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Ma i killers della 'ndrangheta non vanno in ferie, nemmeno a Ferragosto?

Un giovane incensurato, Valentino Rizzo, di 25 anni, è stato ucciso a colpi di fucile, nella notte, in un agguato a Le Castella di Isola Capo Rizzuto. Rizzo era uscito da casa per un passeggiata dopo cena quando sarebbe stato avvicinato da un sicario che gli ha sparato con un fucile colpendolo all'altezza del cuore. La vittima, nello scorso febbraio, aveva rischiato di essere assassinato nel corso di una violenta rapina compiuta nella sua abitazione.
FERRAGOSTO 2014 DI MORTE, SANGUE, ROVINA E DISTRUZIONE, ASSASSINATO A COLPI DI FUCILE CARICATO A LUPARA, A ‘LE CASTELLA’ DI ISOLA CAPO RIZZUTO, NEI PRESSI DI UN RISTORANTE, IL GIOVANE VALENTINO RIZZO, 25 ANNI, SPOSATO, INCENSURATO, TITOLARE DI UN AUTOLAVAGGIO, GIÁ SFUGGITO AD UN AGGUATO
Domenico Salvatore  

Non sappiamo se la famigerata “Pax mafiosa” degli Anni Novanta, imposta dalle famiglie più importanti all’interno della ‘Provincia’ massimo organi di autogoverno della ‘ndrangheta planetaria, a cominciare dai Nirta Scalzone di San Luca, fosse stata estesa anche alle altre province; oltre a quella di Reggio Calabria, che ha pagato un tributo altissimo. Migliaia di morti ammazzati e pure personaggi potenti come il presidente delle ferrovie Ludovico Ligato e ben tre magistrati uccisi dalla ‘ndrangheta ( Bruno Caccia, procuratore capo della Repubblica, il 26 giugno 1983; Nino Scopelliti, sostituto procuratore generale, il 9 agosto 1991 e Francesco Ferlaino il 3 luglio 1975). Più tardi, il 16 ottobre 2005, verrà ucciso un altro ‘intoccabile’: il vicepresidente del Consiglio Regionale della Calabria, Francesco Fortugno Agosto di fuoco. A parte, i tantissimi minacciati anche di morte, intimiditi, ricattati, corrotti: giudici, giornalisti, preti, imprenditori, politici ecc. ‘Canta’ la lupara e “Catarina” risponde. Strade del Crotonese e del Reggino insanguinate. C’è anche il morto di Bianco (RC). Tre omicidi in pochi giorni: due a Crotone ed Isola Capo Rizzuto. Apparentemente slegati e scollegati da ogni contesto mafioso. Questo, lo stabiliranno i Carabinieri del Comando Provinciale, diretto dal colonnello Francesco Iacono e la Squadra Mobile diretta dal vice-questore aggiunto Cataldo Pignataro; se non il questore di Crotone Luigi Botte. Sul territorio, sparano soltanto le cosche della mafia egemoni…Vrenna, Bonaventura, Giampà, Corigliano, Megna, Russelli. E più sotto, gli Arena, i Paparo ed i Nicoscia. Se e quando, lo decide il capobastone od il capocrimine della data ‘famiglia’ di ‘ndrangheta. Salvo i casi personali o quando c’è da difendere l’onore della famiglia. Il locale di ‘ndrangheta, tuttavia è bene informato sulla qualunque. Di ciò che si muova sul territorio, non sfugge nulla. Nemmeno le questioni private. Questo è certo. “Un giovane incensurato, Valentino Rizzo, di 25 anni, ( fonte ANSA), è stato ucciso a colpi di fucile, nella notte, in un agguato a Isola Capo Rizzuto, in provincia di Crotone. L'omicidio è avvenuto nella località turistica di Le Castella, nei pressi di un ristorante. Rizzo, sposato e titolare di un autolavaggio, era uscito da casa per una passeggiata dopo cena quando sarebbe stato avvicinato da un sicario che gli ha sparato con un fucile colpendolo all'altezza del cuore. Soccorso immediatamente da alcuni familiari che si trovavano nelle vicinanze - come riportano i quotidiani locali - il giovane è morto durante il tragitto verso l'ospedale di Crotone. Sul luogo dell'omicidio sono intervenuti i carabinieri di Crotone che hanno avviato le indagini nella speranza di riuscire ad ottenere qualche testimonianza utile dalle persone che potrebbero avere assistito al delitto. La vittima, nello scorso mese di febbraio, aveva rischiato di essere assassinato nel corso di una rapina compiuta nella sua abitazione da un gruppo di sei persone che avevano rubato un'antica statuetta, in possesso della famiglia di Rizzo, ritenuta di notevole valore archeologico. 

Ad aprile i carabinieri, per quell'episodio, avevano arrestato tre persone di Isola Capo Rizzuto mentre altre tre, di nazionalità romena, sono ancora oggi ricercate. “.Ma i killers della ‘ndrangheta, non vanno in ferie nemmeno a Ferragosto? Non vi sono novità, dai posti di blocco volanti istituiti da Polizia, Carabinieri e Guardia di Finanza. E nemmeno dai controlli dei pregiudicati della zona; loro alibi orario e stub. Una ‘cintura militare’, di solito, stesa intorno al vasto comprensorio; nel tentativo di intercettare gli esecutori materiali del delitto. Nessuno si è costituito alle forze di polizia con l’avvocato appresso. Siamo, in una zona ad alta densità mafiosa, dove l’omertà che cuce le bocche a doppia mandata, per paura di rappresaglie e vendette, regna sovrana. Non vi sono testimoni oculari. Ammesso per assurdo che vi sia qualche ‘scheggia impazzita’ disposta e disponibile a venire in Tribunale a testimoniare, dopo aver riempito qualche verbale presso gli uffici dei Carabinieri o della Polizia di Stato. Cosa, che sarebbe più che giusta, per vincere le battaglie di civiltà. Sovrintende alle indagini il p.m. di turno, coordinato dal procuratore capo della repubblica di Crotone, Raffaele Mazzotta. In attesa di capire se il fascicolo debba transitare o meno sul tavolo del procuratore capo della DDA di Catanzaro, Antonio Vincenzo Lombardo. Sebbene, sembra, così d’acchito, che la vittima, non avesse frequentazioni equivoche od amicizia pericolose e compromettenti. Insomma una fedina penale “pulita”. Il che rende più ostico il compito delle forze di polizia, per risalire agli autori dell’efferato crimine. Domani l’altro, verrà eseguita l’autopsia a cura del perito settore, nominato dal Tribunale. Poi, la salma verrà restituita alla famiglia per la celebrazione dei funerali, che avverrà in forma pubblica. Salvo diversa decisione del questore di Crotone, Luigi Botte. Calabria in lutto per le tante morti per incidente stradale, se non altra disgrazia e per morte naturale o per grave malattia; ma qui, si assommano i tanti morti, ammazzati con arma da fuoco; che non possono essere archiviate come ascrivibili a ‘futili motivi’ se non a  semplice ‘vendetta personale e privata’. In ogni caso, gli assassini devono essere assicurati alla Giustizia. Serve la collaborazione del cittadino. La libertà e la democrazia, sono seriamente minacciate dalle bande di dittatori e tiranni, che a vario titolo infestano il territorio. Ma il peso della difesa e della tutela, non può gravare solo e soltanto sul groppone della magistratura e delle forze di polizia, spesso umiliati ed offesi e sicuramente malpagati e poco tutelati; se non vessati, tormentati e maltrattati. Pure dalla frange della così detta ‘società civile’. Te lo do io il ‘politically correct”! 

Nel Reggino la situazione, a titolo di cronaca, è sempre incerta e precaria; nonostante i ben numerosi ergastoli, regime del 41 bis per i mammasantissima, migliaia di anni di reclusione per i ‘soldati’ e sequestro e confisca dei beni mobili ed immobili nell’ordine dei miliardi di euri. Dallo Jonio (cosche dei Nirta ‘Scalzone’, Morabito Tiradrittu, Giuseppe Commisso ‘U Mastru’ , Iamonte) al Tirreno, (Piromalli, Molè, Alvaro, Crea, Mamoliti, Rugolo, Pesce, Bellocco, Gioffrè, Bruzzise, Parrello, Avignone, Facchineri) bypassando per il Centro (eredi delle cordate De Stefano-Tegano-Libri-Latella-Ficara-Barreca-Zindato opposti ai rivali Imerti-Condello-Serraino-Rosmini-Lo Giudice-Saraceno-Fontana. Le regole della ‘ndrangheta, se non il codice, sono sempre le stesse e valgono ancora, assicurano i pentiti di mafia. Con i boss in galera, comandano i vicecapi e perfino i contabili ed i camorristi di seta, di sangue e di sgarro. Non hanno l’esperienza, la competenza e la professionalità dei ‘vecchi capimafia’. Si arrangiano come possono. Ma i ‘cani sciolti’ come li aveva ‘battezzati’ Luigi Malafarina, padre della letteratura mafiosa, inventore dei termini ‘terzo livello’ e “colletti bianchi”, redattore della “Gazzetta del Sud”, ai tempi di Aldo Sgroj, Alfredo Pedullà, Lello Spinelli, Tonio Licordari (poi vennero i Pino Toscano, Loredana Nicolò, Paolo Pollichieni, Arnaldo Cambareri ecc.), non li ha mai controllati nessuno. Domenico Salvatore

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