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MORTE A CREDITO

Condofuri (Reggio Calabria) 03.08.2014. Profughi!!! Ecco cosa siamo: un paese di profughi il nostro! Profughi asiatici, africani, della Magna Grecia... Gente dai mille colori, originale e alternativa: vengono a Condofuri (nuovo Hotel California) perché qui da noi tutto è possibile dopo la terapia a base di tortorelle e barbagianni… Ai nuovi compagni di ventura ci premuriamo di non far mancare nulla: per i cultori della botanica abbiamo previsto i campi siesta in Aspromonte, dove di erba ce n’è tanta che manco nelle foreste della Colombia; ai pellegrini che sostano lungo la via mostriamo tutto l’amore strabico di cui siamo capaci: per loro mille attenzioni, accompagnate da un eccesso di zelo che spesso rasenta il fanatismo, mentre agli sbrindellati figli di Dio nostri concittadini non riusciamo ad erogare neppure il minimo sindacale, quale che sia il loro bisogno… Sapete cosa vi dico allora? Sono un rifugiato anch’io, un rifugiato politico… e desidero ardentemente svignarmela da un paese ridotto peggio di una giungla  dove tutti sono contro tutti;  un paese in cui chi più ha osserva fideisticamente il precetto del mors tua, vita mea; un paese in cui gli amministratori (virtuali) hanno eretto muri di gomma invalicabili nelle stanze del potere pugnalando alle spalle la flebile speranza di rinascita di una comunità già segnata dalla strafottente autorità di una gestione commissariale  efficace e puntuale soltanto nel bandire concorsi… Sono un rifugiato politico io… non mi resta altro da fare che chiedere ospitalità presso un centro d’accoglienza, uno qualunque purchè se magna… E poi mi troveranno anche un lavoro…

Miei cari, ciò che voglio comunicarvi, ovviamente alla maniera spiccia che mi contraddistingue, è che il momento è arrivato anche per me. E’ finita, mi ritrovo con…       la morte a credito! Come, lo sapevate già? Era nell’aria? Razza di ipocriti, gli è che siete tutti corresponsabili. Io volevo niente, cercavo solo di eseguire alla meno peggio il mio compitino politicamente scorretto, ma a loro sta cosa qui proprio non è andata giù. Oh, quante me ne hanno mandate… sono diventato un collezionista di maledizioni io, roba forte! Si, si, è vero un po’ monello lo sono sempre stato… ma tra gli scranni del Consiglio faccio meglio dei super eroi, non a caso i signorotti della maggioranza mi aspettano al varco, mica frittelle: appena sbagli una virgola buttano a mare pure le chiavi… Povera mamma mia quante preoccupazioni, quante angosce!

Per chi non lo sapesse, o non lo abbia ancora sperimentato sulla propria pellaccia, tra i mille modi per morire uno dei più infallibili consiste, appunto, nell’opporsi alla maggioranza targata PD. Criticateli e non avrete scampo: faccia al muro e via. Amen! Coloro i quali avranno la faccia tosta di far notare che la fogna scarica a mare verranno inesorabilmente additati quali nemici della rivoluzione, come accaduto a quel povero turista che, mentre prendeva la tintarella, vide materializzarsi  innanzi un paio di senegalesi tenuti per mano da un amministratore (agghindato con sombrero e pareo anche lui) il quale con la faccia un po’ così, dopo aver bofonchiato qualcosa circa l’integrazione e la solidarietà, gli spara a bruciapelo “Cugino, vu cumprà?” e quello di rimando “No, grazie. Io vu scappà”…   Una maggioranza, dicevo, legalitaria e trasparente solo a parole, cioè per finta! Le buone pratiche amministrative, infatti, possono anche essere enunciate in pompa magna alla presenza delle autorità, ma porca miseria servono a nulla (o giù di li) se poi sono sistematicamente disattese nell’agire quotidiano!

<<Per nutrirsi in modo economico in America – racconta l’innominabile Celine- uno può andarsi a comperare un panino caldo con una salsiccia dentro, è comodo, roba che si vende agli angoli delle strade, niente cara. Mangiare nel quartiere dei poveri – continua il medico francese - non mi disturbava certo, ma non incontrare più quelle belle creature da ricchi, ecco quel che diventava assai penoso. Allora non val nemmeno più la pena di mangiare…>> Degustare in compagnia degli amministratori comunali un panino caldo con una salsiccia dentro capita di frequente tra le aride falde dell’Aspromonte, che alle scialate i brutti ceffi non mancano mai… l’empatia però svanisce non appena i malcapitati cittadini osano esercitare il diritto di critica innescando una reazione che, credetemi, è peggio delle salsicce americane: senza pietà! Allora non val nemmeno più la pena di parlare…
E mi ritorna in mente quell’introverso del Leopardi che sentì forte la necessità di affondare una rasoiata più letale oggi di allora: <<…Mi diceva, pochi giorni sono, un mio amico, uomo di maneggi e di faccende, che anche la mediocrità è divenuta rarissima; quasi tutti sono inetti, quasi tutti insufficienti a quegli uffici o a quegli esercizi a cui necessità o fortuna o elezione gli ha destinati. In ciò mi pare che consista in parte la differenza ch'è da questo agli altri secoli. In tutti gli altri, come in questo, il grande è stato rarissimo; ma negli altri la mediocrità ha tenuto il campo, in questo la nullità.... E così, mentre tutti gl'infimi si credono illustri, l'oscurità e la nullità dell'esito diviene il fato comune e degl'infimi e de' sommi>>.

Versa in condizioni disperate il mondo dell’associazionismo nel nostro paese e il coma farmacologico in cui è tenuta Look Around You ne è un emblematico esempio: si erano lanciati bene i ragazzotti smart, ma poi a furia di guardare intorno si son persi e oggi li ritrovate immobili (funamboli per caso, equilibristi per convenienza) sull’esile filo (delle promesse non mantenute) che loro stessi han voluto distendere fin lassù...

<<Tanti anni arretu ‘nda chistu paisi: canzuni, tarantelli e risati. Nuddu era baruni o marchisi e tutti quanti faciano scialati…. E lu paisi chianu chianu mori, a genti non è chiù com’era ieri…>>.
Ma i Khardia sono di San Carlo o di Condofuri? Aiutooo… tachiCardia! (il copyright è di una mia amica)

C’è sempre un momento, nella vita degli uomini, in cui è necessario fermarsi e voltarsi indietro. Capita allorquando il peso delle responsabilità rende l’atmosfera circostante ancor più soffocante e carica d’odio dell’ordinario e la brezza algida del mattino perde quel retrogusto di salsedine che la impregna per divenire anch’essa insipida, alla pari delle persone che ci intrattengono... Prorompe in quei frangenti la nostalgia di qualcosa che giace sopito dentro, la nostalgia di un tempo che sappiamo arriverà, un tempo di giustizia e verità… Si vorrebbe ora non pensare più a nulla, ma lo sguardo che sa penetrare nel profondo ha scorto il mal di vivere celato dietro parole vuote e sorrisi spenti… Volgiamo, allora, indietro lo sguardo nel tentativo di riannodare i fili ma al calar della sera tutto finisce e gli occhi stanchi anelano solo di contemplare il sublime riverbero della luce vivificato nei quadri di Atkinson che, per parte loro, delicatamente ci svelano l’impulso alla profondità delle anime che cesellano certi tipi d’uomo…

Come ricorderete, nella prefazione alla sua opera titolata Umano, troppo umano  Nietzche annotava compiaciuto <<Mi è stato detto spesso, e sempre con gran stupore, che in tutti i miei scritti… ci sarebbe qualcosa di comune e di caratteristico: essi conterrebbero tutti lacci e reti per uccelli imprudenti e quasi una costante, nascosta istigazione a sovvertire consueti apprezzamenti e apprezzate consuetudini...>>. Siccome i detentori del Potere (reale e virtuale) mi considerano alla stregua di una blattina fastidiosa (più o meno all’altezza dei loro piedi) permettetemi una confidenza: in una delle sue amorevolissime scartavetrate il Padre spirituale ha decretato che il mio essere è ancora umano, troppo umano… manco fossi Nietzche! Bisogna, dunque, che lavori con maggior impegno per annichilire definitivamente il mio io così da non restare impantanato nelle sabbie mobili delle provocazioni e, per tal via,  raggiungere la linea del fronte della purità dello spirito… <<Ti farò saggio, t'indicherò la via da seguire; con gli occhi su di te, ti darò consiglio… Molti saranno i dolori dell'empio, ma la grazia circonda chi confida nel Signore…>> (Salmo 32).

Circa duemila anni fa Seneca si premurava di far notare a Lucilio cometra un rinvio e l'altro la vita se ne va. Niente ci appartiene, solo il tempo è nostro…”. Mi domando: non è quello che sta accadendo al nostro Paese? Tra una passerella e l’altra, tra uno scatto e l’altro (postati con ostentata vanità su facebook), tra un’ordinanza di demolizione e la sua revoca kafkiana l’uguaglianza, la democrazia nonchè il diritto dei cittadini ad un futuro migliore se ne vanno a farsi strabenedire come l’estate 2014: senza piano spiaggia, senza turisti, senza soldi… Un’estate che per molti non è neppure iniziata, un miraggio… ma, vi scongiuro, non ditelo al Sindaco sennò s’incazza! Chi ci ripagherà, dunque, per il tempo perso? …già, chi ci ripagherà? Forse i superstiti del (circolo) Pio La Torre?


Tommaso IariaConsigliere comunale