di Pierfranco Bruni - Davanti
ad una foto si ricostruiscono pensieri e parole abbandonate in una assenza
greve. Si ridisegnano destini ed è come se i destini fossero tasselli che
cercano però il mosaico. Guardarsi allo specchio non è sempre specchiarsi. Non
so più se mancano i tasselli o manca il mosaico, che possa contenere tutti i
tasselli.
Non
è proprio vero che lo scrittore racconta storie o inventa storie.
Non
è così.
Siamo
fatti di destini. I destini si e ci incontrano.
A
volte si intrecciano.
A
volte sono un misterioso cammino e bisogna decifrare i segni.
Portiamo
segni nel nostro viaggio. Come hanno portato segni e simboli i nostri padri e
le nostre madri. I nostri nonni. Le famiglie che si sono legati al filo del
vento tra i roseti, dove l’aquila ha raccolto una rosa, e con la corona e la
rossa rosa ha attraversato generazioni, ma bisogna capirne l’orizzonte,
altrimenti non ha un senso l’incontro tra la rosa e l’aquila.
Resto
in silenzio per tentare di afferrare la percezione del volo.
Dopo
che Giulia, Giulia di Cosenza e ora di Bari, come si usa dire nel nostro
linguaggio di parenti e cugini, mi ha fatto avere una foto, io sono stato per
lungo tempo ad osservarla.
Chiedo
ai dettagli di farsi passo. E i passi ci sono.
Osservo
lo sguardo di nonna Giulia, quello di zia Marietta alla quale ne ho
combinate di belle e di brutte, zio
Micuzzo, zio Agostino, il colonnello lo si chiamava tutti così in famiglia. Poi
i capitani: Amalia Guaglianone e Mariano Gaudinieri. Il portamento è nella
nobiltà.
Il
Gaudinieri e la Guaglianone. Una
famiglia che riempiva un vissuto.
Ora
sono passati secoli ed epoche.
Osservo
la foto dei Bruni e dei Fortunato. Maria Giuseppa e Adolfo. Con Ermete,
Giovannino, Ermete Francesco, detto Alfredo, Elisabetta e immagino una Teresa,
morta in tenera età.
Alfredo
è stato un condottiero per le sue idee lungo la strada dei suoi fratelli.
Guardare
un’immagine è pensare. Ma pensare è sempre guardare un’immagine?
Ci
resta l’orgoglio, ma anche la timida nostalgia di un precipitato storico che ha
ricucito tutto ciò che non c’è più con quello che, invece, si è fatto
tradizione.
Se
non siamo noi a vivere la continuità chi potrà mai testimoniarla?
La
luna si stringe il passato tra le mani.
Il
sole solca i passi nel presente che viviamo.
Chi
potrà mai raccogliere tutto il vento che ha toccato le isole?
I
cinque fratelli sono andati via e ognuno ha lasciato una storia.
Se
non siamo noi ad avere l’orgoglio e la dignità di continuare in quell’incontro,
tra le distanze e le vicinanze, chi potrà mai farlo?
Molti
di noi non smettono di vivere nella tradizione e la continuità della tradizione
sta proprio nel legame di sangue.
Chi
crede in questo legame ha la nobiltà nel cuore.
Chi
da questo legame si è allontanato non ha più la nostra storia.
Certo,
c’è sempre la storia e ci sono le storie che disegnano una memoria nel lungo
cammino delle dinastie.
Noi
non abbiamo storia rispetto alla Memoria. Perché è la memoria che cesella il
volo dell’aquila e coltiva le rose.
Ma
sì, ogni foto ha il suo ricordo e sono le immagini che ci permettono di
ricostruire con il senso della Provvidenza.
In
fondo bisogna essere profeti per non
smettere di ritrovarsi sempre anche quando ci si sente distanti e perduti.
Ci
sono giorni in cui le nuvole non ci permettono di penetrare il cielo, ma la
luce può giungere da altri spazi. E altri spazi possono raccogliere i riflessi
degli arcobaleni. Ma se non si resta legati a ciò che ci appartiene per sangue
si diventa dei diseredati.
Abbiamo
sempre bisogno di difendere una eredità che è quella del legame di sangue.
E
non ci sono rimpianti.
Nei
cammini che abbiamo camminato e in quelli che ci aspettano non ci sono
rimpianti.
Nostalgie
sì.
I
nostri figli sono la continuità e i legami hanno i loro intrecci… Bisogna
credere nella profezia per capire la Provvidenza
I
cinque fratelli sono il porto e la nave salpa nuovamente e i nostri figli
tracciano nuovi arcobaleni…
Osservo
la foto e gli sguardi hanno antichi viaggi…
La nobile famiglia Gaudinieri –
Guaglianone imparentata con la borghesia della famiglia Bruni. Sedutu Amalia
Guagliano e Mario Gaudinieri. Marietta e Giulia Gaudinieri. Domenico e Agostino
Gaudinieri. Palazzo Bruni. Stemma nobiliare.
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