastasi è stata confermata la presenza di cellule contenenti osteopontina.
«Questa scoperta - concludono i ricercatori - sarà rilevante per sviluppare futuri farmaci in grado di contrastare le molteplici azioni dell'osteopontina nello sviluppo delle metastasi».
NOTA
L'osteopontina (OPN), prodotta dal gene SPP1, è una proteina presente in tutti i mammiferi superiori avente il mantenimento della omeostasi delle ossa e di alcuni processi del sistema immunitario.[1] Si lega all'idrossiapatite e fornisce la struttura di base (matrice) per l'osso, ma anche per i calcoli renali.
Viene codificata nel gene che è presente nel braccio lungo del cromosoma umano: 4Q. L'osteopontina è una glicoproteina scoperta nel 1986 negli osteoblasti, composta da 300 aminoacidi. Sono sinonimi le sialoproteine.
L'osteopontina è prodotta in diversi tipi di tessuto (nell'orecchio interno, cervello, reni, la placenta), e in molti tipi di cellule quali gli osteoblasti, osteociti, odontoblasti e in alcune cellule del midollo osseo e della cartilagine, nei macrofagi, nelle cellule muscolari lisce e nelle cellule endoteliali. La formazione di osteopontina si ha con lo stimolazione del calcitriolo diidrossi (vitamina D3-1,25).
L'osteopontina è espressa in vari tumori come: il cancro del polmone, il tumore della mammella, il tumore del colon, il cancro dello stomaco, il carcinoma ovarico, il tumore della pelle e il mesotelioma.[2] È anche coinvolta nella formazione dei calcoli renali.
Lo studio è pubblicato sulla rivista scientifica Cancer Research e, per gli esperti, aggiunge un tassello «di vitale importanza» per la comprensione dei meccanismi con il quale il cancro si diffonde nell'organismo, e quindi potrà aiutare a migliorare la ricerca di una cura più efficace. Alla base di tutto c'è una proteina chiamata osteopontina, che normalmente è presente al di fuori delle cellule ed è coinvolta nel regolare diversi processi fisiologici, tra cui la stessa sopravvivenza cellulare.
Il ruolo di questa molecola, nel tumore, è però duplice: «L'osteopontina prodotta dalla cellula tumorale ne assicura la sopravvivenza in un ambiente ostile - spiegano i ricercatori - mentre quella trattenuta all'interno dei globuli bianchi contribuisce a proteggere le cellule tumorali che stanno formando la metastasi dall'attacco del sistema immunitario».
Lo studio, condotto prima in laboratorio su animali, è stato poi esteso all'analisi delle metastasi polmonari di pazienti con carcinoma al seno. In queste metastasi è stata confermata la presenza di cellule contenenti osteopontina.
«Questa scoperta - concludono i ricercatori - sarà rilevante per sviluppare futuri farmaci in grado di contrastare le molteplici azioni dell'osteopontina nello sviluppo delle metastasi».
NOTA
L'osteopontina (OPN), prodotta dal gene SPP1, è una proteina presente in tutti i mammiferi superiori avente il mantenimento della omeostasi delle ossa e di alcuni processi del sistema immunitario.[1] Si lega all'idrossiapatite e fornisce la struttura di base (matrice) per l'osso, ma anche per i calcoli renali.
Viene codificata nel gene che è presente nel braccio lungo del cromosoma umano: 4Q. L'osteopontina è una glicoproteina scoperta nel 1986 negli osteoblasti, composta da 300 aminoacidi. Sono sinonimi le sialoproteine.
L'osteopontina è prodotta in diversi tipi di tessuto (nell'orecchio interno, cervello, reni, la placenta), e in molti tipi di cellule quali gli osteoblasti, osteociti, odontoblasti e in alcune cellule del midollo osseo e della cartilagine, nei macrofagi, nelle cellule muscolari lisce e nelle cellule endoteliali. La formazione di osteopontina si ha con lo stimolazione del calcitriolo diidrossi (vitamina D3-1,25).
L'osteopontina è espressa in vari tumori come: il cancro del polmone, il tumore della mammella, il tumore del colon, il cancro dello stomaco, il carcinoma ovarico, il tumore della pelle e il mesotelioma.[2] È anche coinvolta nella formazione dei calcoli renali.
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