Nonostante le
segnalazioni dei cittadini ancora non è stato riparato il guasto, sulla strada
principale della cittadina di Tiberio Evoli, Bruno Spatolisano e del generale
Michelangelo Azzarà
MELITO PORTO SALVO
(RC) LA CITTÁ DI TIBERIO EVOLI, SI RISVEGLIA CON IL CORSO GARIBALDI ALLAGATO
Domenico Salvatore
MELITO DI PORTO
SALVO (Reggio Calabria) -L’arteria principale della città, il Viale Garibaldi, continua a perdere colpi; a parte i ben numerosi negozi,
che hanno chiuso i battenti. Altri sono pronti ad abbassare la saracinesca.
Come se non bastassero le periodiche devastazioni dei vandali, dna di Ibore e Aione, Ambri ed Assi; e le incursioni dei visigoti di
Alarico, se non unni di Attila e Goti di Ostrogota. Panchine divelte ed
asportate o fatte a pezzi. Portabici sradicate o rese inservibili. Cestini in
metallo svitati, ammaccati, asportati. Alberi sciupati, sfrondati, tagliuzzati,
divelti e sradicati e protezioni metalliche sparite come per incanto…”E tu chi
bboi…Va vidi aundi aggjhiri, ghrrrr! Rrringh”. C’era una volta, il Viale
Garibaldi, bigliettino da visita per i vacanzieri, turisti, gitanti, bagnanti e
forestieri. I graffitari, ‘esercitano’ dove possono, la loro vena artistica. Le
aiuole, sono trasformate in vespasiani, non solo per cani da passeggio. Meno
male, che le ditte di pulizia funzionino, perché altrimenti la strada
principale della città del tenente Minicuci e zone adiacenti, si trasformerebbe
in una latrina permanente. Ma vi sono ben altri inconvenienti che vanno
segnalati. A parte i tombini della fogna che ‘esplodono’, appena Giove Pluvio,
spalanca le cateratte dell’Olimpo; e giacciono lì per giorni e giorni ad
incensare i passanti, in attesa di un rimedio, talora peggiore del male. Spesso
e volentieri, il Corso Garibaldi, si allaga e non sono poche la cadute dei
pedoni. I muscoli, tendini, cartilagine ecc. degli attempati, non sono più
elastici e tonici come quelli dei ventenni; la vista perde diottrie; l’andatura
è traballante, incostante e precaria. Scarpe inzaccherate o sporche, pantaloni
e gonne schizzate d’acqua e polvere, se non fango, passeggini a rischio, non
sono i soli inconvenienti. L'acqua, non macchia, ma i residuati col tempo
puzzano e diventano pericolosi sotto il profilo igienico. Poi ci sono gli
scariche industriali che meritano un capitolo a parte. Attenzione alle strisce
pedonali: se passa un mezzo lì nei pressi, gli schizzi vanno a pioggia sui
vestiti ed in faccia. Abbiamo fotografato lo sconcio e lo proponiamo a chi di
competenza.” A cosi visti, non nci vonnu provi”. In passato, i polemisti,
perdigiorno e bastian contrari sempre pronti a pescare nel torbido ed a
lanciare sassi in piccionaia, ci ammonivano…”Tu scribacchino, pennivendolo,
pettegolo e ficcanaso, non hai prove, scrivi…’fesserie’. Ti sei inventato
tutto, sei un… visionario, mitomane, megalomane, utopista”. Questi ‘spifferi’
maligni e velenosi, oltre che dai bamboccioni, mammoni e fannulloni, che vanno
a spasso al mattino per essere liberi al pomeriggio, provengono anche
dagl’intellettuali disonesti, che hanno imparato “L’arte di Michelasso,
mangiare, bere ed andare a spasso’ . Ma stavolta siamo attrezzati di fotocamera
e telecamera. Sarà difficile, smontare le nostre…bugìe. La città è di tutti.
Tenerla pulita e rispettare, proteggere e tutelare l’arredo urbano, non è
solamente un dovere civico, ma un imperativo categorico. In un certo senso
anche lo specchietto per le allodole turistiche. La città di Bruno Spatolisano,
sta conoscendo un turismo di massa (nel periodo giugno-settembre), senza
precedenti. Il sindaco Mario Tripodi,
uno dei grandi di questa città aveva visto giusto con quei correttivi, davvero
provvidenziali; a partire dal Piano spiagge, “Reddite quae sunt caesaris
caesari et quae sunt dèi dèo. I Commissari, non hanno la bacchetta magica, si
sa, ma, non devono contattare il Sindaco, l’Assessore, la Giunta, il Consiglio
Comunale ecc. Basta uno scritto, se non un ‘ordine’orale. A proposito di arredo
urbano, riproponiamo un’imagine del ‘bivio della
vergogna’, impraticabile anche a piedi.
Domenico Salvatore
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