Bovalino (Reggio Calabria): a ventiquattro anni dall’omicidio, ricordato il Brig. dei
Carabinieri Antonino Marino, Medaglia d’Oro al Valor Civile alla memoria.
Stamane, in occasione del ventiquattresimo
anniversario della barbara uccisione del
Brig. Antonino Marino, presso la
Chiesa San Nicola di Bari di Bovalino, il Cappellano Militare della Legione
Carabinieri “Calabria”, don Vincenzo Ruggiero, ha presieduto una celebrazione
eucaristica in memoria del Sottufficiale, preceduta da un significativo momento
presso la tomba di famiglia nel locale cimitero. Alla commemorazione erano
presenti la madre, la moglie, il figlio e molti parenti dell’eroe, i
Carabinieri delle Compagnie di Roccella Jonica, Locri e Bianco, ricadenti sotto
l’egida del Gruppo di Locri, nonché il Comandante Provinciale di Reggio
Calabria, Col. Lorenzo Falferi, il
Presidente del Tribunale di Locri, dottor Bruno Muscolo,
e il Procuratore di Locri, dottor Luigi D’Alessio,
oltre che i colleghi del locale Gruppo della Guardia di Finanza, del
Commissariato di Polizia del luogo e della Casa Circondariale. Inoltre, sono
intervenuti il Commissario Prefettizio di Platì, dottor Rotondi, e il Sindaco di
Bovalino.
Impegnato principalmente nel contrasto
alla ‘ndrangheta, il Brig. Marino, prima
del suo vile assassinio, ha retto per molti anni il comando della Stazione
Carabinieri di Platì. Profondo conoscitore della criminalità organizzata locale,
ha svolto varie indagini su traffici illeciti e sui numerosi sequestri di
persona che in quegli anni rappresentavano una delle principali attività
criminali della zona, contribuendo ad assicurare alla giustizia diversi esponenti
della ‘ndrangheta.
Il 9
settembre 1990, il Brigadiere, mentre si trovava a Bovalino Superiore con la
propria famiglia in occasione della festa patronale, fu avvicinato da un killer,
il quale, approfittando della confusione che regnava in paese e della concomitante
esecuzione di uno spettacolo pirotecnico, gli esplose contro una decina di
colpi di pistola, dileguandosi poi nel buio. Nell’agguato furono colpiti oltre
al sottufficiale, all’epoca trentenne, anche la moglie incinta e il figlio
Francesco di 1 anno, oggi Tenente nell’Arma dei Carabinieri.
Il 2 settembre 1993 al Brig. Marino è stata conferita la Medaglia d’oro
al valor civile con la seguente motivazione “Comandante di Stazione impegnato in delicate attività investigative in
aree caratterizzate da alta incidenza del fenomeno mafioso, operava con
eccezionale perizia, sereno sprezzo del pericolo e incondizionata dedizione,
fornendo determinati contributi alla lotta contro efferate organizzazioni
criminali fino al supremo sacrificio della vita, stroncata da vile agguato.
Splendido esempio di elette virtù civiche e di altissimo senso del dovere”;
mentre il 30 settembre 2011 a Platì è stata intitolata alla sua memoria la
locale caserma Carabinieri.
Per l’omicidio, il 16 giugno scorso, i
giudici della Corte d’Assise d’Appello di Reggio Calabria hanno condannato a 30 anni di reclusione i
boss Francesco Barbaro, di 58
anni, e Antonio Papalia, 75 anni,
ritenuti, rispettivamente, l’esecutore materiale e il mandante dell’efferato
delitto.
A margine
dell’evento, dopo la deposizione di una composizione floreale presso il
monumento in memoria del sottufficiale che si erge nel giardino dell’omonima piazza,
il Colonnello Falferi ha
consegnato alla Signora Vittoria Dama,
Vedova Marino, un attestato di
riconoscenza a firma del Comandante Generale dell’Arma dei Carabinieri,
Generale di Corpo d’Armata Leonardo Gallitelli,
realizzato su di una pergamena commemorativa appositamente preparata in
occasione del Bicentenario di fondazione dell’Istituzione
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